Anno 56 d.p. York New
Splendeva il sole, un’aria diversa si poteva respirare, OHOS era stranamente deserta, di solito a quest’ora si potevano ammirare migliaia di numeri di serie diretti a lavoro o chissà verso quale aggiornamento.

Bill, che in realtà era 2460, dopo esser uscito dalla sua custodia era stranamente teso, aveva desiderato ardentemente questo giorno, ma ora non ne era più così tanto sicuro. Dall’anno zero della programmazione di massa i numeri di serie potevano usare il loro nome solo in presenza dei loro simili, infatti non era loro consentito autodefinirsi Bill o con qualsiasi altro nome in presenza dei nuovi umani. Aveva faticato molto durante l’addestramento pre-vita, Bill desiderava fortemente essere il primo del suo corso, il corso di addestramento consisteva nel servire al meglio da nutrimento per i nuovi umani, infatti quest’ultimi sono macchine perfette con il compito di gestire la nuova società post-programmazione di massa e che vivono grazie al prelevamento, attraverso procedimenti di trasferimento speciali, delle emozioni dai numeri di serie, ciò avviene fino al prosciugamento di quest’ultimi ed al loro conseguente ricambio.

La tensione di Bill aumentava man mano si avvicinava alla casa dei suoi nuovi proprietari, una volta arrivato davanti la splendida villetta suonò il campanello e si aprì subito dopo la porta. Era stato assegnato alla famiglia Wood, una delle nuove famiglie più importanti di York New. Tom, il marito, era uno dei dirigenti della linea metropolitana di York New, mentre Linda, la moglie, era una ricca casalinga che amava spendere il suo tempo oziando e spettegolando con le amiche, magari davanti ad un buon Martini.

Una volta entrato, Bill, fu accolto dal vecchio servitore della famiglia nel suo ultimo giorno di servizio prima della rottamazione, numero di serie 8026, che si accinse subito, saltando i convenevoli, a fornire le istruzioni di lavoro a Bill. Lo condusse subito nella sala del trasferimento, sala nel quale Bill avrebbe passato la totalità dei suoi giorni di attività e servizio dei Wood. Una volta spiegato il meccanismo di trasferimento, che consisteva nel semplice aggancio di un cavo nella fessura cranica di Bill e nel monitoraggio dei suoi nuovi padroni attraverso occhiali visivi speciali che avrebbero indicato a Bill il suo corretto funzionamento, 8026 si congedò da lui specificandogli l’assoluto divieto di interagire con la famiglia di nuovi umani, pena la rottamazione anticipata.

Una volta solo nella stanza del trasferimento Bill agganciò il cavo alla sua fessura cranica e indossò subito gli occhiali, una volta fatto ciò dai suoi occhiali vide subito la signora Wood, una bellissima donna mora con gli occhi azzurri e dal fisico statuario, alzarsi dal letto e dirigersi in cucina per gustare il suo caffè amaro mentre si accingeva a sfogliare una rivista di gossip indicante la data odierna.

Bill cominciò a sentirsi stanco già da inizio trasferimento, come prosciugato, molto più degli esami di servitù che era solito fare in accademia. La sua stanchezza aumentò quando dai suoi occhiali vide che anche il signor Wood, si era svegliato e si stava dirigendo verso il bagno per una doccia prima di un probabile meeting tridimensionale con i colleghi della direzione metropolitana. Era tutto strano per Bill, non gli avevano mai spiegato come fosse la vita vera di un numero di serie all’accademia, ritrovarsi li a servire come da programmazione si rivelò subito qualcosa di non normale per lui, ma non fece caso ai suoi pensieri e andò avanti nel suo lavoro.

La stanchezza era oramai insopportabile, quando nei suoi occhiali speciali vide i signori Wood darsi la buona notte con un bacio e spegnere la luce della lussuosa camera da letto, un buio totale si manifesto nella visuale dei suoi occhiali tridimensionali e subito dopo una scritta, in un rosso vivo che lo fece quasi cadere a terra dalla paura, recitava questa frase: “FINE DELLA GIORNATA--DOMANI INIZIO ORE 6:00 AM--NON SONO AMMESSI RITARDI— PENA LA ROTTAMAZIONE ANTICIPATA”, durò per circa 30 secondi, dopo il buio.

Bill si tolse gli occhiali e li ripose sul tavolo di trasferimento, stacco il cavo di alimentazione depositandolo delicatamente e uscì velocemente come un fantasma da villa Wood.

Il suo primo giorno di vita da numero di serie si era appena concluso, ma i suoi dubbi su tutto ciò non cessarono fino a quando tornò nella sua custodia, chiuse gli occhi esausti e si addormentò pensando che l’indomani, sicuramente, non avrebbe più ricordato questi stupidi dubbi.

Tutti i racconti

0
0
6

Debunker (2/4)

08 December 2025

Il bar era caldo, anche se gestito da cinesi – e quelli, si sa, risparmiano su tutto, a cominciare dal riscaldamento. C’era persino l’alberello di plastica accanto all’immancabile gatto dorato che faceva “ciao, ciao” con la zampa. Cogliati pensò ai Natali della sua infanzia. Per trovare qualcuno [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

0
0
5

Il condominio 2/3

08 December 2025

Poi tornò al lavoro, ossessivo, lo straccio che scivolava sul pavimento con lena rinnovata. Quando Vittorio era già sulle scale diretto al suo appartamento, sentì ancora le parole del portinaio, come un’eco lontana: «Le norme… ma quelle non scritte, mi raccomando, solo quelle… sono tutto, qui dentro.» [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

3
5
19

Debunker (1/4)

07 December 2025

Babbo Natale era intirizzito e di malumore. O meglio, lo era il Cogliati, in piedi, vestito da Babbo Natale, all’angolo tra Piazza Grande e Via Vittorio Emanuele II. Per fortuna, però, non si vedeva. La barba finta nascondeva tutto. Peccato prudesse come se dentro ci fosse una nidiata di pulci. [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Rubrus: MM: sotto le feste le storie si allargano come le pance. Queste sono 4 parti. [...]

  • BrunoTraven: Bello e divertentissimo Rubrus aspettiamo il seguito:))) notevole, like p.s. [...]

2
3
24

Il condominio 1/3

07 December 2025

Il rito dell’inquilino del piano di sopra era sempre lo stesso: lo sciacquone del bagno a scandire il tempo, le pantofole trascinate sul pavimento. Ogni sera, alle ventitré precise, quel suono monotono rassicurava Vittorio: il mondo là fuori era caotico, ma sopra di lui qualcuno seguiva ancora [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

2
4
36

C'era una volta Jorn, la sua casa, i suoi amici, la favola continua...

E adesso una casa museo per continuare a sognare

06 December 2025

Amici lettori, oggi vi porterò in un luogo speciale, un luogo posto in alto su una collina dalla quale si vede il mare, un luogo affascinante con una storia, anzi con più storie, un luogo da favola e come una vera favola questo racconto breve lo inizierò così. C'era una volta un artista nordico, [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • GiuliaCango: Bellissima ricostruzione della vita di questo artista danese che non conoscevo [...]

  • Rubrus: Oooh... e finalmente non si deve impazzire per cercare il link. Non conoscevo [...]

6
10
45

La vera ricchezza

Il ricordo e la saggezza di mia madre.

06 December 2025

Mia madre si chiamava Anna. Era una donna di grande saggezza e ha sempre avuto un approccio specifico nei confronti del denaro. Per lei non era altro che uno strumento, un mezzo per raggiungere il benessere e mai un traguardo. Da lei sempre presente ho appreso tante cose, anche il significato [...]

Tempo di lettura: 8 minuti

4
7
36

Il gilet giallo

05 December 2025

È passato tanto tempo e adesso ho la tua età di quando ci siamo visti l’ultima volta. Di quando ci siamo salutati in cima alla salita, quella che odiavi ma che affrontavi ogni volta come una sfida personale alla gravità — e forse anche alla vecchiaia. Me lo ricordo ancora: portavi un gilet giallo [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Dax: bello ma....si parla del padre ondel nonno del protagonista?Like

  • An Old Luca: Come scrive giustamente Paolo: impeccabile.
    Coinvolgente, scorrevole e [...]

5
9
62

Piccoli miracoli di Natale

05 December 2025

È la sera dell’antivigilia. Fuori fa un freddo assurdo, mentre nel terminal sembra di stare in una sauna. La ressa di chi parte per le vacanze o torna a casa dalla famiglia rende l’ambiente non solo estremamente rumoroso, ma anche soffocante. C’è tutto ciò che non desidero dopo una giornata di [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Walter Fest: Smoki, per "Lampo" intendesi, "guizzo, fulmine, saetta....insomma [...]

  • La Gigia: Ciao Smoki, complimenti per il racconto. Mi sono piaciuti i personaggi con [...]

3
10
39

Nulla Dies Sine Linea

04 December 2025

L’appuntamento era stato fissato per le due di quel pomeriggio. Naturalmente la mia ansia era cresciuta di ora in ora, proporzionalmente al bisogno di confrontarmi con lui. Arrivai al Café de Flore in larghissimo anticipo e, per provare ad ingannare l'attesa, mi accomodai ad uno dei tavolini [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

4
10
30

Volevo essere William Shatner 2/2

04 December 2025

A poco a poco, la leggerezza si spense. Gli amici cominciarono a evitarmi, stanchi di quel modo di fare che ormai appariva rigido e innaturale. Io non me ne accorgevo, o forse sì, ma non sapevo più come tornare indietro. Era come se quel ruolo mi fosse rimasto addosso, un’abitudine del corpo e [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • thecarnival: Grazie comunque mi fa piacere e moltissimo vi ispiri delle idee vuol dire che [...]

  • Lawrence Dryvalley: Lette le due parti e apprezzate. Anch'io ricordo le notti su Italia1 a [...]

4
6
39

In una parola, rassegnati.

03 December 2025

In una parola, rassegnati. Da quando sei cresciuta, il tuo carattere non cambierà, nessuno può realmente cambiare e se non ci credi, non prendertela con me ma con i numeri. La statistica ci insegna che nessuno cambia, sai? E gli strizzacervelli sono i primi a saperlo: lo sai che per ottenere una [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Maria Merlo: Stile deciso e buona gestione del tema scelto. Bravo.

  • ducapaso: Elena, Paolo, Spettatrice, Dax, Maria, grazie a tutti voi, ho apprezzato ognuno [...]

4
6
24

Volevo essere William Shatner 1/2

03 December 2025

Ricordo ancora quando accadde la prima volta, e come quel personaggio, o meglio, tutta quella mentalità, entrò nella mia vita. Era un pomeriggio come tanti altri e non avevo voglia di fare i compiti. Fuori il cielo era grigio; non avevo voglia di uscire e accesi la TV. Erano le 18, evidentemente, [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Rubrus: Qualche annetto fa anche io scrissi un racconto simile, ma più cupo. [...]

  • thecarnival: grazie del commento Rubrus;))) se trovi quel racconto sarei molto curioso;) [...]

Torna su