Autrice: Antonella Rizzo

 

 

Ciao amore mio,

Scusami per il ritardo. Non sai cosa mi è successo!

Va bene, va bene... adesso ti racconto. Abbi pazienza! Non cambi mai, eh?

Ero fuori dal negozietto di fiori, attendendo il proprietario. Oggi, ad aprire fu il figlio, che vedendomi mi rivolse un’occhiata sorpresa, accompagnata da un sorrisetto impacciato. Mi salutò educatamente, facendomi cenno di entrare. 

Prima di riuscire a proferire parola, afferrò il mazzo di anemoni blu e rose -i tuoi fiori preferiti- già pronto sul bancone. Con maestria, avvolse gli steli nella carta argentata e si avviò verso il registratore di cassa.

In silenzio, gli porsi i soldi, afferrai il bouquet e iniziai ad avviarmi verso l’uscita ma, prima che la mano raggiungesse la maniglia, la sua voce mi costrinse ad arrestarmi. 

<< Perché? >> domandò, con una leggera nota di prepotenza.

Sospirai e, senza voltarmi, feci la domanda che ero solito fare a tutti quelli che continuavano a chiedere. << Perché non dovrei? >> borbottai tagliente. 

Attesi la sua risposta ma, come gli altri, non fu capace di rispondere. Scossi la testa infastidito e avanzai ancora. 

<< Cos’è l’amore? >> domandò in un fiato, adesso il suo tono era diverso, meno arrogante.

Ammetto di esser rimasto sorpreso da quella domanda. Non riuscivo a capire, perché proprio a me? Mi voltai, incuriosito. 

Stavo per replicare, prima che lui m'interrompesse.

<< Ogni giorno. Stessa ora. Stessi fiori. È Il primo pensiero di mio padre. Persino questa mattina, prima di andare dal medico le ha preparato quel mazzo di fiori, e mi ha anche raccomandato di non tardare >>. Sospirò << La prego, risponda >> mi supplicò. 

Mi schiarii la voce, perplesso e al tempo stesso sorpreso. << Figliolo… >> 

Immediatamente un turbine di ricordi mi avvolse, inarrestabile. 

Rammentai quando anch’io, come lui, non avevo la minima idea di che cosa fosse questo sentimento che vive dentro ognuno di noi. Quando ero alla continua ricerca di qualcuno che potesse rubarmi il cuore, fino al giorno in cui, tesoruccio, incrociai i tuoi bellissimi occhi verdi. La prima volta che le nostre mani si toccarono. Quel nostro primo bacio. Quante lacrime versate perché entrambi non sapevamo come sarebbe andata a finire. La paura di non farcela mischiata alla voglia di non perderci, anche quando tutto era buio. Ricordo i nostri corpi fremere dalla voglia di unirci e non mollarci mai; la luce riflessa nei tuoi occhi quando all’unisono confessammo di amarci. Rivivo ogni giorno l’emozione provata quando mi dicesti che, anche tu, volevi un futuro con me. Dio, quanto mi hai reso felice. Eri così bella mentre osservavi fuori dal finestrino della macchina dove trascorrevamo gran parte del nostro tempo, perché non avevamo dove andare. 

Caspita quante volte mi hai fatto arrabbiare per quel caratterino prepotente, e quante altrettante volte ti ammiravo per la forza che dimostravi, anche se eri a pezzi. Tu che prendevi a calci la vita, fino al giorno in cui essa ti prese con sé, separandoci. 

“Cercami al di là del mare”, furono le ultime tue parole. 

Ed eccomi. Ti sento. 

Lacrime incontrollate mi rigarono il viso segnato dalla vita e dal tempo, riportandomi al presente, a quel ragazzo che, senza accorgermene, si era avvicinato per osservarmi. 

<< Per me l’amore è… al di là del mare >> esordii con una voragine infinita nel petto.

Immediatamente le braccia di quell'esile ragazzo mi cinsero le spalle, attirandomi verso di sè. Mi abbracciò così forte, che in quell'attimo riuscii a sentire la sua gratitudine mischiata ad un'inaspettata sofferenza. Anche lui non stava passando un bel periodo, ne ero certo.

La stretta attorno alle mie spalle s'intensificò, giungendo sino all'esile cuore; il quale riprese vigore, grazie alla goia che avvertii nel momento in cui le sue labbra sussurrarono una semplicissima parola, ma con un significato grande... immenso. 

 << Grazie >>.

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