A volte, anzi spesso, mi assale una nostalgia profonda, una nostalgia che si insinua nelle pieghe della mia esistenza quotidiana. È un richiamo irresistibile, un eco di ricordi lontani che riaffiora con una precisione inquietante. Il pensiero torna a quei pomeriggi assolati, in cui i prati si trasformavano in teatri di avventure indimenticabili: scorribande tra alberi secolari, corse sfrenate e risate che riecheggiavano nell’aria. Erano giorni di libertà, dove ogni attimo era un’esplosione di vita, senza la pesantezza delle responsabilità di oggi.
Mi ricordo le sgridate di mia madre, il suo modo di correggermi con dolcezza ma fermezza, e le botte di mio padre, che pur nel loro aspetto severo, rappresentavano un insegnamento fondamentale. Con il passare degli anni ho compreso quanto fosse importante quel mix di amore e disciplina; quella forma d'educazione che, sebbene possa sembrare dura, mi ha plasmato come persona, insegnandomi il rispetto per gli altri e per me stesso. Grazie a loro, ho appreso il valore della responsabilità, l'importanza della parola data e della lealtà.
E quanti ricordi affollano la mia mente! La scuola, con i suoi banchi e i suoi segreti, gli amici di un tempo che condividevano sogni e speranze. Le mattinate passate al cinema, dopo aver finalmente trovato un modo per evadere dalle lezioni, erano momenti di pura gioia. Ricordo l'emozione di entrare in sala, il profumo del popcorn e l’attesa che si faceva palpabile quando le luci si spegnevano. Quelle piccole fughe dal mondo reale, quei filoni, erano la nostra ribellione innocente, i nostri attimi di fuga verso un universo di storie e avventure.
Ma dietro a questa nostalgia si cela anche un lato più oscuro, un senso di rimpianto che a volte mi soffoca il respiro. Vorrei tornare indietro, rivivere quei momenti insieme ai miei genitori, assaporare ancora una volta le cene tutti insieme attorno al tavolo, il calore di una famiglia unita. Le domeniche, scandite da rituali familiari, dove l’affetto e l'amore rappresentavano attimi di serenità e di gioia. Oggi, queste tradizioni sembrano appartenere a un’epoca lontana, quasi irraggiungibile, mentre il mondo intorno a me sembra avvolto in un’atmosfera di disfacimento e disgregazione.
Oggi vedo solo uno schifo. Diseducazione e ignoranza si mescolano con prepotenza e inciviltà, creando un quadro desolante. I genitori vengono trattati come spazzatura, come se la loro saggezza e il loro sacrificio non avessero più valore. Le tradizioni, quei legami che hanno tessuto la ragnatela della nostra storia, sono gettate via come carta straccia. I sentimenti, i valori umani e cristiani, sembrano svanire in un nulla senza sostanza. Questo è ciò che mi circonda, e la cosa mi lascia un sapore amaro in bocca.
È difficile accettare tutto ciò. Perché, nonostante le mie esperienze, nonostante i valori che mi sono stati trasmessi, mi ritrovo spesso a guardare il mondo con uno sguardo disincantato. La gioventù odierna, così piena di potenzialità, sembra smarrita, naufragando in un oceano di superficialità e desideri effimeri. Dove sono finiti i sogni che un tempo animavano i nostri cuori? Dove sono quelle ideologie di rispetto, di amore e di solidarietà? Sono scomparsi, travolti dalla frenesia di una società che corre senza sosta, dimenticando di fermarsi a riflettere su ciò che conta realmente.
Ringrazio Dio di avermi fatto vivere fino ad oggi, ma non posso negare che questo presente mi pesa sul cuore. Ogni giorno assisto a un dilagare di comportamenti che mi lasciano allibito, e mi chiedo in quali fumi sia immersa la società in cui vivo. Sento di essere un sopravvissuto di un’epoca che si allontana sempre di più, e la constatazione di ciò mi riempie di tristezza e disorientamento.
Vorrei poter trasmettere a chi viene dopo di me un messaggio di speranza, una luce che possa illuminare il cammino verso un futuro migliore. Desidero ardentemente che i giovani possano riscoprire il valore della famiglia, della comunità, dei legami autentici. Che possano abbracciare la bellezza delle tradizioni, le storie tramandate dai genitori, e comprendere quanto questi elementi siano cruciali per costruire una vita piena e soddisfacente.
Ma in questo momento, nella tempesta di emozioni che mi travolge, mi sento impotente. Vorrei regalarmi e regalarci un viaggio nel tempo, per rivivere quei momenti di pura felicità, ma la realtà è che il tempo non torna, e noi dobbiamo affrontare il presente con coraggio. Forse, ciò che possiamo fare è ricordare chi siamo stati e cercare di portare avanti quei valori, anche se il mondo intorno a noi sembra andare in direzione opposta.
Quindi, mentre scrivo queste parole, lascio che la nostalgia fluisca, ma non permetterò che essa diventi un peso insopportabile. Sarà piuttosto un faro, una guida per cercare di fare la differenza oggi, per ricostruire un senso di comunità, di amore e di rispetto. E, forse, così facendo, riusciremo a dare ai nostri figli una visione del futuro che valga la pena di essere vissuta, un futuro in cui la nostalgia possa trasformarsi in gratitudine per ciò che siamo stati e per ciò che potremo diventare insieme.

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