La musica si spande allegra per lo scompartimento, come ogni giorno da un anno.
Poco più di dodici mesi fa arrivai a Milano, senza permesso di soggiorno e speranze concrete per il futuro. La mia “fortuna” furono alcuni connazionali, che mi diedero ospitalità nel loro monolocale sovraffollato e mi nutrirono per qualche settimana con i loro avanzi.
Una mattina, mentre dormivo avvolto in una coperta di lana che aveva la stessa morbidezza della carta vetrata, Mosad mi svegliò e mi parlò con franchezza: “Fratello, sai quanto ti vogliamo bene; perciò abbiamo deciso che hai tempo ancora una settimana per trovare lavoro, altrimenti dovrai sloggiare da qui.”
Cercai di mantenere la calma per un paio di minuti, poi cominciai a urlare il mio dolore. Un lavoro entro una settimana? C'erano italiani che per colpa della crisi non trovavano impiego da anni e io avrei dovuto inventarmi un'attività in soli sette giorni!
Non sapevo che cosa fare: stavo progettando di consegnarmi alla polizia inventandomi qualsiasi tipo di colpe infamanti, pur di avere un letto dove dormire e qualcosa da mettere sotto i denti.
Mosad mi si avvicinò e mi sussurrò all'orecchio: “Non temere; io so come aiutarti”.
Il mio volto s'illuminò e vidi finalmente una luce in fondo al tunnel.
Mi prestò il suo abito più decente e mi condusse in uno scantinato lurido e infestato da scarafaggi, nella periferia più estrema e malfamata di Milano.
Ricordo ancora il dialogo inverosimile che tenni con un quarantenne egiziano, con una benda all'occhio, la cicatrice sulla guancia e un tutore blu al ginocchio: la versione nordafricana di Long John Silver.
“Nome?”
“Kiroles”
“Da che città provieni?”
“Assiut.”
“Che cosa sai fare?”
“Mi sono laureato a Il Cairo.”
“Bene. Quale facoltà?”
“Letteratura”
“Dunque non sai fare niente!”
“Se per niente intendi una capacità di analisi dei testi letterari senza pari e un'estrema bravura nell'orazione, allora sì!”, risposi un po' scocciato.
“Caro mio! Noi dell'agenzia abbiamo trovato ai nostri architetti egiziani un bellissimo lavoro come mescitori di cemento. Anche i laureati in Medicina ci hanno ringraziato per averli fatti assumere da una clinica privata in qualità di svuotatori di padelle. Tuttavia temo che un laureato in Letteratura abbia come unica possibilità il vagabondaggio e la fame perpetua.”
Mi si spense subito il sorriso e stavo per andarmene senza salutare, quando l'uomo mi disse: “Sicuro di non saper fare nient'altro?”
Abbacchiato, risposi: “Sono un virtuoso del violino, ma so benissimo che se la mia laurea in Letteratura è inutilizzabile, figuriamoci i miei studi al Conservatorio...”
Yahya, così si chiamava, prese un violino scordatissimo da un armadio e me lo porse. Io lo sistemai alla bell'e meglio e cominciai a suonare, dimentico dei dolori e delle preoccupazioni, teso a ricercare da quello strumento malandato tutta la purezza del suono.
Quando finii, Mosad e Yahya avevano entrambi le lacrime agli occhi.
“Bene, Kiroles. Sono contento di comunicarti che hai ufficialmente un lavoro: musicista di metropolitana.”
Fu così che venni a conoscenza della pratica di alcuni extracomunitari di suonare nelle viscere di Milano per racimolare qualche euro.
“Mi sembra la soluzione ideale per te. Inoltre ti posso dare questo splendido violino in comodato, purché tu mi dia il cinquanta per cento dei tuoi incassi.”, aggiunse “Long John” soddisfatto.
Sapevo di non poter fare altro se non accettare: l'alternativa era, come mi aveva già prospettato Yahya, il destino infame da clochard.
“Ultimo avvertimento, Kiroles. Sei troppo bravo. Se vuoi davvero guadagnarci qualcosa, devi sbagliare un po': a nessuno piace dare soldi a qualcuno con un vero talento. Preferiscono mostrare compassione a gente incapace e senza speranza. Li fa sentire più buoni.”
Da quel giorno la mia vita cambiò radicalmente. Ogni mattina acquistavo il biglietto e passavo l'intera giornata a strimpellare il mio strumento, per poi raggirarmi con aria da cane bastonato tra gli scompartimenti, porgendo supplichevole il mio bicchiere di Mc Donald's.
All'inizio non credevo davvero che ciò mi avrebbe permesso di mantenermi, ma ben presto mi accorsi che gli affari andavano piuttosto bene e potevo concedermi spesso un happy hour in centro e il cinema 3D il sabato sera.
Se non fosse stato per lei, difficilmente avrei deciso di rimettermi così presto in gioco.
La vidi una mattina, seduta sulla linea Verde, direzione Sant'Ambrogio. Era bella con il suo cappotto viola, le scarpe gialle e il cappello arancione. Probabilmente il buongusto nel vestirsi non era il suo forte, ma gli occhi cerulei e i lunghi capelli ramati erano sicuramente il suo punto di forza. Me ne innamorai subito e suonai per lei sul suo scompartimento preferito ogni mattina alle otto e quaranta e ogni sera alle diciotto e venti. Eppure quella crudele e bellissima dea non mi degnava di uno sguardo, ma passava il tempo assorta a leggere libri. Io che avevo sempre vissuto per la letteratura, sognavo di tramutarmi in pagina bianca per essere toccato da lei, ogni volta che finiva un capitolo.
Alla fine decisi che per esserne degno, dovevo trovare un vero lavoro e chiederle solo allora di uscire con me. Dovetti presentarmi a un'infinità di colloqui; venni deriso spesso dai selezionatori, quando descrissi le mie competenze in un italiano ancora stentato, e tornai più volte a casa distrutto, desideroso solo di farla finita, ma alla fine ebbi la mia occasione.
E ora che mi è stato proposto di lavorare come inserviente di una nota catena di fast food, mi sento un uomo migliore. Questa è l'ultima sera in cui suonerò in metropolitana per vivere. Questo concerto, Melissa, è tutto per te. So che ti chiami così perché ho ascoltato ogni tua conversazione con le amiche, so che cosa studi e quali sono i tuoi sogni: adesso voglio fare parte anch'io del tuo mondo.
Basta incertezze e menzogne...
Ho lucidato il violino, l'ho rimesso a nuovo e suono con passione e talento. Pizzico sapiente le corde per generare un vortice di note dolcissime ed esprimo con la musica tutti i miei sentimenti d'amore. Le porte si aprono e si chiudono, ma nessuno scende. Ho stregato questa folla variegata solitamente così poco propensa a fermarsi per contemplare la bellezza, ma soprattutto ho incantato te, che hai chiuso il libro per guardare le mie mani veloci sul violino, i miei occhi bramosi.
Alla fine un applauso scrosciante, tante monete nel mio bicchiere, ma soprattutto una banconota da cinque euro che tu hai deposto ai miei piedi. Sopra incisi a lettere cubitali il tuo nome e il tuo numero di telefono.
Così esco dal tornello con il mio piccolo tesoro pecuniario e il cuore colmo di emozione. E mentre una sferzata di vento mi colpisce il volto imporporato, già pregusto il momento in cui ti chiamerò, chiedendoti un appuntamento. E già so che, dopo l'imbarazzo iniziale, insieme rideremo e gioiremo del mio ultimo concerto d'inverno.

Tutti i racconti

1
1
19

Non so perché lo faccio

03 October 2025

Non lo so perché lo faccio. Mi sveglio presto, alle 5. Ma perchè? - Ah, sì. Devo andare al lavoro. Ma perchè? - Per guadagnare i soldi. Ma perchè? - Per avere dei soldi. Ma perchè quello è importante? - Per comprare, che necessito. Ma perchè devo necessitare qualcosa? - Per poter mangiare, vestirmi, [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

4
9
18

La fotografia 2/2

03 October 2025

La lama tra le vostre mani. Con uno strappo disperato riesci a spingerla verso l’alto: il colpo non cade. L’assassino vacilla, ti guarda con disprezzo. “Hai rovinato tutto. Senza il gesto non c’è storia. Nessuno ha mai potuto fermare Napoleone nella Storia prima che compisse il suo destino, né [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Maria Merlo: Originale, potente e intriso di una fantasia fuori dal comune. Per poter interferire [...]

  • thecarnival: grazie ma mi sento un po imbarazzo per queste lodi;) consiglio un volume di [...]

4
3
18

Il mostro (2/2)

Seconda parte

02 October 2025

Era ormai mattina e la nebbia leggera sulle colline pisane rivolte verso Firenze scendendo a valle rendeva la visibilità molto incerta, così Giorgio, anche se terribilmente ansioso di mettere fine alla sua angoscia, era costretto a procedere a bassa velocità e con cautela. Alla fine raggiunse il [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • Maria Merlo: Bel racconto e grande, originalissimo finale. Bravo!

  • Rubrus: Credo che quella del mostro di Firenze sia una di quelle storie, o cold case, [...]

2
7
22

La fotografia 1/2

02 October 2025

Il formato della fotografia è rettangolare, sviluppato in verticale. Lo sguardo, catturato dalla cornice, entra senza esitazioni nell’interno di un appartamento cittadino. Le superfici sembrano innocue: porte verniciate di bianco, pavimenti rivestiti da piastrelle decorate con discreta eleganza. [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

8
8
38

La Selva Oscura: l'armata silenziosa (2/2)

01 October 2025

Trascorsero altri due cicli. Secondo il sistema di misurazione del tempo in uso sulla Terra, correva l’anno 2038. Felipe II diede l’ordine tanto atteso: «Cancelleremo una delle loro città, New York la chiamano, con una cannonata fotonica. Poi daremo le nostre condizioni». I terrestri scrissero [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Lawrence Dryvalley: il nemico del mio nemico è mio amico, quindi questo futuristico Francis [...]

  • Luigia: Ormai pollicio prima di leggere. Bello tanto.

2
1
22

Il mostro (1/2)

Prima parte

01 October 2025

Giorgio era finalmente arrivato a destinazione: carcere di Volterra, ala di massima sicurezza. Avevano chiuso il presunto mostro in una cella a prova di ogni tentativo di evasione, considerando che se era davvero lui il responsabile dei cinque omicidi commessi, la polizia si trovava davanti a [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

5
9
37

Piove

Dax
30 September 2025

Piove leggero Piove sul mondo intero Sulle lacrime Sul sudore Sulle iniquità Sulle vittorie e le sconfitte Piove Su ciò che resta di noi I sogni, le speranze Piove, bagnando i visi I capelli, gli occhi I sorrisi Piove a catinelle Sommergendo la violenza Irrorando le cose belle Piove perché ci [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

7
7
26

La Selva Oscura: l'armata silenziosa (1/2)

30 September 2025

Un osservatore esterno avrebbe scambiato Hell H1 per un buco nero. In realtà si trattava di un gravidisguise, una struttura gravitazionale artificiale progettata per imitare una singolarità. Il campo gravitazionale divergeva sulla superficie di una sfera, ma all’interno era approssimativamente [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

4
3
33

Ciak! Si scrive! "Neverland - Un sogno per la vita"

29 September 2025

Segnaliamo la pubblicazione sulle pagine del blog di un nuovo articolo. Chiunque può accedervi cliccando il link BLOG in home-page. Invitiamo alla lettura e al commento in calce allo stesso. Buona visione! Lorenzo Aaron

Tempo di lettura: 30 secondi

2
2
21

Lee

Tentativo di poesia stile Rara avis, utente come noi, che mi ricorda le iniziali dei personaggi di Stan Lee

29 September 2025

Lungo le larghissime lande limone, liturgiche lagne librate lentamente da una lingua lussuriosa. Limo lastre di lavagna. Laccando lunghe listelle là, ove latitanti lombrichi hanno lasciato linee lievi. Locandomi con lascività una lente di lavorazione latina. La lettura di lettere su lanterne [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

5
9
40

Martha

la vita non è solo rosa

29 September 2025

Martha viveva con la sua famiglia in una regione isolata dell’Ohio. Una terra arida e battuta dal vento, ma nonostante i grandi disagi, il padre si ostinava a volerla coltivare. Erano arrivati in quella terra dopo un viaggio di molti mesi, partiti dall’Irlanda, decisi a stabilirsi in America per [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • Ondine: Volevo concludere dicendo che mi resterà dentro questa storia, ma temo [...]

  • Paper♂️perAbitudine: Ogni tanto dovrei scrivere anche io una storia pratica e quotidiana come questa. [...]

18
20
101

Una macchina a pois

We love a coloured world

28 September 2025

"Pochi sono quelli che osano avere una macchina gialla. Ancor di meno i temerari che acquistano un'auto di colore verde pisello. Ma una carrozzeria a pois può sembrare a tanti un concetto tanto folle da poter essere preso in considerazione solamente se distesi sul lettino di uno strizzacervelli, [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

Torna su