Andammo a fare un giro fuori città una sera, c'era quel tizio  Don o Dan, Lizzie, Joy e Mark. Carlotta non venne, se ne stava sempre in disparte, la amavo per questo ma non lo sapeva. Entrammo in un locale da schifo, la musica era terribile e c'erano un sacco di tipi con le camice abbottonate fin sul collo per bene e i pantaloni coi risvolti sopra le scarpe; ballavano una musica simile allo swing coi drink in mano muovendosi in una sorta di tip tap. Un tizio era fradicio perché una glielo aveva versato addosso dopo averle detto di no. Pensai che quella lì doveva essere il mio tipo. Joy e Mark avevano preso qualche bottiglia di prosecco e speravano di buttarci giù xanax o un analgesico a caso, uno qualsiasi, andavano tutti bene. Io presi una birra scura e poi un'altra che buttai giù immediatamente. Il sudiciume di quel posto non aiutava. Non si trattava del locale ma della gente. Alcune ragazze erano scopabili, altre per lo più brutte e se ne stavano in disparte come Carlotta, solo che lei era bella. Aveva sempre l'aria intelligente e gli occhi che ti tagliavano quando li incrociavi. Sapeva quello che stavi per dire ancor prima che lo dicessi e per questo sapeva cosa doveva rispondere prima di te; metteva in difficoltà un sacco di persone ma non me. Speravo che Carlotta entrasse nel sudiciume da un momento all'altro, l'avrei presa con me e portata via, ma presi solo un altra birra. Poi vidi il tipo fradicio e cercai la tipa che l'aveva ridotto così giù per la stanza. La notai col drink in mano, il culo poggiato sulla porta del cesso, aveva l'aria incazzata e due gambe niente male. Una delle due calze si era strappata, la rete marcava la segnatura della coscia dal quale fuoriusciva, pensai che con una pistola in mano sarebbe stata il sogno erotico di chiunque.

- Bevi qualcosa? - 
- Ho già il mio drink - 
- Hai fatto bene a buttarlo su quel tizio - 
- Potrei anche con te - 
- Non credo - 
- Perché? - 
- Saresti costretta a prenderne un altro e io non te lo offrirei - 
- Hai ragione -
- Lo so - 
- Che ci fai in questo posto? Non hai l'aria di questi altri stronzi che ballano dentro quelle camice - 
- Non ti chiederò di ballare - 
- Non so ballare - 
- Allora beviamo - 
- Okay - 

La presi per mano e andammo fino al bancone. Non fu difficile superare la prima baraonda di stronzi che si dimenavano. Il barman mi guardò con aria attenta, poi si concentrò su di lei. Gli diedi tutto quello che avevo in tasca e gli dissi che avrebbe dovuto preparare drink ogni volta che mi avvicinavo. Gin tonic per me con Tanqueray, per lei quel che voleva, ogni volta che voleva. Beveva con una certa grazia mentre diceva qualcosa che smisi di ascoltare. Notai Lizzie che andava giù pesante con la lingua con Don o Dan, mi venne da vomitare. Lizzie non mi piaceva particolarmente, aveva dei gusti orribili in quanto a uomini; se ne faceva tanti e spesso, e a me sembravano tutti stupidi. In auto davanti c'erano Joy e Mark: loro mi piacevano di più se non fosse stato per le droghe. Si facevano di qualsiasi cosa quando non avevano soldi.
Mi concentrai di nuovo sulla ragazza che nemmeno sapevo come dannazione si chiamasse, le misi la mano sul culo e le dissi:
- Andiamo via da questo posto - 
Rispose di no

- Rubiamo una macchina allora - 
- Non fai sul serio - 

 Le baciai il collo, poi la bocca, le strinsi le cosce e poi più su, sentivo la sua eccitazione umida ed il rossetto sulle labbra sciogliersi. Con le dita trovai lo strappo delle calze e mi ci infilai dentro, chiusi gli occhi e fu come entrare in un vortice. Sperai che quando fossi uscito sarebbero scomparsi tutti, tranne il tizio dei drink che aveva ancora i miei soldi e i miei drink. Per un attimo ebbi paura che ci fosse Carlotta lì a guardarmi, coi suoi occhi bassi che dicevano tutto, anche quello che non volevo sentire. Non fu così. Uscimmo a fumare, avevo ancora le labbra sporche di rossetto e per questo sporcai anche il filtro. La ragazza prese il gin tonic anche per me, e a me fece piacere, se non fosse per il fatto che li avevo già pagati prima.

- Non mi hai chiesto come mi chiamo - 
- Non l'ho fatto - 
- Nemmeno io - 
- Lo hai fatto quando mi hai detto di non avertelo chiesto - 
- Chiamami Roxanne - 
- Okay Roxanne, ora rubiamo una macchina - ...

L'idea di Lizzie e quel tipo che facevano cose sul sedile accanto mi dava ancora la nausea, e poi c'erano Joy e Mark che avrebbero detto qualcosa tipo dacci dentro. Sentii di nuovo la sensazione di sudicio e Roxanne mi propose di raggiungere casa sua a piedi. Avremmo percorso una strada sulla trentaduesima, senza dare troppo occhio alle puttane e ai tizi ubriachi che si vedevano da quelle parti, così andai dal cameriere e chiesi il resto dei miei soldi, mi versò una decina di dollari in monete e qualche cents, lasciai la mancia. Chissà come se la stava passando la vecchia Carlotta. Lei aveva fegato, superava le angherie con freddezza, tanto che tu non sapevi mai bene se era indifferenza o sdegno, ma le superava senza farci troppo caso o troppi pensieri su. Per un attimo pensai a lei con un uomo, come stava succedendo a me con Roxanne. No, non era il caso e non era tipa da queste cose. Superammo la trentaduesima senza difficoltà, diedi qualche centesimo ad un tossico che tremava nei denti, poi svoltammo. C'era un locale zeppo di gente che si affannava al karaoke, l'appartamento si trovava due isolati più avanti. Roxanne mi tenne per mano mentre salivamo le scale e le guardai il culo per tutta la rampa. A lei piaceva e si vedeva che le piaceva dal fatto che non disse una sola parola, mi guardava negli occhi muovendosi la lingua sulle labbra.
-Mi hai tolto il rossetto- disse,
-Inevitabile- risposi. Entrammo dentro e osservai la stanza che si apriva dentro un'altra stanza più grande: sembrava una scatola, non c'erano porte tra le camere.
Prese a spogliarmi, poi mise su della musica. C'era un vecchio giradischi su una specie di comodino in camera, con sopra delle mutande di seta bianche. Quando vedi l'intimo di una donna capisci di che stampo é fatta. Il suo era ricamato e nero, capii che era per l'occasione. Le donne si preparano sempre per eventi del genere, e a te da l'impressione che non te la sei portata a letto tu, ma lo ha scelto lei. Lo facemmo sul letto, poi sulla poltrona, alla fine fummo distrutti. La testa girava a causa della sbronza su per la stanza che sembrava ora esser circolare, non ci furono parole, ci addormentammo senza farci troppo caso. Qualche ora dopo mi rivestii senza fare troppo rumore e andai via. Erano le prime luci di un nuovo giorno, feci qualche chilometro a piedi e presi la colazione in uno di quei posti che trovi aperti a quell'ora. Pensai alla notte trascorsa, a Roxanne e a Carlotta, alla birra e al gin, agli occhi di una e dell'altra. Un'automobile fece un frastuono incredibile quando frenò e io sembrai essermi ripreso dalla sbronza. Nel pomeriggio avrei voluto vedere Carlotta e dichiarare ciò che sentivo per lei, di notte avrei voluto Roxanne nelle calze strappate. 

Tutti i racconti

2
4
29

📝 A Giada

26 June 2025

La luce del sole pomeridiano filtrava attraverso le foglie degli alberi, creando arabeschi dorati sul pavimento del piccolo caffè dove ci trovavamo. Di fronte a me, Giada sorrideva, i suoi capelli biondissimi incorniciavano un viso delicato e puro. Gli occhi chiari brillavano di una luce vivace, [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Lawrence Dryvalley: Letto, piaciuto. È proprio vero, amore e ragione sono come lo Yin e [...]

  • Rubrus: Be', sì. è un sentimento che non si può forzare, per [...]

0
0
12

Destabilizzazione (1/3)

26 June 2025

Mattia si stira. Pensa alla giornata che inizia. A volte l'ultimo sonno è angosciante. Giulia si è già alzata e sta trafficando in cucina. Non si preoccupa di far rumore. È l'ora di alzarsi. Mattia avrebbe voglia di un viaggio oltreoceano ma tra un'ora deve essere sul tram per il lavoro. Il lavoro [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

7
16
37

Tempi moderni

25 June 2025

C.K. svoltò frettolosamente l’angolo e si bloccò osservando contrariato i due marciapiedi del vicolo. «Ci risiamo di nuovo» mormorò rivolto a sé stesso. «Comincia a diventare un problema!» Girò sui tacchi e proseguì a passo veloce sulla strada principale in mezzo alla folla dell’orario di punta. [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

4
9
30

Le Sorelle: l’ira di Caterina 4/4

25 June 2025

L’indomani mattina Giulio si svegliò di soprassalto. Aprì gli occhi e le trovò tutte lì, in piedi intorno al suo letto. Nessuna parlava, ma lo osservavano con attenzione, come se lo stessero pesando con lo sguardo. La prima a rompere il silenzio fu Caterina. «Come ti chiami?» «Giulio». «Da dove [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

2
1
23

Laguna rossa

-sentivo il sangue

24 June 2025

Sentivo il sangue tra le branchie perforanti d’inchiostro rosso cadaverico SentIvo il sangue immerso in quella doccia rinchiusa accasciata a terra immobile I miei occhi risvegliandosi sfocati di una luca fioca non credevano a quello che stava accadendo. violenza chiama violenza violenza [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

5
5
16

Le Sorelle: l’ira di Caterina 3/4

24 June 2025

Capitolo 3: L'uomo dagli occhi gentili Il villaggio sembrava respirare con un ritmo più lento. L’aria era tersa, il cielo chiazzato di nuvole bianche, leggere come farina setacciata. Il suono regolare della sega nella bottega del falegname, il tintinnare dei secchi alla fontana e lo scricchiolio [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

4
5
33

Evoluzione della scrittura: dalla scrittura arcaica alla scrittura moderna

Racconto un pò di storia della scrittura per coloro che scrivono.

23 June 2025

La scrittura, intesa come sistema di segni utilizzato per rappresentare la lingua parlata, ha avuto un'evoluzione significativa nel corso dei millenni, partendo dalle forme più primitive fino ad arrivare ai sistemi alfabetici moderni. Questo processo è stato influenzato da vari fattori, tra cui [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Ondine: Grazie

  • Dax: Bello...ora sarebbe bello un'analisi della scrittura orientale(cinese, [...]

5
5
26

Le Sorelle: l’ira di Caterina 2/4

23 June 2025

Capitolo 1: Il villaggio Il mattino saliva piano dal fondo della valle, portando con sé l’odore di legna bruciata e di pane in cottura. Le case del villaggio erano basse, annerite dal fumo, con i tetti rabberciati e le imposte ancora chiuse. Ma non c’era silenzio. Non era un villaggio morto. [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

4
5
46

Le Sorelle: l’ira di Caterina 1/4

22 June 2025

Prologo Campo militare austro-ungarico – Tenda dello Stato Maggiore Il telo della tenda si gonfiava appena, sfiorato da un vento freddo. All'interno, tre ufficiali sedevano attorno a un tavolo ingombro di mappe. Il giovane soldato davanti a loro tremava. L'uniforme era lacera, la fasciatura all'avambraccio [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

3
4
29

Il Natale è una cosa per grandi

22 June 2025

Nel buio della sua stanza, il bambino, o meglio, quello che fino a poco tempo prima era un bambino, fissava il soffitto. Dal soggiorno arrivavano voci smorzate, risate adulte che sembravano voler convincere loro stesse della propria allegria. Aveva chiuso gli occhi da tempo, ma non dormiva. Sapeva [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Ondine: Dolce. L'ho fatto anch'io! Ma scherziamo? Troppo bello credere a Babbo [...]

  • zeroassoluto: Ovunque, in tutte le civiltà, c'è sempre uno o più [...]

5
6
32

Oltre la nebbia(2/2)

In un paese in cui non si vede oltre un palmo dal naso

21 June 2025

Sophia non si piegava. Aveva capito che l’ignoranza non era solo mancanza di conoscenza: era una difesa, una paura profonda del cambiamento. La nebbia proteggeva Villacava. Difendeva dal rischio di scoprire che esisteva qualcosa di più grande e più complesso oltre i suoi vicoli ciechi e i confini [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Lawrence Dryvalley: Esordio di tutto rispetto. mi è piaciuto. Condivido complimenti e appunti [...]

  • Dax: la metafora è bella, anche se non nuova. In effetti, l'ignoranza [...]

3
13
37

Girabuio 4/4

21 June 2025

Irving Crane non vide la fine del processo. Lo trovarono stecchito nel giardino, una mattina. Dopo lo scavo, alcuni girasoli erano ricresciuti e, a sentire qualcuno, Irving ne aveva strappato uno e aveva usato il gambo per impiccarsi… la maggior parte però diceva che non era possibile. Il gambo [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

Torna su