La luce che attraversava i vetri del bar, creava uno strano effetto ottico; c’erano due uomini con i pantaloni bianchi e due donne con lo stesso barboncino nero, ma dopo il quinto prosecco, Laura non era più sicura. 

- Mi ascolti?

- Ma certo Alice è magnifico. Stavo guardando i pescherecci che rientrano nel porto.

- È la volta giusta, lo sento. Abbiamo avuto cinque notti di sesso sfrenato.

- Fantastico. Hai visto che tramonto? 

Una coppia si era seduta al tavolo accanto. La donna aveva lo sguardo intenso e la bocca carnosa alla Jeanne Moreau.

- Fabio mi fa delle sorprese - meravigliose. - continuò Alice.

- Davvero? 

- Oh si, mi ha fatto trovare un brillante dentro un flûte di champagne.

- Che chic… Quindi l’hai buttato?

- Cosa?

- Il brillante... cioè volevo dire lo champagne.

 - Come sei spiritosa Laura.

Invece no, parlava a vanvera e buttava giù il prosecco. La sua curiosità cadde sull’accompagnatore della finta Jeanne Moreau e si accorse che ricordava Gérard Philipe, un attore scomparso giovane.

- Te lo ricordi?

- Chi?

- Gérard Philipe.

- No. Chi è?

- Era un attore francese. E lei, non trovi che somigli a Jeanne Moreau? 

- Non mi sono mai piaciuti i film francesi, poi quei due. Lei è già attempata, ha le rughe intorno alla bocca, le mani macchiate, lui è insignificante.

- Sono innamorati e sembrano felici. Io li trovo molto affascinanti.

- Sarà. 

- Lei è una signora benestante della zona e lui un operaio francese che lavora in Versilia.

Alice aveva la testa altrove.

- A volte cenano nella pizzeria sotto a casa mia.

- Tutta vita! 

- Secondo me è una gran vita. - 

- E che c’è di bello? Lei sembra sua madre, secondo me ha trovato la vecchia assatanata con i soldi.

- Sei greve.- rispose Laura delusa.

- Tu invece a forza di aspettare il grande amore…

- Se fosse come Gérard Philipe, ossia come Gerardo il muratore, lo aspetterei. Ho ascoltato mille volte le loro conversazioni, ho notato i loro sguardi, come si sfiorano le dita, le piccole attenzioni che hanno l’uno per l’altro. E poi sono belli e parlano di mille cose. Lui è un filosofo.

- Ma se hai appena detto che è un muratore.

- È un muratore filosofo.

Alice le mostrò una foto del suo nuovo amore.

- Guarda… -

- Bel tipo - ma mentiva - non hai una foto di voi due insieme?

- No, per ora lui non vuole che facciamo girare foto, almeno fino a quando non lascia la moglie. Ha due figli piccoli, ci vuole tempo, non è facile. È un uomo sensibile.

- Che caro.

- Sei ironica?

Attraverso il flûte vedeva il vestito rosso e il diamante di Alice, sempre più sgranati.
Poi tornò guardare la coppia francese.

- Laura smettila, stai fissando Gerardo e fai incazzare Gianna.

- I francesi non ci fanno caso a queste cose.

Il cellulare di Alice squillò.

- Pronto... amore… Ma perché?… Perché…

La telefonata si interruppe. 
E del grande amore raccontato da Alice, rimasero le sue lacrime trattenute e quel brillante pacchiano.

Laura enfatizzava ancora di più la sbronza con discorsi scemi.

Infine il silenzio calò insieme al sole e

lo sguardo del presunto Gerardo si incrociò con quello malinconico di Laura e Alice. Sorrise:

- Possiamo offrirvi una coppetta di champagne? Io e mia sorella festeggiamo la nostra nuova casa di Forte dei Marmi.

- Sua sorella? 

Alice scuoteva la testa, mentre le lacrime iniziarono a scendere.

 - La scusi è lo champagne…-

 

 

- Sai Laura, dopo così tanti anni tornare in questo posto per prendere un aperitivo, è sempre bello, guardare i pescherecci che rientrano nel porto e la costa che da Viareggio arriva a La Spezia.

- Sì, è un posto splendido.

Laura tirò fuori le sue medicine e le mise sul tavolo.

- Hai visto che bel tipo è entrato? Somiglia a quell’attore...

- Laura, ti prego queste cose le facevi vent’anni fa e Gerardo non l'hai mai trovato.

- Che vuoi dire? Chi è Gerardo?

- L’attore francese morto giovane che si chiamava Gérard Philipe. Gerardo… Il muratore filosofo. Quello che era seduto con quella donna... 

- Gerardo? Non lo ricordo.

- Scherzi?

- Come fai a non ricordarlo?

- Ti ho detto che non me lo ricordo e basta! Alice te lo voglio dire ora, prima che sia troppo tardi e che mi dimentichi anche di te…

- Cosa?

- … Che ti voglio bene… un sacco di bene… ma che fra un po’ potrei anche non ricordarmi più di te… Era carino Gerardo?

Alice senti un nodo chiuderle la gola, ma c‘era quella dolcezza in quel bar e quella la luce negli occhi di Laura e riuscì a sorridere:
- Li hai sempre e solo sognati i tuoi amori Laura. Non è mancanza di memoria la tua: È noia e troppa immaginazione.

- Sì… forse.. 

- I miei invece sono solo scappati. 

Toccarono i bicchieri. 
- Noi resteremo.

 

 

 

 




 

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