Dico: «Andiamo a recuperare Paul sotto al ponte di Baker Street. Speriamo non sia troppo ubriaco». Bart fa spallucce, quasi paterno: «Sono giovani… e che altro c’è da fare in questo posto? Bere birra e andare a vedere il Leeds. Il primo a dirlo fu Brian Clough. Ci disse la verità, e dopo quaranta giorni lo cacciammo via. Avevamo il migliore allenatore del mondo e per dare retta a quelle checche dei giocatori lo abbiamo mandato a casa. Che fessi siamo stati».

Sorrido mentre mi fermo al semaforo. Dico: «Diamine Bart, sono passati sessant’anni! Quest’anno siamo tornati in Premier, le cose sembrano mettersi bene, non trovi?» Lui alza la mano, come a scacciare l’aria: «Bene per cosa? Per sopravvivere?»

Poi riattacca, come al solito, parlando del passato, di quei folli che ci fecero vincere un campionato, gli occhi diventano improvvisamente lucidi: «Eh, il mio caro Gary, non capirò mai perché si è tolto la vita, quel giorno per molti di noi fu come perdere un figlio, il nostro gallese pazzo, il mio amico David, quel funambolo di Gordon e poi quel folle di Eric. È stato solo un anno, ma per Dio, come se ne valessero cento, il bastardo poi è voluto andare a Manchester».

Rido. Chiama Speed, Batty, Strachan e Cantona per nome, come fossero amici. Per tutti i tifosi del Leeds che nel 1991/92 erano almeno in grado di allacciarsi le scarpe, quella squadra campione è rimasta nel cuore.

Paul è già lì, appoggiato al muretto. L’aria stanca ancora prima di iniziare a lavorare, come sempre. Ma anche lui salda dannatamente bene. Un cazzone, certo, ama pub e donne, non necessariamente in quest’ordine.

Appena il furgone si ferma, apre il portello di dietro e si siede senza dire una parola. Bart, senza neanche guardarlo, lo rimbrotta divertito: «Che hai fatto ieri sera? Donne e birra?» Paul allunga i piedi, si appoggia al vetro e, prima di addormentarsi, cita persino De Niro: «Sono andato a letto presto».

Ridiamo io e Bart, poi lui crolla sfatto. Bart mi chiede a voce bassa: «Chi hai chiamato come quarto?» Dico: «Ho chiesto a Mitch, quello di Londra. Si è trasferito lo scorso anno. L’ho visto lavorare e ci sa fare. Svelto di cervello e di mano. Mi ha ringraziato cento volte: si vede che anche lui ha bisogno di soldi».

Bart si fa cupo, abbassa la visiera sugli occhi: «Non ho mai conosciuto nessuno che facendo il nostro fottuto lavoro non ne avesse bisogno. Avere a che fare con i metalli non è proprio un sogno da ragazzini. Eppure siamo qua, e probabilmente non vorremmo fare altro».

Lo guardo. La sua vita lavorativa è quasi finita: ha disfatto e saldato per decenni. E non sembra neanche dispiaciuto. Dico: «Bart, ci mancherai dannatamente. Accidenti a te, dovevi nascere dopo: io ho ancora quindici anni da fare. Troverò qualcuno bravo come te, forse, ma filosofo quanto te non credo».

Ride, poi mormora: «Fanculo, boss. Svegliami quando siamo arrivati».

Guido nelle strade di campagna. L’alba si intravede, il cielo plumbeo. Bart ha ragione: la pioggia ci farà compagnia tutto il giorno. Mitch ci aspetta in un sobborgo: lui e la moglie sono venuti via da Londra, troppo cara, e hanno ereditato la casa dei genitori di lei.

È in strada che saluta con la mano, con quella cordialità tipica dei londinesi. Mitch sale sul furgone con un passo felpato. Saluta a voce bassa: non vuole disturbare i due che dormono. Indossa cerata nuova, scarponi puliti e pantaloni da cacciatore. Sembra un lord inglese diretto a caccia alla volpe.

Mitch dice: «Buongiorno, boss. Mia moglie vi ha preparato una sorpresa: scones al fior di frolla ripieni di marmellata. Ne ha fatti per un esercito. Se non altro, oggi non soffriremo la fame».

Sorrido. Non c’è bisogno di dire nulla: piccoli gesti che tutti conosciamo. Le nostre donne sanno che il sacrificio che facciamo è per la famiglia, e ci ripagano così. Nei momenti di pausa avremo il caffè di Lara e i dolci della moglie di Mitch: non è male.

È giorno ormai, la pioggia scende a raffiche forti sul parabrezza, come mitraglia. Ci fermiamo in un piccolo bar di campagna che conosco bene. Dolci che resuscitano i morti, caffè bollente, gente alla mano.

Sveglio Bart e Paul: «Sacco vuoto non sta in piedi». Ci rimpinziamo e ripartiamo verso Horsforth. Il tratto è critico: binari fuori asse su una collinetta coperta di alberi. Qui i treni passano anche a duecento all’ora, a volte duecentoventi.

Bart e Mitch stendono il telone impermeabile: senza di lui saremmo fradici. Lo stimo, per questo e per tutto. Non faccio il capo che dà ordini: mi sporco le mani con loro. Se uno sa fare meglio di me, che senso avrebbe impedirglielo?

Lavoriamo per tre ore, disfacendo e saldando senza tregua. Io prendo Mitch con me, Bart e Paul si dedicano alla saldatura. È un lavoro duro, complicato, reso peggiore dalla pioggia e dal fango. Ma andiamo avanti: vogliamo un lavoro ben fatto, così quei figli di puttana dei revisori non troveranno nulla da dire e saremo pagati.

Facciamo solo una breve pausa, verso le 13:30. Paul si alza: «Vado a pisciare, torno subito». Non lo sapevamo ancora, ma quel gesto ci avrebbe salvato la vita.

Tutti i racconti

0
0
6

Debunker (2/4)

08 December 2025

Il bar era caldo, anche se gestito da cinesi – e quelli, si sa, risparmiano su tutto, a cominciare dal riscaldamento. C’era persino l’alberello di plastica accanto all’immancabile gatto dorato che faceva “ciao, ciao” con la zampa. Cogliati pensò ai Natali della sua infanzia. Per trovare qualcuno [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

0
0
5

Il condominio 2/3

08 December 2025

Poi tornò al lavoro, ossessivo, lo straccio che scivolava sul pavimento con lena rinnovata. Quando Vittorio era già sulle scale diretto al suo appartamento, sentì ancora le parole del portinaio, come un’eco lontana: «Le norme… ma quelle non scritte, mi raccomando, solo quelle… sono tutto, qui dentro.» [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

3
5
19

Debunker (1/4)

07 December 2025

Babbo Natale era intirizzito e di malumore. O meglio, lo era il Cogliati, in piedi, vestito da Babbo Natale, all’angolo tra Piazza Grande e Via Vittorio Emanuele II. Per fortuna, però, non si vedeva. La barba finta nascondeva tutto. Peccato prudesse come se dentro ci fosse una nidiata di pulci. [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Rubrus: MM: sotto le feste le storie si allargano come le pance. Queste sono 4 parti. [...]

  • BrunoTraven: Bello e divertentissimo Rubrus aspettiamo il seguito:))) notevole, like p.s. [...]

2
3
24

Il condominio 1/3

07 December 2025

Il rito dell’inquilino del piano di sopra era sempre lo stesso: lo sciacquone del bagno a scandire il tempo, le pantofole trascinate sul pavimento. Ogni sera, alle ventitré precise, quel suono monotono rassicurava Vittorio: il mondo là fuori era caotico, ma sopra di lui qualcuno seguiva ancora [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

2
4
36

C'era una volta Jorn, la sua casa, i suoi amici, la favola continua...

E adesso una casa museo per continuare a sognare

06 December 2025

Amici lettori, oggi vi porterò in un luogo speciale, un luogo posto in alto su una collina dalla quale si vede il mare, un luogo affascinante con una storia, anzi con più storie, un luogo da favola e come una vera favola questo racconto breve lo inizierò così. C'era una volta un artista nordico, [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • GiuliaCango: Bellissima ricostruzione della vita di questo artista danese che non conoscevo [...]

  • Rubrus: Oooh... e finalmente non si deve impazzire per cercare il link. Non conoscevo [...]

6
10
45

La vera ricchezza

Il ricordo e la saggezza di mia madre.

06 December 2025

Mia madre si chiamava Anna. Era una donna di grande saggezza e ha sempre avuto un approccio specifico nei confronti del denaro. Per lei non era altro che uno strumento, un mezzo per raggiungere il benessere e mai un traguardo. Da lei sempre presente ho appreso tante cose, anche il significato [...]

Tempo di lettura: 8 minuti

4
7
36

Il gilet giallo

05 December 2025

È passato tanto tempo e adesso ho la tua età di quando ci siamo visti l’ultima volta. Di quando ci siamo salutati in cima alla salita, quella che odiavi ma che affrontavi ogni volta come una sfida personale alla gravità — e forse anche alla vecchiaia. Me lo ricordo ancora: portavi un gilet giallo [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Dax: bello ma....si parla del padre ondel nonno del protagonista?Like

  • An Old Luca: Come scrive giustamente Paolo: impeccabile.
    Coinvolgente, scorrevole e [...]

5
9
62

Piccoli miracoli di Natale

05 December 2025

È la sera dell’antivigilia. Fuori fa un freddo assurdo, mentre nel terminal sembra di stare in una sauna. La ressa di chi parte per le vacanze o torna a casa dalla famiglia rende l’ambiente non solo estremamente rumoroso, ma anche soffocante. C’è tutto ciò che non desidero dopo una giornata di [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Walter Fest: Smoki, per "Lampo" intendesi, "guizzo, fulmine, saetta....insomma [...]

  • La Gigia: Ciao Smoki, complimenti per il racconto. Mi sono piaciuti i personaggi con [...]

3
10
39

Nulla Dies Sine Linea

04 December 2025

L’appuntamento era stato fissato per le due di quel pomeriggio. Naturalmente la mia ansia era cresciuta di ora in ora, proporzionalmente al bisogno di confrontarmi con lui. Arrivai al Café de Flore in larghissimo anticipo e, per provare ad ingannare l'attesa, mi accomodai ad uno dei tavolini [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

4
10
30

Volevo essere William Shatner 2/2

04 December 2025

A poco a poco, la leggerezza si spense. Gli amici cominciarono a evitarmi, stanchi di quel modo di fare che ormai appariva rigido e innaturale. Io non me ne accorgevo, o forse sì, ma non sapevo più come tornare indietro. Era come se quel ruolo mi fosse rimasto addosso, un’abitudine del corpo e [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • thecarnival: Grazie comunque mi fa piacere e moltissimo vi ispiri delle idee vuol dire che [...]

  • Lawrence Dryvalley: Lette le due parti e apprezzate. Anch'io ricordo le notti su Italia1 a [...]

4
6
39

In una parola, rassegnati.

03 December 2025

In una parola, rassegnati. Da quando sei cresciuta, il tuo carattere non cambierà, nessuno può realmente cambiare e se non ci credi, non prendertela con me ma con i numeri. La statistica ci insegna che nessuno cambia, sai? E gli strizzacervelli sono i primi a saperlo: lo sai che per ottenere una [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Maria Merlo: Stile deciso e buona gestione del tema scelto. Bravo.

  • ducapaso: Elena, Paolo, Spettatrice, Dax, Maria, grazie a tutti voi, ho apprezzato ognuno [...]

4
6
24

Volevo essere William Shatner 1/2

03 December 2025

Ricordo ancora quando accadde la prima volta, e come quel personaggio, o meglio, tutta quella mentalità, entrò nella mia vita. Era un pomeriggio come tanti altri e non avevo voglia di fare i compiti. Fuori il cielo era grigio; non avevo voglia di uscire e accesi la TV. Erano le 18, evidentemente, [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Rubrus: Qualche annetto fa anche io scrissi un racconto simile, ma più cupo. [...]

  • thecarnival: grazie del commento Rubrus;))) se trovi quel racconto sarei molto curioso;) [...]

Torna su