Avevo smesso da anni. Di fumare intendo, ma in quella circostanza una sigaretta era un classico, in ogni scena cinematografica. Sotto la luce artificiale il fumo formava densi disegni spettrali.
Ero ammanettato e dolorante per le percosse subite durante l’arresto. Le labbra mi dolevano ad ogni tiro.
Son piccolo, ma non delicato e non pericoloso. Almeno fino a prima. Prima che succedesse ciò che è successo. O almeno non ero mai stato non delicato e non pericoloso nei confronti di chi non fosse un mio obiettivo.
Avevo deciso di trascorrere una vita riservata e anonima in un grazioso condominio. 
Mi ero innamorato di quella costruzione in mattoni faccia a vista. Una siepe di rosmarino circondava l’ampio giardino. Dopo i brevi temporali estivi profumava l’aria con il suo aroma rilassante. 
L’appartamento era piccolo, ma accogliente. Un piccolo ingresso conduceva all’ambiente unico soggiorno cucina e, oltre una porta scorrevole, si accedeva alla zona notte. Un bagno con doccia e due camere da letto erano più che sufficienti.
Avevo diviso gli spazi con i colori. Diverse sfumature di verde nella zona giorno e gialle nella zona notte. Il bagno sfumato d’azzurro. 
Allo stesso modo avevo colorato i termosifoni a parete. 
Le fronde del giardino proteggevano da occhi indiscreti il terrazzo su cui mi dilettavo a leggere con un calice di bollicine.
Nell’interrato, nel secondo piano interrato, una cantina ed un ampio garage corredavano la mia proprietà.
Avevo finalmente trovato la tranquillità tanto agognata. 
La mia vicina di appartamento era una bella donna dai tratti sudamericani.
Altri erano anziani o famiglie con il cane.
La porta si aprì. Il fumo si dissolse smarrendo la propria forma pensierosa.
Due uomini si sedettero davanti a me. Un militare e un elegantone da ufficio. Un muscolo e un cervello in due. Difficile da coordinare.
Sguardo contrito e interrogativo. Mi liberarono i polsi.
L’elegantone pose un fascicolo, il mio fascicolo, spesso una decina di centimetri fra me e loro.   
Capii cosa stava accadendo. Previdi ogni attimo.
Iniziarono a scusarsi. 

Tra quelle carte c’era la mia storia. 
Erano trascorsi trentacinque anni da quando quelle onde, prima languide poi burrascose, mi arrotarono sino a condurmi dove ero ora. Sulla zattera di carta di quel faldone ancorato davanti a me.
L’inizio fu all’Università: facoltà di giurisprudenza. Ad un esame, diritto internazionale privato. 
Conobbi Lucia. Meglio, fu Lucia a voler conoscere me, come mi vide. 
Condivideva l’appartamento con una mia cara amica, di più, una sorella, che funse da tramite.  
Lucia era toscana, di Stia. Era tosta. Bionda, taglio corto. Naso piccolo. Labbra carnose, con un lieve sigmatismo.
Studiava matematica e iniziammo subito a fare numeri sotto e sopra le coperte, fuori e dentro casa. 
Alcune cicatrici di cui non chiesi spiegazioni e un tatuaggio appena sotto la clavicola sinistra, un maglio che colpendo un’incudine sprigionava saette, la decoravano. 
Uno scudo di fattura greca le adornava la curva terminale della schiena. 
Ricordo il giorno, il dies a quo. Eravamo in un parco vicino alla sede di una Università americana. Era il periodo della prima Guerra del Golfo. Militari armati in assetto da guerra presidiavano la zona. Era inverno. Io ero seduto su una panchina. Lei sopra di me. Viso contro viso. Sotto il giubbotto di pelle era nuda. Il seno era piccolo e i capezzoli erano duri ed appuntiti tra le labbra. Dal suo alito si condensavano nuvole di vapore con frequenza sempre più intensa. Il capo reclinato all’indietro, verso l’ingresso dell’Università. 
Udii dei passi sulla ghiaia. Per un attimo colsi uno scambio di sguardi, poi il buio, preceduto da un dolore rapido, ma intenso alla nuca.
Mi risvegliai con gli occhi sfocati e la bocca impastata, steso su un pavimento in quarzo rosso. 
Lucia era in piedi sopra di me. Riconobbi gli anfibi dai lacci verde fluorescente. Stava parlando con un paio di mocassini. Gli anfibi erano nervosi. I mocassini immobili. Non percepivo alcuna parola. 
I tacchi dei mocassini si allontanarono. Gli anfibi si avvicinarono. Due braccia mi sorressero sino alla posizione seduta. La schiena appoggiata al muro. La testa era pesante. Non riuscivo a sostenerla. Ciondolava, come decollata.
Una mano mi accarezzò lievemente il viso. Ero su un letto in una stanza illuminata dal sole. Provai a muovermi, ma ero bloccato. Un dolore sotto la clavicola destra, mi infastidiva, coperto da un unto cerotto. Lucia mi osservava con dolcezza. Le puntai le pupille addosso come per incenerirla. Sorrise. 

Tutti i racconti

2
4
25

Solo una bambina

18 August 2025

Di me amerò sempre la fanciullezza. La speranza, che alla fine è davvero l’ultima che se ne va. Quegli occhi lucidi un tempo di sogni e ambizioni, che oggi appaiono sfocati sotto il peso dei tormenti. L’ingenuità che ancora mi caratterizza dopo tanto, la schietta sincerità che troppo spesso mi [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Mandy Wotton: Grazie mille, Paolo e Lau!
    A volte mi lascio trasportare dal travolgere [...]

  • zeroassoluto: Ciascuno di noi interroga il bambino lontano, che malgrado tutto, resiste ancora [...]

2
3
10

Pensieri

Vas
18 August 2025

Sensazioni e pensieri sono la stessa cosa. È che non mi convince che il pensiero sia razionale, non mi convince la parola razionale. Razionale è allora un concetto con poche regole, un pensiero veloce e pratico alla sopravvivenza. Razionale invece dovrebbe essere tutto ciò che noi abbiamo, il motore [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Lo Scrittore: non sono la stessa cosa, non possono esserlo. al limite le sensazioni possono [...]

  • Rubrus: Come dice chi mi ha preceduto, le sensazioni non sono pensieri, ma derivano [...]

1
1
12

Il Capanno dei cacciatori

"Dove l’uomo onorava il bosco"

18 August 2025

Il Rito del Capanno dei Cacciatori Il Rito del Capanno dei Cacciatori Ascoltate bene, perché questo non è un racconto come gli altri. È la storia di un momento sospeso tra la fine e l’inizio, tra l’estate che si ritira e l’autunno che avanza con passo deciso. In un angolo nascosto del bosco, c’è [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

2
3
18

Vita Digitalis et Aliae Evanescentiae

Con prefazione di Prof. Eusebio Rognoni

Miu
17 August 2025

Prefazione all’Edizione Metropolitana di Prof. Eusebio Rognoni – Direttore dell’Istituto per le Narrazioni Post-Mortem e le Identità Immaginarie, sede di Cavernozza in Selvis La Famiglia De Funebris non è solo un insieme di personaggi. È una genealogia deviante, una saga poetico-burocratica ambientata [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • zeroassoluto: Heu! Nonnumquam redeunt et
    carminibus iocantur.
    Bene narras...

  • Miu: Non mi dire che stanno anche qui😂

3
5
22

Confessione

17 August 2025

“Papà ho una cosa molto importante da dirti”. La voce mi uscì flebile. Mi avvicinai alla finestra e spostai una lunga tenda blu che impediva ad uno splendido sole di fine Maggio di illuminare a dovere la stanza. La prima cosa che notai affacciandomi alla vetrata fu un incantevole prato inglese [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

3
6
22

Vi racconto in breve tre storie d'amore parallele.

Tra contrasti familiari e finali in tragedia,

17 August 2025

L’amore, spesso dolce e luminoso, può anche rivelarsi oscuro e tragico, specialmente quando i legami familiari si intrecciano con le passioni dei cuori innamorati. Le storie di Piramo e Tisbe, Giulietta e Romeo, e la leggenda del Giovane Vesuvio e di Capri offrono un affresco di amori impossibili, [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • zeroassoluto: Bravo Gennarino, che ci ricorda tre storie d'amore finite in tragedia.
    Adesso [...]

  • Rubrus: Dove si dimostra che le trame, gira e rigira, sono sempre le stesse, e voler [...]

4
6
27

La scrittura

16 August 2025

La scrittura è terapia la nostalgia porta via. Il tempo ferma nuovi orizzonti apre piacevole calma farà sentire. Con la punta sottile d'inchiostro intrisa la penna sul foglio si lascia trascinare in mille rivoli ornati e ondulati. Come incantevole danza la fantasia lascia piroettare e sogni [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

3
7
26

Domenica 31/8/2025 last kiss (2/2)

16 August 2025

Un’ora dopo, al bar, seduto al solito tavolino con vista sulle scale dell’entrata, Sandro legge l’edizione cartacea del suo giornale preferito e non si accorge che una bella signora è appena scesa e si dirige verso di lui, da dietro gli mette le mani sul viso e gli domanda: «Chi sono?» «Troppo [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

2
3
21

L'ombrello

16 August 2025

Pioveva quel giorno, ma cosa potevo farci? L’uscita era programmata da giorni e rinviare e pazientare ancora per vederla, io non ci riuscivo. Dieci minuti prima dell’orario concordato mi eri piazzato sotto l’albero prestabilito per l’incontro. Pioveva già dal mattino, e presi il mio ombrello fortunato. [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • Adribel: Che bel racconto, di quelli che fanno sognare!

  • zeroassoluto: ... dietro di me un colorato ombrello rosa si era palesato sulla mia testa...
    "Sembri [...]

5
6
38

Pasta reale

15 August 2025

A volte nel fondo buio delle serate estive c'è un arcano silenzio. Nell'umidità cavernosa delle ventitré solo qualche piccolo gruppuscolo di giovani rompe il ritmo cantando a squarciagola canzoni che non riconosco. E a quei canti risponde un abbaiare guerriero di cani da giardino, che s'accaniscono [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • zeroassoluto: Ciao Sandro!
    Per prima cosa ti ringrazio immensamente...
    "Perché" [...]

  • Sandro Amici: Già questo appunto è un degno racconto, che mi ha scatenato un [...]

3
6
19

Un grande amico

15 August 2025

Dopo una giornata in ufficio, avevo proprio voglia di fare due passi. Camminavo senza meta, con lo sguardo basso e le mani in tasca. — Ninuzzo! Uè, Ninuzzo! Mi volto. Un uomo sulla cinquantina si avvicina con passo deciso. Ha un completo bianco un po’ appariscente, camicia nera sbottonata fino [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • CURZIO LUCANO: Grazie per i commenti. Mi fa piacere sapere che non sono l'unico smemorato [...]

  • Camillina: Bello! Mi ricorda di non essere la solo a non ricordarmi niente.😜

3
8
16

Domenica 31/8/2025 last kiss (1/2)

15 August 2025

Sono arrivato tardi, dopo le nove il parcheggio è un incubo, io stavo pensando di mettere la macchina sotto alle fresche frasche, invece già è tanto se trovo un angolo ombreggiato, i ricordi del passato ti fanno fare delle imbecillità senza pari, il posto dove andavo al mare quando ero piccolo, [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • zeroassoluto: Bravo Dario... siamo proprio noi, personaggi attempati che hanno smesso di [...]

  • Dario De Santis: Grazie a tutti, domani cercherò di rassenerarvi, non è tutto [...]

Torna su