Buio. Umido. Odore di morte. Sono di nuovo qui, nella trappola, di nuovo! Non ha senso.
Mi sfugge un urlo di sconforto, soffocato dal nastro adesivo che mi chiude la bocca. Non posso toglierlo: le mani legate dietro la schiena.
Mi faccio coraggio, ormai so cosa fare, come muovermi in questo cubo di roccia. Devo trovare il vano in cui infilarmi prima che la parete mobile mi comprima contro la parete opposta, facendo di me poltiglia. Prima cosa: trovare una parete. Al buio. Senza mani. Senza picchiare la testa.
Porto il peso del corpo sul piede sinistro e muovo il piede destro di lato, allargando le gambe, in cerca di un ostacolo che non trovo. Porto il peso del corpo sul piede destro e chiudo le gambe: mi sono spostato di circa mezzo metro a destra.
Ripeto l'operazione.
Ancora.
Ancora.
Ancora.
Un rumore sordo mi fa sussultare. La trappola si è accesa! Devo fare in fretta!
Abbandonando ogni cautela proseguo a grandi passi laterali nella direzione già intrapresa.
La spalla urta il muro. Farebbe male se non avessi altri problemi. Con la spalla destra che sfiora la parete corro all'indietro tenendo la schiena curva per proteggere la testa, finchè urto una nuova parete col sedere. Mi appoggio per riprendere fiato... si muove! Mi sta spingendo nella direzione da cui sono venuto.Buono. La salvezza è sulla parete opposta. Giro su me stesso e torno indietro, spalla sinistra a contatto della parete, sempre camminando all'indietro.
La preoccupazione aumenta. Devo fare in fretta. Allungo il passo per quanto possibile.
Uno due tre quattro passi, inciampo! Le suole di cuoio scivolano! Cado all'indietro come un peso morto e picchio la nuca! Il dolore è accecante, vedo scintille di luce nel buio. Per fortuna non perdo i sensi. Rimango per istanti eterni sdraiato sulla schiena. Le mani sul pavimento viscido toccano sostanze forse organiche. Puzza di putrefazione. Qualcosa si sta trascinando verso di me, lentamente, sempre più vicino. La paura mi rende lucido.
Rotolo su me stesso, il viso nella poltiglia, facendo leva con la testa riesco a mettermi in ginocchio, sono in piedi. La parete che cercavo è questa davanti a me. Spalla destra a contatto, ormai corro sperando di cadere nel vano che mi proteggerà. La spalla scivola scivola contro la roccia viscida... la camicia si impiglia in qualcosa di appuntito, si strappa, la pelle si graffia ma non bado al dolore: la parete mobile è ormai vicina. Corro. Corro. Il muro lascia spazio al vuoto e la spalla finisce contro qualcosa di morbido, cedevole. Un urlo acuto e soffocato a pochi centimetri dall'orecchio destro.
Il vano è già occupato.
Tento di entrare ugualmente. Appiattisco il mio corpo contro l'altro, più esile, più morbido.
Profumo. Capelli. E' una donna. Tenta di respingermi. E mi rendo conto che in due non ci stiamo.
Panico.

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LA SFIDA TRA GENNAIO E FEBBRAIO

04 October 2025

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INIZIA CON UNA SETE DI SANGUE

04 October 2025

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Non so perché lo faccio

03 October 2025

Non lo so perché lo faccio. Mi sveglio presto, alle 5. Ma perchè? - Ah, sì. Devo andare al lavoro. Ma perchè? - Per guadagnare i soldi. Ma perchè? - Per avere dei soldi. Ma perchè quello è importante? - Per comprare, che necessito. Ma perchè devo necessitare qualcosa? - Per poter mangiare, vestirmi, [...]

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La fotografia 2/2

03 October 2025

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02 October 2025

Era ormai mattina e la nebbia leggera sulle colline pisane rivolte verso Firenze scendendo a valle rendeva la visibilità molto incerta, così Giorgio, anche se terribilmente ansioso di mettere fine alla sua angoscia, era costretto a procedere a bassa velocità e con cautela. Alla fine raggiunse il [...]

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02 October 2025

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Dax
30 September 2025

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Ciak! Si scrive! "Neverland - Un sogno per la vita"

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Segnaliamo la pubblicazione sulle pagine del blog di un nuovo articolo. Chiunque può accedervi cliccando il link BLOG in home-page. Invitiamo alla lettura e al commento in calce allo stesso. Buona visione! Lorenzo Aaron

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Tentativo di poesia stile Rara avis, utente come noi, che mi ricorda le iniziali dei personaggi di Stan Lee

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