Completare i lavori della piscina si rivelò massacrante, soprattutto dopo una giornata passata a contrattare e spingere il carretto, senza sosta, come nuotatori, metodici e senza il gusto della noia, che ripetano vasche su vasche con folle determinazione.

La padrona di casa era bella anche se altéra, poco disponibile a parlare o a fingersi gentile.

A Khaled non piaceva.

“Perché?” gli chiedeva il fratello.

“È cattiva, lo sento.”

“Ma hai visto che corpo? E che pelle?”

Khaled chiuse gli occhi in segno di muta disapprovazione: si era sempre sentito differente dal fratello, anche se erano identici all’apparenza.

Non aveva faticato a capire l’evoluzione delle cose né si era sentito particolarmente fiero dell’avverarsi della propria profezia, quando vide la signora sparire all’interno della casa, mano nella mano di Massuf, dopo avergli offerto un inusuale bicchiere d’acqua. Un’affinità a pelle, di tipo animale, la stessa che lega la gazzella al leone nella quotidiana lotta per la vita.

Aveva percepito la brezza di quel pomeriggio avanzato come una messaggero di guai e aveva compreso come l’unità tra sé e il fratello si fosse incrinata, spezzata, dopo ventisette anni di simbiosi.

Pianse, senza trovarci particolari ragioni, mentre le pale di un’amorevole agave lo accarezzavano con il dorso senza spine, arcuandosi, e lo riparavano da una luna in cerca di spiegazioni che non sarebbe stato in grado di dare neanche a se stesso.

 

Il maresciallo Luigi Scapece era stato svegliato in orario antelucano da una telefonata di servizio. Maledicendo l’efficienza del proprio telefonino, aveva risposto con gli occhi impastati di sonno.

“C’è stato un duplice omicidio, marescià” gli aveva detto il sottoposto, irrispettoso.

“Dove? Chi?”

Dell’inappuntabile spiegazione aveva capito solo il posto, l’anonimità dell’informatore (probabilmente un pusillanime, ricchissimo proprietario di una villa circostante) e i nomi delle vittime, anzi uno solo, dal momento che il secondo gli era parso straniero e nutriva un rapporto, con le lingue, di rispetto a distanza.

Si era vestito in fretta e furia, blaterando parole senza senso alla moglie addormentata e, senza neanche farsi la barba, si era trovato a fumare stretto nell’auto di servizio con altri quattro colleghi fumatori, la cravatta composta in una diagonale approssimativa e sarcastica.

Maledicendo la taccagneria del Ministero che aveva assegnato al suo distaccamento una macchina dagli spazi tanto risicati, erano arrivati a fronteggiare il luogo del delitto.

Alle sei.

Entrando, videro la miscela letale di corpi e colori. Bussò rumorosamente alla porta dell’abitazione: nessuno doveva dormire, visto che il suo sonno era stato spezzato.

Dopo cinque minuti apparve Mario Russo, assonnato.

Gli mancarono i sensi quando vide l’esito mortale della tresca, di cui si dichiarò inconsapevole.

“Conosce l’altra persona morta, oltre a sua moglie?”

Il vedovo ci pensò per un attimo di troppo, per poi dichiarare di no.

“Quindi voi eravate soli qui in casa” concluse, lapalissianamente, il commissario.

“Si”

Il commissario decise di non indugiare oltre con l’investigazione: se avessero fatto in fretta sarebbe riuscito a recuperare almeno un’oretta di sonno.

“Bene, non ho altre domande, devo perquisire la casa.”

“Faccia pure, entri.”

La perquisizione si rivelò più veloce del previsto, con il sottoposto del maresciallo che si affacciò dalla finestra del primo piano dicendo:

“Abbiamo una pistola nel comodino, è sua?” chiese al padrone di casa.

“Si, è mia. Perché?”

“Manca un proiettile e pare che abbia sparato da poco.”

Luigi Scapece fischiò di soddisfazione malrepressa, pensando alla continuazione del sacro riposo notturno. Ammanettò l’assassino, che aveva assunto la muta inespressività di una maschera di cera. Ai colleghi diede l’ordine di continuare i rilievi, avviandosi verso il commissariato, felice di aver liquidato il caso in un amen, a dispetto dei palesi giudizi di incompetenza che i superiori gli esprimevano con costanza.

 

Khaled piangeva, nel folto della boscaglia vicina.

Piangeva per viltà e per odio.

E per la sua mano dalla sua mira troppo precisa, ben al di là delle sue intenzioni.

Tutti i racconti

2
4
29

📝 A Giada

26 June 2025

La luce del sole pomeridiano filtrava attraverso le foglie degli alberi, creando arabeschi dorati sul pavimento del piccolo caffè dove ci trovavamo. Di fronte a me, Giada sorrideva, i suoi capelli biondissimi incorniciavano un viso delicato e puro. Gli occhi chiari brillavano di una luce vivace, [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Lawrence Dryvalley: Letto, piaciuto. È proprio vero, amore e ragione sono come lo Yin e [...]

  • Rubrus: Be', sì. è un sentimento che non si può forzare, per [...]

0
0
12

Destabilizzazione (1/3)

26 June 2025

Mattia si stira. Pensa alla giornata che inizia. A volte l'ultimo sonno è angosciante. Giulia si è già alzata e sta trafficando in cucina. Non si preoccupa di far rumore. È l'ora di alzarsi. Mattia avrebbe voglia di un viaggio oltreoceano ma tra un'ora deve essere sul tram per il lavoro. Il lavoro [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

7
16
37

Tempi moderni

25 June 2025

C.K. svoltò frettolosamente l’angolo e si bloccò osservando contrariato i due marciapiedi del vicolo. «Ci risiamo di nuovo» mormorò rivolto a sé stesso. «Comincia a diventare un problema!» Girò sui tacchi e proseguì a passo veloce sulla strada principale in mezzo alla folla dell’orario di punta. [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

4
9
30

Le Sorelle: l’ira di Caterina 4/4

25 June 2025

L’indomani mattina Giulio si svegliò di soprassalto. Aprì gli occhi e le trovò tutte lì, in piedi intorno al suo letto. Nessuna parlava, ma lo osservavano con attenzione, come se lo stessero pesando con lo sguardo. La prima a rompere il silenzio fu Caterina. «Come ti chiami?» «Giulio». «Da dove [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

2
1
23

Laguna rossa

-sentivo il sangue

24 June 2025

Sentivo il sangue tra le branchie perforanti d’inchiostro rosso cadaverico SentIvo il sangue immerso in quella doccia rinchiusa accasciata a terra immobile I miei occhi risvegliandosi sfocati di una luca fioca non credevano a quello che stava accadendo. violenza chiama violenza violenza [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

5
5
16

Le Sorelle: l’ira di Caterina 3/4

24 June 2025

Capitolo 3: L'uomo dagli occhi gentili Il villaggio sembrava respirare con un ritmo più lento. L’aria era tersa, il cielo chiazzato di nuvole bianche, leggere come farina setacciata. Il suono regolare della sega nella bottega del falegname, il tintinnare dei secchi alla fontana e lo scricchiolio [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

4
5
33

Evoluzione della scrittura: dalla scrittura arcaica alla scrittura moderna

Racconto un pò di storia della scrittura per coloro che scrivono.

23 June 2025

La scrittura, intesa come sistema di segni utilizzato per rappresentare la lingua parlata, ha avuto un'evoluzione significativa nel corso dei millenni, partendo dalle forme più primitive fino ad arrivare ai sistemi alfabetici moderni. Questo processo è stato influenzato da vari fattori, tra cui [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Ondine: Grazie

  • Dax: Bello...ora sarebbe bello un'analisi della scrittura orientale(cinese, [...]

5
5
26

Le Sorelle: l’ira di Caterina 2/4

23 June 2025

Capitolo 1: Il villaggio Il mattino saliva piano dal fondo della valle, portando con sé l’odore di legna bruciata e di pane in cottura. Le case del villaggio erano basse, annerite dal fumo, con i tetti rabberciati e le imposte ancora chiuse. Ma non c’era silenzio. Non era un villaggio morto. [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

4
5
46

Le Sorelle: l’ira di Caterina 1/4

22 June 2025

Prologo Campo militare austro-ungarico – Tenda dello Stato Maggiore Il telo della tenda si gonfiava appena, sfiorato da un vento freddo. All'interno, tre ufficiali sedevano attorno a un tavolo ingombro di mappe. Il giovane soldato davanti a loro tremava. L'uniforme era lacera, la fasciatura all'avambraccio [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

3
4
29

Il Natale è una cosa per grandi

22 June 2025

Nel buio della sua stanza, il bambino, o meglio, quello che fino a poco tempo prima era un bambino, fissava il soffitto. Dal soggiorno arrivavano voci smorzate, risate adulte che sembravano voler convincere loro stesse della propria allegria. Aveva chiuso gli occhi da tempo, ma non dormiva. Sapeva [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Ondine: Dolce. L'ho fatto anch'io! Ma scherziamo? Troppo bello credere a Babbo [...]

  • zeroassoluto: Ovunque, in tutte le civiltà, c'è sempre uno o più [...]

5
6
32

Oltre la nebbia(2/2)

In un paese in cui non si vede oltre un palmo dal naso

21 June 2025

Sophia non si piegava. Aveva capito che l’ignoranza non era solo mancanza di conoscenza: era una difesa, una paura profonda del cambiamento. La nebbia proteggeva Villacava. Difendeva dal rischio di scoprire che esisteva qualcosa di più grande e più complesso oltre i suoi vicoli ciechi e i confini [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Lawrence Dryvalley: Esordio di tutto rispetto. mi è piaciuto. Condivido complimenti e appunti [...]

  • Dax: la metafora è bella, anche se non nuova. In effetti, l'ignoranza [...]

3
13
37

Girabuio 4/4

21 June 2025

Irving Crane non vide la fine del processo. Lo trovarono stecchito nel giardino, una mattina. Dopo lo scavo, alcuni girasoli erano ricresciuti e, a sentire qualcuno, Irving ne aveva strappato uno e aveva usato il gambo per impiccarsi… la maggior parte però diceva che non era possibile. Il gambo [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

Torna su