Cambiare città, lavoro, casa, amici, punti di riferimento. Decidere di guardarsi intorno per farsi emozionare da nuovi tramonti , nuove strade, nuove persone. Decidere tutto questo, portarlo avanti e realizzarlo è molto difficile. Perchè è doloroso. Molto. 

Ci viene detto che l'essere umano nasce nomade. I nostri antenati erano in continuo cammino per cercare cibo, un posto migliore per la caccia e la pesca. Poi, ad un certo punto della nostra evoluzione, per necessità, abbiamo deciso di fermarci. La storia ci racconta che l'uomo, ad un certo punto della sua evoluzione, comprende che può utilizzare la terra per potersi dedicare all'agricoltura. Ma solamente se le condizioni del terreno sono favorevoli. Ed è in questo periodo che nascono i primi agricoltori e allevatori. Con il tempo, poi, abbiamo eretto paesi e città. Case, chiese, scuole, negozi, banche e tanto tanto altro. Fino ad arrivare ai giorni nostri. Abbiamo tutto e non sentiamo più l'esigenza di spostarci per cercare un posto migliore. Almeno così crediamo. Finchè un bel giorno la nostra cara amica abitudine viene a bussare alla nostra porta. A volte per dare un abbraccio, un conforto. Altre, soprattutto dopo tanti anni di visite, viene a ricordarci che, nel profondo, nascosto bene bene, c'è ancora quell'esigenza ancestrale di cambiare. Perchè per noi è linfa vitale. A quel punto, facciamo accomodare abitudine sul divano di casa e decidiamo di aprirle il nostro cuore. E' vero. Abbiamo bisogno di un cambiamento. Un piccolo viaggio? Un cambiamento repentino? Un weekend? O forse solamente qualche mese. Le sue domande ci sovrastano ed ecco che sale la paura del cambiamento. La nostra razionalità arriva subito a sedere accanto ad abitudine per ricordarci che abbiamo delle responsabilità, una casa, un lavoro, una famiglia, che non possiamo abbandonare tutto e ricominciare da zero chissà dove.  Ed ecco che arrivano le perplessità. Che fare allora? Magari un weekend basta…ecco la proposta. Abitudine e razionalità sembrano pienamente d'accordo. Ed ecco che ci sentiamo subito sollevati. Anzi. E' Emily a sentirsi sollevata. Vive in questo paesino sperduto tra le montagne da così tanto tempo che le sembra un'eternità. Vive nell'appartamento che sua zia, sorella di sua madre, le ha gentilmente prestato. Questo “prestito” dura, però, da quasi dieci anni. Lavora in un ufficio nella piazza centrale del suo paese. Non la appaga particolarmente. Ma le permette i vivere decentemente quindi, sette anni fa, si disse:"Perchè no?" Le sue amiche sono tutte sposate e, alcune, hanno anche dei figli. Lei è felicemente sola. Così si definisce quando qualche amica più…diciamo curiosa? Le chiede: "Ma tu? Marito? Figli?" Come se fosse facile, poi, incontrare qualcuno con il quale stare bene. Quando abitudine e razionalità decidono di andarla a trovare è una mattina lavorativa come tante. E' in pausa ma non sa cosa fare. Si trova sempre a fare le stesse cose. E un senso di noia la invade. E poi arrivano queste due nuove amiche e in men che non si dica le regalano questa intuizione. Subito parte la ricerca per questo magico weekend. Computer alla mano, digita su Google “idee per un fine settimana al mare” . Le proposte non tardano ad arrivare. Inizia a scorrere con il cursore del mouse e si ferma proprio lì. “Affittasi delizioso appartamento a pochi passi dal mare. Per informazioni contattare Nadia.” Accanto c'è il numero di telefono di questa signora? ragazza? Chissà. Emily prende il cellulare e digita il numero. Squilla. Ansia. 

N." Pronto?" E. “ La signora Nadia? ” N. “Sì, chi parla?” E. “Salve, mi chiamo Emily e la contatto per l'annuncio di un appartamento in affitto a Nettuno. Volevo sapere se è disponibile.” N. “ Salve Emily, guardi le dico subito che, se cerca per questa estate, mi spiace ma è già affittato.” E. “ No…guardi…in realtà vorrei sapere se è disponibile per questo weekend.” N. “Uhm… quanti siete?” E." Sono solamente io". N." Bene. Sì, è disponibile." E." Ok, la ringrazio." La telefonata va avanti ancora per qualche minuto. Definiscono dettagli, prezzo e luogo di incontro. Sabato mattina alle 8:00 sotto il portone di casa. Questo l'appuntamento. Quando riaggancia il telefono Emily non  può crederci! L'ha fatto! Il cuore le batte forte e le mani le tremano! Ora doveva solamente dedicarsi ai preparativi per la partenza. Tre giorni di tempo sarebbero bastati. Il resto del pomeriggio passò velocemente. Rientrando a casa, camminando per strada, tutto le sembrava diverso. I bambini che ancora giocavano al parco, il bar con ancora qualche cliente… di solito affrontava con noia e tristezza questo tragitto. Bastava davvero così poco? Forse non serviva cambiare proprio tutto. Rientrata a casa decise di farsi cullare da un buon bagno caldo. Dopo cena, poi, dedicò del tempo alla preparazione della valigia. Innanzitutto doveva ricordarsi dove l'aveva lasciata! Davvero non viaggiava da così tanto tempo? 

La ritrovò in un angolo sperduto del suo armadio. Era piena di polvere! Aprendola venne invasa da un forte odore di chiuso e vecchi odori che la valigia aveva gelosamente custodito." La lascerò aperta tutta la notte." Guardando l'orologio si rese conto che era arrivato il momento di andare a dormire. Prendere sonno era impossibile! Il suo amato libro sul comodino l'avrebbe aiutata in questo arduo compito. Cosa c'è di meglio di un buon libro per rilassarsi? E iniziò a farsi coccolare dalle parole che scorrevano veloci davanti ai suoi occhi. Dieci minuti. Tanto durò la sua lettura. Poi Morfeo la abbracciò così intensamente che cadde in un sonno profondo. Ed Emily si addormentò proprio così. Felice. Quel giorno nella vita di Emily accadde qualcosa di straordinario. Decise di andare oltre le sue paure. Dall'altra parte trovò un mondo pieno di meraviglia ad attenderla. E le sue nuove amiche, abitudine e razionalità, divennero delle consigliere eccellenti. Da quel giorno Emily scoprì che ogni giorno poteva essere un posto migliore.

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