Le ossa erano venute allo scoperto. 

Davide Cordarelli (“Cord” per gli amici, da quando era tornato dall'America con un giubbotto di pelle come quello che, di lì a qualche anno, Arthur Fonzarelli avrebbe indossato in “Happy Days”) le raccolse una ad una, ripulendole. 

Sei vertebre, due costole, il cranio. Altre non se ne vedevano e volesse il cielo che la terra e il tempo le avessero inghiottite per sempre.

Cord mise le vertebre e le costole nella tasca e tenne il teschio in mano. 

Si aspettava che fosse più grande, ma era solo un ragazzo quando lo aveva sepolto e allora tutto gli sembrava più grande. Sporgeva dal palmo e i denti aguzzi gli solleticavano il polso. Le orbite vuote lo fissavano con uno sguardo da dinosauro. 

«Io lo conoscevo, Orazio» disse ad alta voce. 

Solo in quel momento si accorse della giovane donna alle sue spalle.

Forse aveva tossito, o forse era successo come nei libri, quando parlano del “sentirsi osservati”. 

Comunque, chissà da quando lo stava guardando. 

«Era il mio cane» disse mettendo in tasca anche il cranio. «Si chiamava Dick. Mai avuta troppa fantasia, per i nomi». 

«Non volevo essere indiscreta» disse la donna. 

Era giovane, sulla trentina. Abbigliamento da corsa, con l’immancabile smartphone attaccato al bicipite. Il tipo di donna che riceve fischi di approvazione e complimenti lascivi da vecchi cui non restano altro che fischi e complimenti lascivi e non se ne preoccupa. 

Non sembrava una che va a denunciare alle guardie ecologiche le violazioni al regolamento del parco, ma… «L’ho sepolto quando ancora non c’era, il parco. Solo una cava in disuso che, quando pioveva, si riempiva d’acqua». Mi sto giustificando? Pensò Cord. Peggio ancora. Sto assomigliando a quei vecchi che attaccano bottone con le giovani donne nei parchi? Si domandò se, a settantadue anni, si poteva considerare vecchio. Agli occhi di una trentenne, probabilmente sì. Quando era lui ad avere trent’anni, chiunque avesse superato i sessanta gli sembrava vecchio e, come aveva detto quel tale, il tempo è relativo. 

«Non c’è problema» disse la donna. Poi: «È bello, qui». 

Si sedette su un tronco, senza togliersi il sudore di dosso. Un soffio di brezza ne portò l’odore alle narici di Cord e lui (non era vecchio, non un vecchio lascivo, almeno) distolse lo sguardo. 

La cava era diventata un laghetto, abbastanza grande perché, nel mezzo, potesse starci un isolotto; sulle rive crescevano canne, betulle e roverelle, tranne dove si trovavano Cord e la donna. Lì un albero c’era stato, fino a poco tempo prima, ma era caduto e ora le radici coprivano la vista del lago come un bambino che gioca a nascondere il panorama con la mano. 

Di fronte a loro un airone spiccò il volo con un indolente, maestoso battito d’ali. 

«È bello, sì» disse Cord. 

«Così era il suo cane» disse la donna. 

Cord annuì «Di quando ero ragazzo». Adesso mi chiede quanto tempo fa è stato. Anzi no. Ma senz’altro lo sta pensando. Indicò l’albero caduto. «È una quercia rossa. Le hanno piantate quando hanno istituito il parco. Non sono alberi di queste parti, sono americani, ma allora non si badava a queste cose. Le radici sono superficiali, così, quando arriva qualche tempesta… e sono sempre più violente... comunque, in tutti questi anni, hanno consumato un bel po’ di tonnellate di anidride carbonica». 

«Il clima è cambiato» disse la donna. Ma non hai idea di quanto. Sei troppo giovane. E, credimi, non vuoi saperlo veramente, anche se ho una gran paura che lo scoprirai. 

«Sicché Dick è il cane di quando era bambino». 

«Aveva un orologio in testa. A una certa ora cominciava a guaire, usciva di casa e veniva ad aspettarmi alla fermata del tram di ritorno da scuola. Tutti i santi giorni, tranne la domenica. Non ha sbagliato neanche una volta. Mai saputo come facesse. E...». 

Ammutolì. La donna era un’estranea. Non era il caso di rivelarle i fatti propri. Si sentì in imbarazzo, peggio che se le avesse rivolto un apprezzamento da scaricatore di porto. 

«Non sarebbe venuto a recuperarne i resti, se non gli avesse voluto bene» disse la donna. 

Cord avvertì la sensazione di poco prima. Sentirsi osservato. O qualcosa di simile. «Gli piaceva l’acqua» proseguì. «Neanche fosse stato un Labrador o un Terranova. Non gli somigliava neanche un po’, ovviamente. Un bastardino. Allora li chiamavamo così senza farci troppi problemi». 

La donna fece scorrere di nuovo lo sguardo sul laghetto. Una tartaruga affiorò accanto alla quercia caduta e si appoggiò a un ramo. «È un bel posto» ripeté. Improvvisamente si sporse verso Cord allungando una mano. «Lara» disse. 

Cord esitò un istante, poi la strinse. Era tiepida e per niente sudata. La presa era salda. «Cord» rispose lui. Gli amici mi chiamano “Cord” diceva spesso, ma non sempre. Non questa volta. 

La donna sorrise «Questo è un nome strano. Americano?». 

«Ci sono stato solo un anno. Sono tornato con un giubbotto di pelle che sarebbe diventato iconico, come si dice oggi, e Full». 

«Full?». 

«Il mio secondo cane. Avevo detto a me stesso che non ne avrei avuti altri dopo Dick, ma Full era stato abbandonato all'aeroporto. Non era a posto con le vaccinazioni, così il proprietario l’aveva lasciato lì con l’intesa di riprenderselo una volta in regola, ma poi non l’aveva fatto. Ecco, Full, lui sì che era americano. Mi ha salvato la vita». 

«Non è una metafora» disse Lara. Non era una domanda. 

«Dall’America portai anche la passione delle corse in auto. Una notte finii in un fosso. Full era a bordo e sgusciò fuori dal finestrino. O almeno credo perché io ero svenuto. Raggiunse un distributore tre chilometri avanti e, non so come, fece capire quello che era successo. Vennero a prendermi e io salvai la pelle. Full no. Era rimasto al distributore e nessuno si era preso cura di lui. Dopotutto, era solo un cane». Si massaggiò una gamba come se gli facesse male. O ricordasse che, una volta, gli aveva fatto male. «Rimasi in coma tre settimane, poi, a poco a poco, tornai a una vita normale, anche se dovetti rinunciare a correre» indicò le scarpe sportive di Lara «persino a piedi. Di Full bruciarono il corpo. Non esistevano celle frigo per cani. Per quel che ne so, non esistono neanche adesso». 

«Da allora, niente più cani» disse Lara. 

Cord non disse niente. Con un lieve sciacquio, la tartaruga si rituffò in acqua. 

«Ho letto una volta in un libro che, nella vita di un uomo, ci sono tre cani: il cane del mattino, che insegna a te, il cane di mezzogiorno, al quale insegni tu e... no, aspetti, non era così» fece la donna. 

Cord accennò allo smartphone. «Potrebbe controllare su quell’affare». 

«Non è il caso, anzi...» disse Lara alzandosi «è meglio che vada. Mi sa che l’ho disturbata». 

«Vengo qui tutti i giorni». Ma non a disseppellire teschi di cani

Lara sorrise. «Anche io vengo a correre qui spesso. Magari ci si rivede».

Cos’è? Un appuntamento? In ogni caso, ricordati che sei troppo vecchio. 

Prima che Cord potesse dire qualsiasi cosa, la donna si allontanò di corsa.

Tutti i racconti

2
4
20

Solo una bambina

18 August 2025

Di me amerò sempre la fanciullezza. La speranza, che alla fine è davvero l’ultima che se ne va. Quegli occhi lucidi un tempo di sogni e ambizioni, che oggi appaiono sfocati sotto il peso dei tormenti. L’ingenuità che ancora mi caratterizza dopo tanto, la schietta sincerità che troppo spesso mi [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Mandy Wotton: Grazie mille, Paolo e Lau!
    A volte mi lascio trasportare dal travolgere [...]

  • zeroassoluto: Ciascuno di noi interroga il bambino lontano, che malgrado tutto, resiste ancora [...]

2
3
10

Pensieri

Vas
18 August 2025

Sensazioni e pensieri sono la stessa cosa. È che non mi convince che il pensiero sia razionale, non mi convince la parola razionale. Razionale è allora un concetto con poche regole, un pensiero veloce e pratico alla sopravvivenza. Razionale invece dovrebbe essere tutto ciò che noi abbiamo, il motore [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Lo Scrittore: non sono la stessa cosa, non possono esserlo. al limite le sensazioni possono [...]

  • Rubrus: Come dice chi mi ha preceduto, le sensazioni non sono pensieri, ma derivano [...]

1
1
11

Il Capanno dei cacciatori

"Dove l’uomo onorava il bosco"

18 August 2025

Il Rito del Capanno dei Cacciatori Il Rito del Capanno dei Cacciatori Ascoltate bene, perché questo non è un racconto come gli altri. È la storia di un momento sospeso tra la fine e l’inizio, tra l’estate che si ritira e l’autunno che avanza con passo deciso. In un angolo nascosto del bosco, c’è [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

2
3
18

Vita Digitalis et Aliae Evanescentiae

Con prefazione di Prof. Eusebio Rognoni

Miu
17 August 2025

Prefazione all’Edizione Metropolitana di Prof. Eusebio Rognoni – Direttore dell’Istituto per le Narrazioni Post-Mortem e le Identità Immaginarie, sede di Cavernozza in Selvis La Famiglia De Funebris non è solo un insieme di personaggi. È una genealogia deviante, una saga poetico-burocratica ambientata [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • zeroassoluto: Heu! Nonnumquam redeunt et
    carminibus iocantur.
    Bene narras...

  • Miu: Non mi dire che stanno anche qui😂

3
5
22

Confessione

17 August 2025

“Papà ho una cosa molto importante da dirti”. La voce mi uscì flebile. Mi avvicinai alla finestra e spostai una lunga tenda blu che impediva ad uno splendido sole di fine Maggio di illuminare a dovere la stanza. La prima cosa che notai affacciandomi alla vetrata fu un incantevole prato inglese [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

3
6
22

Vi racconto in breve tre storie d'amore parallele.

Tra contrasti familiari e finali in tragedia,

17 August 2025

L’amore, spesso dolce e luminoso, può anche rivelarsi oscuro e tragico, specialmente quando i legami familiari si intrecciano con le passioni dei cuori innamorati. Le storie di Piramo e Tisbe, Giulietta e Romeo, e la leggenda del Giovane Vesuvio e di Capri offrono un affresco di amori impossibili, [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • zeroassoluto: Bravo Gennarino, che ci ricorda tre storie d'amore finite in tragedia.
    Adesso [...]

  • Rubrus: Dove si dimostra che le trame, gira e rigira, sono sempre le stesse, e voler [...]

4
6
27

La scrittura

16 August 2025

La scrittura è terapia la nostalgia porta via. Il tempo ferma nuovi orizzonti apre piacevole calma farà sentire. Con la punta sottile d'inchiostro intrisa la penna sul foglio si lascia trascinare in mille rivoli ornati e ondulati. Come incantevole danza la fantasia lascia piroettare e sogni [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

3
7
26

Domenica 31/8/2025 last kiss (2/2)

16 August 2025

Un’ora dopo, al bar, seduto al solito tavolino con vista sulle scale dell’entrata, Sandro legge l’edizione cartacea del suo giornale preferito e non si accorge che una bella signora è appena scesa e si dirige verso di lui, da dietro gli mette le mani sul viso e gli domanda: «Chi sono?» «Troppo [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

2
3
21

L'ombrello

16 August 2025

Pioveva quel giorno, ma cosa potevo farci? L’uscita era programmata da giorni e rinviare e pazientare ancora per vederla, io non ci riuscivo. Dieci minuti prima dell’orario concordato mi eri piazzato sotto l’albero prestabilito per l’incontro. Pioveva già dal mattino, e presi il mio ombrello fortunato. [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • Adribel: Che bel racconto, di quelli che fanno sognare!

  • zeroassoluto: ... dietro di me un colorato ombrello rosa si era palesato sulla mia testa...
    "Sembri [...]

5
6
38

Pasta reale

15 August 2025

A volte nel fondo buio delle serate estive c'è un arcano silenzio. Nell'umidità cavernosa delle ventitré solo qualche piccolo gruppuscolo di giovani rompe il ritmo cantando a squarciagola canzoni che non riconosco. E a quei canti risponde un abbaiare guerriero di cani da giardino, che s'accaniscono [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • zeroassoluto: Ciao Sandro!
    Per prima cosa ti ringrazio immensamente...
    "Perché" [...]

  • Sandro Amici: Già questo appunto è un degno racconto, che mi ha scatenato un [...]

3
6
19

Un grande amico

15 August 2025

Dopo una giornata in ufficio, avevo proprio voglia di fare due passi. Camminavo senza meta, con lo sguardo basso e le mani in tasca. — Ninuzzo! Uè, Ninuzzo! Mi volto. Un uomo sulla cinquantina si avvicina con passo deciso. Ha un completo bianco un po’ appariscente, camicia nera sbottonata fino [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • CURZIO LUCANO: Grazie per i commenti. Mi fa piacere sapere che non sono l'unico smemorato [...]

  • Camillina: Bello! Mi ricorda di non essere la solo a non ricordarmi niente.😜

3
8
15

Domenica 31/8/2025 last kiss (1/2)

15 August 2025

Sono arrivato tardi, dopo le nove il parcheggio è un incubo, io stavo pensando di mettere la macchina sotto alle fresche frasche, invece già è tanto se trovo un angolo ombreggiato, i ricordi del passato ti fanno fare delle imbecillità senza pari, il posto dove andavo al mare quando ero piccolo, [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • zeroassoluto: Bravo Dario... siamo proprio noi, personaggi attempati che hanno smesso di [...]

  • Dario De Santis: Grazie a tutti, domani cercherò di rassenerarvi, non è tutto [...]

Torna su