Inizia una nuova stagione: 2016/2017.

Il calcio è morto? Forse sì, forse no. Non si capisce, ma insomma oggi è il 28 Agosto e fa un caldo che si sciolgono le suole delle scarpe sull' asfalto.

“Ma vengono?”, “Non vengono?”, “Quanti ne vengono?”, “Hanno la tessera?”, “Sono Club?”, “Sono Ultras?”. E che palle!
Facciamo così, ci vediamo un paio di ore prima e cerchiamo di capirci qualcosa in più.

E' proprio in quelle ore lì che lo scontro inizia già: tatuaggi da coprire, abbigliamento travisato e testa che immagina scenari di ogni genere.

Sono attesi 6 pullman pieni di merde dalla Basilicata calcio.

Dobbiamo dare a Cesare quel che è di Cesare. Nell' ormai lontano 2010 i loro ultras sono una delle poche specie viste dal vivo dagli ultras della Puglia FC. Calci e pugni vecchio stile senza troppi fronzoli, immersi nello scenario caratteristico dei sassi. Roba d' altri tempi, senza troppi video e tik-tok.

Ma torniamo al presente. La Digos locale ha segnalato con gli appositi cartelli stradali il settore ospiti dello stadio, facendo un bell' errore madornale.

Sì, perchè 6 pullman in torpedone dovrebbero imboccare una stradina stretta e fare inversione a U. Bella cacata. Manovre viste solo a Real TV su Italia 1 sulle autostrade polacche, con qualche camionista ubriaco.

E quel tratto di strada è di fronte al nostro solito ritrovo. 

Per trovare un' analogia, immaginate di spingere un pallone in porta dopo che il tuo compagno ha saltato anche il portiere. 

Iniziamo ad accocchiarci. Caldo che brucia e solite facce. I soliti 4-5 stronzi.
“Oh wagnu ma chi siamo?”, “Oh ma gli altri?”, “Oh non è presto eh". La frenesia sale.

Stappiamo qualche birretta nel frattempo. Man mano che l' alcool scende nelle vene e sale nelle cervella, le teste in quel piazzale sembrano moltiplicarsi, come dei Gremlins.
Il sole brucia, ma inizia ad imbrunire finalmente.

Ce n'è per tutti i gusti in quel piazzale: vecchi ultras, veri ultras, finti ultras, re delle sassaiole e pure due diffidati 50enni.
Le fila si infoltiscono e siamo circa 30, una bella paranza cazzuta, con 2 spostati di testa sulla superstrada a fare da civette.

Ma quel giorno delle civette non ci sarebbe stato bisogno. Sei pullman passano davanti al tuo solito posto e si incaglieranno a fare inversioni. Lo ha già detto la Digos.

Briefing pre-collisione: “Wagnu' il piano è semplice, si sbuca dalla rotatoria e attacchiamo le ultime corriere”, prende parole uno dei vecchi.

Un pò di silenzio per metabolizzare.
A. prende la parola: “Ragazzi è la prima giornata e c'è ancora il discorso della tessera del tifoso. Non sappiamo se in quei bus ci saranno Ultras o club, donne, bambini…”

"E quindi?", interrompe fragorosamente M. “”Ultras è solo violenza e se ci sono donne e bambini… beh si stessero a casa!". Più di qualcuno annuisce con un ghigno soddisfatto.

A. ribatte “Sì ok ragazzi, ma Ultras non è un concetto astratto, lo hanno già stabilito i nostri precursori dagli anni' 70, bisogna rispettare un certo codice”.

Fra una chiacchiera, una teoria e una birra, nell' aria si sente un brivido diverso.

“Comunque insomma, usciamo da sta rotatoria e facciamo 'na scarica di torce”. “E le torce?”. Cazzo non abbiamo le torce.

“Le abbiamo noi a casa. 4 minuti e siamo qui, promesso”. D. e P. si staccano e come degli ossessi dopo 4 minuti di orologio tornano con la mercanzia.

Arriva il messaggio sul contatto tarocco di Messenger: “Sto entrando con gli amici dallo svincolo della tangenziale, 5 minuti e siamo lì".

Ci incamminiamo: le sterpaglie sono alte, le diabolik si chiudono e in sottofondo suono di passi marcianti e cinte che si slacciano.

Arriviamo al piazzale e 30 secondi sembrano 10 minuti, alcune "persone normali” dai balconi iniziano a sgamare e insospettirsi.

“Oh ma ado stonn?!”. Eccoli, da lontano scorgiamo un torpedone di sei bus che ci arriva di fronte fino ad arrivare ad imbottigliarsi allo svincolo maldestramente previsto.

Inizia a volare di tutto, torce, pietre e bottiglie. Si riconosce sibillino il rumore delle torce che colpiscono la tettoia dei pullman. 
Una volante della Polizia, visibilmente impreparata scappa, mentre sul luogo dell' assalto le torce fanno fuoco e fumo fino ad ostruire la vista.

Dai loro pullman si scorge qualche faccia sbattere le mani ai vetri. “Oh scendete, scnnit oh”. Niente
Rimarranno imbottigliati qualche minuto per poi ripartire direzione stadio. Non scenderà nessuno, ma i dubbi rimangono.

“Oh ma erano ultras?”, “boh a me le facce sembravano da ultras”, “solitamente sono cazzuti, strano non sia sceso nessuno”.

Torniamo alla base, corricchiando e facendo il percorso inverso.

“Ci siamo divertiti pero'!”.

Sì insomma è come quando fai sesso con la tipa che ti piace e lei rimane immobile per tutto l' amplesso, morbida come una lumaca dopo la pioggia.

Ah la partita. Finirà 1-1.

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