Questa è una canzone senza senso, 

che gira intorno e parla solo al vento.

La musica s’arrampica diritta verso il cielo,

s’increspa sul tuo volto un fitto velo nero.

 

Non vedi, non ascolti, a stento tu respiri…

ti sembra di morire, di scendere di giri.

Poi apri la manopola e premi sul pedale:

il vento sulla faccia comincia a farti male.

 

La pelle tua si screpola, si sfalda all’improvviso…

s’infrangono per terra capelli, naso e viso.

Sei libero dal corpo, sei vento ascensionale:

tu voli verso l’alto, stai bene e non hai male.

 

Non hai tu più il respiro, non pesi, non ti tocchi,

svolazzi tra le nuvole, non vedi più con gli occhi.

Sei spirito felice, spogliato del tuo corpo:

ricordi vagamente, che somigliavi a un Orco.

 

 

Questa è una canzone senza senso, 

che gira intorno e parla solo al vento.

Racconta di una vita finita malamente,

tra ferro, acciaio, plastica e tanta poca mente. 

 

La voglia di stupire, di andare come il vento,

di vincere l’amico per credersi un portento.

Lui romba, grida, stride, mentre l’asfalto morde

e non si rende conto, che rischierà la morte.

 

Fermatelo vi prego, salvategli la vita:

il riso di un bambino, il bacio di un’amica…

Ma ormai si sente eroico, col cuor che batte a mille…

la moto curva impavida, si vedon le scintille!

 

Lo vedi da lontano: è un punto bianco e rosso,

che vola all’impazzata e che ti viene addosso…

E’ un attimo infinito, non basta per pensare…

ormai non c’è più tempo di vivere ed amare.   

 

 

Questa è una canzone senza senso, 

che gira intorno e parla solo al vento.

Adesso son tranquillo, vi guardo da lontano:

formiche indaffarate a ricercare il vano.

 

Correte come pazzi, intenti a far denaro,

a sopraffare il prossimo, a renderlo più amaro.

Guardatevi le mani, guardatevi nel cuore…

Riuscite voi a trovare qualcosa che non muore?

 

Prendete un bel pennello, prendete dei colori…

Un rosso, un giallo, un verde, mischiateli ai sapori!

Dipingilo per bene, poi spalmalo d’unguento,

dal basso ventre e tutto, poi sopra, fino al mento.

 

Poi stringigli le mani, regalagli un sorriso, 

aiutalo, confortalo, pulisci quel suo viso.

Non correre, rilassati, riprendi l’allegria:

un buon bicchier di vino e tanta compagnia.

 

 

Questa è una canzone senza senso, 

che gira intorno e parla solo al vento.

 

09 /11/ 2012 - Torino

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