Da sempre Napoli e’ divisa in due; la Napoli dei grandi alberghi, degli industriali. la Napoli bene, quella della collina di Posillipo, di via Tasso, del Vomero. La Napoli delle bellezza naturali. Quella Napoli abitata e frequentata da imprenditori, politici, professionisti con studi da migliaia di euro, persone che vivono nei loro lussuosi appartamenti e nelle sontuose ville al di fuori della realtà napoletana e se qualcuno ne parla sfuggono al discorso ed ai problemi. Di contro abbiamo l’eterna Napoli nobilissima della povera gente dei quartieri storici, di quei quartieri che hanno segnato un epoca e che oggi per l’incuria, il degrado a cui sono sottoposti hanno perso la loro identità. 

Qui l’emarginazione e’ culturale e sociale. Gli abitanti di questi quartiere decadono come decade la storiografia. I monumenti, i palazzi storici, le chiese, i vicoli, colmi di gloriosa vita, oggi freddi e angusti, scheletri del loro passato, si identificano con gente emarginata al suo destino di perenne abbandono e povertà. 

Ho scelto di raccontare il quartiere più nobile di questa città eterna: Il quartiere Sanità.

Giungendo da porta S. Gennaro, cosi chiamata perchè era la porta che conduceva alle catacombe di S. Gennaro (di questa antichissima porta si hanno notizie sin dal ‘928 e pare che non fosse collocata nel luogo attuale , dove fu portata nel 1573, ma piu’ indietro.) Attraversiamo via Fuori Porta S. Gennaro e, entriamo in via Vergini. Il toponimo nasce dai seguaci del Dio Eunosto al quale offrivano la loro verginità. In questo quartiere fiorirono abitazioni di principi e reggenti. Via Vergini ampia strada di transito, un tempo, di carrozze di nobili che l’attraversavano per recarsi alla Reggia di Capodimonte oggi, ampio centro commerciale che ne ha deturpato la bellezza e ne ha occultato la storicità, Via vergini e’ la strada che conduce alla non meno nota Piazza della Sanita’, la piazza del celebre quartiere cosi chiamato per il verde e l’aria salubre. Era un tempo meta turistica. Questo e’ il celebre quartiere dei guappi. Qui troviamo la chiesa d’’o Munacone.

Sulla sinistra di Via Vergini troviamo il celebre Palazzo dello Spagnolo, costruito nel 1738 dall’architetto Ferdinando Sanfelice, il quale rappresenta l’architettura civile al tempo di Carlo III di Borbone, e’ una costruzione funzionale e coeva al Palazzo di Capodimonte, in quel periodo di proprietà del Marchese Nicola Moscati, oggi il palazzo e’ sede di qualche associazioni culturali e abitazioni.

Sul lato destro di Via Vergini, troviamo la monumentale chiesa di S. Maria dei Vergini il vero centro del quartiere. 

Per colpa dei bombardamenti dell’ultima guerra e d’innumerevoli furti oggi la chiesa conserva pochissime tracce delle opere d’arte del passato anche se detta chiesa non ha mai posseduto i tesori d’arte che ornano tante chiese del circondario la testimonianza storica che conserva e’ di grandissimo valore, prima fra tutto il fonte battesimale dove fu battezzato S. Alfonso Maria de Liguori, che proprio in queste strade inizio’ la sua attività religiosa. Non molti anni fa sono stati rinvenuti nei sotterranei della chiesa degli affreschi risalenti al XIV secolo, non va dimenticato il ricco e prezioso archivio, poco studiato, ma che si rivela una preziosa fonte per la storia religiosa e sociale dei Vergini.
In  uno di questi grossi e storici volumi, troviamo la registrazione del battesimo di Antonio de Curtis in arte Totò.

La parrocchia e’ dotata di un piccolo teatro dove con frequenza si organizzano rappresentazioni di vario genere.

Superata via Vergini ci troviamo all’inizio di via Sanità dove sorge il sontuoso Palazzo Sanfelice costruito nel 1778, e, adibito ad abitazione dello stesso. E' composto di due cortili e di due portoni armati di sirene che reggono un balcone e da un ampio giardino interno. Molto scenografico-  In questo quartiere abitava e morì a settantuno anni, il 7 gennaio del 1891, Francesco Mastriani autore di 107 romanzi e 100 novelle. Una targa posta fuori l'abitazione ne ricorda 

In Via S. Maria Antesaecula troviamo la casa di Toto’ il comico più amato dai napoletani e non solo. In questa zona Toto’ e’ venerato come un santo. Statue ed edicole lo ricordano con profondo ed immutato affetto.
Lungo tutto il percorso troviamo, quasi ad ogni angolo, in ogni vicolo, edicole votive, segno del profondo culto religioso di questo popolo che giorno dopo giorno si affida ai santi protettori per tirare avanti alla meno peggio.

In Piazza Sanità domina la famosissima chiesa barocca di S. Maria alla Sanita’ costruita sulle catacombe di S. Gaudioso e famosa per la statua di S. Vincenzo detto ‘O Munacone, eletto a Patrono del quartiere proprio dai guappi in quanto, sembra, li abbia salvati dal carcere o dalla forca. Un tempo, due volta l’anno si celebravano, grandi festeggiamenti, in onore di S. Vincenzo, che coinvolgevano tutta la zona. 

Oggi, purtroppo, anche questo rito è andato in disuso. Ma la storia resta e a coloro i quali decidono di visitare il quartiere racconterà sempre la sua gloriosa vita.


 


 

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