Un uomo viene da te e vuole venderti dei calzini e quello che capisci è che ti sta chiedendo aiuto, in effetti potresti anche avere bisogno di un bel paio di calzini nuovi, ma non riesci lì nel momento a restare lucido.

Ammettiamo pure che tu te ne accorga cioè che quei tuoi calzini assottigliati e sbiaditi dal sole andrebbero cambiati, tuttavia calcolando velocemente il rapporto quantità-prezzo ti rendi conto che non ne vale la pena, ma non di tanto alla fine e ciò che avanza pagherebbe il buon gesto. Allora che cosa è che ti fa dire di no, quale razza di motivo riesci a trovare in quel frangente da farti rifiutare l’offerta?.

Ecco io sostengo che quel bastardo del venditore non si sia inchinato abbastanza, cioè io penso che si è sentito in diritto di mantenere parte del suo orgoglio mentre mi faceva l’offerta, se si fosse spogliato del suo ego davanti a me allora sicuramente glieli avrei dati quei pochi spiccioli. Mi vien da ridere poi per quel fesso di mio padre che è cascato nel suo tranello e i soldi glieli ha dati. Tutto ció si è verificato in un istante, uno dei tanti che caratterizzano una vita, eppure nemmeno in questo caso ho perso l’occasione per prendermi anche io una fetta di potere.

Tuttavia il mio ego è ben saldo, d’altronde qualche donazione l’ho fatta anche io, forse secondo me a qualcuno di più bisognoso, ho in effetti questo super potere di analizzare una persona e capire fin da subito, fin dal primo gesto se merita i miei soldi oppure no, se merita in realtà la mia benevolenza. 
Era la sua faccia contorta, le sue sopracciglia nere e quella barba fatta di piccolissime schegge di ferro scintillanti che cospargevano parte di quello che vedevo, poi i suoi occhi neri, aguzzi e svelti e il cappello che cercava di contenere il sudiciume dei capelli che sfuggiva su quella carne arsa dal sole, sulle tempie e a valle delle basette lungo quei canali incrostati di sale.

Che strano rapporto che è quello fra me ed un elemosinante, e quante vicissitudini sono quelle in cui il mio pensiero deve addentrarsi per giustificare la mia azione, per esempio oltre alla volontà di accrescere il mio ego potrei pensare che tutto ciò sia un comportamento automatico derivante dall’educazione che mi è stata impressa dalla società e anche in questo caso sembrerebbe che sia sempre una presa di potere quella che voglio, oppure che in un caso contrario, per timore e paura viscerale io non riesca a dire di no e quindi sbarazzarmi senza ritegno dell’elemosinante, in quel caso forse mi giustificherei pensando che alla fine ho fatto una buona azione. In tutto ciò c’è un tentativo mascherato di proteggere qualcosa in me stesso con accanto la sensazione insopportabile di non esserci riuscito.

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