Max mosse delicatamente la cloche, l’astronave attraccò al molo situato nell’insenatura del lago. Per scendere a terra indossò la tuta blu e rossa a esoscheletro per compensare la maggiore gravità HU882. Azionò la leva per aprire il boccaporto, la sezione di paratia si abbassò verso l’esterno e diventò una passerella. Accese la radio nel casco. -Wall mentre scendo a parlare con il personale della base, effettua un checkup dii tutta l’astronave.

Una voce metallica lo assordò. -Come desideri, oh mio capitano.

-Maledico il giorno in cui ho fatto l’upgrade al tuo software-, sospirò e appannò per un istante il casco. -Sei diventato simpatico come un foruncolo sul culo.

-La definizione di simpatia non si può applicare a me, Max.

-Infatti! - Max agitò la mano come a scacciare via le mosche. Scese dall’Asper e accarezzò lo scafo sporco di polvere rossa. Il riflesso della barba bionda incolta sul vetro del casco gli fece scuotere la testa.

-Devo darmi una sistemata, sembro uno scappato di casa. - Appoggiò lo stivale sul terreno di brecciolino rosso mattone e i servomotori della tuta entrarono in azione; i muscoli della gamba furono attraversati da una leggera vibrazione, i peli gli si rizzarono sfiorando la stoffa morbida.

 La pompa per la compensazione della pressione atmosferica ronzava come un insetto molesto. -Devo sistemare la pompa, vibra troppo. Mi farà uscire pazzo.

Un sole pallido si rifletteva sulle nubi lattee, polarizzò la luce e diede alla base un aspetto sfumato. Davanti a lui un edificio in plasti-acciaio bianco a cupola. Tempo un minuto e da dietro la cupola spuntarono tre uomini in tuta arancio e nero; due a piedi e un terzo su un veicolo elettrico con ruote grandi e una ganascia gialla lucida. 

Il comitato di benvenuto, con tanto di carrello per il carico.

 Max alzò una mano. Gli uomini gli si fermarono davanti e uno di essi gli fece il saluto militare. La radio del casco frusciò. -Benvenuto alla base New Orizont. Sono il capitano Stenton. Il viaggio è stato tranquillo?

-Capitano…- salutò portando la mano alla fronte. -Max Rossi, comandante dell’Asper. Viaggio ok, l’ammaraggio un po' meno. Avrei necessità di un manutentore per sistemare il motore numero quattro.

Stenton alzò lo sguardo verso l’Asper. Il razzo in alto sulla destra era crepato e sporco di fuliggine. 

-Un bel guaio. Vada in ufficio e compili i moduli per la richiesta. - Mise la mano in tasca ed estrasse una striscia di plastica formato A4, l’accese e la contemplò. -Mi serve la bolla di carico. I miei uomini provvederanno a svuotare la stiva. Poi caricheranno la merce per il viaggio di ritorno.

Max fornì una carto -plastica trasparente, simile a quella del capitano; salutò e si diresse verso l’edificio di fronte a lui. Arrivò alla porta in acciaio e premette un grosso pulsante nero. La porta con un sibilo s’apri, richiudendosi dopo il suo passaggio. Nella camera d’equilibrio la gravità del pianeta era compensata dalla micro gravità ambientale, che rendeva i movimenti meno impacciati. Si spogliò della tuta e attraversò la seconda porta.  Davanti a lui un banco a forma di mezzaluna. Dietro una ragazza dai capelli corti e neri con l’uniforme blu dei cadetti della Space Force 

Uhm, carina. Speriamo sia anche efficiente.

Rizzò la schiena, si passò la mano tra i capelli e cercò di pettinarli. Sorrise, -Salve, sono il comandante Max…

Il cadetto non spostò gli occhi dal monitor. -Il capitano Stenton mi ha avvisato. Qui ci sono i moduli per la richiesta della manutenzione, del carburante e la bolla di carico del minerale da trasportare sulla Terra.

Max fissò la plastica digitale e irrigidì la mascella? -Cosa? - Alzò la testa di scatto. -Il costo della manutenzione e del carburante sono corretti?

Il cadetto continuò a fissare lo schermo. -Certo, sono i prezzi standard della nostra base.

-Standard un corno, mi costa metà del mio compenso. Mica lavoro per beneficenza.

-Neppure noi! - La giovane lo guardò in faccia e sorrise. -Ma possiamo trovare un accordo.

Uhm c’è puzza di fregatura.

Max strinse gli occhi, posò il foglio sul bancone e attese.

Il cadetto lo guardò, il sorriso sostituito da un’espressione neutra. -Dobbiamo fare una consegna alla base New Orizont two, sull’atro lato del pianeta. È urgente ma al momento non abbiamo mezzi a disposizione.

Max tamburellò con la mano sul bancone. -Quanto urgente?

-Molto! - Toccò il monitor e sulla plastica digitale i numeri cambiarono. -È una piccola deviazione che dovrete fare prima di tornare sulla Terra. Il carburante extra lo metteremo noi, ovviamente.

Max sbuffò e strinse i pugni. -Quanto è grande il carico extra?I vostri minerali mi occuperanno quasi tutta la stiva.

Il cadetto sorrise e girò il viso. Una porta si aprì sulla destra e uscirono due soldati che trasportavano una cassa metallica con una chiusura elettronica.

Che figli di buona donna. Hanno gonfiato il costo per obbligarmi a fargli da corriere.

-Come vede, - il cadetto indicò il contenitore, -non è ingombrante.

Max si avvicinò e appoggiò la mano sul coperchio. I peli della mano si rizzarono e un formicolio si diffuse per il braccio. -Cosa contiene?

-È top secret. Deve essere consegnato al laboratorio dall’altra parte del pianeta entro domani, poi potrà procedere al rientro.

Max scosse la testa. -Va bene. Datemi la bolla di carico aggiornata e portatelo a bordo.

Il cadetto continuò a sorridere impassibile. -Come bolla di carico va bene quella che ha già in mano.

Non vogliono lasciare traccia. Chissà in che guaio mi sto ficcando? Che voglia di prenderla a sberle!

Max agitò il foglio trasparente. -Dove posso lavarmi e mangiare un boccone? Poi andrò sulla nave a controllare la sistemazione del carico.

Il cadetto mosse il dito sullo schermo e un piccolo robot a tre ruote arrivò silenzioso alle sue spalle.

 -Segua P54, la condurrà alle docce e poi alla mensa.

Max eseguì un saluto militare, e con la mano abbassata fece il dito medio. Drizzò le spalle e seguì il piccolo droide. Lo stomaco era teso e respirava piano per calmarsi.

Volevo essere libero e la mia nuova vita inizia con un lavoro “ombra”. Chissà cosa contiene quella stramaledetta cassa? Cazzo, prima o poi me la pagheranno.

 

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