No, non è successo nulla di straordinario. È solo che ho cominciato a guardarmi un po’ in giro, senza la bandana immaginaria scivolata all’improvviso dagli occhi reali. Non ricordo come sia successo, ma sto iniziando a prenderci gusto. Esempio: di solito, quando qualcuno mi chiede qualcosa, immediatamente rispondo senza guardare la persona in faccia, facendo passare la cosa per me importante, l’informazione.

Un giorno però – mistero della vita – mi accorgo come si comportano gli indiani quando chiedi loro qualcosa, che sia in un luogo pubblico o no. Si fermano, indietreggiano impercettibilmente per osservarti meglio da capo a piedi: i gioielli che hai addosso, come sei vestita, come ti muovi; poi iniziano una rapida scansione… spudorata, gli occhi immobili: se sei affidabile, in che tipo di “spazio” ti trovi (eh sì, hanno un fiuto naturale), se sei una persona “pulita”, fino a dove possono tirare coi prezzi, se devi comprare, o come te la possono contar su. Passano non più di 30 secondi: sono muti o non vogliono rispondere, mi chiedo?

Solo allora, nel modo più impreciso possibile, tutto da decifrare, dicono qualcosa. La risposta ormai non mi interessa più, sono riuscita a osservare tutto il processo e mi viene rapida un’ispirazione: e se imparassi anch’io a fare così? Difficile? No, roba da bambini, nel senso di “se fatta con innocenza” e in quattro e quattr’otto ecco il risultato: guardo la persona in faccia, la vedo, sento con chi ho a che fare, da che tipo di spazio si sta muovendo, come le posso rispondere e il resto appartiene all’attimo che segue, sempre diverso, sempre nuovo, adatto a quella persona precisa.

 

La gioia di avere fatto un piccolo passetto verso l’altro e verso la presenza a me stessa, di avere rotto la morsa della meccanicità è da provare di nuovo. Non penso di poter eguagliare la maestria degli indiani nel farlo, ma credo che me la cavo. E sono fortunata perché, in India, anche i cani randagi (e sono tanti) ti guardano negli occhi e con che occhi! E questo piccolo gesto ha dato il via a un processo che si espande a macchia d’olio guadagnando terreno, estendendosi a tutto ciò che mi circonda dovunque io sia. E non mi sento a disagio se faccio aspettare, per la risposta, una manciata di secondi.

Ma dove li avevo gli occhi, prima? E se avessi trovato, senza volerlo, il bandolo della matassa?

Ma questo non è tutto, c’è dell’altro. Mi accorgo, ad esempio, che gli indiani, o sono chiacchierini a oltranza, soprattutto fra di loro, o sono in economia di parole e di gesti. Mi sfiatavo una volta nel dir loro “buongiorno” e “buonasera”, “grazie mille” e “per favore” e via di seguito, credendo di insegnar loro le buone maniere. Penso che si sian chiesti in cuor loro da che mondo strano sbucassi! Li ho osservati più da vicino. Vado a un posteggio di rickshaw, do l’indicazione di dove devo recarmi, si consultano con gli sguardi tra di loro – chi prende la corsa – il guidatore mi guarda, fa un gesto col capo indicando il sedile posteriore. Non una parola, ma ricambio lo sguardo. Ed è tutto. In quel gesto c’è il “buon giorno” e il “buonasera”, il “per favore” e il “grazie mille”. E io ci guadagno in economia di energia.

 

Non mi sembra vero che sia così facile rilassarsi. Con gli indiani si comunica con gesti e sguardi. Dicono tutto. Ci provo: vado in una panetteria famosissima, ci sono tre file di clienti che aspettano: io becco lo sguardo di un venditore da lontano, contatto occhi immediato, chiedo precisa e sono servita per prima. Gli altri non fanno una piega, sanno riconoscere la loro arte a chi la sta imparando! C’è però un’altra considerazione da fare. Comincio a sospettare che gli indiani siano nati “multitask” nel senso che si devono annoiare a servire un solo cliente alla volta: non hanno ancora finito con me che prendono un altro ordine e non so mai di chi si stiano occupando! Eppure riescono a far tutto per benino, senza sbagliarsi. Ma, attenzione, se qualcuno osa scavalcarmi per togliermi il turno, uso il poco hindi che conosco per ricordare che sono arrivata prima io e che sto aspettando da un po’! La persona dietro il banco mi guarda e sorride, sorpresa per la mia faccia tosta o per il mio hindi non corretto. Ma a me non importa un bel niente di niente, perché è già una magia in sé avere occhi per vedere!

Tutti i racconti

3
5
17

Debunker (1/4)

07 December 2025

Babbo Natale era intirizzito e di malumore. O meglio, lo era il Cogliati, in piedi, vestito da Babbo Natale, all’angolo tra Piazza Grande e Via Vittorio Emanuele II. Per fortuna, però, non si vedeva. La barba finta nascondeva tutto. Peccato prudesse come se dentro ci fosse una nidiata di pulci. [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Rubrus: MM: sotto le feste le storie si allargano come le pance. Queste sono 4 parti. [...]

  • BrunoTraven: Bello e divertentissimo Rubrus aspettiamo il seguito:))) notevole, like p.s. [...]

2
3
22

Il condominio 1/3

07 December 2025

Il rito dell’inquilino del piano di sopra era sempre lo stesso: lo sciacquone del bagno a scandire il tempo, le pantofole trascinate sul pavimento. Ogni sera, alle ventitré precise, quel suono monotono rassicurava Vittorio: il mondo là fuori era caotico, ma sopra di lui qualcuno seguiva ancora [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

2
4
36

C'era una volta Jorn, la sua casa, i suoi amici, la favola continua...

E adesso una casa museo per continuare a sognare

06 December 2025

Amici lettori, oggi vi porterò in un luogo speciale, un luogo posto in alto su una collina dalla quale si vede il mare, un luogo affascinante con una storia, anzi con più storie, un luogo da favola e come una vera favola questo racconto breve lo inizierò così. C'era una volta un artista nordico, [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • GiuliaCango: Bellissima ricostruzione della vita di questo artista danese che non conoscevo [...]

  • Rubrus: Oooh... e finalmente non si deve impazzire per cercare il link. Non conoscevo [...]

6
10
45

La vera ricchezza

Il ricordo e la saggezza di mia madre.

06 December 2025

Mia madre si chiamava Anna. Era una donna di grande saggezza e ha sempre avuto un approccio specifico nei confronti del denaro. Per lei non era altro che uno strumento, un mezzo per raggiungere il benessere e mai un traguardo. Da lei sempre presente ho appreso tante cose, anche il significato [...]

Tempo di lettura: 8 minuti

4
7
36

Il gilet giallo

05 December 2025

È passato tanto tempo e adesso ho la tua età di quando ci siamo visti l’ultima volta. Di quando ci siamo salutati in cima alla salita, quella che odiavi ma che affrontavi ogni volta come una sfida personale alla gravità — e forse anche alla vecchiaia. Me lo ricordo ancora: portavi un gilet giallo [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Dax: bello ma....si parla del padre ondel nonno del protagonista?Like

  • An Old Luca: Come scrive giustamente Paolo: impeccabile.
    Coinvolgente, scorrevole e [...]

5
9
62

Piccoli miracoli di Natale

05 December 2025

È la sera dell’antivigilia. Fuori fa un freddo assurdo, mentre nel terminal sembra di stare in una sauna. La ressa di chi parte per le vacanze o torna a casa dalla famiglia rende l’ambiente non solo estremamente rumoroso, ma anche soffocante. C’è tutto ciò che non desidero dopo una giornata di [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Walter Fest: Smoki, per "Lampo" intendesi, "guizzo, fulmine, saetta....insomma [...]

  • La Gigia: Ciao Smoki, complimenti per il racconto. Mi sono piaciuti i personaggi con [...]

3
10
38

Nulla Dies Sine Linea

04 December 2025

L’appuntamento era stato fissato per le due di quel pomeriggio. Naturalmente la mia ansia era cresciuta di ora in ora, proporzionalmente al bisogno di confrontarmi con lui. Arrivai al Café de Flore in larghissimo anticipo e, per provare ad ingannare l'attesa, mi accomodai ad uno dei tavolini [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

4
10
29

Volevo essere William Shatner 2/2

04 December 2025

A poco a poco, la leggerezza si spense. Gli amici cominciarono a evitarmi, stanchi di quel modo di fare che ormai appariva rigido e innaturale. Io non me ne accorgevo, o forse sì, ma non sapevo più come tornare indietro. Era come se quel ruolo mi fosse rimasto addosso, un’abitudine del corpo e [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • thecarnival: Grazie comunque mi fa piacere e moltissimo vi ispiri delle idee vuol dire che [...]

  • Lawrence Dryvalley: Lette le due parti e apprezzate. Anch'io ricordo le notti su Italia1 a [...]

4
6
39

In una parola, rassegnati.

03 December 2025

In una parola, rassegnati. Da quando sei cresciuta, il tuo carattere non cambierà, nessuno può realmente cambiare e se non ci credi, non prendertela con me ma con i numeri. La statistica ci insegna che nessuno cambia, sai? E gli strizzacervelli sono i primi a saperlo: lo sai che per ottenere una [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Maria Merlo: Stile deciso e buona gestione del tema scelto. Bravo.

  • ducapaso: Elena, Paolo, Spettatrice, Dax, Maria, grazie a tutti voi, ho apprezzato ognuno [...]

4
6
24

Volevo essere William Shatner 1/2

03 December 2025

Ricordo ancora quando accadde la prima volta, e come quel personaggio, o meglio, tutta quella mentalità, entrò nella mia vita. Era un pomeriggio come tanti altri e non avevo voglia di fare i compiti. Fuori il cielo era grigio; non avevo voglia di uscire e accesi la TV. Erano le 18, evidentemente, [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Rubrus: Qualche annetto fa anche io scrissi un racconto simile, ma più cupo. [...]

  • thecarnival: grazie del commento Rubrus;))) se trovi quel racconto sarei molto curioso;) [...]

7
10
43

Di stagista in stagista

Giu
02 December 2025

Giorno uno della mia presenza in azienda. Mi sistemarono in un angolo molto luminoso, proprio vicinissimo alla finestra per permettermi di avere la giusta luce quotidiana di cui avevo bisogno. Devo ammettere che mi piaceva molto la postazione che avevano scelto per me, avevo sentito dire che decisero [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

4
14
32

La Clorofilladinia

02 December 2025

“Vedrai” mi hanno detto gli amici, “prima o poi incontrerai una Clorofilladinia. A chi va ad abitare vicino al Secchia può capitare.” Ed eccola qui. Sale da me, entra in questa stanza passando dalla finestra. Non l’ho sentita sulle scale, e così oggi la conosco per la prima volta. L’ho vista attraversare [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

Torna su