Generalmente il detto è “odio il lunedì”. Povero lunedì, arriva una volta a settimana e poi va via: perché odiarlo?

Il biribirip è tutta un’altra cosa.

Il biribirip entra nella tua vita quando sei ancora giovane, piena di vita e di entusiasmo, nonostante ciò egli riesce a rovinartela.

Personalmente lo odio da oltre trent’anni, da quando nella lontana adolescenza, egli prese parte attiva della mia vita e non la lasciò mai più.

Al biribirip non si resiste. Nessuno, neppure l’essere più resistente riesce a resistere a quel suono incessante, martellante e travolgente che ti penetra nel cervello, ti fa rimbalzare il cuore e ti rovina la giornata.

Cos’è, direte voi, il biribirip?

Non è il suono di un telefono, anche se a volte pure quello ha la capacità di indisporci nei momenti meno opportuni. Specialmente quando dall’altra parte ti tocca ascoltare il disco fornito di voce metallica che pubblicizza qualche prodotto che non conosci e neppure ti verrebbe mai in mente di acquistare; oppure quando, regolarmente quasi ogni settimana, ti propongono costosissimi biglietti teatrali in cambio di una dubbia beneficenza e si presentano ringraziandoti per l’acquisto dell’anno precedente. Mai comprati biglietti! Insistono talmente tanto da provocare nel tuo animo gentile la voglia di mandarli al diavolo e, talora accade.

Il biribirip non è neppure il campanello di casa che suona e: sorpresa! Ti trovi davanti l’ennesimo venditore del folletto che a tutti i costi vuole venderti l’ultimo modello appena sfornato. Chi di noi non possiede un folletto? Se l’elettrodomestico si dovesse malauguratamente rompere andreste personalmente a rifornirvi subito di tale accessorio indispensabile. Invece no. Loro insistono fino alla nausea e quando non sanno più cosa vendervi tirano fuori i famigerati sacchetti, pensando che almeno di quelli ne avrete bisogno. Noooo! Non mi serve nulla. E resistete anche a questo.

Il biribirip non è neppure il citofono, provvisto spesso di una soneria gracchiante e spaventosa. Il citofono ha il potere di suonare nel momento meno opportuno: quando siete al bagno, mentre fate la doccia, mentre guardate il vostro programma preferito. Spesso le persone che disturbano neppure le conoscete: “scusi sono l’amica della sua vicina, non riesco a trovarla, sa se è in casa?”

Evidentemente se non ti apre non è in casa.

“Potrebbe chiamarla e dire che sono al citofono?”

Perché dovrei andare a scampanellare alla vicina di casa per dirle che qualcuno la sta cercando? Se non ti apre è segno che non vuole o non può aprire! Ma noi resistiamo anche a quello.

Biribirip non è neppure la soneria del cellulare che, da quando lo risvegliate al mattino, non fa che trillare gagliardo e pimpante tra stupidi messaggini di amiche che non hanno un accidente da fare e telefonate di vostra suocera che controlla dove siete e cosa fate. A mio avviso il cellulare è un mezzo di comunicazione necessario se siete in alto mare e avete un’avaria al motore oppure se siete in cima a un monte e vi è venuto il colpo della strega. Solo allora dovrebbe essere usato, per chiamare soccorsi. Peccato però che nelle situazioni di emergenza o non c’è campo o avete la batteria scarica. L’importante è comunque sempre resistere.

Arriviamo al nostro biribirip iniziale. Abbiamo detto che entra nella nostra vita piuttosto presto, anche questo generalmente a seconda dei casi più o meno fortunati. C’è infatti chi non lo ha mai sentito in tutta la sua vita e secondo me è un punto a favore di chi vuol campare cent’anni.

Il suo suono fastidioso colpisce dapprima le orecchie, poi il cuore e per ultimo il cervello, per ultimo in quanto ci vuole un po’ prima che si risvegli. 

Stiamo infatti parlando della odiata e famigerata SVEGLIA!

Nel corso degli anni il biribirip ha cambiato diversi suoni: dal feroce trillo acuto che smetteva solo dopo che tutta la carica si era esaurita (e quello si che era da infarto), alla vecchia sveglia della nonna che avevi in regalo con i punti del Mulino Bianco, per intenderci quella con le due cipolle laterali e il martelletto che le colpiva con violenza inaudita per provocare il rumore. Quel maledetto martelletto era come se colpisse la nostra povera testa nel cuore della notte e ci stordiva per tutta la giornata. Con il passare del tempo anche le sveglie si sono modernizzate e nessuno ha resistito alla tentazione di acquistare l’ultimo modello. Non male il tipo al quarzo, ma durava poco. Radiosveglia, faceva molto chic averla, vuoi mettere? Farsi svegliare dal magico suono di una dolce melodia, quale miglior risveglio! Peccato però che alle 6 del mattino la vostra moderna sveglia sia sintonizzata sulla frequenza più rockettara che possa esserci sulla faccia della terra e vi trovate di colpo sedute sul letto in preda al panico più totale con la canzone più scatenata dei Led Zepellin! Il problema della radio sveglia era anche quel fastidioso display colorato che indicava l’ora e illuminava a giorno la camera da letto, colpendo come un raggio di sole artificiale la vostra retina attraverso le palpebre chiuse: sicura fonte di insonnia.

Ritornate alla tradizione e finalmente sul vostro comodino ponete una piccola sveglia, provvista di tasto luminescente che si attiverà solo ad un vostro preciso comando. Avete ascoltato la soneria ed è decisamente meno invasiva di tutte le sveglie che vi hanno tenuto compagnia nel corso della vita. Parte in sordina, quasi più come una ninna nanna e lentamente vi fa uscire dal coma profondo in cui siete cadute la sera precedente, se non avete la forza o la voglia di spegnerla lei insiste aumentando gradatamente il volume, ma sempre con infinita dolcezza: chi può resistere?

Nessuno.

Visto e considerato però che la gentile e carinissima sveglietta non smette di tormentarvi, seppur con una dolce melodia, perché non ha la carica che si esaurisce, infastidite vi tocca tirar fuori, nella più gelida mattina d’inverno, il caldo braccio completamente atrofizzato da sotto le coperte e, nel buio ancora totale, cercare di individuare il pulsantino per disattivarla. Già questa è una delle prime insormontabili fatiche che vi annunciano il preludio ad un nuovo ed estenuante giorno di fatica. Resistete.

Resistete ancora qualche minuto nel caldo e soporifero giaciglio notturno, fuori imperversa una bufera di gelido vento invernale che è presagio di una stagione lunga che sembra non terminare mai. Poi colta da un senso di disagevole rimorso, scostate le coltri, il gelo avvolge le vostre membra e il desiderio di tornare a dormire è determinato a non abbandonarvi. Resistete. Come riuscire a resistere al biribirip.

Tutti i racconti

2
4
29

📝 A Giada

26 June 2025

La luce del sole pomeridiano filtrava attraverso le foglie degli alberi, creando arabeschi dorati sul pavimento del piccolo caffè dove ci trovavamo. Di fronte a me, Giada sorrideva, i suoi capelli biondissimi incorniciavano un viso delicato e puro. Gli occhi chiari brillavano di una luce vivace, [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Lawrence Dryvalley: Letto, piaciuto. È proprio vero, amore e ragione sono come lo Yin e [...]

  • Rubrus: Be', sì. è un sentimento che non si può forzare, per [...]

0
1
12

Destabilizzazione (1/3)

26 June 2025

Mattia si stira. Pensa alla giornata che inizia. A volte l'ultimo sonno è angosciante. Giulia si è già alzata e sta trafficando in cucina. Non si preoccupa di far rumore. È l'ora di alzarsi. Mattia avrebbe voglia di un viaggio oltreoceano ma tra un'ora deve essere sul tram per il lavoro. Il lavoro [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

7
16
37

Tempi moderni

25 June 2025

C.K. svoltò frettolosamente l’angolo e si bloccò osservando contrariato i due marciapiedi del vicolo. «Ci risiamo di nuovo» mormorò rivolto a sé stesso. «Comincia a diventare un problema!» Girò sui tacchi e proseguì a passo veloce sulla strada principale in mezzo alla folla dell’orario di punta. [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

4
9
30

Le Sorelle: l’ira di Caterina 4/4

25 June 2025

L’indomani mattina Giulio si svegliò di soprassalto. Aprì gli occhi e le trovò tutte lì, in piedi intorno al suo letto. Nessuna parlava, ma lo osservavano con attenzione, come se lo stessero pesando con lo sguardo. La prima a rompere il silenzio fu Caterina. «Come ti chiami?» «Giulio». «Da dove [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

2
1
23

Laguna rossa

-sentivo il sangue

24 June 2025

Sentivo il sangue tra le branchie perforanti d’inchiostro rosso cadaverico SentIvo il sangue immerso in quella doccia rinchiusa accasciata a terra immobile I miei occhi risvegliandosi sfocati di una luca fioca non credevano a quello che stava accadendo. violenza chiama violenza violenza [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

5
5
16

Le Sorelle: l’ira di Caterina 3/4

24 June 2025

Capitolo 3: L'uomo dagli occhi gentili Il villaggio sembrava respirare con un ritmo più lento. L’aria era tersa, il cielo chiazzato di nuvole bianche, leggere come farina setacciata. Il suono regolare della sega nella bottega del falegname, il tintinnare dei secchi alla fontana e lo scricchiolio [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

4
5
33

Evoluzione della scrittura: dalla scrittura arcaica alla scrittura moderna

Racconto un pò di storia della scrittura per coloro che scrivono.

23 June 2025

La scrittura, intesa come sistema di segni utilizzato per rappresentare la lingua parlata, ha avuto un'evoluzione significativa nel corso dei millenni, partendo dalle forme più primitive fino ad arrivare ai sistemi alfabetici moderni. Questo processo è stato influenzato da vari fattori, tra cui [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Ondine: Grazie

  • Dax: Bello...ora sarebbe bello un'analisi della scrittura orientale(cinese, [...]

5
5
26

Le Sorelle: l’ira di Caterina 2/4

23 June 2025

Capitolo 1: Il villaggio Il mattino saliva piano dal fondo della valle, portando con sé l’odore di legna bruciata e di pane in cottura. Le case del villaggio erano basse, annerite dal fumo, con i tetti rabberciati e le imposte ancora chiuse. Ma non c’era silenzio. Non era un villaggio morto. [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

4
5
46

Le Sorelle: l’ira di Caterina 1/4

22 June 2025

Prologo Campo militare austro-ungarico – Tenda dello Stato Maggiore Il telo della tenda si gonfiava appena, sfiorato da un vento freddo. All'interno, tre ufficiali sedevano attorno a un tavolo ingombro di mappe. Il giovane soldato davanti a loro tremava. L'uniforme era lacera, la fasciatura all'avambraccio [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

3
4
29

Il Natale è una cosa per grandi

22 June 2025

Nel buio della sua stanza, il bambino, o meglio, quello che fino a poco tempo prima era un bambino, fissava il soffitto. Dal soggiorno arrivavano voci smorzate, risate adulte che sembravano voler convincere loro stesse della propria allegria. Aveva chiuso gli occhi da tempo, ma non dormiva. Sapeva [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Ondine: Dolce. L'ho fatto anch'io! Ma scherziamo? Troppo bello credere a Babbo [...]

  • zeroassoluto: Ovunque, in tutte le civiltà, c'è sempre uno o più [...]

5
6
32

Oltre la nebbia(2/2)

In un paese in cui non si vede oltre un palmo dal naso

21 June 2025

Sophia non si piegava. Aveva capito che l’ignoranza non era solo mancanza di conoscenza: era una difesa, una paura profonda del cambiamento. La nebbia proteggeva Villacava. Difendeva dal rischio di scoprire che esisteva qualcosa di più grande e più complesso oltre i suoi vicoli ciechi e i confini [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Lawrence Dryvalley: Esordio di tutto rispetto. mi è piaciuto. Condivido complimenti e appunti [...]

  • Dax: la metafora è bella, anche se non nuova. In effetti, l'ignoranza [...]

3
13
37

Girabuio 4/4

21 June 2025

Irving Crane non vide la fine del processo. Lo trovarono stecchito nel giardino, una mattina. Dopo lo scavo, alcuni girasoli erano ricresciuti e, a sentire qualcuno, Irving ne aveva strappato uno e aveva usato il gambo per impiccarsi… la maggior parte però diceva che non era possibile. Il gambo [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

Torna su