Lo spettacolo sta volgendo al termine. Ultime battute, come da copione originale di Beckett.

 

"VLADIMIRO: C'impiccheremo domani. (Pausa). A meno che Godot non venga.

ESTRAGONE: E se viene?

VLADIMIRO: Saremo salvati..

ESTRAGONE: Allora andiamo?

VLADIMIRO: I pantaloni.

ESTRAGONE: Come?

VLADIMIRO: I pantaloni.

ESTRAGONE: Vuoi i miei pantaloni?

VLADIMIRO: Tirati su i pantaloni.

ESTRAGONE: Già, è vero. (Si tira su i pantaloni. Silenzio).

VLADIMIRO: Allora andiamo?

ESTRAGONE: Andiamo.


 

Non si muovono."


 

Applausi scroscianti, il pubblico si alza in piedi, anche quelli del loggione. “BRAVI, BRAVI”. E giù gli applausi. “BRAVI, BRAVI”. Quando le grida di approvazione cominciano a calare si sente qualcuno urlare “ASPETTATE, ASPETTATE”. La gente si gira, un tizio vestito di tutto punto cammina veloce lungo il corridoio centrale della platea, si arrampica sul palco e si dirige verso i due attori, ancora fermi sotto l'albero, tendendo loro la mano. “Scusate il ritardo. Sono Godot, Amilcare Godot”, proclama. Estragone e Vladimiro non sanno che fare, dalle loro espressione è evidente che sono stati colti di sorpresa, stringono esitanti la mano di Godot. Si guardano, entrambi mimano un boh con le labbra che sembrano sfiatare un respiro inatteso. Anche il pubblico, tutto in piedi, che si stava rivestendo dopo gli applausi, non sa se andarsene o restare. Gli spettatori si guardano uno con l'altro, spaesati. La maggior parte sa che la rappresentazione dovrebbe essere terminata. Una signora commenta “sarà l'allestimento di un regista alternativo” e si risiede. In ordine sparso la gente si spoglia dai cappotti appena indossati e riprende il proprio posto. Il tecnico delle luci, che non ha la più pallida di cosa stia succedendo, vedendo che il pubblico si è rimesso a sedere spegne tutto, tranne il riflettore che illumina il palco.


 

GODOT: Passavo davanti al teatro e ho visto dai cartelloni che mi aspettavate. Mi son tirato una manata sulla fronte, m'ero scordato dell'appuntamento. Comunque adesso sono arrivato. Che programmi abbiamo?

VLADIMIRO: …

ESTRAGONE: Scusi ma lei chi è?

GODOT: Ma sei sordo? (il pubblico ridacchia) Mi sono già presentato. Sono Godot, quello che stavate aspettando. Non dovevamo fare una cosa assieme?

VLADIMIRO: …

ESTRAGONE: …

GODOT: Va beh, ho capito. Potevo anche fare a meno di venire. Ci vediamo in giro, gente. Esce di scena


 

Il pubblico resta seduto e guarda Godot uscire ripercorrendo il corridoio centrale.


 

VLADIMIRO: E noi cosa facciamo?

ESTRAGONE: Ce ne andiamo. Godot è arrivato, cosa stiamo qui a fare. Escono di scena con un'espressione alquanto seccata.


 

Il pubblico resta seduto, in attesa.

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