Ormai erano passati diversi giorni e le scene a qui assistevo ogni mattina, notte o pomeriggio erano sempre quelle. Botte, alcool ed eroina; come se, al mondo non ci fosse nient’altro. Giulia non mi parlava, era troppo persa nei suoi incubi per poter dialogare con una vecchia amica. E le altre? Neanche mi vedevano, ma era come se mi temessero e odiassero al tempo stesso. La pazzia nei loro occhi; aspettavano il momento in qui anche io mi sarei trovata a qualche metro da loro su un maledetto viale illuminato a giorno e frequentato solo da puttanieri con moglie e figli a carico, che stravedevano per loro. Me le immaginavo a parlare con le amiche, davanti a un caffè in una cucina appena rifatta elogiando il marito che nonostante l’astinenza dal sesso per causa loro, rientravano puntualmente a casa tutte le sere e che una volta ogni tanto si concedevano l’uscita con gli amici. Già, la colpa era di chi stava sulla strada, era di chi dava loro, quello che ormai le loro mogli avevano dimenticato o quasi dopo la nascita dei figli. Pensieri inopportuni, forti, inesorabili e forse discriminatori, non tutte le donne erano così; ma quanta verità c’era? Non potevo saperlo, ma quella sera, forse, sarebbe toccato a me. Il debutto, la prima esibizione sul palco della vita più schifosa che ci potesse essere. Camminavo avanti indietro tra quelle quattro muri e quei volti spenti, truccati solo di dolore e sofferenza, fondotinta per mascherare i lividi, ombretti sgargianti e rossetti dai colori improponibili. Si preparavano davanti a specchi opachi, sporchi, aspettavano solo la visita di uno dei tirapiedi di Piero con in mano una siringa e la dose che le avrebbe fatte andare avanti per tutta una notte. Li guardavo, ma loro nulla, nemmeno un accenno verso di me, io non c’ero. E poi? Le vedevo uscire come tante formiche, una dietro l’altra a un solo accenno da uno di quegli uomini; sparivano, una dopo l’altra da quella porta fatiscente e forse facile da buttare giù con la sola forza della disperazione. Quanto tempo era passato da quella notte? Non lo sapevo più. I giorni erano spariti come lampioni nella nebbia a Milano in una delle tante giornate invernali che avevo visto e rivisto quando ancora andavo da uno dei miei tanti clienti. Pensavo a Nico, alla mia famiglia che con tutta probabilità mi stava cercando disperata, riempendo Roma di volantini con la mia faccia e qualche frase scritta alla bene e meglio. Che senso aveva tutta quella storia e perché Piero non si era più fatto vedere, lasciando ad altri tutto il divertimento? Giorni su giorni; la stessa sinfonia macabra e io a ripetermi gli stessi pensieri e a guardare le stesse scene, ogni volta le stesse, identiche, ripetitive; stavo impazzendo, ormai era una certezza nella mia mente a ogni alba, quando puntualmente, vedevo rientrare in silenzio le mie compagne di sventura da quella porta che non avevo mai toccato, ma che avrei voluto distruggere solo con il pensiero. Una mattina provai ad avvicinarmi a Giulia, non la riconoscevo più, ma quegli occhi nocciola, di tanto i tanto mi mostravano quella scintilla che li rendevano vivi, unici, vitali

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Debunker (2/4)

08 December 2025

Il bar era caldo, anche se gestito da cinesi – e quelli, si sa, risparmiano su tutto, a cominciare dal riscaldamento. C’era persino l’alberello di plastica accanto all’immancabile gatto dorato che faceva “ciao, ciao” con la zampa. Cogliati pensò ai Natali della sua infanzia. Per trovare qualcuno [...]

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Il condominio 2/3

08 December 2025

Poi tornò al lavoro, ossessivo, lo straccio che scivolava sul pavimento con lena rinnovata. Quando Vittorio era già sulle scale diretto al suo appartamento, sentì ancora le parole del portinaio, come un’eco lontana: «Le norme… ma quelle non scritte, mi raccomando, solo quelle… sono tutto, qui dentro.» [...]

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Debunker (1/4)

07 December 2025

Babbo Natale era intirizzito e di malumore. O meglio, lo era il Cogliati, in piedi, vestito da Babbo Natale, all’angolo tra Piazza Grande e Via Vittorio Emanuele II. Per fortuna, però, non si vedeva. La barba finta nascondeva tutto. Peccato prudesse come se dentro ci fosse una nidiata di pulci. [...]

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  • Rubrus: MM: sotto le feste le storie si allargano come le pance. Queste sono 4 parti. [...]

  • BrunoTraven: Bello e divertentissimo Rubrus aspettiamo il seguito:))) notevole, like p.s. [...]

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Il condominio 1/3

07 December 2025

Il rito dell’inquilino del piano di sopra era sempre lo stesso: lo sciacquone del bagno a scandire il tempo, le pantofole trascinate sul pavimento. Ogni sera, alle ventitré precise, quel suono monotono rassicurava Vittorio: il mondo là fuori era caotico, ma sopra di lui qualcuno seguiva ancora [...]

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C'era una volta Jorn, la sua casa, i suoi amici, la favola continua...

E adesso una casa museo per continuare a sognare

06 December 2025

Amici lettori, oggi vi porterò in un luogo speciale, un luogo posto in alto su una collina dalla quale si vede il mare, un luogo affascinante con una storia, anzi con più storie, un luogo da favola e come una vera favola questo racconto breve lo inizierò così. C'era una volta un artista nordico, [...]

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  • GiuliaCango: Bellissima ricostruzione della vita di questo artista danese che non conoscevo [...]

  • Rubrus: Oooh... e finalmente non si deve impazzire per cercare il link. Non conoscevo [...]

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La vera ricchezza

Il ricordo e la saggezza di mia madre.

06 December 2025

Mia madre si chiamava Anna. Era una donna di grande saggezza e ha sempre avuto un approccio specifico nei confronti del denaro. Per lei non era altro che uno strumento, un mezzo per raggiungere il benessere e mai un traguardo. Da lei sempre presente ho appreso tante cose, anche il significato [...]

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Il gilet giallo

05 December 2025

È passato tanto tempo e adesso ho la tua età di quando ci siamo visti l’ultima volta. Di quando ci siamo salutati in cima alla salita, quella che odiavi ma che affrontavi ogni volta come una sfida personale alla gravità — e forse anche alla vecchiaia. Me lo ricordo ancora: portavi un gilet giallo [...]

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  • An Old Luca: Come scrive giustamente Paolo: impeccabile.
    Coinvolgente, scorrevole e [...]

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Piccoli miracoli di Natale

05 December 2025

È la sera dell’antivigilia. Fuori fa un freddo assurdo, mentre nel terminal sembra di stare in una sauna. La ressa di chi parte per le vacanze o torna a casa dalla famiglia rende l’ambiente non solo estremamente rumoroso, ma anche soffocante. C’è tutto ciò che non desidero dopo una giornata di [...]

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  • Walter Fest: Smoki, per "Lampo" intendesi, "guizzo, fulmine, saetta....insomma [...]

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Nulla Dies Sine Linea

04 December 2025

L’appuntamento era stato fissato per le due di quel pomeriggio. Naturalmente la mia ansia era cresciuta di ora in ora, proporzionalmente al bisogno di confrontarmi con lui. Arrivai al Café de Flore in larghissimo anticipo e, per provare ad ingannare l'attesa, mi accomodai ad uno dei tavolini [...]

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Volevo essere William Shatner 2/2

04 December 2025

A poco a poco, la leggerezza si spense. Gli amici cominciarono a evitarmi, stanchi di quel modo di fare che ormai appariva rigido e innaturale. Io non me ne accorgevo, o forse sì, ma non sapevo più come tornare indietro. Era come se quel ruolo mi fosse rimasto addosso, un’abitudine del corpo e [...]

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  • thecarnival: Grazie comunque mi fa piacere e moltissimo vi ispiri delle idee vuol dire che [...]

  • Lawrence Dryvalley: Lette le due parti e apprezzate. Anch'io ricordo le notti su Italia1 a [...]

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In una parola, rassegnati.

03 December 2025

In una parola, rassegnati. Da quando sei cresciuta, il tuo carattere non cambierà, nessuno può realmente cambiare e se non ci credi, non prendertela con me ma con i numeri. La statistica ci insegna che nessuno cambia, sai? E gli strizzacervelli sono i primi a saperlo: lo sai che per ottenere una [...]

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  • Maria Merlo: Stile deciso e buona gestione del tema scelto. Bravo.

  • ducapaso: Elena, Paolo, Spettatrice, Dax, Maria, grazie a tutti voi, ho apprezzato ognuno [...]

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Volevo essere William Shatner 1/2

03 December 2025

Ricordo ancora quando accadde la prima volta, e come quel personaggio, o meglio, tutta quella mentalità, entrò nella mia vita. Era un pomeriggio come tanti altri e non avevo voglia di fare i compiti. Fuori il cielo era grigio; non avevo voglia di uscire e accesi la TV. Erano le 18, evidentemente, [...]

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  • Rubrus: Qualche annetto fa anche io scrissi un racconto simile, ma più cupo. [...]

  • thecarnival: grazie del commento Rubrus;))) se trovi quel racconto sarei molto curioso;) [...]

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