avocado e il male

Dall’enciclopedia Treccani: 
Nel suo significato più ampio, il MALE è tutto ciò che crea un danno, turbando il benessere morale o fisico, ed è perciò evitato e oggetto di condanna (i mali che affliggono l’umanità…
[…]
Proverbi
a mali estremi estremi rimedi
non tutti i mali vengono per nuocere
Vedi anche Bene, Colpa, Disgrazia, Distruggere, Malattia, Peccato, Rovinare

 

È andata male e la Treccani che come prima voce del “vedi anche” recita: “Bene” non mi consola.
Entro dal fruttivendolo della piccola piazza vicina a casa mia con lo spirito del kamikaze. Il mondo crolla? Io compro cocomeri pesantissimi e li porto a casa mia da sola, incollandomeli per protesta contro l’intero universo.
Volete schiacciarmi? Ebbene non ve lo permetto. Lo faccio da sola.
Dopo quattro cocomeri opto per i più pratici avocado.
Li ho scoperti dopo un iniziale periodo di diffidenza. Dal primo assaggio condito, come consiglia una blogger, con olio, limone e pochissimo sale, ne sono seguiti moltissimi altri. Ora lo compro ovunque, dopo una selezione accurata, lo sbuccio e lo mangio anche camminando. 
Ne consegue che il numero di noccioli è aumentato in modo esponenziale.  Ne ho cinque nel porta oggetti in macchina e ci ho riempito un paio di vasi, sul balcone di casa.
Intendiamoci: non sono una sprovveduta. L’ho capito che quei noccioli trafitti da stecchini sospesi nei bicchieri d’acqua non germineranno facilmente. 
Sospeso nell’acqua, quando gli va bene, perché il liquido a volte evapora e lo lascia a secco, e l’immagine ispira davvero poca simpatia anzi pare proprio bruttarella.

Un anno fa l’ultima di una lunga serie di mie grandissime storie d’amore è svaporata. È durata tutto il tempo che sono riuscita a stare sospesa infilzata sui confini di Viterbo. Poi mi sono arresa: le radici non sarebbero mai spuntate e così mi sono tolta gli stuzzicadenti e sono rotolata nel grande vaso pieno di altri semi residuati dalle scorpacciate di frutta comprata dal fruttivendolo di cui sopra. 
Ho provato allora la stessa sensazione di quando la mia amica Sara, una tappetta con il culone particolarmente saggia mi sgridò: “gli avocado sono grassi. Non ci devi mettere l’olio, ma che blogger segui?”.
L’avevo intuito, non lo nego.
Si, avevo capito che il peso dei cocomeri, il grasso degli avocado e le strane pose di P.L. non mi avrebbero fatto bene.
Ma ho creduto di essere una ciclista talmente brava da riuscire a sterzare all’ultimo senza danni. Non avevo pensato che sarei rotolata a bordo strada, le ruote che girano inutilmente verso il cielo, il manubrio divelto, la catena scatenata. E intorno noccioli di avocado.

Il mio terapista mi apre la porta con padronanza e mi precede verso lo studio con passetto svelto. È invecchiato anche lui, in tutto quest’anno
Ha le spalle leggermente incurvate e ne studio le palpebre abbastanza gonfie. 
Ha ascoltato i piccoli tentativi di lezioni che l’universo ha provato a impartirmi in questi mesi di lutto, durante i quali per la prima volta nei miei 57 anni mi sono mossa completamente da sola.

Ho provato a festeggiare il  capodanno in un rifugio in Abruzzo, che per arrivarci ho desiderato la morte dato il rapporto pendenza\velocità dettato dalla maggioranza del gruppo non ancora trentenne,  che ha vissuto la cosa come un compito da sbrigare rapidamente  per passare ad altro. Ho empatizzato con tutti quelli che scappano dalle bombe. La compagnia aveva l’allegria dei profughi e il ritorno il sapore di una fuga precipitosa su quella che si era trasformata in una discesa ripida.

A febbraio ho iniziato a suonare in un gruppo di samba in un centro sociale.
Hanno avuto pazienza, nel senso che siccome pure su Facebook avevano scritto “laboratorio gratuito e  aperto a tutti” hanno soprasseduto tre o quattro lunedì. Poi mi hanno tolto lo chocalho di mano dato che mi divertivo moltissimo ma non al loro ritmo.
Mi trovate nelle foto del festival della zuppa e della sfilata a via del Corso per il Disability Pride.
Ho resistito stoica fino a settembre anche se non capivo come suonare gli strumenti – me li hanno fatti provare tutti: repinique, chocalho, surdo, tamborim, caixa –. I musicisti hanno resistito meno, loro lo sapevano come farli suonare. Li vedevo, stremati custodi  di questo segreto scambiarsi sguardi disperati.
Immaginate tutta una banda vestita di verde e giallo suonare all’unisono tranne me, appunto, l’unica mariachi a cui proprio non riusciva. Al mio terapista non è sembrato terribile. Ci ha suonato anche lui in un gruppo simile. Il mio terapista è anche un musicista. Ho proprio tutte le fortune. 
Per quel che riguarda il workshop sullo stand up vicino Torino, non avevo proprio capito  avrei dovuto salire in scena e fare ridere 100 comici. Mi sono rifiutata quindi dato che gli altri partecipanti mi mettevano tanta paura. Il mio terapista non capisce perché non ci abbia provato, eppure sono spiritosa, intrattengo le persone, sono un animale da palco.
“Intrattengo perché faccio una grande fatica a stare ferma” gli dico. “Fosse per me salterei ovunque toccando tutto mentre urlo. Dentro di me ho una banda di suonatori messicani con il cappellone”.
“Si chiamano Mariachi” interloquisce, attento.
“Le mariache… appunto”.
Scuote la testa mentre continuo: “Ognuna ha un’idea propria del da farsi. Dicono cose diverse, nessuna tollera i tempi vuoti e prova a riempirli”.
“Allora non sono mariachi” segue una pausa a effetto e da dietro i suoi occhiali e attraverso i miei arriva una frase esaustiva :“i mariachi suonano all’unisono in pieno accordo”.  Ecco, appunto.

Proseguendo,ad agosto il raccontino “Mollette” che nel workshop di stand up aveva disorientato gli astanti ha vinto il secondo premio  a Cattolica.  Una signora  lo ha letto in modo ecczionale  a voce alta a tutto il pubblico del concorso che lo ha pure applaudito. Inoltre  a casa arriva  la rivista con su stampato il  mio “Mollette” che passo di borsa in borsa, come le foto dei figli. Decido quindi di studiare e mi iscrivo a un corso a soli 78 minuti da casa mia dal titolo: “Inserire un titolo divertente”.  Seduta in modo scomodo, dopo un viaggio infinito, immersa nell'imbarazzo perché alla fine le partecipanti paganti eravamo tre,ho scoperto che corso monografico significa stare a sentire due ore una persona parlare dei libri che ha letto lei. Dei titoli divertenti nessun cenno.

“Ma viaggiare ti è piaciuto, mi pare"

Conclude il mio terapista.

È vero.
L’ora della terapia è finita.
Quando torno a casa, è passato un anno molto intenso.
Getto la borsa e metto il portatile in carica.
Osservo la tazzina dove avevo sospeso l’ennesimo nocciolo di avocado. 
Guardo su internet alla ricerca di istruzioni migliori su come farlo nascere e scopro che il termine avocado deriva dallo spagnolo "aguacate" e ancor prima dal sostantivo originale ahuacat – che significa testicolo, poiché, oltre ad assomigliargli nelle fattezze, nasce e cresce in coppia. 
Ah ecco.
Averlo saputo prima. 
Quanta fatica mi sarei risparmiata.

 

Tutti i racconti

4
2
16

La Selva Oscura : lo strano caso dell'Ovivorus montanae

14 August 2025

Per me si va ne la città dolente, per me si va ne l'etterno dolore, per me si va tra la perduta gente. Dante, Commedia, Canto III, 1-3 Lo strano animaletto del Montana di Angela Thatcher, Divulgative Paleontology, Settembre, 2034 Un piccolo mammifero, lungo appena 15 centimetri e del peso di [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

2
2
7

Lucia

14 August 2025

Eh sì, la storia di Lucia la conoscono tutti in paese, non ne parlano volentieri perché dicono che i morti vanno lasciati in pace, però se incontri la persona giusta e la lasci parlare, puoi stare sicuro che prima o poi il discorso cadrà sulla storia di Lucia. Cambia addirittura il tono della voce, [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Paolo Ferazzoli PRFF: I like
    pregevole opera di un autore in pieno stato di grazia.
    chapeau

  • Teo Bo: A quando il seguito? Non vorrai farmi stare sulle spine così...
    Espediente [...]

1
1
6

Lo strano caso della signorina C. (2 di 3)

14 August 2025

Concetto, però, non era niente affatto femmina, anzi lui non sapeva neanche che per lo Stato era un individuo diverso da come appariva. E non se ne avvide se non quando divenne adulto. Per dirla tutta, Concetto aveva sofferto non poco l’imposizione di quel nome piuttosto raro, vuoi perché appunto [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

2
2
15

Lo strano caso della signorina C. (1 di 3)

13 August 2025

Ildebrando Farnesi, a dispetto dell’altisonante nome e dell’illustre cognome, era in realtà un uomo semplice, per non dire sempliciotto. A dire il vero, la sua casata era stata potente in epoche remote; tuttavia, manteneva ancora una certa influenza nel paesino di Roccafelice e solo in virtù di [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

2
2
27

Caschi il mondo

13 August 2025

Era un bel pomeriggio di ottobre a Viareggio. Scesi dall'autobus e mi diressi verso la casa di Franco. Suonai il campanello. Come si aprì la porta me lo vidi davanti. Non riuscii a dire le parole che mi ero preparata. Per l'emozione buttai subito fuori il rospo. “Ciao” dissi entrando “Cosa ci fai [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Paolo Ferazzoli PRFF: I like.
    Se qualcuno cerca in questa storia originalità, di certo [...]

  • Vittorio: si hai ragione non ci sono tratti originali, d'altronde volevo raccontare [...]

1
2
15

Il capo 3/3

12 August 2025

Naturalmente gli unici che avevano qualche probabilità di farcela eravamo io e Lorenzo, perché eravamo gli unici maschi, anche considerando Lorenza che era una specie di maschietto sotto le sembianze di una femmina. “Ci scambieremo le parti una volta alla casa, non voglio che rischi solo tu”, affermò [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

0
1
13

I 5 cavalieri prescelti: da eroi a mostri

Storia di invenzione di David, 12 anni.

12 August 2025

In principio c'erano due bambini: Gesù e Florian. Crebbero e col tempo le loro strade si divisero, perché fra i due era nato e si era sviluppato l'odio a causa delle loro visioni discordanti sul mondo. Gesù era dedito all'amore e alla creazione, come suo fratello Florian che però non si curava [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

2
2
20

Il capo 2/3

11 August 2025

Fino ad allora avevamo giocato agli indiani con una specie di capanna gialla che avevamo sistemato sul suo balcone. Gli era stata regalata da suo padre per il compleanno, ma era così stretta all'interno che ci si poteva stare al massimo in due e in piedi. Naturalmente erano solo Enrico e Lorenza [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

1
4
19

Ricordi

11 August 2025

A volte riaffiorano all’improvviso, i ricordi dico, e strabordano come un bicchiere d’acqua troppo pieno. Non puoi fare a meno di bagnarci le labbra per poi berli fino in fondo, tutti in un sorso, perché sono troppo dolci, amari o salati per smettere. I tuoi di dove sono? Tutti i genitori sono [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Paolo Ferazzoli PRFF: Comitato Liberazione Sogni?
    Geniale!
    E, raccontami, te ne prego, i [...]

  • Libera: è una sindrome senza cura... il cui esito è... faustissimo! 🤣🤣

4
4
29

Arena 3/3

10 August 2025

«Ben tornato signor Marcus.» La giovane infermiera lo salutò con la consueta gentilezza mentre gli sfilava il visore integrale scoprendogli il volto. Ripose l’attrezzatura sul ripiano della base emittente e con del cotone umido gli massaggiò delicatamente le tempie dove l’apparato di realtà virtuale [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • An Old Luca: Grazie Paolo e Dario.
    Temo che la divisione in parti pregiudichi un poco [...]

  • Ondine: Molto dolce e coinvolgente.

1
4
28

Il capo 1/3

10 August 2025

Mi sono alzato di buon'ora stamattina. Di professione faccio il geometra e lavoro per il comune: sono stato incaricato di fare un rilievo di una casa di campagna, disabitata da anni, che si trova vicino al vecchio cimitero. Osservo la facciata dell'edificio cadente e mi pare che assomigli ad una [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

4
5
26

Arena 2/3

09 August 2025

Si udì un breve scampanellio. Marcus riconobbe il suono che aveva accoppiato, sul suo comunicatore, all’arrivo di una richiesta di un selfie celebrativo da parte di un ammiratore. Inviò con un veloce gesto la foto predisposta con la sua firma e, riprese: «Anche questo, vedi? Dove è finita l’interazione, [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

Torna su