Quanta sofferenza per riuscire a diventare ballerino!  E quante lotte con chi avrebbe dovuto favorire le passioni del proprio figlio!  "Ma si sa, ai nostri tempi ballano solo le ballerine e se un maschio vuole intraprendere questo percorso  espressivo,  non è un vero uomo, perché il maschio deve giocare a fare la guerra o a calcio e non deve volteggiare in tutù, ma sudare e faticare sui campi di battaglia"-diceva questo suo padre, che si vergognava,  quando gli chiedevano di suo figlio e di cosa facesse. E viveva questa continua richiesta di informazioni come una larvata e subdola derisione per la condizione in cui si trovava. Avere un figlio ballerino! E cosa avrebbe portato da grande alla sua famiglia? Come avrebbe potuto organizzare la sua vita? Ballando? Questo padre era ossessionato dal futuro del suo ragazzo. E non ci dormiva su. Avrebbe preferito sapere che andasse male a scuola, che fosse un  ribelle. Niente di tutto questo. Voleva ballare. Solamente ballare. E così che, a poco a poco si convinse di lasciarlo fare. Meglio mettersi una maschera e continuare a vivere la vita che torturarsi tutta la vita per le scelte del suo ragazzo. Era difficile accettare. Ma a volte, anzi sempre, si devono assecondare le passioni e coltivare i talenti dei propri figli. Altrimenti a cosa servono i padri ?  Se uno non vuole fare il calciatore perché imporre di seguire una squadra di calcetto. Solo per realizzare i sogni repressi di un papà che avrebbe voluto fare il calciatore e si era solo limitato a giocare sui campi di cemento dell'oratorio? E così la danza riempì la vita ed i pomeriggi di Thomas. 
Un giorno la famiglia di Thomas ricevette l'invito per il saggio triennale, che si sarebbe svolto in un teatro rinomato della città. 
Andarono. E lì videro il loro figlio volteggiare sul palcoscenico 
Sembrava una libellula, un acrobata, chiuso in quella calzamaglia bianca, in mezzo alle farfalle ballerine, un leone fra le cerbiatte in un bosco. Ed il papà pianse, la mamma pianse. Non avrebbero mai immaginato che la passione del loro figlio era così grande. Alla fine dello spettacolo, Thomas corse ad abbracciare suo padre. Quell'uomo non riusciva a parlare. Lo strinse forte. E Thomas gli sussurrò all'orecchio: "Grazie" . Superata l'emozione, il genitore pieno d'orgoglio per quel suo figlio che aveva sottovalutato, cominciò a gridare fieramente agli ospiti del teatro. Questo è mio figlio, il ballerino è mio figlio. È mio figlio.  
La maestra di danza si avvicinò a loro e complimentandosi, annunziò che Thomas era il più bravo ballerino che avesse mai avuto e che avrebbe fatto una lunga strada. La serata fu l'inizio di un percorso di successo.
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