Non so che ora sia. Forse è già mattina, ma non lo so con certezza.

Un momento fa dormivo profondamente, e adesso sono sveglia. Completamente sveglia. Con un peso sul petto.

Ci metto qualche secondo a rendermene conto. È come se qualcosa mi premesse contro il materasso, impedendomi di respirare bene.

L’aria passa, ma appena. Faticosa, spezzata. Sento la gola asciutta, i polmoni lenti.

È già successo, ma mai così.

Mai nel sonno.

L’ansia.

L’ennesimo attacco. Questa volta in orario straordinario.

ANSIA al vostro servizio H24. Malgrado il disagio, mi viene da sorridere.

Sono scema anche quando sto male.

Provo ad aprire gli occhi, è buio. Il sorriso si irrigidisce. Non è il buio normale della notte, quello in cui distingui sagome o spiragli.

No.

Questo è un buio totale, compatto, come se non ci fosse più nulla da vedere.

Sbatto le palpebre, più volte. Niente.

Non ci vedo.

La frase mi attraversa la mente con una freddezza insolita.

Giro la testa, quasi senza volerlo, e una debole luce filtra dai fori della tapparella. Una scia tremolante sul pavimento, fioca, ma reale.

Ok, non sono cieca.

Riporto la testa in posizione. Buio. E di nuovo quel peso. Quella morsa sul petto.

Non è normale.

Cos’è. Cos’è.

Questa non è ansia. O sì?

Oppressione. Fiato corto. Ma le gambe stanno ferme, non tremano.

Non sento il bisogno di scappare.

E sono anche troppo lucida.

Ma allora che cazzo è?

E poi c’è un odore.

Me ne accorgo adesso. Acre. Umido. Sgradevole.

Una cosa tra muffa e… calzini sporchi?

Che cazzo.

Rimango così, con gli occhi spalancati verso il soffitto che non riesco a vedere, sentendo il cuore battere nel collo.

Non c’è panico. Ma neanche pace.

Solo una strana consapevolezza che qualcosa non va, senza sapere né come né perché.

Giro di nuovo la testa, più decisa. La sveglia lampeggia 5:03. In questa posizione respiro meglio.

Potrei rimettermi a dormire. Basta non muoversi. Non tornare in quel buio.

Poi qualcosa si muove.

Sotto l’ombelico, all’altezza della pancia. Un piccolo scatto, un guizzo.

Non capisco cosa sia. E non ci faccio nemmeno troppo caso.

Perché l’odore è tornato. Più forte.

Acre, umido, nauseante. Tanti calzini. E tanto sporchi.

Non può essere.

È la mia camera, non uno spogliatoio dei campi di calcetto.

Basta.

Ormai sono sveglia. Il sonno se n’è andato e ha chiuso la porta.

Provo a tirarmi su, ma il peso mi schiaccia. Che palle.

Ragioniamo.

Infarto? No. Mai avuto uno, ma non credo sia questo il caso.

Battito regolare, quindi escludiamo anche la tachicardia.

E poi quella roba degli occhi… Uno vede o non vede. Non è che accendi e spegni.

Paura ?

Sì, adesso ce l’ho.

Non so perché. Ma ce l’ho.

E la cosa assurda?

Mi sta salendo l’ansia perché non credo di avere l’ansia.

Geniale.

Un cortocircuito perfetto.

Vorrei urlare, svegliare tutti e chiedere aiuto.

E se lo faccio? Che dico?

"Aiutatemi, sto male perché non sto male?”

Però non sto neanche bene.

Il tanfo ormai mi dà la nausea. Provo a tirare la testa indietro.

Il peso sul petto non si muove.

Guardo l’ora: 5:14.

E io ancora qui, a cercare di capire.

Mi sollevo leggermente, con fatica. Come se avessi un cinghiale sul petto.

È un’ipotesi assurda, me ne rendo conto mentre ci penso.

Ma la mente fa strani giri, quando è stanca e spaventata.

Aspetta… cinghiale?

Allungo una mano fuori dalle coperte. La muovo a tentoni nel buio, senza sapere bene cosa aspettarmi.

Pelo. Ruvido. Ispido.

Poi arriva il respiro, caldo. Troppo caldo. Marcio.

Una coda si muove. A scatti.

Sento il cuore fermarsi per un attimo.

Come diavolo ci è arrivato un cinghiale qui?

Poi rinsavisco.

Pocho.

Incubo peloso e adorabile, che stamattina cerca di assassinarmi col suo amore.

Stringe in bocca il solito pallone di cuoio.

Impaziente.

Vuole giocare il maledetto.

E io che stavo per scegliermi la bara.

Promemoria per le prossime notti, lasciare un biglietto con scritto : Se muoio sappiate che l' assassino è ancora in casa...e vuole giocare.

Tutti i racconti

0
0
6

Debunker (2/4)

08 December 2025

Il bar era caldo, anche se gestito da cinesi – e quelli, si sa, risparmiano su tutto, a cominciare dal riscaldamento. C’era persino l’alberello di plastica accanto all’immancabile gatto dorato che faceva “ciao, ciao” con la zampa. Cogliati pensò ai Natali della sua infanzia. Per trovare qualcuno [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

0
0
5

Il condominio 2/3

08 December 2025

Poi tornò al lavoro, ossessivo, lo straccio che scivolava sul pavimento con lena rinnovata. Quando Vittorio era già sulle scale diretto al suo appartamento, sentì ancora le parole del portinaio, come un’eco lontana: «Le norme… ma quelle non scritte, mi raccomando, solo quelle… sono tutto, qui dentro.» [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

3
5
19

Debunker (1/4)

07 December 2025

Babbo Natale era intirizzito e di malumore. O meglio, lo era il Cogliati, in piedi, vestito da Babbo Natale, all’angolo tra Piazza Grande e Via Vittorio Emanuele II. Per fortuna, però, non si vedeva. La barba finta nascondeva tutto. Peccato prudesse come se dentro ci fosse una nidiata di pulci. [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Rubrus: MM: sotto le feste le storie si allargano come le pance. Queste sono 4 parti. [...]

  • BrunoTraven: Bello e divertentissimo Rubrus aspettiamo il seguito:))) notevole, like p.s. [...]

2
3
24

Il condominio 1/3

07 December 2025

Il rito dell’inquilino del piano di sopra era sempre lo stesso: lo sciacquone del bagno a scandire il tempo, le pantofole trascinate sul pavimento. Ogni sera, alle ventitré precise, quel suono monotono rassicurava Vittorio: il mondo là fuori era caotico, ma sopra di lui qualcuno seguiva ancora [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

2
4
36

C'era una volta Jorn, la sua casa, i suoi amici, la favola continua...

E adesso una casa museo per continuare a sognare

06 December 2025

Amici lettori, oggi vi porterò in un luogo speciale, un luogo posto in alto su una collina dalla quale si vede il mare, un luogo affascinante con una storia, anzi con più storie, un luogo da favola e come una vera favola questo racconto breve lo inizierò così. C'era una volta un artista nordico, [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • GiuliaCango: Bellissima ricostruzione della vita di questo artista danese che non conoscevo [...]

  • Rubrus: Oooh... e finalmente non si deve impazzire per cercare il link. Non conoscevo [...]

6
10
45

La vera ricchezza

Il ricordo e la saggezza di mia madre.

06 December 2025

Mia madre si chiamava Anna. Era una donna di grande saggezza e ha sempre avuto un approccio specifico nei confronti del denaro. Per lei non era altro che uno strumento, un mezzo per raggiungere il benessere e mai un traguardo. Da lei sempre presente ho appreso tante cose, anche il significato [...]

Tempo di lettura: 8 minuti

4
7
36

Il gilet giallo

05 December 2025

È passato tanto tempo e adesso ho la tua età di quando ci siamo visti l’ultima volta. Di quando ci siamo salutati in cima alla salita, quella che odiavi ma che affrontavi ogni volta come una sfida personale alla gravità — e forse anche alla vecchiaia. Me lo ricordo ancora: portavi un gilet giallo [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Dax: bello ma....si parla del padre ondel nonno del protagonista?Like

  • An Old Luca: Come scrive giustamente Paolo: impeccabile.
    Coinvolgente, scorrevole e [...]

5
9
62

Piccoli miracoli di Natale

05 December 2025

È la sera dell’antivigilia. Fuori fa un freddo assurdo, mentre nel terminal sembra di stare in una sauna. La ressa di chi parte per le vacanze o torna a casa dalla famiglia rende l’ambiente non solo estremamente rumoroso, ma anche soffocante. C’è tutto ciò che non desidero dopo una giornata di [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Walter Fest: Smoki, per "Lampo" intendesi, "guizzo, fulmine, saetta....insomma [...]

  • La Gigia: Ciao Smoki, complimenti per il racconto. Mi sono piaciuti i personaggi con [...]

3
10
39

Nulla Dies Sine Linea

04 December 2025

L’appuntamento era stato fissato per le due di quel pomeriggio. Naturalmente la mia ansia era cresciuta di ora in ora, proporzionalmente al bisogno di confrontarmi con lui. Arrivai al Café de Flore in larghissimo anticipo e, per provare ad ingannare l'attesa, mi accomodai ad uno dei tavolini [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

4
10
30

Volevo essere William Shatner 2/2

04 December 2025

A poco a poco, la leggerezza si spense. Gli amici cominciarono a evitarmi, stanchi di quel modo di fare che ormai appariva rigido e innaturale. Io non me ne accorgevo, o forse sì, ma non sapevo più come tornare indietro. Era come se quel ruolo mi fosse rimasto addosso, un’abitudine del corpo e [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • thecarnival: Grazie comunque mi fa piacere e moltissimo vi ispiri delle idee vuol dire che [...]

  • Lawrence Dryvalley: Lette le due parti e apprezzate. Anch'io ricordo le notti su Italia1 a [...]

4
6
39

In una parola, rassegnati.

03 December 2025

In una parola, rassegnati. Da quando sei cresciuta, il tuo carattere non cambierà, nessuno può realmente cambiare e se non ci credi, non prendertela con me ma con i numeri. La statistica ci insegna che nessuno cambia, sai? E gli strizzacervelli sono i primi a saperlo: lo sai che per ottenere una [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Maria Merlo: Stile deciso e buona gestione del tema scelto. Bravo.

  • ducapaso: Elena, Paolo, Spettatrice, Dax, Maria, grazie a tutti voi, ho apprezzato ognuno [...]

4
6
24

Volevo essere William Shatner 1/2

03 December 2025

Ricordo ancora quando accadde la prima volta, e come quel personaggio, o meglio, tutta quella mentalità, entrò nella mia vita. Era un pomeriggio come tanti altri e non avevo voglia di fare i compiti. Fuori il cielo era grigio; non avevo voglia di uscire e accesi la TV. Erano le 18, evidentemente, [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Rubrus: Qualche annetto fa anche io scrissi un racconto simile, ma più cupo. [...]

  • thecarnival: grazie del commento Rubrus;))) se trovi quel racconto sarei molto curioso;) [...]

Torna su