Domenica prossima sarà la più bella di tutti i festivi perché verrà una domestica, intorno alle 19. Gli era rimasto disponibile solo quell’orario. Non male eh?

L’ha chiamata il portiere, da quando mi ha minacciato di chiamare l’ Autorità Sanitaria Locale per il tanfo che proviene da sotto la mia porta impestando tutto l’androne, le scale, ascensore incluso. Il concierge me la fa pesare come fosse una beneficienza etica, in realtà è la cresta sulla quota condominiale. 

L’ho intravista la sguattera mentre lavava le vetrate al portone: E’ una dell’est sui venti anni, una miniatura di barbie che sono certo farà qualche lavoretto extra a quel maiale in doppio mento del portiere.

La Domenica è fatta per starsene a letto, leggere il giornale, farsi la barba col rasoio elettrico, per sentire l’odore di cucinato che sale e scende dall’androne, mimetizzando il fetore di guasto, marcio e scaduto che proviene dal mio corpo-appartamento.

Mi vergogno al pensiero di  aprirle la porta. Per l’occasione ho comprato una cinquantina di arbre magik e li ho sparsi un po’ ovunque nella casa, come gli addobbi di Natale:  Di sicuro quattro ne indosserò su di me, due da posizionare per ognuna delle ascelle e due da infilare nei i boxer appesi alle palle, non si sa mai.

Speriamo venga presto Domenica: fibrillo al solo pensiero di scorgerla furtivamente prona a ramazzare sotto i letti.

 Mettendo in mostra quelle due melette sode e tondeggianti da spaccare per  sniffarne il nettare in mezzo e rubarne il profumo fresco anche se già sento quelle zaffate di di aglio e cipolla, marchio aspro dolce inconfondibile di ogni est-one.

Ed è un attimo che un quadro sulla parete spoglia e sgarrupata mi dispone ancorandosi alla risacca della melancolia: il dipinto di cargo slavi in rada nel Bosforo, pare di annusare quell’acre profumo di hashish ed essenze ignote di narghilè.

Il calendario della farmacia Kashmir segna Domenica.

 Mi sono ingarellato in uno shopping  compulsivo in quei negozi  multicolore, multi luce, multi essenze che alla fine somigliano più a bagni turchi che a grandi magazzini per l’igiene personale e degli ambienti. 

 Ho arraffato bastoncini d’incenso dai  sapori più extraterrestri: uno stick alle pozze blu di Saturno, arbre magik alla manita muscaria che neanche  nel peggior coffee shop di Amsterdam avrei potuto raccattare, tante lavande, compresa quella gastrica.

 Sono scaduto dentro e fuori. Mi sento come una scatoletta per gatti lasciata al sole ed infestata di vermi.  Mi nutro per essere divorato.

Con la speranza di emanare una fragranza finalmente accettabile durante il pomeriggio mi rischio un cinemino d’essay parrocchiale dove avevo visto che in  programmazione davano “La folla” il capolavoro di King Vidor.

In fondo devo ingannare qualche ora prima che timbri la sguattera.

Pago il biglietto, compro una bustina di arachidi e mi immergo come un palombaro nella piccola sala umida ed angusta del cinema. 

Sono l’unico spettatore pagante e non: in effetti, sono le 16.30 di un giorno festivo e a vedere un capolavoro del “muto” non ci vanno più neanche gli ubriachi, gli innamorati infrattoni ed i pazzi, ma solo i resuscitati come me.

Si spengono  le luci in sala, rumore di macchina da presa e fascio di luce. 

"A 21 anni John era uno dei sette milioni di abitanti convinti di essere i pilastri di New York" recita una delle didascalie del film.

Così d’emblee un tanfo pazzesco mi assale da ogni angolo della sala, mi annuso, ma è possibile?

 Non posso esser io…dopo tutti questi risciacqui ed ammorbidenti che neanche un faraone egizio prima della tumulazione. 

Ma cristo…è rivoltante sta, puzza! E’uno schifo del creato!”

“Viene dallo schermo!” urlo nel vuoto, in direzione del bigliettatio/proiezionista.

Sbratto sulla poltrona davanti, mi turo il naso ma niente da fare, lo schifo maleodorante e cadaverico invade tutta  la sala…come il Blob

E proprio in quel momento il fascio del proiettore illumina “la folla”, quell’insieme  brulicante ed indistinto di persone. Anonime ed indaffarate come gli insetti. 

La folla: una covata di pus, una necrosi della  natura, una metastasi suppurativa dell’ordine delle cose che fete  più da viva che da morta.

Allora con i grumi di vomito che mi penzolano dalla bocca, sono sopraffatto e sorpreso da un riso rumoroso ed isterico. 

E quasi a strozzarmi, affogando tra i rimasugli di vomito e saliva prendo a urlare:

 Non sono io a  puzzare di simmenthal  scaduta! Siete voi…

 

Mi chiamo Jesus Salazaar e sono o forse ero, o meglio sarò di nuovo un anatomopatologo dell’Università di Medicina di Smirne.

 

 

Tutti i racconti

0
0
0

Una favola a lieto fine. Col Cavolo... 2/2

12 September 2025

Cinque anni dopo, un vascello, carico di merce e con una decina di ragazzini urlanti a bordo, fece il suo ingresso nel porto del paese, mentre un po’ distaccati, al largo, c’erano un centinaio di velieri da guerra, armati con 100 cannoni pronti a far fuoco: era il Re Gervasio IV, che ritornava [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

0
0
1

Il cinghiale delle cinque

12 September 2025

Non so che ora sia. Forse è già mattina, ma non lo so con certezza. Un momento fa dormivo profondamente, e adesso sono sveglia. Completamente sveglia. Con un peso sul petto. Ci metto qualche secondo a rendermene conto. È come se qualcosa mi premesse contro il materasso, impedendomi di respirare [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

0
0
0

Non solo Rolex

una beneficenza "originale"

12 September 2025

L'idea era semplice. Bastava essere in due. Una bella coppia ben vestita. Blazer e regimental per lui, outfit decisamente più modaiolo per lei, con qualche audace trasparenza. Il solito cliché del maschio benestante, che al villone al mare, alla macchina di prestigio, e al Rolex di ordinanza aggiunge [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

3
7
37

L’elemosinante

Vas
11 September 2025

Un uomo viene da te e vuole venderti dei calzini e quello che capisci è che ti sta chiedendo aiuto, in effetti potresti anche avere bisogno di un bel paio di calzini nuovi, ma non riesci lì nel momento a restare lucido. Ammettiamo pure che tu te ne accorga cioè che quei tuoi calzini assottigliati [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Miu: Bel testo.Mi ha colpito molto come hai raccontato la scena non dal punto di [...]

  • Ondine: Prezioso il tuo sforzo analitico. Piaciuto.

6
8
68

Una favola a lieto fine. Col Cavolo... 1/2

11 September 2025

C’era una volta, in un posto lontano, un regno sconosciuto ai più, abitato da un popolo che si faceva chiamare Brassicaceo. Era una popolazione tranquilla e variegata, con la pelle di diversi colori. Alcuni erano bianchi, ma c’erano anche i neri, i rossi… i più numerosi però erano i verdi, che [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Ondine: Ma che cavolo! Minestrone dell'assurdo in cottura, in attesa del finale. [...]

  • Miu: Fantastica. Che idea originale trasformare cavoli e broccoli in re e regine! [...]

5
9
54

Il lampo

10 September 2025

In questa stanza muoio di caldo, eppure sto bene. Seduto alla scrivania, rivolto verso la finestra. E’ sera, buio pesto, fuori si vedono soltanto le luci stradali. Dei cani abbaiano, delle macchine passano anche più veloci del dovuto. Davanti a me ho poche cose: un libro, una bottiglia d’acqua, [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Rubrus: Difficile, a proposito di sublime, nel senso stavolta di "wonder and terror" [...]

  • Leobiagi: Rubrus, l'ispirazione era proprio quella. nonostante non ami Pascoli come [...]

6
8
28

Radio Salsedine

Cosa resterà di questi anni ottanta

10 September 2025

“E siamo ancora qua, amici carissimi, con il vostro DJ Vacca on air in questa serata in diretta dalla spiaggia con la vostra fedelissima trasmissione Scoglio Open-mic! Dopo esserci immersi nell'atmosfera degli anni ottanta con la musica è il momento dell'opinionista, del nostro ospite. Buonasera [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • Cherie: Hai riportato fedelmente l'entusiasmo forzato di certi personaggi delle [...]

  • Miu: Sembra proprio una scenetta teatrale improvvisata, con il DJ che straparla [...]

8
14
51

Io poeto d'amore tutti i giorni

E tu?

Miu
09 September 2025

Dopo tanto tempo ho deciso di rimettermi a scrivere. Non per nostalgia o vocazione improvvisa, ma per un bisogno molto più semplice: sgranchirmi le dita e vedere se esiste ancora uno spazio in cui la poesia non è fatta solo di tramonti e carezze. Mi sono iscritta al sito letterario “volodipoesia.com” [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Miu: Dax, mi hanno detto che l'AI va istruita. Ma se devo perdere tempo a "educarla" [...]

  • Dax: Certo, l'I.A. è uno strumento,per ora, e comebtale va utilizzato. [...]

5
12
30

Dove finisce l'estate 4/4

09 September 2025

Omero tornava al suo rifugio nella colonia dei tempi del Fascio. Tutti i vetri dei piani superiori erano crollati e il tramonto ci passava attraverso come fuoco tra le griglie di una vecchia stufa. Il piano inferiore, però, mal protetto da una rete malconcia e seminascosto dalle sterpaglie, cresciute [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Lawrence Dryvalley: Lette le quattro parti di fila, la scelta di come impostare i "capitoli" [...]

  • Rubrus: LD: per incontrare i propri genitori è spesso necessario essere un po' [...]

6
7
38

I Girasoli

08 September 2025

Erano ormai parecchi anni che viveva sola, da vedova. Aveva le sue abitudini che regolavano le giornate e, in quel periodo dell’anno, quando il tramonto arriva presto, la sua routine serale era rilassarsi completando un puzzle, sorseggiando una tisana alla cannella. Quella era la sua consuetudine, [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

4
4
27

Dove finisce l'estate 3/4

08 September 2025

«Accadde nell’86 o nell’87. Un’idiota era andata a fare il bagno in un giorno che era brutto. Chissà che cosa si era messa in testa. Forse sognava che qualche bel bagnino la salvasse, come nelle barzellette. Invece, dopo un po’, lo scirocco la spinge al largo, lei cerca di guadagnare la riva, [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • Rubrus: Domani durerà un minuto solo. Ho cercato di concludere ogni episodio [...]

  • Ondine: ... Bello e scritto bene. Suscita curiosità il passato si mescola con [...]

7
6
32

Dove finisce l'estate 2/4

07 September 2025

L’aria colpevole ricomparve sulla faccia dell’uomo con la cicatrice. Si capiva che, poco prima, aveva scambiato Omero per un pervertito. «Omero e sua moglie si facevano una settimana di ferie ciascuno, alternandosi. Il bambino, Guglielmo, rimaneva tutto il tempo. Aveva sei anni ed era il loro [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Ondine: Scrivi bene e ci traini srmpre nelle tue storie, mai banali... resto curiosa. [...]

  • zeroassoluto: Mi piace questa scelta di dividere un racconto in quattro parti brevi.
    È [...]

Torna su