Da bambino non riscuotevo molta simpatia e, per contare gli amici dell’epoca, erano sufficienti le dita d’una mano. La petulanza dei coetanei mi esasperava e, invece di unirmi al gruppo, tiravo sera leggendo fumetti o molestando il cane del vicino.

Ben presto superai l’orizzonte domestico ed esplorai strade, vicoli e cortili. A quattordici anni scelsi come modelli due bulletti sedicenni e dovetti blandirli a lungo prima d’essere accettato.

Mauro era figlio di un camionista. Aveva lunghe gambe nervose e un ceffo altero da studentello svogliato. I nonni lo viziavano, ma neppure le abbondanti regalie riuscivano a garantirgli un benessere stabile. Beppe era tozzo, curvo e musone. Aveva agguantato la licenza media, dopo due fiaschi, e lavorava col padre, venditore ambulante di formaggi. Entrambi esibivano un’aria dannata e avrebbero fatto l’impossibile per intaccare la loro fama di bravi ragazzi.

La Pasqua del ‘93 mi riservò una magnifica sorpresa: il battesimo del fuoco e la piena accettazione da parte dei compagni.

A due passi da casa nostra vegetava una drogheria sporca da far paura e talmente scombinata da attirare l’attenzione delle canaglie locali. Il proprietario era un tanghero basso e tondo che, osservato con un minimo di senso critico, faceva pensare a una damigiana sormontata da un cocomero. Si chiamava Ilvo, ma la gente del quartiere lo aveva ribattezzato Mezza Micca. Le sue iridi grigie, sepolte nella sclera giallastra, accendevano l'unica scintilla vitale; eppure non era del tutto abbrutito e, lasciato a se stesso, non avrebbe disturbato nemmeno le mosche. Certo, conosceva il fior fiore delle bande locali e, se uno dei nostri osava cacciare il naso in bottega, era una delizia vederlo sputare fuoco.

All'ingresso aveva sistemato un tavolino zoppo su cui esponeva le offerte speciali: fondi di magazzino, acquisti avventati o merce scadente.

In occasione delle festività la vetrina era stata ripulita e ospitava un enorme cesto di amaretti, accompagnato da uova di cioccolata e altre ghiottonerie. Sopra il tavolo aveva trovato posto una tinozza contenente un miscuglio invitante: caffè, marmellate, saponette, crema da barba e brillantina.

Di fronte a Mauro, il droghiere era sempre un po' sulle spine perché suo padre, abilissimo a spiombare e ripiombare i container, gli procurava, sottobanco, liquori e scatolame. Beppe, dal canto suo, godeva di una reputazione accettabile e nessuno gli dava noia, mentre io dovevo fare i conti con una tenace diffidenza.

Ilvo era già stato preso di mira più volte, e quel giorno non smetteva di sorvegliarci da dietro la cassa. Fatica inutile, i miei compagni avevano elaborato un piano lineare ed efficace.

Immergere le zampe nel vaso delle caramelle è un gioco stupido e, in una bottega affollata, è difficile essere colti sul fatto, ma noi ci saremmo vergognati di una prodezza da asilo infantile.

Mauro, capo riconosciuto del gruppo, superò i clienti in coda e stampò i gomiti ossuti sul banco, mentre Beppe rovistava tra gli scaffali e io aspettavo sulla porta senza muovere un muscolo. Nel frattempo il droghiere si dimenava come un pazzo, scuotendo il testone e roteando gli occhietti da pollo.

A un cenno convenuto, tuffai le mani nel cesto e riempii le tasche di amaretti, pestandoli e sbriciolandoli. Calcolai che caffè e saponette non valevano il rischio e arraffai un barattolo di marmellata.

Beppe grugnì: «Dai, Leo, sbrigati!» Agguantò una scatola di cioccolatini e se la diede a gambe.

A Mauro non bastò né il tempo né il coraggio perché il tanghero si era messo a urlare come un invasato, obbligandoci a scappare.

Le nostre suole martellavano il selciato in perfetta sincronia mentre noi ridevamo come pazzi, tenendo ben stretto il bottino.

Imboccammo una traversa, rallentando appena, e poi via di nuovo fino a sentirci al sicuro, lontano dal nemico. Io avevo la gola riarsa e la milza dolente, ma stringevo i denti per non essere chiamato pivello e morto di sonno.

Incuranti degli sguardi perplessi, affrontammo l'ultimo tratto, e il caos del centro ci inghiottì. Mauro si accomodò la zazzera, irruppe in un bar e chiese una paletta per gelato, mentre noi strappavamo la scatola di cioccolatini.

Spalmammo la confettura sugli amaretti e io rivoltai le tasche, lasciando cadere briciole e sudiciume nel vaso, poi divorammo l’intruglio a cucchiaiate fino a nausearci.

Sotto i portici la folla premeva da ogni parte e molti si fermavano incuriositi. Fu un autentico trionfo, ma le campane della chiesa di San Lorenzo ci ricordarono che la libera uscita stava per scadere. Noi gettammo il barattolo in un cesto dell’immondizia e spartimmo i cioccolatini.

Ormai al riparo, tra le pareti domestiche, placai la sete con quattro mestoli d’acqua e dichiarai di non sentirmi bene. La mamma preparò una limonata calda, senza chiedere spiegazioni, ma nel suo sguardo aleggiava l'ombra del sospetto.

Per evitare guai, mi chiusi in bagno e vuotai la limonata nella tazza, poi abbassai il coperchio e mi ci sedetti sopra. Era stata una splendida impresa, ma il droghiere avrebbe fatto un baccano infernale, coinvolgendo le nostre famiglie. Quell’asino di Mauro ci aveva trascinati in un gran brutto guaio.

Sei giorni più tardi, papà mi affrontò a muso duro. «E così, avete fregato Mezza Micca».

Presi fiato e mi appiattii contro l’uscio di cucina. «Io non ho fatto niente».

«Ne sei sicuro, Leonardo? Il droghiere ha raccontato un’altra storia».

«E tu preferisci credere a lui?»

Mio padre corrugò le sopracciglia arruffate. «Se è una bugia esigo delle spiegazioni». Il tono beffardo gelava il sangue. «Ilvo deve ripetere le stesse accuse davanti a te».

«Magari si è sbagliato» azzardai, «la bottega è buia come una tomba».

L’ultima parola mi appassì sulle labbra, annientata dal ceffo arcigno. Senza perdere tempo prezioso, sgattaiolai in camera e chiusi la porta a doppia mandata.

«Dovrai pur cenare e andare in bagno».

Mi tappai le orecchie, mormorando scongiuri, poi emisi una lunga sbuffata. Il sentore di naftalina evocò ricordi infantili. La camera era sempre stata un baluardo contro gli schiaffoni e i calci nel didietro.

Mi seccava saltare la cena, ma avevo le tasche piene di ghiottonerie fregate al discount. Per i bisogni era sufficiente la vecchia turca sul ballatoio esterno. Sarei uscito dalla finestra, atterrando sulla balconata comune.

Sistemai le provviste sopra il comodino e mi distesi con le mani sotto la nuca. Ormai ero entrato nel branco, ma dovevo cercare una banda più seria, almeno per farmi le ossa.

Scrutai il soffitto per un buon quarto d’ora, poi mi addormentai con la luce accesa, sognando belle ragazze, auto sportive, truffe geniali, furti audaci e rapine alle stazioni di servizio.

Tutti i racconti

3
5
17

Debunker (1/4)

07 December 2025

Babbo Natale era intirizzito e di malumore. O meglio, lo era il Cogliati, in piedi, vestito da Babbo Natale, all’angolo tra Piazza Grande e Via Vittorio Emanuele II. Per fortuna, però, non si vedeva. La barba finta nascondeva tutto. Peccato prudesse come se dentro ci fosse una nidiata di pulci. [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Rubrus: MM: sotto le feste le storie si allargano come le pance. Queste sono 4 parti. [...]

  • BrunoTraven: Bello e divertentissimo Rubrus aspettiamo il seguito:))) notevole, like p.s. [...]

2
3
22

Il condominio 1/3

07 December 2025

Il rito dell’inquilino del piano di sopra era sempre lo stesso: lo sciacquone del bagno a scandire il tempo, le pantofole trascinate sul pavimento. Ogni sera, alle ventitré precise, quel suono monotono rassicurava Vittorio: il mondo là fuori era caotico, ma sopra di lui qualcuno seguiva ancora [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

2
4
36

C'era una volta Jorn, la sua casa, i suoi amici, la favola continua...

E adesso una casa museo per continuare a sognare

06 December 2025

Amici lettori, oggi vi porterò in un luogo speciale, un luogo posto in alto su una collina dalla quale si vede il mare, un luogo affascinante con una storia, anzi con più storie, un luogo da favola e come una vera favola questo racconto breve lo inizierò così. C'era una volta un artista nordico, [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • GiuliaCango: Bellissima ricostruzione della vita di questo artista danese che non conoscevo [...]

  • Rubrus: Oooh... e finalmente non si deve impazzire per cercare il link. Non conoscevo [...]

6
10
45

La vera ricchezza

Il ricordo e la saggezza di mia madre.

06 December 2025

Mia madre si chiamava Anna. Era una donna di grande saggezza e ha sempre avuto un approccio specifico nei confronti del denaro. Per lei non era altro che uno strumento, un mezzo per raggiungere il benessere e mai un traguardo. Da lei sempre presente ho appreso tante cose, anche il significato [...]

Tempo di lettura: 8 minuti

4
7
36

Il gilet giallo

05 December 2025

È passato tanto tempo e adesso ho la tua età di quando ci siamo visti l’ultima volta. Di quando ci siamo salutati in cima alla salita, quella che odiavi ma che affrontavi ogni volta come una sfida personale alla gravità — e forse anche alla vecchiaia. Me lo ricordo ancora: portavi un gilet giallo [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Dax: bello ma....si parla del padre ondel nonno del protagonista?Like

  • An Old Luca: Come scrive giustamente Paolo: impeccabile.
    Coinvolgente, scorrevole e [...]

5
9
62

Piccoli miracoli di Natale

05 December 2025

È la sera dell’antivigilia. Fuori fa un freddo assurdo, mentre nel terminal sembra di stare in una sauna. La ressa di chi parte per le vacanze o torna a casa dalla famiglia rende l’ambiente non solo estremamente rumoroso, ma anche soffocante. C’è tutto ciò che non desidero dopo una giornata di [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Walter Fest: Smoki, per "Lampo" intendesi, "guizzo, fulmine, saetta....insomma [...]

  • La Gigia: Ciao Smoki, complimenti per il racconto. Mi sono piaciuti i personaggi con [...]

3
10
38

Nulla Dies Sine Linea

04 December 2025

L’appuntamento era stato fissato per le due di quel pomeriggio. Naturalmente la mia ansia era cresciuta di ora in ora, proporzionalmente al bisogno di confrontarmi con lui. Arrivai al Café de Flore in larghissimo anticipo e, per provare ad ingannare l'attesa, mi accomodai ad uno dei tavolini [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

4
10
29

Volevo essere William Shatner 2/2

04 December 2025

A poco a poco, la leggerezza si spense. Gli amici cominciarono a evitarmi, stanchi di quel modo di fare che ormai appariva rigido e innaturale. Io non me ne accorgevo, o forse sì, ma non sapevo più come tornare indietro. Era come se quel ruolo mi fosse rimasto addosso, un’abitudine del corpo e [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • thecarnival: Grazie comunque mi fa piacere e moltissimo vi ispiri delle idee vuol dire che [...]

  • Lawrence Dryvalley: Lette le due parti e apprezzate. Anch'io ricordo le notti su Italia1 a [...]

4
6
39

In una parola, rassegnati.

03 December 2025

In una parola, rassegnati. Da quando sei cresciuta, il tuo carattere non cambierà, nessuno può realmente cambiare e se non ci credi, non prendertela con me ma con i numeri. La statistica ci insegna che nessuno cambia, sai? E gli strizzacervelli sono i primi a saperlo: lo sai che per ottenere una [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Maria Merlo: Stile deciso e buona gestione del tema scelto. Bravo.

  • ducapaso: Elena, Paolo, Spettatrice, Dax, Maria, grazie a tutti voi, ho apprezzato ognuno [...]

4
6
24

Volevo essere William Shatner 1/2

03 December 2025

Ricordo ancora quando accadde la prima volta, e come quel personaggio, o meglio, tutta quella mentalità, entrò nella mia vita. Era un pomeriggio come tanti altri e non avevo voglia di fare i compiti. Fuori il cielo era grigio; non avevo voglia di uscire e accesi la TV. Erano le 18, evidentemente, [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Rubrus: Qualche annetto fa anche io scrissi un racconto simile, ma più cupo. [...]

  • thecarnival: grazie del commento Rubrus;))) se trovi quel racconto sarei molto curioso;) [...]

7
10
43

Di stagista in stagista

Giu
02 December 2025

Giorno uno della mia presenza in azienda. Mi sistemarono in un angolo molto luminoso, proprio vicinissimo alla finestra per permettermi di avere la giusta luce quotidiana di cui avevo bisogno. Devo ammettere che mi piaceva molto la postazione che avevano scelto per me, avevo sentito dire che decisero [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

4
14
32

La Clorofilladinia

02 December 2025

“Vedrai” mi hanno detto gli amici, “prima o poi incontrerai una Clorofilladinia. A chi va ad abitare vicino al Secchia può capitare.” Ed eccola qui. Sale da me, entra in questa stanza passando dalla finestra. Non l’ho sentita sulle scale, e così oggi la conosco per la prima volta. L’ho vista attraversare [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

Torna su