Il colonnello M. ottenne il permesso di recarsi a Milano, presso l'ambulatorio dove Giovanni Loiudice aveva esercitato la sua professione di medico prima del conflitto. Quel viaggio, benché necessario per l'indagine, gli fece scoprire un altro mondo indaffarato nella normale routine della vita quotidiana così diverso da quello per lui familiare delle trincee e degli orrori del fronte. Appena giunto all'ambulatorio, M. iniziò a interrogare i colleghi e le infermiere che avevano lavorato con Loiudice. Alcuni lo ricordavano vagamente, altri per nulla: un uomo riservato, quasi invisibile. Sembrava che il suo passaggio fosse stato dimenticato, almeno fino a quando il medico più anziano della struttura non fece la sua comparsa. Era un uomo dai capelli grigi, lo sguardo segnato da anni di esperienza e dalle difficoltà di una vita dedicata alla medicina in tempi difficili. Quando il colonnello M. lo interrogò su Loiudice, il vecchio medico non solo dichiarò di ricordarlo perfettamente, ma anche di conoscere l'episodio che, a suo dire, lo spinse ad arruolarsi come volontario. "È stato durante un inverno freddo, più freddo di questo," iniziò il medico, con tono grave, come se ogni parola fosse un peso. "Una sera si presentò all’ambulatorio una giovane donna, avrà avuto ventisei anni al massimo. Con lei c’era un bambino, non più grande di sei. I loro abiti erano logori, ma puliti, e il loro aspetto, nonostante la povertà, trasmetteva una grande dignità. La ragazza teneva il bambino per mano con delicatezza, come se temesse che anche quel semplice gesto potesse fargli male. Il piccolo era febbricitante, pallido, con occhiaie profonde. Non sembrava avere molte forze, eppure si aggrappava alla sorella come a un’ancora." M. ascoltava in silenzio, immaginando la scena nei minimi dettagli. La rigidità dell'inverno, le luci fioche dell'ambulatorio, la stanchezza dei medici, e la paura nei volti di quella giovane donna e del bambino. "La ragazza raccontò a Loiudice che da giorni il suo fratellino soffriva di una febbre altissima che nessuno riusciva a far scendere. Si stava consumando davanti ai suoi occhi, e non sapeva più cosa fare. Aveva provato a rivolgersi ad altri medici, ma erano tutti troppo costosi, o troppo occupati. Loiudice la accolse con calma, come sempre faceva. Non era un uomo emotivo, ma in quella circostanza sembrò colpito. Cominciò subito a visitare il bambino, ma presto si rese conto che la situazione era grave." Il vecchio medico si fermò un attimo, forse per riprendere fiato o forse per riflettere su ciò che stava per dire. "Loiudice decise di tentare un trattamento d’urgenza, ma sapeva che c’erano poche speranze. Il bambino era troppo debilitato. Fece tutto quello che poteva, ma la febbre non diminuiva. Restarono lì tutta la notte, la sorella che non smetteva di vegliare sul fratellino, Loiudice che tentava disperatamente di salvarlo. Ma quando arrivò l'alba, il bambino era morto." A quelle parole, il colonnello M. rimase immobile. Il medico riprese con voce grave: "La ragazza non pianse. Si limitò a guardare il fratellino con occhi vuoti, senza lacrime. Si alzò, lo prese tra le braccia e, prima di andarsene, sussurrò solo una frase: 'Abbiamo già perso tutto'. Quelle parole, però, ebbero un effetto devastante su Loiudice. Da quel giorno cambiò. Non era più lo stesso medico attento e scrupoloso. Diventò distante, quasi ossessionato dall’idea di non aver fatto abbastanza. Poco tempo dopo, si arruolò nell'esercito. Non come ufficiale ma come semplice soldato, come se volesse punirsi per quella morte, come se stesse fuggendo da sé stesso." Il colonnello M. capì in quel momento che la tragedia che aveva segnato Loiudice non era solo legata alla morte del bambino, ma anche alla perdita di fede in sé stesso. Era un uomo che si sentiva colpevole di una morte che probabilmente non avrebbe potuto evitare. Forse, pensò M., l'arruolamento era stato per lui un modo per espiare quella colpa, un atto disperato di redenzione. Ma chi avrebbe potuto voler la morte di un uomo già così tormentato? Il colonnello M. osservò il vecchio medico mentre si dirigeva lentamente verso l'archivio polveroso dell'ambulatorio. Il rumore dei cassetti che si aprivano sembrava rimbombare nell'aria silenziosa. Dopo qualche attimo di ricerca, il medico anziano estrasse una scheda ingiallita dal tempo e la guardò attentamente, socchiudendo gli occhi per mettere a fuoco le scritte ormai sbiadite. “Maria Rotani,” disse con voce calma ma ferma, sollevando la scheda come se fosse la chiave per svelare un mistero sepolto nel passato. “Questo è il nome della ragazza.” M. prese mentalmente nota. Maria Rotani. Un nome che non gli diceva nulla, ma che ora sembrava essere un tassello fondamentale nel mosaico dell'indagine. "Sa altro di questa donna?" chiese il colonnello. Il medico scosse la testa lentamente, riponendo la scheda con un gesto solenne. “No, non l'ho più vista dopo quella notte. Né io né nessuno qui. Si prese il bambino tra le braccia e scomparve nell'alba. Non era di Milano, credo fosse di qualche paese nei dintorni. Non aveva detto molto quella notte, ma il suo sguardo… era come se avesse già rinunciato a tutto.” M. annuì. Questo nome, Maria Rotani, poteva essere la chiave per capire cosa fosse successo a Giovanni Loiudice. Era possibile che questa donna avesse un legame con la sua morte, o forse rappresentava solo il suo passato tormentato? Il colonnello sapeva che l’unico modo per saperlo era rintracciarla e scoprire che fine avesse fatto. Ma come rintracciare una donna che sembrava svanita nel nulla? Prima di andarsene dall'ambulatorio, M. si fece consegnare una copia della scheda. Conteneva poche informazioni: nome, età approssimativa, il riferimento al fratello deceduto quella fatidica notte. Decise che era tempo di tornare al suo reggimento. Si era convinto che quella ragazza avesse avuto a che fare con la morte di Giovanni Loiudice, ma se così era come aveva fatto ad individuarlo ? Pensò subito alle crocerossine: le infermiere volontarie che assistevano i soldati feriti, spesso donne che cercavano di contribuire allo sforzo bellico, e che potevano avere accesso sia agli ospedali da campo che alle aree di accampamento. Diresse le sue ricerche su di loro, focalizzandosi in particolare su quelle di stanza nelle vicinanze del luogo del delitto. Iniziò a interrogare i responsabili dell’organizzazione delle infermiere volontarie, richiedendo gli elenchi di quelle presenti nella zona nelle settimane precedenti al ritrovamento del cadavere. Si concentrò sui nomi che potevano corrispondere a donne di età simile a quella di Maria e su coloro che erano arrivate da poco al fronte. 

 

Tutti i racconti

2
4
28

📝 A Giada

26 June 2025

La luce del sole pomeridiano filtrava attraverso le foglie degli alberi, creando arabeschi dorati sul pavimento del piccolo caffè dove ci trovavamo. Di fronte a me, Giada sorrideva, i suoi capelli biondissimi incorniciavano un viso delicato e puro. Gli occhi chiari brillavano di una luce vivace, [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Lawrence Dryvalley: Letto, piaciuto. È proprio vero, amore e ragione sono come lo Yin e [...]

  • Rubrus: Be', sì. è un sentimento che non si può forzare, per [...]

0
0
12

Destabilizzazione (1/3)

26 June 2025

Mattia si stira. Pensa alla giornata che inizia. A volte l'ultimo sonno è angosciante. Giulia si è già alzata e sta trafficando in cucina. Non si preoccupa di far rumore. È l'ora di alzarsi. Mattia avrebbe voglia di un viaggio oltreoceano ma tra un'ora deve essere sul tram per il lavoro. Il lavoro [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

7
16
37

Tempi moderni

25 June 2025

C.K. svoltò frettolosamente l’angolo e si bloccò osservando contrariato i due marciapiedi del vicolo. «Ci risiamo di nuovo» mormorò rivolto a sé stesso. «Comincia a diventare un problema!» Girò sui tacchi e proseguì a passo veloce sulla strada principale in mezzo alla folla dell’orario di punta. [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

4
8
28

Le Sorelle: l’ira di Caterina 4/4

25 June 2025

L’indomani mattina Giulio si svegliò di soprassalto. Aprì gli occhi e le trovò tutte lì, in piedi intorno al suo letto. Nessuna parlava, ma lo osservavano con attenzione, come se lo stessero pesando con lo sguardo. La prima a rompere il silenzio fu Caterina. «Come ti chiami?» «Giulio». «Da dove [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

2
1
23

Laguna rossa

-sentivo il sangue

24 June 2025

Sentivo il sangue tra le branchie perforanti d’inchiostro rosso cadaverico SentIvo il sangue immerso in quella doccia rinchiusa accasciata a terra immobile I miei occhi risvegliandosi sfocati di una luca fioca non credevano a quello che stava accadendo. violenza chiama violenza violenza [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

5
5
16

Le Sorelle: l’ira di Caterina 3/4

24 June 2025

Capitolo 3: L'uomo dagli occhi gentili Il villaggio sembrava respirare con un ritmo più lento. L’aria era tersa, il cielo chiazzato di nuvole bianche, leggere come farina setacciata. Il suono regolare della sega nella bottega del falegname, il tintinnare dei secchi alla fontana e lo scricchiolio [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

4
5
33

Evoluzione della scrittura: dalla scrittura arcaica alla scrittura moderna

Racconto un pò di storia della scrittura per coloro che scrivono.

23 June 2025

La scrittura, intesa come sistema di segni utilizzato per rappresentare la lingua parlata, ha avuto un'evoluzione significativa nel corso dei millenni, partendo dalle forme più primitive fino ad arrivare ai sistemi alfabetici moderni. Questo processo è stato influenzato da vari fattori, tra cui [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Ondine: Grazie

  • Dax: Bello...ora sarebbe bello un'analisi della scrittura orientale(cinese, [...]

5
5
26

Le Sorelle: l’ira di Caterina 2/4

23 June 2025

Capitolo 1: Il villaggio Il mattino saliva piano dal fondo della valle, portando con sé l’odore di legna bruciata e di pane in cottura. Le case del villaggio erano basse, annerite dal fumo, con i tetti rabberciati e le imposte ancora chiuse. Ma non c’era silenzio. Non era un villaggio morto. [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

4
5
46

Le Sorelle: l’ira di Caterina 1/4

22 June 2025

Prologo Campo militare austro-ungarico – Tenda dello Stato Maggiore Il telo della tenda si gonfiava appena, sfiorato da un vento freddo. All'interno, tre ufficiali sedevano attorno a un tavolo ingombro di mappe. Il giovane soldato davanti a loro tremava. L'uniforme era lacera, la fasciatura all'avambraccio [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

3
4
29

Il Natale è una cosa per grandi

22 June 2025

Nel buio della sua stanza, il bambino, o meglio, quello che fino a poco tempo prima era un bambino, fissava il soffitto. Dal soggiorno arrivavano voci smorzate, risate adulte che sembravano voler convincere loro stesse della propria allegria. Aveva chiuso gli occhi da tempo, ma non dormiva. Sapeva [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Ondine: Dolce. L'ho fatto anch'io! Ma scherziamo? Troppo bello credere a Babbo [...]

  • zeroassoluto: Ovunque, in tutte le civiltà, c'è sempre uno o più [...]

5
6
32

Oltre la nebbia(2/2)

In un paese in cui non si vede oltre un palmo dal naso

21 June 2025

Sophia non si piegava. Aveva capito che l’ignoranza non era solo mancanza di conoscenza: era una difesa, una paura profonda del cambiamento. La nebbia proteggeva Villacava. Difendeva dal rischio di scoprire che esisteva qualcosa di più grande e più complesso oltre i suoi vicoli ciechi e i confini [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Lawrence Dryvalley: Esordio di tutto rispetto. mi è piaciuto. Condivido complimenti e appunti [...]

  • Dax: la metafora è bella, anche se non nuova. In effetti, l'ignoranza [...]

3
13
37

Girabuio 4/4

21 June 2025

Irving Crane non vide la fine del processo. Lo trovarono stecchito nel giardino, una mattina. Dopo lo scavo, alcuni girasoli erano ricresciuti e, a sentire qualcuno, Irving ne aveva strappato uno e aveva usato il gambo per impiccarsi… la maggior parte però diceva che non era possibile. Il gambo [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

Torna su