Ero seduta alla scrivania, intenta a premere frettolosamente i tasti della tastiera per finire il prima possibile il testo a cui stavo lavorando: come accade di sovente da anni, questa è l’ennesima nottata che trascorro in bianco. L’insonnia mi ha sempre accompagnato dall’adolescenza fino ad ora, ad eccezione di un unico periodo di pausa, durato qualche anno, dalle preoccupazioni che la alimentavano quotidianamente: avevo peccato di pretenziosità nella convinzione di averla definitivamente eliminata.

 

Per quanto una persona possa impegnarsi a voler eliminare qualcosa dalla sua vita, specie se si tratta di astrazioni quali sentimenti, emozioni o pensieri, questi ritorneranno ciclicamente ad insinuarsi nella nostra mente, rendendocene talvolta partecipi quando ormai hanno preso interamente il controllo persino delle nostre scelte: un sentimento troppo forte, un’emozione improvvisamente incontrollabile o un pensiero particolarmente invasivo possono modificare qualsiasi decisione o programma, presente o futuro.

 

Ho ripreso pertanto l’abitudine notturna di indossare le cuffie con la musica ad un volume che sovrasti qualsiasi sentimento, emozione o pensiero possa distrarmi dal lavoro: per quanto non possa eliminare o risolvere i problemi principali legati all’insonnia, è una buona alternativa per riuscire ad essere produttivi e non sprecare tempo a fissare il soffitto della propria camera nell’attesa di un sonno che non ha intenzione di lasciare la residenza di Hypnos.


Guardo l’ora segnata nell’angolo a destra del PC: mezzanotte inoltrata. Avendo lavorato per quasi 4 ore consecutive, decido di staccare gli occhi dallo schermo, mettere in pausa la musica, togliere le cuffie e dirigermi verso la cucina a prepararmi una cioccolata calda. Torno alla scrivania, poso la cioccolata troppo calda per essere bevuta e, nell’attesa che si freddi, mi dirigo verso il balcone per fumare una sigaretta.

 
Piove. Piove tanto da sentire il rumore della pioggia che si infrange su qualsiasi superficie sia presente all’esterno della mia abitazione. Adoro la pioggia, e il suo rumore mi fa compagnia tra un tiro e l’altro, mentre fisso l’edificio situato di fronte alla mia abitazione, dall’altra parte della strada: si tratta di un condominio di 5 piani, di cui l’ultimo è un attico non abitato.
Non faccio in tempo a finire di fumare che un violento rumore seguito da una luce abbagliante proveniente proprio dall’ultimo piano di quell’edificio, quasi fosse caduto un fulmine, mi fa sobbalzare e cadere la sigaretta per terra. Stordita, fisso intensamente l’attico per diverso tempo. I condomini della palazzina sembrano non aver udito nulla: le luci sono tutte spente e nessuno è uscito dall’edificio.

 
La mia agitazione si placa progressivamente lasciando spazio a una serie di pensieri troppo invadenti per essere ignorati: “Possibile che nessuno abbia sentito nulla? Forse è caduto davvero un fulmine ed è saltata la corrente nell’intero palazzo. Dubito non si siano accorti del rumore e che stiano ancora dormendo. Non posso pretendere di avere l’occhio bionico o di vedere attraverso le pareti: magari stanno discutendo di quanto accaduto all’interno dell’edificio, e da qui non posso vedere nulla. Assistere a una scena del genere e non fare nulla sarebbe da irresponsabili, ma se facessi qualcosa sarei d’intralcio. In fondo, non sono affari che mi riguardano: dovrei presentarmi come quella che ‘forse’ ha visto cadere un fulmine? Nah, al massimo posso aspettare l'arrivo dei vigili del fuoco: la stazione è vicinissima, arriveranno in una decina di minuti.”


Raccolgo la sigaretta caduta nel pavimento qualche minuto prima, prendo il pacchetto di sigarette, il posacenere, e riprendo a fumare, in attesa dei vigili: senza neanche rendermene conto si fa l’una di notte, finisco il pacchetto, e tutto ancora tace. Inizio a preoccuparmi. Dev’essere accaduto qualcosa.


Quando ero bambina avevo l’abitudine di non andare mai a letto con il pigiama: crescendo è rimasta invariata, per cui mi è bastato prendere la borsa, il cellulare, allacciare le scarpe e uscire, lasciandomi il portone dell’appartamento alle spalle in direzione del condominio dall’altra parte della strada.
Uscita dal palazzo corro a ripararmi presso il porticato del condominio: ho dimenticato l’ombrello a casa.
Premo tutti i pulsanti presenti nel citofono, aspettando che qualcuno mi risponda: non ricevo risposta. “O stanno dormendo, oppure è accaduto qualcosa: se chiamassi qualcuno in questo momento e non si rivelasse un’emergenza, non so quanti problemi potrei causare eventualmente ai condomini; preferisco sincerarmi che vada tutto bene”.
Senza pensarci due volte, mi dirigo verso il parcheggio interno dell’edificio: sulla destra è presente la scala scorrevole antincendio. 

Pentita di non aver portato l’ombrello con me in quanto non riesco ad afferrare l’estremità della scala per poterla calare verso il basso, allungo la tracolla della borsa e provo a lanciarla all’interno della prima fessura, sperando che il contenuto possa fare da contrappeso: ha funzionato, ma per farla scendere ho dovuto appendermi come fossi su un’altalena.
Salgo gradino per gradino fino a raggiungere la porta antipanico presente al 5° piano: è chiusa, si apre solo dall’interno. 

Dopo essermi resa conto di aver lasciato gran parte delle mie capacità logico deduttive dentro al posacenere, inizio la mia discesa dalla scala intenzionata a chiamare i vigili del fuoco, a discapito di quanto disturbo io possa arrecare: eviterò di menzionare questa specie di violazione di domicilio. 

Giunta in prossimità del terzo piano, sento il rumore di una porta aprirsi: è la porta antipanico del 5° piano. 

Risalgo frettolosamente la scala con l’intento di raggiungere colui che ha aperto la porta, spiegando con un tono di voce piuttosto alto il motivo che mi ha spinto ad uscire di casa nel cuore della notte e ad eseguire una specie di violazione di domicilio.
Raggiunta la porta, entro all’interno dell’edificio ma non vi trovo nessuno: decido di bussare alle porte degli appartamenti di quel piano, ma non ricevo alcuna risposta. “Dovrei almeno provare a bussare ad ogni porta”, pensai, ma mi resi subito conto che non era fattibile: è sufficiente trovare chi mi ha aperto la porta. Ho escluso a priori che potesse trovarsi ai piani inferiori: può trovarsi unicamente nell’attico.
Mi dirigo verso l’attico. La porta è aperta: mi fermo sull’uscio e osservo l’ingresso dell’appartamento: un signore dagli eleganti vestiti bagnati ha i piedi immersi in un pantano di acqua salmastra, detriti metallici e frammenti di vetro, accanto a una specie di relitto metallico conficcato all’interno del pavimento.


Il signore mi guarda e asserisce con tono pacato: “Nessuno ha sentito nulla, ma tu hai sentito il rumore prodotto dal silenzio del nostro arrivo: i tuoi piedi poggiano sopra il ramo di un albero. Su quale ramo ti sposterai?”, mentre stringe tra le sue dita il peluche di un polpo.

Tutti i racconti

12
7
50

Una macchina a pois

We love a coloured world

28 September 2025

"Pochi sono quelli che osano avere una macchina gialla. Ancor di meno i temerari che acquistano un'auto di colore verde pisello. Ma una carrozzeria a pois può sembrare a tanti un concetto tanto folle da poter essere preso in considerazione solamente se distesi sul lettino di uno strizzacervelli, [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Ondine: Che belle idee che ti frullano rimescoli tra il vivere e il pensare! Stupisci [...]

  • Lawrence Dryvalley: Caro Paolo, definirei con un neologismo il tuo bel testo: "thriller omeliaco"! [...]

0
0
7

BLEFAROPLASTICA - 2/2

28 September 2025

La blefaroplastica, tuttavia. Nel mezzo s’intravede un ché di luminoso, un faro probabilmente, un nume che rischiara la via e financo c’illumina sul significato occulto di tale parola. Il faro scopre il bluff e liquefa la plastica. E dopo, che rimane? Certo che stare nel mezzo è proprio bello, [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

1
10
108

La Ministeriale

27 September 2025

Dopo decine di concorsi pubblici con esito negativo, sulla posta elettronica certificata di Ilaria arrivò il risultato di un bando del Ministero di Giustizia. La missiva era una convocazione per l’assunzione a tempo indeterminato presso una cancelleria. Fu assegnata al Tribunale di Cassino. Seguirono [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Riccardo: Simone, se hai voluto mantenere un distacco dal racconto ci sei riuscito in [...]

  • Donatella: in questo racconto flash vedo tutta l anaffettività di Ilaria e il [...]

1
4
29

BLEFAROPLASTICA - 1/2

Esercizi di coabitazione tra nonsense e umorismo

27 September 2025

Blefaroplastica, è un qualcosa che mi ha sempre colpito, e infatti spesso ci ritorno. Ovviamente è strano: chi ti colpisce andrebbe semmai evitato, ma sappiate che non tutti i colpi fanno male, alcuni fanno bene, nel senso che fanno meno male, cioè che non dolgono come quelli scagliati un istante [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Maria Merlo: Dietro l'uso simpatico e sapiente delle parole, un tema profondo. Sono [...]

  • Davide Cibic: Grazie per l'attenzione, in effetti vale la pena arrischiarsi alla seconda [...]

6
9
45

Storia di Uccellino

26 September 2025

Era scolpito nella memoria il giorno in cui sua moglie portò a casa Uccellino. Era una mattina, lei lavorava in giardino ed era rientrata con in mano questo minuscolo volatile dalle piume colorate. Forse era un piccolo, dato che non sembrava saper ancora volare. O forse aveva qualche problema, [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

4
4
34

SOPRAVVISSUTO E CONTENTO 3/3

26 September 2025

Sul cellulare avevo trovato traccia delle varie chiamate tra cui quelle di Anna. Quando fui in grado di parlare in maniera comprensibile, decisi di chiamarla. — Pronto, Stefano sei tu? — Si, Anna sono io, mia sorella mi ha detto che hai chiamato. Volevo ringraziarti e rassicurarti sulle mie condizioni. [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

8
13
42

Ballarò

Esercizio di scrittura creativa - i non luoghi

25 September 2025

Atterrammo a Punta Raisi in perfetto orario. Ci trasferimmo in un albergo situato in pieno centro e, dopo aver pranzato, la guida ci diede appuntamento per le 17 davanti alla hall. La gola mi ricordò che lì, sull'isola, sfornavano dolci tra i più saporiti del pianeta e granite più famose del [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Lawrence Dryvalley: Letto con piacere, suscita diverse emozioni. Come bonus, grazie al Prof, ho [...]

  • Teo Bo: @Ondine, @Dax, @Riccardo, @Lawrence - Grazie x gli apprezzamenti sempre molto [...]

5
2
22

SOPRAVVISSUTO E CONTENTO 2/3

25 September 2025

Avevo creduto che Giusy fosse tra le due quella sveglia ma dovetti ricredermi e concludere che lo erano entrambe. Vista l’ora tarda, prendemmo un taxi, lei per tornare a casa, io per proseguire verso la mia pensione. Prima di salutarci presi nota dell’indirizzo del suo negozio e ci scambiammo i [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

4
10
28

Il Re cieco della strada! 2/2

Quando l’amore guida più della vista

24 September 2025

"Dove sei, ragazzo?” chiese Luis con voce colma di emozione, come un bambino in un negozio di giocattoli. "Son… qua, signore. Voleva vedere qualcosa?” Il ragazzo si morse subito la lingua: la gaffe lo fece arrossire fino alle orecchie. Avrebbe voluto sotterrarsi. Ma Luis non ci fece caso: erano [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

5
3
33

SOPRAVVISSUTO E CONTENTO 1/3

24 September 2025

La storia che voglio raccontare potrebbe iniziare con la scoperta dell’inganno che il mio socio Roberto stava tramando ai miei danni, ma credo sia meglio procedere con ordine, perché questa è la ragione meno importante che mi ha spinto alla decisione che avrei preso in seguito. Meglio raccontare [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

4
11
51

Il sig. P. e la Cencia dall’occhio blu

Storia tragicomicamente vera, ovviamente romanzata. Per chi non l'avesse capito, la Cencia dall'occhio blu sono io :-)

Miu
23 September 2025

Il sig. P. - ovvero Peppino de Tontolonis - aveva settantotto anni, ex impiegato del catasto, con una carriera passata tra mappe, visure, timbri e acari. Non aveva titoli ufficiali, ma si vantava di una laurea sulla conservazione dell’asinello sardo, ottenuta – a suo dire – durante una conferenza [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Davide Cibic: Scorrevole, gaio e puntinato d'intuizioni comiche. Vado a curiosare qualche [...]

  • Miu: Grazie Davide🤗

3
2
43

Il Re cieco della strada! 1/2

Dove il cuore corre libero

23 September 2025

"Clara, è per domani, lo hai promesso.” Clara era seduta in cucina a sferruzzare. Aveva finto di dimenticare la promessa fatta a suo marito Luis, che da quattro anni era completamente cieco. Luis stava sulla sedia a dondolo, con i due gatti di casa accoccolati su di lui: formavano una coppia di [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

Torna su