Sono arrivato tardi, dopo le nove il parcheggio è un incubo, io stavo pensando di mettere la macchina sotto alle fresche frasche, invece già è tanto se trovo un angolo ombreggiato, i ricordi del passato ti fanno fare delle imbecillità senza pari, il posto dove andavo al mare quando ero piccolo, una becerata nostalgica!

Ho visto che erano ancora aperte le prenotazioni per l’A.T.A.C.! Ora si chiama Dopolavoro Atac-Cotral, per scherzare ho provato a prenotare la cabina di mio nonno, era libera ma costava come tutta una settimana a pensione completa! Beh, una giornata al mare posso permettermela, ormai sto in pensione, gli unici articoli che scrivo sono stronzate sulla musica dei bei vecchi tempi andati che spedisco in rete alla redazione, non vedo più nessuno, l’anticamera della morte!

Faccio vedere la prenotazione ed entro… ‘na tristezza, perché ad una certa età si fanno certe cose? Per farsi del male? Più di quello che ti fanno gli acciacchi?

Scendo le scale e vedo la cabina, la prima a destra, è l’unica chiusa, le altre sono tutte aperte, sono l’ultimo, ovviamente, apro e la ritrovo deserta, logico, mio nonno, er Sor Fausto, non c’è più, lui ci metteva di tutto, era la sua casa per l’estate, lo rivedo gioviale, grosso, la sua voce tonante si poteva sentire fino alla spiaggia, la seconda invece era del nonno di Sandro, il mio quasi fratello della giovinezza. Ci siamo persi di vista ovviamente, quasi quasi provo a sbirciare per vedere se anche da lui ci sono i giornalieri che mettono solo il cambio, questi sono i posti costosi, chi viene qui mangia al ristorante, non si porta di certo le fettine panate! È strapiena di giocattoli e altre amenità! Si vede che l’ha prenotata una famiglia che rimane tutta l’estate!

«Scusi, sta cercando sicuramente la cabina più avanti, qui sono tutte prenotate»

Ho un tuffo al cuore, riconosco la voce anche se invecchiata: «Dove hai nascosto le riviste porno? Sotto il lettino come cinquant’anni fa?»

«Chi cazzo… Carlo, sei tu brutto stronzo? Sei proprio invecchiato male, ti avevo preso per un vecchio rincojonito che aveva sbagliato strada!»

Un abbraccio prolungato sancisce il dolce ricordo

«Il ritorno del figliol trogolo?»

«No, una fortunata combinazione, ho provato a prenotare la mia cabina»

«Hai avuto culo, costa troppo, la faccio affittare al triplo del prezzo reale, se devo avere un vicino, che almeno sia un Reale d’Inghilterra, non avevo visto che venivi da lì»

«Ma perché, ti sei comprato un autobus e sei diventato socio?»

«Sì, mio nonno, che purtroppo non c’è più, come mio padre ed i miei zii, ora sono io il decano»

«Falliranno in due anni!»

«Sono in pensione da Amministratore Delegato, ho fatto una bella carriera, quasi come te, leggo sempre i tuoi deprimenti articoli»

«Ho una nuvola di Fantozzi in testa, sarà l’età, mi fa schifo tutto il presente.»

«Non ho più saputo niente, sei sempre sposato con Laura?»

«No, divorziato, non siamo arrivati al nuovo millennio insieme»

«Peccato, sembravate inseparabili»

«Incomprensioni, troppe lontananze, stupidi malintesi… peccato…»

«Ah, quindi non comparirà all’improvviso come l’altra volta dove tutto è ricominciato, eppure era sempre il solito 31 agosto»

«Ti giuro che non ci avevo pensato, era solo per poter rivedere la mia cabina»

Una pausa, poi: «Beh, signor proprietario, perché non mi inviti al tuo bar? Grazie dell’invito spontaneo, ma intanto mi vado a cambiare per apprestarmi a fare il primo bagno della stagione!»

«Ok, allora ci vediamo tra un’oretta, io intanto mi sdraio un pochettino, ho una settimana tranquilla, le belve sono partite con i loro genitori a Cortina!»

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