Era il tempo della spensieratezza. La mente sonnecchiava serena intorpidita dal tepore della pace, che come un velo di candida luce avvolgeva ogni cosa. Il sole sembrava sorridere, e le stelle del firmamento, come fiori, rilasciavano nell’etere un inebriante profumo di infinito. Era il tempio della spensieratezza, il santuario della magia, dove il cuore segnava il passo, mentre l’anima volteggiava nel suo eterno danzare per farsi carezzevole brezza di primavera fra le oblunghe foglie degli eucalipti e sui verdi prati della beatitudine.

Ma poi qualcosa accadde! Quel giorno colonne di demoni si incamminarono sulla terra poiché qualcuno aveva aperto i sigilli. 

Il cuore d’un tratto sospese i suoi battiti, l’anima ritrasse a sé le sue lunghe ali, e tutti gli spiriti della terra si ammutolirono, sospesero i loro giochi, mentre la mente, allertata, cominciò a pensare. “Pericolo… pericolo”, si mise a gridare. “Devo immediatamente capire cosa sta succedendo… dunque tutti zitti e non mi disturbate… so io cosa fare, fidatevi di me”. 

A quel punto un silenzio tombale scese sul mondo. Fu così che la mente impugnò lo scettro del comando e cominciò a ragionare, a investigare a premeditare. La mente voleva comprendere, compenetrare, e per fare questo era disposta a travalicare ogni limite, a calpestare ogni principio e regola, decisa a trovare una spiegazione all’accaduto, fino a prostituirsi alle seduzioni del maligno pur di averne in cambio una risposta. 

Il suo Ego cresceva a dismisura, di pari passo con la sua sete di potere. Tutti, ormai, erano alla sua mercé, genuflessi alla sua volontà, pronti a rinnegare e tradire le ragioni stesse del loro esistere, al punto da sacrificare la loro spensieratezza, la loro felicità, la loro vita. 

La scaltra mente apprese velocemente l’arte della furbizia, l’arte della menzogna, le tecniche del raggiro, del trasformismo, e il suo perverso desiderio di distruzione cresceva proporzionalmente al suo diabolico piacere di infliggere dolore.

Tutto questo innescò la miccia che diede corso alla prima guerra mondiale, e poi a una seconda, durante la quale la mente espresse al meglio le sue peggiori e più crudeli pulsioni necrofile; una crudeltà inaudita, che mai prima di allora la terra aveva conosciuto. 

E oggi dietro la maschera del filantropo (uno dei suoi più riusciti travestimenti), la Grande Meretrice si appresta a sferrare il suo ultimo, più efferato e sofisticato piano di attacco alla Vita, che nell’apocalisse raggiunge l’apice dell’orrore, del terrore, ponendo fine per sempre alla storia di un’umanità scellerata che ha programmato il suo suicidio. 

 

Gianni Tirelli

 

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