Se non fosse stato per l'unico raggio di sole che attraversava la persiana avrei detto fosse già dicembre inoltrato.

Un leggiadro brivido partì dalle cosce verso i piedi, sembrò scaricarsi a terra come una scossa.

Era l'inizio di novembre.

In quel periodo non si è solito svegliarsi, guardare fuori ed esclamare:"Cazzo! La neve!". Io lo feci.

Mi sembrò talmente strano che mi strofinai gli occhi e scrutai una seconda volta.

Non so perché, ma non mi piacque, forse non ero pronto al freddo gelido o forse troppo gelo mi trafiggeva da tempo.

Uscii comunque, solito caffé, solite chiacchiere.

Per un attimo mi sentii perso, mi ritrovai subito.

Adesso avevo ancora più freddo.

Impaurito e tremolante volsi verso casa, nessuna cognizione dello spazio, accelerai il passo.

Il divano era li, non si era mosso, anche la tv era accesa, mi sedetti, tolsi il maglione di lana, aprii la camicia, poggiai la mano sul petto.

Non era febbre.

Presi il cuore, lo poggiai al mio fianco, tremava anche lui.

- Cosa ti succede? Hai freddo anche tu?

- Non è febbre neppure la mia, forse non ricordi quanto mi hai lasciato fuori ad aspettare, sotto ogni  

   intemperia"

- Sono stato solo un uomo. Ho difeso me stesso. Ho accudito e appagato il mio corpo.

- Spesso hai dimenticato di curare me"

- Forse. Ma ti ho difeso dagli altri e da me stesso il più delle volte. Dovresti ringraziarmi!

- (sorriso beffardo) Ringraziarti? E perchè mai? Ho rischiato di morire più volte grazie alla tua gestione"

- Sei ingiusto!

- Sarò anche ingiusto, ma la neve mi ha coperto, il freddo mi ha gelato, il tuo vivere stancato. Cambia

 canale, copri il tuo corpo, io esco, non ho più freddo"

 

Si licenzio' il cuore...

 

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