Raccontami una volta più piano.

Eravamo nati nello stesso posto o giù di lì, le case scorrevano in sequenza, c'era qualche attività che si distingueva dalle altre e potevi prenderle come veri e propri punti di riferimento quando dovevi indicare qualcosa a qualcuno che si era perso. I nomi delle strade portavano quelli dei poeti, o degli artisti nel quartiere dove vivevo. Montale il mio, Dante il suo. La città era piatta e sembrava voluminosa, era districata in modo da permettere tutte le autonomie casalinghe o quasi, c'era un enorme circolo di signore che svolgevano il loro fare in modo del tutto autonomo e potevi sentirle parlare il dialetto, con l'accento stretto che a me ricordava qualcosa come le paludi, e col grembiule sporco di cucina mentre trattavano coi venditori. Dai tetti delle case si vedevano i monti, potevi guardare il Vesuvio che si estendeva lì, in alto, con le abitazioni e le nuvole che lo attanagliavano come pinze. Da quelle stesse alture le nostre abitazioni si scorgevano di parapendio, una di fronte all'altra o quasi, e in mezzo una strada, ma questo non lo sapevamo e non lo avremmo saputo prima di incontrarci. Bisognava scorgersi per trovarsi pensai dopo io. Le estati erano sempre miti, gli inverni umidi e poco rigidi, tranne che per certi giorni. Pioveva poco durante l'anno e quando questo accadeva noi due lo notavamo. Nei fine settimana i ragazzi e le ragazze si spostavano nei luoghi di culto del bere, nelle città vicine. Alcune delle persone con cui mi ritrovavo gomito a gomito al bancone erano davvero sgradevoli, così come la musica che si ascoltava una volta dentro e il loro modo di vestire, di parlare, di portare i capelli. Le birre che bevevo erano quasi sempre poche, e comunque ciò non basta per specificare il senso di anticonformismo radicato nel bere che possiedo, amplificato dalla condizione di solitudine, e dal dolore verso ciò che provo guardandomi attorno. Le serate si svolgevano tutte allo stesso modo, incontravi qualche amico, prendevi da bere fino a quando non finivi i soldi, e poi il cielo cominciava a richiamare a se i colori più chiari, forse più belli e allora capivi che era meglio tornare a casa. I postumi di quelle sere diventano un continuo conflitto il giorno dopo, ma dovevi imparare a capirli, e li capivi veramente a fondo quando facevi per indossare gli occhiali da sole rayban scuri col volto bianco, svampito dal sole nel mezzo della mattinata e ti recavi alla Sigma, un supermercato abbastanza in carriera, una vera e propria miniera per l'enorme quantità di clientela, e tra questi qualcuno ti riconosceva e tu riconoscevi qualcuno senza salutare, ma loro sapevano di chi eri il figlio o la figlia e ti guardavano con degli occhi che qualche volta ho provato a ricordare quando mi capitava di leggere la parola inquietudine. Chissà cosa pensassero veramente, chissà qual'era stato il loro parere. Quella mattina alla sigma faceva  caldo quando notai lei. Aveva dei bei occhi che pronunciavano qualcosa mentre parlava alla madre. Mi toccai i capelli tentando di metterli in ordine, poi sentii il vento spostare l'aria attorno a me di qualcuno di passaggio, incrociai il volto di un paio di adulti che cercai di evitare e mi recai verso il reparto dei vini. Da quella stessa angolatura  la vidi ancora, sembrava disordinata nella sua pelle bianca, nel suo trucco leggero, nei capelli legati. All'ora di punta le casse erano affollate di alimenti, io sembrai aver perso la misura del tempo trascorso e mi recai a pagare. Non trovai più lei ma le ragazze che lavoravano alle casse, con l'aria stanca e il volto teso dalla fatica. Una tipa con gli occhiali mi sorrise dicendo buongiorno, io sembrai dimenticarmi di risponderle, presi il vino e andai verso casa. Quel che restò di quel Venerdì mattina si consumò abbastanza in fretta e così, ripetutamente, il sole caldo pomeridiano lasciò posto alla luna quando fui sveglio. Era finalmente il weekend, anche se per me era cominciato il giorno prima come spesso accade. I miei amici mi vennero a prendere abbastanza presto, intorno alle dieci, a cena consumai quel che restò del vino del pranzo, un rosso che gradii sufficientemente e mangiai poco e in fretta, senza appetito. Al pub c'erano un sacco di ragazze carine che si dilettavano nella conversazione con dei tipi, ed io pensai alle parole che avrei usato se avessi voluto far loro tenere amanti se fossi stato al posto dei tizi. Le birre cominciarono a scorrere giù in fretta nel fegato, e il calore ci sorprese sudati e bagnati come di brina. La ragazza della sigma si avvicinò, era con una sua amica, le guardai subito gli occhi, la riconobbi, lei riconobbe me anche se non ero sicuro mi avesse visto al mattino. Parlammo della città, della Sigma, delle birre, di donne e dell'amore; poi ancora parlammo del cielo e della pioggia, del caldo, del vino, della solitudine, di musica e di un altra tale quantità di cose che ho scordato. Cominciammo a scriverci e a vederci di frequente al solito posto, spesso di giovedì ma anche di venerdì. Le nostre conversazioni prendono forma come i ricordi di una vita normale, come una lettera che si scrive a qualcuno sconosciuto e poi ritrovato. Nello stupore e nella meraviglia del bere il cielo perde forma e peso, sembra leggero e lo posso vedere  nei suoi occhi, che sembrano aver perso qualcosa. Nelle birre rubate e nei Baustelle, nella musica che da quella volta in avanti avremmo passato noi nei posti dove beviamo, nelle abitudini romantiche lasciate sospese, nel tempo che muove lento, nella grazia disfatta del pensare e del ritrovarsi, vicini più che mai senza saperlo. Puoi trovarci li, il giovedì o il venerdì. Ci trovi a bere senza grazia, come fanno i dannati e la città sembra avere oggi un punto di riferimento, uno nuovo che non appassisce, come la poesia. Io voglio correre disse lei, io voglio guardare il cielo di Napoli stanotte, nella fredda notte.

Tutti i racconti

12
7
50

Una macchina a pois

We love a coloured world

28 September 2025

"Pochi sono quelli che osano avere una macchina gialla. Ancor di meno i temerari che acquistano un'auto di colore verde pisello. Ma una carrozzeria a pois può sembrare a tanti un concetto tanto folle da poter essere preso in considerazione solamente se distesi sul lettino di uno strizzacervelli, [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Ondine: Che belle idee che ti frullano rimescoli tra il vivere e il pensare! Stupisci [...]

  • Lawrence Dryvalley: Caro Paolo, definirei con un neologismo il tuo bel testo: "thriller omeliaco"! [...]

0
0
7

BLEFAROPLASTICA - 2/2

28 September 2025

La blefaroplastica, tuttavia. Nel mezzo s’intravede un ché di luminoso, un faro probabilmente, un nume che rischiara la via e financo c’illumina sul significato occulto di tale parola. Il faro scopre il bluff e liquefa la plastica. E dopo, che rimane? Certo che stare nel mezzo è proprio bello, [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

1
10
109

La Ministeriale

27 September 2025

Dopo decine di concorsi pubblici con esito negativo, sulla posta elettronica certificata di Ilaria arrivò il risultato di un bando del Ministero di Giustizia. La missiva era una convocazione per l’assunzione a tempo indeterminato presso una cancelleria. Fu assegnata al Tribunale di Cassino. Seguirono [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Riccardo: Simone, se hai voluto mantenere un distacco dal racconto ci sei riuscito in [...]

  • Donatella: in questo racconto flash vedo tutta l anaffettività di Ilaria e il [...]

1
4
29

BLEFAROPLASTICA - 1/2

Esercizi di coabitazione tra nonsense e umorismo

27 September 2025

Blefaroplastica, è un qualcosa che mi ha sempre colpito, e infatti spesso ci ritorno. Ovviamente è strano: chi ti colpisce andrebbe semmai evitato, ma sappiate che non tutti i colpi fanno male, alcuni fanno bene, nel senso che fanno meno male, cioè che non dolgono come quelli scagliati un istante [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Maria Merlo: Dietro l'uso simpatico e sapiente delle parole, un tema profondo. Sono [...]

  • Davide Cibic: Grazie per l'attenzione, in effetti vale la pena arrischiarsi alla seconda [...]

6
9
45

Storia di Uccellino

26 September 2025

Era scolpito nella memoria il giorno in cui sua moglie portò a casa Uccellino. Era una mattina, lei lavorava in giardino ed era rientrata con in mano questo minuscolo volatile dalle piume colorate. Forse era un piccolo, dato che non sembrava saper ancora volare. O forse aveva qualche problema, [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

4
4
34

SOPRAVVISSUTO E CONTENTO 3/3

26 September 2025

Sul cellulare avevo trovato traccia delle varie chiamate tra cui quelle di Anna. Quando fui in grado di parlare in maniera comprensibile, decisi di chiamarla. — Pronto, Stefano sei tu? — Si, Anna sono io, mia sorella mi ha detto che hai chiamato. Volevo ringraziarti e rassicurarti sulle mie condizioni. [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

8
13
42

Ballarò

Esercizio di scrittura creativa - i non luoghi

25 September 2025

Atterrammo a Punta Raisi in perfetto orario. Ci trasferimmo in un albergo situato in pieno centro e, dopo aver pranzato, la guida ci diede appuntamento per le 17 davanti alla hall. La gola mi ricordò che lì, sull'isola, sfornavano dolci tra i più saporiti del pianeta e granite più famose del [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Lawrence Dryvalley: Letto con piacere, suscita diverse emozioni. Come bonus, grazie al Prof, ho [...]

  • Teo Bo: @Ondine, @Dax, @Riccardo, @Lawrence - Grazie x gli apprezzamenti sempre molto [...]

5
2
22

SOPRAVVISSUTO E CONTENTO 2/3

25 September 2025

Avevo creduto che Giusy fosse tra le due quella sveglia ma dovetti ricredermi e concludere che lo erano entrambe. Vista l’ora tarda, prendemmo un taxi, lei per tornare a casa, io per proseguire verso la mia pensione. Prima di salutarci presi nota dell’indirizzo del suo negozio e ci scambiammo i [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

4
10
28

Il Re cieco della strada! 2/2

Quando l’amore guida più della vista

24 September 2025

"Dove sei, ragazzo?” chiese Luis con voce colma di emozione, come un bambino in un negozio di giocattoli. "Son… qua, signore. Voleva vedere qualcosa?” Il ragazzo si morse subito la lingua: la gaffe lo fece arrossire fino alle orecchie. Avrebbe voluto sotterrarsi. Ma Luis non ci fece caso: erano [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

5
3
33

SOPRAVVISSUTO E CONTENTO 1/3

24 September 2025

La storia che voglio raccontare potrebbe iniziare con la scoperta dell’inganno che il mio socio Roberto stava tramando ai miei danni, ma credo sia meglio procedere con ordine, perché questa è la ragione meno importante che mi ha spinto alla decisione che avrei preso in seguito. Meglio raccontare [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

4
11
51

Il sig. P. e la Cencia dall’occhio blu

Storia tragicomicamente vera, ovviamente romanzata. Per chi non l'avesse capito, la Cencia dall'occhio blu sono io :-)

Miu
23 September 2025

Il sig. P. - ovvero Peppino de Tontolonis - aveva settantotto anni, ex impiegato del catasto, con una carriera passata tra mappe, visure, timbri e acari. Non aveva titoli ufficiali, ma si vantava di una laurea sulla conservazione dell’asinello sardo, ottenuta – a suo dire – durante una conferenza [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Davide Cibic: Scorrevole, gaio e puntinato d'intuizioni comiche. Vado a curiosare qualche [...]

  • Miu: Grazie Davide🤗

3
2
43

Il Re cieco della strada! 1/2

Dove il cuore corre libero

23 September 2025

"Clara, è per domani, lo hai promesso.” Clara era seduta in cucina a sferruzzare. Aveva finto di dimenticare la promessa fatta a suo marito Luis, che da quattro anni era completamente cieco. Luis stava sulla sedia a dondolo, con i due gatti di casa accoccolati su di lui: formavano una coppia di [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

Torna su