Siamo in vacanza entrambi, ovvero vuoti. Io almeno. Ed il vuoto vacuo è qui l’irripetibile realtà replicata  che mi raffigura, il sinonimo simbolo dell’esistere nel mio tempo a cerchio, quasi spirale, vortice, spesso interrotto ai margini della sembianza.

 

 La prima immagine, dopo un’attesa breve, è un viso regolare, cinto da occhiali ampi, come incauto apparire di un piglio da segretaria gattamorta che legge dentro, o decifra, professionista di apparenza loquace, da carambola in buca, che spiazza il giocoliere senza arroganza, in bilico d’appartenenza e sesso.

 

Mi incuriosiva il due di seno, a coppa intenditrice di champagne da ingollare in un sorso, con mano a conca sorniona a titillare per render irto il bocciolo di carne.

 

 Taxi o bus?  Fu il bus ed immersione tra la gente e la chiacchiera.

 

 Due sole ore di sonno in vacanza mi friggevano il cervello. Due ore di volo non so cosa facessero al suo.

 

Un’ora dopo eravamo tra le mie quattro mura.

 

 E per tre giorni ci restammo quasi sempre, salvo per visitare la città accaldata e vuota o per cercare in agosto i pochi luoghi decenti  ancora aperti dopo il tramonto in cui mangiare e bere per una cena.

 

 Non guido da vent’anni e non posseggo una mobile auto perciò ci siamo mossi a piedi e nei dintorni.

 

 Ma so cucinare e per il pranzo non furono problemi.

 

Il bere subito è facile: vai, scegli, prendi, paghi e metti in frigo o su un ripiano bottiglie e bicchieri e bevi quanto e quando ti pare. È il durante e il dopo che t’imbroglia memoria e compattezza.

 

Prima sull’alibus di viaggiatori colmo fu agevole il ciarlare  con quella gente  dall’odore umano, rassicurante a tratti se provvisorio all’occhio e temporaneo al dire.

 

E lei parlava, senza barriera alcuna d’insofferenza al pronunciare di circostanza che se ne fotte dell’intelligenza, il dichiarare estraneo  tra sconosciuti all’esistere, dove il noi siamo è davvero il qui ed è ora, l’adesso inconsistente, da sguardo svelto.

 

Ed io, tra le parole strafottenti al mio comunicare da straniero di lessico sciupato ad occhi sordi, sogguardavo il suo collo e il seno un po’ più giù che di numerazione era a suo dire il due, quella seconda che enunciano le femmine intristite,  come per un torneo non vittorioso all’occhiata, all’apparenza, al modello.

 

Mora capezzolo rosa, aveva di sé scritto una gran bella femmina vent’anni fa, quasi in ossimoro di adescamento, di seduzione all’immagine.

 

 Ma del suo seno nudo ancora non sapevo la nuance  di carne.

 

 La brasiliana col culo docile sulla sedia del bus non era niente male, anche se paffutella di contorni cercava allegra di attaccar bottone chiedendomi di strade o di percorsi ed io l’assecondavo pourparler.

 

 Ed ogni tanto l’insolente mio sguardo cadeva sui capelli fatti a chignon, scuri, castani,  crespi acconciati ed il profilo, non della brasiliana ma di lei per scelta messa a mollo in questa storia breve che s’annunciava,  sotto l’iride azzurra del mio scrivere a mente si dichiarava ellenico, il suo profilo, con bocca a taglio lusingatore,  quasi impudico, all’occasione plausibilmente osceno e involontario.

 

 Dal capolinea a casa furono passi immemori, di circostanza e indagine scambievole ed a metà fu il chiosco a dissetare e piacque.

 

 Dal cortiletto semplice al portoncino in ferro nero e scrostato, furono invece attimi un po’ indecisi al fare. E finalmente dentro, tra le mie vecchie mura dai soffitti bassi con poca luce, che non mi fanno parte di borghesia o potere e dove è sempre facile l’entrare ed è altrettanto facile l’uscire, col mio imprimatur di smemoratezza da sveltina.

Tutti i racconti

3
4
31

📝 A Giada

26 June 2025

La luce del sole pomeridiano filtrava attraverso le foglie degli alberi, creando arabeschi dorati sul pavimento del piccolo caffè dove ci trovavamo. Di fronte a me, Giada sorrideva, i suoi capelli biondissimi incorniciavano un viso delicato e puro. Gli occhi chiari brillavano di una luce vivace, [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Lawrence Dryvalley: Letto, piaciuto. È proprio vero, amore e ragione sono come lo Yin e [...]

  • Rubrus: Be', sì. è un sentimento che non si può forzare, per [...]

0
1
12

Destabilizzazione (1/3)

26 June 2025

Mattia si stira. Pensa alla giornata che inizia. A volte l'ultimo sonno è angosciante. Giulia si è già alzata e sta trafficando in cucina. Non si preoccupa di far rumore. È l'ora di alzarsi. Mattia avrebbe voglia di un viaggio oltreoceano ma tra un'ora deve essere sul tram per il lavoro. Il lavoro [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

7
16
39

Tempi moderni

25 June 2025

C.K. svoltò frettolosamente l’angolo e si bloccò osservando contrariato i due marciapiedi del vicolo. «Ci risiamo di nuovo» mormorò rivolto a sé stesso. «Comincia a diventare un problema!» Girò sui tacchi e proseguì a passo veloce sulla strada principale in mezzo alla folla dell’orario di punta. [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

4
10
31

Le Sorelle: l’ira di Caterina 4/4

25 June 2025

L’indomani mattina Giulio si svegliò di soprassalto. Aprì gli occhi e le trovò tutte lì, in piedi intorno al suo letto. Nessuna parlava, ma lo osservavano con attenzione, come se lo stessero pesando con lo sguardo. La prima a rompere il silenzio fu Caterina. «Come ti chiami?» «Giulio». «Da dove [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

2
1
23

Laguna rossa

-sentivo il sangue

24 June 2025

Sentivo il sangue tra le branchie perforanti d’inchiostro rosso cadaverico SentIvo il sangue immerso in quella doccia rinchiusa accasciata a terra immobile I miei occhi risvegliandosi sfocati di una luca fioca non credevano a quello che stava accadendo. violenza chiama violenza violenza [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

5
5
16

Le Sorelle: l’ira di Caterina 3/4

24 June 2025

Capitolo 3: L'uomo dagli occhi gentili Il villaggio sembrava respirare con un ritmo più lento. L’aria era tersa, il cielo chiazzato di nuvole bianche, leggere come farina setacciata. Il suono regolare della sega nella bottega del falegname, il tintinnare dei secchi alla fontana e lo scricchiolio [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

4
5
33

Evoluzione della scrittura: dalla scrittura arcaica alla scrittura moderna

Racconto un pò di storia della scrittura per coloro che scrivono.

23 June 2025

La scrittura, intesa come sistema di segni utilizzato per rappresentare la lingua parlata, ha avuto un'evoluzione significativa nel corso dei millenni, partendo dalle forme più primitive fino ad arrivare ai sistemi alfabetici moderni. Questo processo è stato influenzato da vari fattori, tra cui [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Ondine: Grazie

  • Dax: Bello...ora sarebbe bello un'analisi della scrittura orientale(cinese, [...]

5
5
26

Le Sorelle: l’ira di Caterina 2/4

23 June 2025

Capitolo 1: Il villaggio Il mattino saliva piano dal fondo della valle, portando con sé l’odore di legna bruciata e di pane in cottura. Le case del villaggio erano basse, annerite dal fumo, con i tetti rabberciati e le imposte ancora chiuse. Ma non c’era silenzio. Non era un villaggio morto. [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

4
5
46

Le Sorelle: l’ira di Caterina 1/4

22 June 2025

Prologo Campo militare austro-ungarico – Tenda dello Stato Maggiore Il telo della tenda si gonfiava appena, sfiorato da un vento freddo. All'interno, tre ufficiali sedevano attorno a un tavolo ingombro di mappe. Il giovane soldato davanti a loro tremava. L'uniforme era lacera, la fasciatura all'avambraccio [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

3
4
29

Il Natale è una cosa per grandi

22 June 2025

Nel buio della sua stanza, il bambino, o meglio, quello che fino a poco tempo prima era un bambino, fissava il soffitto. Dal soggiorno arrivavano voci smorzate, risate adulte che sembravano voler convincere loro stesse della propria allegria. Aveva chiuso gli occhi da tempo, ma non dormiva. Sapeva [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Ondine: Dolce. L'ho fatto anch'io! Ma scherziamo? Troppo bello credere a Babbo [...]

  • zeroassoluto: Ovunque, in tutte le civiltà, c'è sempre uno o più [...]

5
6
33

Oltre la nebbia(2/2)

In un paese in cui non si vede oltre un palmo dal naso

21 June 2025

Sophia non si piegava. Aveva capito che l’ignoranza non era solo mancanza di conoscenza: era una difesa, una paura profonda del cambiamento. La nebbia proteggeva Villacava. Difendeva dal rischio di scoprire che esisteva qualcosa di più grande e più complesso oltre i suoi vicoli ciechi e i confini [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Lawrence Dryvalley: Esordio di tutto rispetto. mi è piaciuto. Condivido complimenti e appunti [...]

  • Dax: la metafora è bella, anche se non nuova. In effetti, l'ignoranza [...]

3
13
37

Girabuio 4/4

21 June 2025

Irving Crane non vide la fine del processo. Lo trovarono stecchito nel giardino, una mattina. Dopo lo scavo, alcuni girasoli erano ricresciuti e, a sentire qualcuno, Irving ne aveva strappato uno e aveva usato il gambo per impiccarsi… la maggior parte però diceva che non era possibile. Il gambo [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

Torna su