Dalla promiscuità ai social, dal  corpo e dal rischio alla prudenza onanistica di chi ti scrive o ti chiama solo per fare del sesso virtuale. 

Mi accade sempre più spesso. Conosco donne in chat, qualche messaggio in privato, lo scambio dei numeri di telefono, mi chiamano e, dopo poco, tac, "ah, la tua voce, la tua voce è da sturbo, è elegante, eccitante, ma chi sei, cosa mi fai..." e iniziano a toccarsi, mentre parlo, mentre dico di me, mentre dico chi sono o penso di essere quel giorno, mentre non sono più un nickname o un personaggio.

Parlo e mi accorgo del loro silenzio, sento le vibrazioni del sesso, ci si può anche non credere ma io le sento, la loro voglia mi attraversa.

Pronto, ci sei? "Siih..."

"Continua a parlare, tu mi fai sentire...". Lo so. L'ho capito da un pezzo, è il mio super potere. La voce e la capacità di raccontare, un superpotere che scatena voglie. Se ti dico di quel posto che ho visto, ti ci porto, ne parlo e intanto lo rivivo e tu ci sei entrata e lo vedi come se fossimo là davvero. Se ti parlo di sesso e dico due parole spinte, ti ecciti.

Sì, ti aiuto... ti chiedo cosa stai facendo e rispondi "indovina..." con voce rotta, col respiro veloce. "Immagino che me lo faccia tu...".

Sì, ti aiuto, accendo la fantasia, come se fossi lì con te, come se fossi io a toccarti. So cos'è un abuso, mi lascio usare volontariamente, sono il tuo strumento di piacere, per questa volta, forse per altre due o tre.

Poi arriva, monta, lo sento in accumulo nel cervello, nella nausea che sale dallo stomaco: il disprezzo.

Loro si innamorano, giuro, si innamorano della mia voce o di quel che dico o scrivo, arrivano a godere stando al telefono, mi chiedono di trasferirmi nella loro città, mi chiedono delle altre; sono gelose,  possessive, bramose, tutte. Non so se si tratti di un disturbo della personalità collettivo, sociale, questa di-speranza virtuale, questa passione con sé stessi tramite l'altro, questo fantasticare su chi non si conosce, su qualcuno che già si sa, non si  conoscerà se non in un solo incontro per fare sesso "dal vivo".

"Sei troppo, impazzirei, tu andresti con LE altre, non lo sopporterei", "sei complicata, sei da scoprire, tu hai tanto, dentro, troppo". O fanno di tutto per farsi rifiutare poi con scenate di gelosia, sempre virtuale, colpevolizzazione e anche insulti. Per poi tornare supplicando. E io disprezzo quel bisogno, quella disperazione, disprezzo la viltà, disprezzo la gelosia psicotica che le muove, la schizofrenia dei loro sentimenti monchi.

Fino a un anno fa credevo di essere una disturbata mina vagante, un vampiro che facesse strage di vittime per sparire poi sempre al sicuro nella propria bara, ma ora so che per ogni vampiro ci sono mille vittime consenzienti e altre mille potenziali che attendono solo di diventarlo.

E a me cosa resta? Niente. Niente di niente se non questo disprezzo, per loro ma anche per me che mi presto e che ora mi spinge a scrivere. Ha sostituito la rabbia, è il mio nuovo carburante, un acido che brucia in fretta, sfregiando loro e sfregiando anche me.

Lo confesso, ho un po' partecipato a questa ultima costruzione fantastica da social tramite telefono, almeno fino a qualche ora fa, quando spingendo un po' di più nel gioco  abbiamo accennato alla vita... 

Al solito, non l'ho detto io, non vengono da me certe cose, hai iniziato tu.

Non è la prima volta che ricevo una proposta del genere (Ti trasferiresti qui? Ti piacerebbe una casa, noi due? Mi vuoi sposare?) e per un momento l'ho sentito...

il terrore, lo spavento lungo della realtà che potrebbe essere.

Quante volte si potrà dire in  una vita "lascio tutto, vado a vivere là, apro un chiosco di cocomeri, prendiamo una casa in campagna e tanti cani, un anno a Londra e uno a New York..." ben sapendo che non si farà nulla di nulla.

Stai tranquilla "amore", cosa vuoi che siano un sogno in più o uno in meno detti in chat, pronunciati al telefono mentre stai venendo al suono della mia voce, io non ci credo veramente; dopo il primo week-end insieme in un letto vero, nel silenzio dopo l'ultimo orgasmo prima di lasciarci, finirà tutto.

 

Appendice (lunga):

"profezia"
pro·fe·zì·a/sost. femminile...

 

Pronunciare un pensiero significa farlo avverare? È possibile determinare il futuro pronunciando una profezia? Siamo capaci di profezie?
"Chi di noi due terrà le fotografie, quando sarà finita?". Ecco, a voce alta, una cosa detta per avere una rassicurazione o per scaramanzia o per mettere le mani e il cuore avanti. Le fotografie non le ho io, senza dirmi nulla te le sei portate via, fingendo per anni che fossero nella tua o nella mia cantina. Io ricordo tutto ma non tengo fotografie e da allora odio farne se non ai paesaggi, al cane, alle amiche, odio lasciarmi fotografare e non chiedo mai una copia, se accade. Un'altra mia profezia "non vedrò questo giardino per sempre", piuttosto facile da far avverare quando si è giovani, e un'altra ancora, guardandomi in uno specchio "non sarai mai meglio di come sei ora", a ventiquattro anni, facile anche quella.
"Potrei vivere felice, qui, in questa casa, guardando questa via, a questo angolo di strada?". Meno facile, questa, detta a casa della mia migliore amica una sera di due anni prima che ci andassi poi a vivere davvero mentre fumavo una sigaretta sul suo balcone. Come avrei potuto sapere che avrei presto lasciato anche Rimini, che ci sarei tornata, trovando lavoro e casa da lei in soli due giorni? Tutto si era incastrato col minimo contributo di un paio di telefonate mie "ciao, torno a Rimini", "buongiorno, ho letto il vostro annuncio"...
E da allora l'unica profezia di cui sembro ancora capace è "meglio esser pronte, per quando tra noi finirà".
Dall'altra parte, il silenzio; le mie parole le ho lasciate cadere e hanno prodotto un cratere e un boato; una crepa e un suono secco quando è andata bene. "Te le cerchi", direbbe un'altra mia amica; "sabotaggio", direbbe lo psico. Il futuro esiste? Se esiste indipendentemente da noi pare davvero facile modificarlo, è sufficiente fare resistenza pronunciando un singolo "no" o una profezia, una specie di incantesimo realista. Sono la Morgana di me stessa, vedo il futuro nel pozzo, ma con una mano increspo la superficie per avere una Visione diversa. Perché non lasciar scorrere le parole sui sogni come un fiume sui ciottoli e vedere dove vanno e dove mi portano? Io sono un ciottolo sul fondo del fiume, piatto e levigato per il passaggio dell'acqua, pesante che solo una piena primaverile lo sposterebbe mai e la mia primavera è finita da un pezzo. Finirà anche questa storia ed è bene prepararsi prima, staccarsi un po' prima, non accoccolarsi l'una nelle braccia dell'altra, neppure per gioco, neppure per telefono.
Pronunciando i pensieri li facciamo avverare e io, andando sul sicuro, li scrivo; anche.

 

NdA: potrei averlo scritto tre anni fa o stanotte, conta il cosa, non il chi.

 

 

 

 

Tutti i racconti

0
0
3

Destabilizzazione (2/3)

27 June 2025

L'ispettrice fece accomodare i genitori di Giulia. "Vostra figlia sta bene” cominciò, "ha chiesto di voi. È molto scossa ma sta bene”. Raccontò loro la tragedia. Aggiunse che "il marito è in fermo di polizia in attesa del giudice”. Accennò alla famiglia dell'avvocato che era in un'altra parte della [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

0
0
4

Sciopero dei dannati

Continuo saga fantastica su inferno e paradiso. Proseguio di “Le giornaliere questioni di ingovernabilità dell’inferno”

27 June 2025

In un periodo che sembrava uguale a tutti gli altri, all’interno dell’inferno succede qualcosa di misteriosamente insolito. I dannati, prima uno di loro, poi dieci, fino ad estendersi a macchia d’olio, smisero di emettere lamenti. I diavoli incaricati della fustigazione e messa in atto delle [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

3
4
34

📝 A Giada

26 June 2025

La luce del sole pomeridiano filtrava attraverso le foglie degli alberi, creando arabeschi dorati sul pavimento del piccolo caffè dove ci trovavamo. Di fronte a me, Giada sorrideva, i suoi capelli biondissimi incorniciavano un viso delicato e puro. Gli occhi chiari brillavano di una luce vivace, [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Lawrence Dryvalley: Letto, piaciuto. È proprio vero, amore e ragione sono come lo Yin e [...]

  • Rubrus: Be', sì. è un sentimento che non si può forzare, per [...]

0
1
13

Destabilizzazione (1/3)

26 June 2025

Mattia si stira. Pensa alla giornata che inizia. A volte l'ultimo sonno è angosciante. Giulia si è già alzata e sta trafficando in cucina. Non si preoccupa di far rumore. È l'ora di alzarsi. Mattia avrebbe voglia di un viaggio oltreoceano ma tra un'ora deve essere sul tram per il lavoro. Il lavoro [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

7
16
39

Tempi moderni

25 June 2025

C.K. svoltò frettolosamente l’angolo e si bloccò osservando contrariato i due marciapiedi del vicolo. «Ci risiamo di nuovo» mormorò rivolto a sé stesso. «Comincia a diventare un problema!» Girò sui tacchi e proseguì a passo veloce sulla strada principale in mezzo alla folla dell’orario di punta. [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

4
10
31

Le Sorelle: l’ira di Caterina 4/4

25 June 2025

L’indomani mattina Giulio si svegliò di soprassalto. Aprì gli occhi e le trovò tutte lì, in piedi intorno al suo letto. Nessuna parlava, ma lo osservavano con attenzione, come se lo stessero pesando con lo sguardo. La prima a rompere il silenzio fu Caterina. «Come ti chiami?» «Giulio». «Da dove [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

2
1
23

Laguna rossa

-sentivo il sangue

24 June 2025

Sentivo il sangue tra le branchie perforanti d’inchiostro rosso cadaverico SentIvo il sangue immerso in quella doccia rinchiusa accasciata a terra immobile I miei occhi risvegliandosi sfocati di una luca fioca non credevano a quello che stava accadendo. violenza chiama violenza violenza [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

5
5
16

Le Sorelle: l’ira di Caterina 3/4

24 June 2025

Capitolo 3: L'uomo dagli occhi gentili Il villaggio sembrava respirare con un ritmo più lento. L’aria era tersa, il cielo chiazzato di nuvole bianche, leggere come farina setacciata. Il suono regolare della sega nella bottega del falegname, il tintinnare dei secchi alla fontana e lo scricchiolio [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

4
5
34

Evoluzione della scrittura: dalla scrittura arcaica alla scrittura moderna

Racconto un pò di storia della scrittura per coloro che scrivono.

23 June 2025

La scrittura, intesa come sistema di segni utilizzato per rappresentare la lingua parlata, ha avuto un'evoluzione significativa nel corso dei millenni, partendo dalle forme più primitive fino ad arrivare ai sistemi alfabetici moderni. Questo processo è stato influenzato da vari fattori, tra cui [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Ondine: Grazie

  • Dax: Bello...ora sarebbe bello un'analisi della scrittura orientale(cinese, [...]

5
5
26

Le Sorelle: l’ira di Caterina 2/4

23 June 2025

Capitolo 1: Il villaggio Il mattino saliva piano dal fondo della valle, portando con sé l’odore di legna bruciata e di pane in cottura. Le case del villaggio erano basse, annerite dal fumo, con i tetti rabberciati e le imposte ancora chiuse. Ma non c’era silenzio. Non era un villaggio morto. [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

4
5
47

Le Sorelle: l’ira di Caterina 1/4

22 June 2025

Prologo Campo militare austro-ungarico – Tenda dello Stato Maggiore Il telo della tenda si gonfiava appena, sfiorato da un vento freddo. All'interno, tre ufficiali sedevano attorno a un tavolo ingombro di mappe. Il giovane soldato davanti a loro tremava. L'uniforme era lacera, la fasciatura all'avambraccio [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

3
4
29

Il Natale è una cosa per grandi

22 June 2025

Nel buio della sua stanza, il bambino, o meglio, quello che fino a poco tempo prima era un bambino, fissava il soffitto. Dal soggiorno arrivavano voci smorzate, risate adulte che sembravano voler convincere loro stesse della propria allegria. Aveva chiuso gli occhi da tempo, ma non dormiva. Sapeva [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Ondine: Dolce. L'ho fatto anch'io! Ma scherziamo? Troppo bello credere a Babbo [...]

  • zeroassoluto: Ovunque, in tutte le civiltà, c'è sempre uno o più [...]

Torna su