Era una famigliola come quelle che si vedono in TV: papà, mamma e due figli – un maschietto e una femminuccia.
L’immagine più antica che ricordo sono i sorrisi dei bambini quando mi hanno trovato sotto l’albero di Natale, tra i pacchi, i dolci, le luci e “Merry Christmas” suonato a tutto volume.
Poi sono cresciuto. Per qualche tempo ho pensato di essere cresciuto troppo, ma oggi credo che, in realtà, ero solo diventato troppo ingombrante.
Tre estati dopo mi sono trovato in mezzo a una piazzola deserta, domandandomi come mai i miei padroncini non capivano che l’asfalto mi scottava le zampe e che, sotto quel sole rovente, avevo immediato bisogno di una ciotola d’acqua.
Ricordo di avere vagato per un bel pezzo pensando che fosse uno strano, nuovo gioco, della cui pericolosità non si rendevano conto.
Quando l’uomo in divisa mi ha preso ricordo di essere rimasto annichilito, ma non per il dolore. Semplicemente, non potevo credere che gli esseri umani fossero in grado di farmi del male.
Al canile ho imparato che ne erano capaci, e che anch’io avrei dovuto, se volevo sopravvivere.
Una notte, un uomo venne a portarmi via e immaginai che fosse una specie di liberatore. Forse mi avrebbe ricondotto alla mia famiglia o forse no – non avevo ancora capito se era stato un gioco finito male, oppure se mi avevano buttato via e basta, come facevano con l’immondizia quando nessuno li vedeva.
L’importante era fuggire, e non contava che il mio salvatore fosse senza divisa e brusco nel pulirmi le ferite o nel sistemare alla bell’e meglio quell’orecchio sbrindellato. Non contava neppure che l’uomo al quale mi aveva consegnato mi avesse messo un collare troppo largo e che, dopo, lo avesse stretto al punto da farmi quasi soffocare.
Credevo che non ci fossero posti peggiori del canile, ma quando mi caricarono sul camion e guardai i miei compagni negli occhi capii che non era così.
Non ricordo molto del viaggio, tranne la puzza, i guaiti e qualche rantolo nel buio.
Vedere gli uomini in camice bianco e sentire quell’odore di disinfettante che cercava di nascondere il fetore del sangue mi rinfrancò. Per l’ultima volta.
Ben presto li maledii perché mi nutrivano e mi davano da bere. Provai a rifiutare il cibo, ma me lo ficcavano in gola a forza. E, soprattutto, mi pungevano.
Non erano punture dolorose – non erano niente rispetto a quello che avevo passato prima. Anzi, alcune di esse, mi sembrava di comprendere, servivano a tenermi vivo, ma mi bruciavano dentro come se, nelle vene, mi ronzasse uno sciame di api furiose. Altre volte mi addormentavo e, dopo, mi svegliavo con strane fasciature, con strani tagli, con bubboni mi crescevano qua e là sul corpo.
Soprattutto, però, cambiavo.
In qualche misteriosa maniera riuscivo a comprendere meglio la lingua degli uomini. L’avevo sempre capita un po’ (senz’altro, più di quanto gli esseri umani riuscissero a intuire), ma appresi l’esistenza e, in qualche modo, il significato di parole nuove che mi terrorizzavano: “test”, “ “esperimenti”...
Capii anche – e con un’evidenza che, prima, non avrei creduto possibile – che l’uomo dall’odore di alcool era stupido e goffo, molto più di quanto quelli in camice bianco, col loro ridicolo olfatto sottosviluppato, supponessero.
Rimasi vivo e ricominciai a bere e mangiare.
Ero “un caso fuori dell’ordinario” – appresi –e aspettai, nascondendo loro quanto, davvero, fossi fuori dal comune. Sapevo che il momento sarebbe venuto.
La mia seconda fuga capitò, ancora una volta, d’estate.
Le mie zampe posteriori erano diventate molto forti, sproporzionatamente forti, al prezzo di atroci dolori alla schiena e, quando l’uomo che puzzava di alcool aprì la gabbia, balzai fuori. Mi aggrappai al recinto (le zampe anteriori erano deformi, ma andavano benissimo per quello scopo) e m’issai.
All’ultimo momento, l’uomo che puzzava di alcool mi afferrò e cercò di tirarmi giù. Fui costretto a girarmi e azzannarlo alla gola. Non avevo morso mai nessun essere umano, prima.
Oltrepassai la recinzione e fuggii.

Vagabondo dalle parti della discarica, adesso.
So di essere diventato abbastanza grosso e, soprattutto, abbastanza pericoloso. Gli altri cani si tengono alla larga da me e non c’è ratto che mi sfugga.
Dovrebbe andare tutto bene, ma i dolori, quelli che mi hanno iniettato dentro, continuano a perseguitarmi.
Quando c’è la luna nuova diventano insopportabili; allora mi rotolo per terra e ululo con una voce che, sono certo, nessuno ha mai sentito prima.
Negli ultimi tempi, però, mi sembrano quasi piacevoli. Un misto di sofferenza, godimento e aspettativa.
Quando terminano, mi accorgo che qualcosa in me è cambiato irreversibilmente.
Passo molto del mio tempo ritto sulle zampe posteriori e, alla fine di ogni crisi, il pelo è ricresciuto meno folto.
Credo che, se va avanti così, non passerà molto prima che possa prendere qualche vestito abbandonato e assomigliare, almeno da lontano, ai vagabondi che girano da queste parti.
Sì, potrei avvicinarmi loro senza essere notato e gustarne il sangue per vedere se è ricco e seducente come quello dell’uomo al laboratorio.
A trattenermi, in qualche modo, è l’immagine di quella famiglia sotto l’albero, tuttavia credo che quel ricordo svanirà presto.
Sento di avere acquisito una più piena consapevolezza delle cose, una più profonda complessità di pensiero, una coscienza più acuta delle cause e degli effetti, del passato e del futuro.
E, soprattutto, un gusto per la morte.

Tutti i racconti

2
3
26

📝 A Giada

26 June 2025

La luce del sole pomeridiano filtrava attraverso le foglie degli alberi, creando arabeschi dorati sul pavimento del piccolo caffè dove ci trovavamo. Di fronte a me, Giada sorrideva, i suoi capelli biondissimi incorniciavano un viso delicato e puro. Gli occhi chiari brillavano di una luce vivace, [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

0
0
10

Destabilizzazione (1/3)

26 June 2025

Mattia si stira. Pensa alla giornata che inizia. A volte l'ultimo sonno è angosciante. Giulia si è già alzata e sta trafficando in cucina. Non si preoccupa di far rumore. È l'ora di alzarsi. Mattia avrebbe voglia di un viaggio oltreoceano ma tra un'ora deve essere sul tram per il lavoro. Il lavoro [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

7
16
37

Tempi moderni

25 June 2025

C.K. svoltò frettolosamente l’angolo e si bloccò osservando contrariato i due marciapiedi del vicolo. «Ci risiamo di nuovo» mormorò rivolto a sé stesso. «Comincia a diventare un problema!» Girò sui tacchi e proseguì a passo veloce sulla strada principale in mezzo alla folla dell’orario di punta. [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

4
8
28

Le Sorelle: l’ira di Caterina 4/4

25 June 2025

L’indomani mattina Giulio si svegliò di soprassalto. Aprì gli occhi e le trovò tutte lì, in piedi intorno al suo letto. Nessuna parlava, ma lo osservavano con attenzione, come se lo stessero pesando con lo sguardo. La prima a rompere il silenzio fu Caterina. «Come ti chiami?» «Giulio». «Da dove [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

2
1
23

Laguna rossa

-sentivo il sangue

24 June 2025

Sentivo il sangue tra le branchie perforanti d’inchiostro rosso cadaverico SentIvo il sangue immerso in quella doccia rinchiusa accasciata a terra immobile I miei occhi risvegliandosi sfocati di una luca fioca non credevano a quello che stava accadendo. violenza chiama violenza violenza [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

5
5
16

Le Sorelle: l’ira di Caterina 3/4

24 June 2025

Capitolo 3: L'uomo dagli occhi gentili Il villaggio sembrava respirare con un ritmo più lento. L’aria era tersa, il cielo chiazzato di nuvole bianche, leggere come farina setacciata. Il suono regolare della sega nella bottega del falegname, il tintinnare dei secchi alla fontana e lo scricchiolio [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

4
5
33

Evoluzione della scrittura: dalla scrittura arcaica alla scrittura moderna

Racconto un pò di storia della scrittura per coloro che scrivono.

23 June 2025

La scrittura, intesa come sistema di segni utilizzato per rappresentare la lingua parlata, ha avuto un'evoluzione significativa nel corso dei millenni, partendo dalle forme più primitive fino ad arrivare ai sistemi alfabetici moderni. Questo processo è stato influenzato da vari fattori, tra cui [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Ondine: Grazie

  • Dax: Bello...ora sarebbe bello un'analisi della scrittura orientale(cinese, [...]

5
5
26

Le Sorelle: l’ira di Caterina 2/4

23 June 2025

Capitolo 1: Il villaggio Il mattino saliva piano dal fondo della valle, portando con sé l’odore di legna bruciata e di pane in cottura. Le case del villaggio erano basse, annerite dal fumo, con i tetti rabberciati e le imposte ancora chiuse. Ma non c’era silenzio. Non era un villaggio morto. [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

4
5
46

Le Sorelle: l’ira di Caterina 1/4

22 June 2025

Prologo Campo militare austro-ungarico – Tenda dello Stato Maggiore Il telo della tenda si gonfiava appena, sfiorato da un vento freddo. All'interno, tre ufficiali sedevano attorno a un tavolo ingombro di mappe. Il giovane soldato davanti a loro tremava. L'uniforme era lacera, la fasciatura all'avambraccio [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

3
4
29

Il Natale è una cosa per grandi

22 June 2025

Nel buio della sua stanza, il bambino, o meglio, quello che fino a poco tempo prima era un bambino, fissava il soffitto. Dal soggiorno arrivavano voci smorzate, risate adulte che sembravano voler convincere loro stesse della propria allegria. Aveva chiuso gli occhi da tempo, ma non dormiva. Sapeva [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Ondine: Dolce. L'ho fatto anch'io! Ma scherziamo? Troppo bello credere a Babbo [...]

  • zeroassoluto: Ovunque, in tutte le civiltà, c'è sempre uno o più [...]

5
6
32

Oltre la nebbia(2/2)

In un paese in cui non si vede oltre un palmo dal naso

21 June 2025

Sophia non si piegava. Aveva capito che l’ignoranza non era solo mancanza di conoscenza: era una difesa, una paura profonda del cambiamento. La nebbia proteggeva Villacava. Difendeva dal rischio di scoprire che esisteva qualcosa di più grande e più complesso oltre i suoi vicoli ciechi e i confini [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Lawrence Dryvalley: Esordio di tutto rispetto. mi è piaciuto. Condivido complimenti e appunti [...]

  • Dax: la metafora è bella, anche se non nuova. In effetti, l'ignoranza [...]

3
13
37

Girabuio 4/4

21 June 2025

Irving Crane non vide la fine del processo. Lo trovarono stecchito nel giardino, una mattina. Dopo lo scavo, alcuni girasoli erano ricresciuti e, a sentire qualcuno, Irving ne aveva strappato uno e aveva usato il gambo per impiccarsi… la maggior parte però diceva che non era possibile. Il gambo [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

Torna su