Sono uno scrittore, ma non voglio spaventare nessuno, a parte i bambini sotto il metro e mezzo. Sono uno scrittore inclusivo, ma non esagero perché non è mai bello, soprattutto in pubblico. A proposito, sono uno scrittore in cerca di personaggi pubblici possibilmente ricchi che sanno cosa significa essere poveri, ma va bene anche se fingono di saperlo. Ci sono giorni in cui spacco una vetrina e prendo quello che c’è. A volte pagnotte, altre volte motoseghe, dipende dalla stagione. Per scrivere bene, tu che scrivi, hai bisogno di tempo e se il tempo ti serve per scrivere non ne rimane per fare altro. Tipo lavorare. E se non lavori le cose sono due: rubi o sei ricco o conosci una persona generosa. Si, lo so, sono tre le cose.

 

Gli scrittori poveri hanno le borse sotto gli occhi. Dormono poco perché hanno paura che qualcuno gli possa portare via la povertà. E poi come fanno, hanno solo quella. Cosa rimane da raccontare? A me non frega niente di raccontare quella roba, io dormo e metto un cartello al collo con scritto prendete tutta la povertà che volete. Sono povero, allora immagino. Come accennavo, sfortunatamente ho bisogno di mangiare e bere. Guadagnare un po’ di soldi per un panino e una bottiglia d’acqua è un’attività che porta via tempo e non fa bene alla concentrazione. Esempio: uno scrittore ha in mente una storia da trecento pagine con una decina di personaggi e numerosi colpi di scena e cinquanta pagine perfettamente inutili, ma per colpa di una stregoneria è costretto a stare davanti ad un supermercato, accanto ad un semaforo, seduto a terra in una via del centro storico. Ecco, capito? Come cazzo faccio a scrivere un libro se devo pensare a non morire di fame e di sete, anzi prima di sete e poi di fame, ma se muoio prima di sete finisce lì. 

 

Ho conosciuto uno con un cane. Dice volere è potere. Mi dice devi coltivare la forza di volontà e quando gli chiedo il momento migliore per seminarla s’incazza come una bestia incazzata. Questa storia della volontà non è sbagliata, ma non è nemmeno giusta. Non sempre. Ci sono scrittori che possono stare sei mesi nei boschi a scrivere romanzi di oltre mille pagine senza fare nient’altro. Mi chiedo: prima cosa facevano, intendo prima di scrivere romanzi. Coltivavano la forza di volontà, immagino. 

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Debunker (2/4)

08 December 2025

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Il condominio 2/3

08 December 2025

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Debunker (1/4)

07 December 2025

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Il condominio 1/3

07 December 2025

Il rito dell’inquilino del piano di sopra era sempre lo stesso: lo sciacquone del bagno a scandire il tempo, le pantofole trascinate sul pavimento. Ogni sera, alle ventitré precise, quel suono monotono rassicurava Vittorio: il mondo là fuori era caotico, ma sopra di lui qualcuno seguiva ancora [...]

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C'era una volta Jorn, la sua casa, i suoi amici, la favola continua...

E adesso una casa museo per continuare a sognare

06 December 2025

Amici lettori, oggi vi porterò in un luogo speciale, un luogo posto in alto su una collina dalla quale si vede il mare, un luogo affascinante con una storia, anzi con più storie, un luogo da favola e come una vera favola questo racconto breve lo inizierò così. C'era una volta un artista nordico, [...]

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Mia madre si chiamava Anna. Era una donna di grande saggezza e ha sempre avuto un approccio specifico nei confronti del denaro. Per lei non era altro che uno strumento, un mezzo per raggiungere il benessere e mai un traguardo. Da lei sempre presente ho appreso tante cose, anche il significato [...]

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Il gilet giallo

05 December 2025

È passato tanto tempo e adesso ho la tua età di quando ci siamo visti l’ultima volta. Di quando ci siamo salutati in cima alla salita, quella che odiavi ma che affrontavi ogni volta come una sfida personale alla gravità — e forse anche alla vecchiaia. Me lo ricordo ancora: portavi un gilet giallo [...]

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