Saltavano qua e là in una danza nevrotica quelle fottute cavallette, non si riusciva a liberarsene. Tutti i campi coltivati della valle furono invasi nel giro di una settimana da un orda di insetti divoratori di ortaggi. Parsley Court era una cittadina di provincia famosa in tutto lo stato per la produzione di mais e patate, materie prime che venivano vendute ad aziende nazionali che le trasformavano in snack ipercalorici esportati in mezzo mondo. Era situata in un' area agricola molto vasta ed estremamente fruttuosa e ricca, almeno fino a quell' apocalittica estate.


 

Per mia fortuna io vivevo a 276 miglia di distanza da li e non me ne poteva fregare di meno. La mia città era nebbiosa e umida. Pioveva 276 giorni l'anno, proprio come la distanza che ci separava da quella arida Parsley che tutti fronteggiavamo. A noialtri piaceva il nostro microclima, passavamo le serate a casa, sniffando colla e guardando filmacci horror in bianco e nero. Uscivamo giusto per andare al nostro “saloon” di fiducia, oppure per comprare un six pack di birre al market indiano aperto h24, 7 giorni su 7, festivi compresi, dio lo ringrazi.

Una sera al Pub di BigJohn, così chiamato perchè era magro come un chiodo, tra una chiacchierata e un sidro di uva, si aprì la porta ed entrò lo sceriffo, o meglio quello che noi identificavamo come tale...forse lo era, forse no, ma non aveva mai adempiuto al suo dovere, poco ma sicuro.


 

Carlson, era un omone grassoccio e sudato, stonava al fianco di BigJohn, sembrava che volesse mangiarselo, nessuno avrebbe detto che erano fratelli, rivali fin dalla nascita. Uno mandava in giro per la città gente ubriaca e molesta e l'altro li arrestava, o quantomeno li tratteneva un paio di notti in centrale per poi rimandarli a bere al Pub del fratello. Un business che funziona bene. Fatto sta chè fù il nostro amico affannato in divisa ad informarci del disastroso crash economico che stava coinvolgendo quei cazzo di campagnoli di Parsley. Si avvicinò al nostro tavolo e con la sua solita arroganza affondò la mano nella ciotola di patatine che stavamo sgranocchiando e se ne ficcò una manciata in bocca. Con il suo fare da sbruffone e le briciole sul suo faccione appiccicoso, ci disse che noialtri non le avremo potute mangiare per un bel po, facendoci intendere che ci avrebbe sbattuto in gabbia appena ne avesse avuto l'occasione. Lo faceva sempre, quando era annoiato, veniva al pub e si rivolgeva a noi beoni con aria intimidatoria, sperando di spaventarci e correggere la nostra attitudine troppo poco dignitosa per la sua amata e rispettosa città di borghesi ipocriti, ma non ci riusciva mai. Si credeva minaccioso e noi glielo lasciavamo credere. Sergente Garcia di sto cazzo. 

In realtà voleva solo informarci che per diversi mesi, non ci sarebbero più stati carichi di mais e patate per i nostri stabilimenti, fabbriche nelle quali lavorava tre quarti della popolazione tra cui noi. In pratica da li a poco non avremmo più avuto lavoro e cibo.


 

Dopo quella notizia, tra fumo di sigarette e alcool di bassa qualità ebbi, quello che viene definito il momento di lucidità. Ricordai la prima volta che ballai con il diavolo, ovvero con una bifolca di Parsley, credo si chiamasse Mary Jane, ricordai anche la seconda volta in cui tentai un approccio con lei, ma quella fu una presa subdola, più che altro per me intendo dire: mani dietro al collo e il mio primo braccialetto, regalato da suo padre, vicesceriffo della contea. Mi commossi al solo pensiero. Quella sera stessa decidemmo di andare dai nostri amati nemici a meno di 300 miglia da noi, dovevamo infliggere l'ultimo colpo prima di vederli crollare. Bastardi, loro ci avevano tolto il lavoro, il cibo e noi dovevamo finirgli tutta la birra. 

Sarebbe stata la nostra serata. Saltammo tutti sulla macchina di…boh, non ricordo bene di chi fosse. Durante il viaggio durato alcune ore vidi ogni cosa fuori dal finestrino: Ufo, elicotteri militari, Mary Jane su una pannocchia, camper e macchine nel senso opposto di marcia. Che ci aveva dato BigJohn? Forse era la troppa colla sniffata? Abbassai il finestrino e presi una bella boccata di alcool da una delle bottiglie che c'eramo portati. Scelta giusta, mi ripresi abbastanza in fretta.

Nel mentre avevamo completamente dimenticato il perchè eravamo passati dallo stare col culo comodo sui divanetti del pub allo stare in piedi, davanti a lande desolate di mais a pisciare al buio, nel nulla. Ma che diavolo, quel nulla si muoveva e faceva il solletico. Cacchio! Cosa era quella roba, non era la colla e non era neanchè l'alcool. Erano quei fottutissimi alieni in miniatura, li avevamo addosso, erano ovunque, sulle nostre gambe, sui nostri uccelli, dentro le magliette, sulle nostre teste di cazzo, erano troppi e inarrestabili. Presi dal panico, in una botta di adrenalina, ce li scrollammo di dosso, risalimmo in auto e corremmo verso il centro abitato. Offuscato dalla vendetta verso gli ufo, verso le guardie e verso i bifolchi che mi avevano preso tutto, scesi e cercai qualcuno da pestare il prima possibile. Ma nulla, nessuno. Quella stupida cittadina era più deserta della mia bocca. Saccheggiammo quello che potemmo.


 

Il suono acuto e forte proveniente dalla sirena di una pattuglia di polizia che circolava nelle vicinanze del seminterrato in cui vivevo in affitto, mi colse all'improvviso e mi svegliò di colpo.

Ero avvolto nel buio più profondo come piace a me.

Ora che sono sveglio, posso finalmente uscire in cerca di cibo. Il mio corpo ne ha bisogno. Mi ricongiungo ai miei compagni affamati come me e cerhiamo insieme una soluzione alla nostra fame e al bisogno di riprodurci. Ci attendono molte miglia di viaggio prima del prossimo campo. 


 

Tutti i racconti

2
3
27

📝 A Giada

26 June 2025

La luce del sole pomeridiano filtrava attraverso le foglie degli alberi, creando arabeschi dorati sul pavimento del piccolo caffè dove ci trovavamo. Di fronte a me, Giada sorrideva, i suoi capelli biondissimi incorniciavano un viso delicato e puro. Gli occhi chiari brillavano di una luce vivace, [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

0
0
11

Destabilizzazione (1/3)

26 June 2025

Mattia si stira. Pensa alla giornata che inizia. A volte l'ultimo sonno è angosciante. Giulia si è già alzata e sta trafficando in cucina. Non si preoccupa di far rumore. È l'ora di alzarsi. Mattia avrebbe voglia di un viaggio oltreoceano ma tra un'ora deve essere sul tram per il lavoro. Il lavoro [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

7
16
37

Tempi moderni

25 June 2025

C.K. svoltò frettolosamente l’angolo e si bloccò osservando contrariato i due marciapiedi del vicolo. «Ci risiamo di nuovo» mormorò rivolto a sé stesso. «Comincia a diventare un problema!» Girò sui tacchi e proseguì a passo veloce sulla strada principale in mezzo alla folla dell’orario di punta. [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

4
8
28

Le Sorelle: l’ira di Caterina 4/4

25 June 2025

L’indomani mattina Giulio si svegliò di soprassalto. Aprì gli occhi e le trovò tutte lì, in piedi intorno al suo letto. Nessuna parlava, ma lo osservavano con attenzione, come se lo stessero pesando con lo sguardo. La prima a rompere il silenzio fu Caterina. «Come ti chiami?» «Giulio». «Da dove [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

2
1
23

Laguna rossa

-sentivo il sangue

24 June 2025

Sentivo il sangue tra le branchie perforanti d’inchiostro rosso cadaverico SentIvo il sangue immerso in quella doccia rinchiusa accasciata a terra immobile I miei occhi risvegliandosi sfocati di una luca fioca non credevano a quello che stava accadendo. violenza chiama violenza violenza [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

5
5
16

Le Sorelle: l’ira di Caterina 3/4

24 June 2025

Capitolo 3: L'uomo dagli occhi gentili Il villaggio sembrava respirare con un ritmo più lento. L’aria era tersa, il cielo chiazzato di nuvole bianche, leggere come farina setacciata. Il suono regolare della sega nella bottega del falegname, il tintinnare dei secchi alla fontana e lo scricchiolio [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

4
5
33

Evoluzione della scrittura: dalla scrittura arcaica alla scrittura moderna

Racconto un pò di storia della scrittura per coloro che scrivono.

23 June 2025

La scrittura, intesa come sistema di segni utilizzato per rappresentare la lingua parlata, ha avuto un'evoluzione significativa nel corso dei millenni, partendo dalle forme più primitive fino ad arrivare ai sistemi alfabetici moderni. Questo processo è stato influenzato da vari fattori, tra cui [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Ondine: Grazie

  • Dax: Bello...ora sarebbe bello un'analisi della scrittura orientale(cinese, [...]

5
5
26

Le Sorelle: l’ira di Caterina 2/4

23 June 2025

Capitolo 1: Il villaggio Il mattino saliva piano dal fondo della valle, portando con sé l’odore di legna bruciata e di pane in cottura. Le case del villaggio erano basse, annerite dal fumo, con i tetti rabberciati e le imposte ancora chiuse. Ma non c’era silenzio. Non era un villaggio morto. [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

4
5
46

Le Sorelle: l’ira di Caterina 1/4

22 June 2025

Prologo Campo militare austro-ungarico – Tenda dello Stato Maggiore Il telo della tenda si gonfiava appena, sfiorato da un vento freddo. All'interno, tre ufficiali sedevano attorno a un tavolo ingombro di mappe. Il giovane soldato davanti a loro tremava. L'uniforme era lacera, la fasciatura all'avambraccio [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

3
4
29

Il Natale è una cosa per grandi

22 June 2025

Nel buio della sua stanza, il bambino, o meglio, quello che fino a poco tempo prima era un bambino, fissava il soffitto. Dal soggiorno arrivavano voci smorzate, risate adulte che sembravano voler convincere loro stesse della propria allegria. Aveva chiuso gli occhi da tempo, ma non dormiva. Sapeva [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Ondine: Dolce. L'ho fatto anch'io! Ma scherziamo? Troppo bello credere a Babbo [...]

  • zeroassoluto: Ovunque, in tutte le civiltà, c'è sempre uno o più [...]

5
6
32

Oltre la nebbia(2/2)

In un paese in cui non si vede oltre un palmo dal naso

21 June 2025

Sophia non si piegava. Aveva capito che l’ignoranza non era solo mancanza di conoscenza: era una difesa, una paura profonda del cambiamento. La nebbia proteggeva Villacava. Difendeva dal rischio di scoprire che esisteva qualcosa di più grande e più complesso oltre i suoi vicoli ciechi e i confini [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Lawrence Dryvalley: Esordio di tutto rispetto. mi è piaciuto. Condivido complimenti e appunti [...]

  • Dax: la metafora è bella, anche se non nuova. In effetti, l'ignoranza [...]

3
13
37

Girabuio 4/4

21 June 2025

Irving Crane non vide la fine del processo. Lo trovarono stecchito nel giardino, una mattina. Dopo lo scavo, alcuni girasoli erano ricresciuti e, a sentire qualcuno, Irving ne aveva strappato uno e aveva usato il gambo per impiccarsi… la maggior parte però diceva che non era possibile. Il gambo [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

Torna su