Sentite questa quant'è bella, c'erano due frati che a piedi nudi sulla spiaggia al tramonto che volge al desio parlottavano con veemenza tra loro, che stranezza vedere due frati scalzi paciosi e paciocconi fare commenti coloriti su un accaduto, cosa era successo? Qualcuno forse per ischerzo gli aveva grattato i sandali e ora per i due il ritorno al convento era complicato, ma facciamo un passo indietro era giovedì e a San Giuseppe Ammirato a mare, noto paesino sulla costa del mare del sud ogni giovedì sulla spiaggia si giocava una partita di calcio tra i ragazzini del luogo e gli anziani, per lo più pensionati del club, appunto del club dei pensionati, era un appuntamento da svolgersi tassativamente e la posta in gioco era che la squadra perdente offrisse il gelato ai vincenti ma chiaramente finiva sempre a tarallucci e vino, pardon volevo dire a grattachecca e vin santo quest'ultimo naturalmente prodotto dai frati in convento nel quale saggiamente vigeva la coltivazione biologica e naturale di ogni ben di Dio. Bene veniamo all'incontro sportivo, arbitro della partita era il sindaco, sulla spiaggia tolte sdraio ed ombrelloni venivano montate le porte con le reti dei pescatori, le linee del campo fatte ad occhio, spettatori presenti pochi perché d'altra parte la gente aveva da lavorare, tra i tifosi a bordo campo Alfio l'omino con il carretto della "Grattachecca", Armida la vecchietta che con i ferri faceva la maglia e Amedeo il barbiere che per seguire la partita, invece che chiudere il lunedì preferiva stare con la serranda abbassata il giovedì. Le regole erano le solite del gioco del calcio con l'aggiunta di "no calci agli stinchi e alle palle, no parolacce, no a tirare il pallone lontano, soprattutto a non tirarlo a mare" . Bene, l'arbitro, il sindaco Pelinetti, fascia multicolor trasversale sul petto, fischia l'inizio della partita, fermi! Un attimo, la scelta di "Campo o palla" si giocava a "Sasso, forbice e carta" e questa volta campo agli anziani, palla ai ragazzini e al fischio d'inizio del Pelinetti si scatenò l'inferno, scusatemi ho anche dimenticato di dire che si giocava scalzi, ecco perché in apertura i nostri due fraticelli ai loro piedi non avevano le loro fatidiche scarpe. la partita si snocciolava tra lancioni, sforbiciate, lisci e scarpate senza scarpe ma che volete, la partita del giovedì era questa, che sbadato non vi ho presentato i due frati che per par condicio venivano messi in porta, Fra Anselmo con gli anziani e Fra Filippo con i ragazzini comunque la partita nel divertimento assicurato era in perfetta parità perché ad ogni goal se segnava subito un altro e per farvi capire la povera Armida andava ai pazzi nel tenere il conto delle reti fatte che fino a quel momento era di 10 a 10 ed è così che finii perché la partita doveva terminare quando il sole stava per calare e quindi di corsa dal grattacheccaro per i giovanetti e un goccetto di Vin santo per i vecchietti poi ognuno si riprendeva le proprie scarpe e via, via per tutti meno che per i due frati perché dei loro sandali neanche l'ombra, ohibò cosa era successo? Non si sa, sta' di fatto che ora i due frati stanno discutendo ma non di chi sia stato il birbaccione che abbia il sandalo grattato ma bensì del fatto di stabilire chi tra i due abbia fatto la papera più grossa, noi ammiratori dell'opera dell'Adriano Valerio De Andreis li lasciamo discutere tanto quando arriverà la notte in qualche modo, pace e bene, ritorneranno al convento, alla partita tutti si erano divertiti, speriamo sia stato così anche per voi lettori spettatori, intanto che ne dite di passare alla prossima opera del mago del colore? Siete curiosi di sapere che accadrà anche nella prossima storia?

Amici lettori questa è la prima storia di una serie realizzata ed ispirata ammirando le opere dell'artista Adriano Valerio De Andreis. La sequenza di vicende legate alle opere d'arte nascono dalla fantasia e dall'improvvisazione, alla base non c'è nessun accordo con l'artista ma solo la lettura personale del sottoscritto che si è ficcato di volta in volta con il cuore e con la mente tra le forme e i colori del De Andreis inventando storie ognuna diversa, vi premetto che probabilmente le mie impressioni ricevute potrebbero anche essere diverse dal messaggio espresso dall'artista ma tutto ciò non è importante quello che conta di più è la bellezza delle opere e le impressioni che io ho ricevuto di fronte alle stesse, ci rivediamo alla prossima e saranno colori e fantasia smisurata…dimenticavo, nell'opera dell'artista e nella mia non abbiamo utilizzato una intelligenza artificiale.
 

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