Avevamo organizzato una scampagnata presso il bosco alle pendici del monte. Un posto veramente incantevole perché, oltre al verde incontaminato, serbatoio d'ossigeno, si poteva godere di un paesaggio mozzafiato.

Si vedeva tutta la città con le sue strade, i suoi palazzi, il mare e l'orizzonte. Le macchine sembravano automobiline che s'incrociavano. Ma la cosa più bella era che tutta quella frenesia quotidiana si svolgeva in un'atmosfera silenziosa, intervallata dal canto degli uccellini e da versi di animali. Sembrava un paesaggio metropolitano in playback, doppiato da suoni di meditata atmosfera naturale come nei giardini zen, dove lo scroscio dell'acqua, il cinguettio degli uccellini faceva elevare a piani di riposo e di meditazione sublimi.

Il sole riscaldava l'aria ed il relax invadeva le nostre vite. Decidemmo di giocare un po' a pallone. Cominciammo a palleggiare come i veri calciatori di football durante gli allenamenti. Poi passammo a scambiarci il pallone fin quando cominciammo a fare una partitella. Tira di qua, tira di là, il pallone volava in aria e veniva intercettato dall'attaccante, che si lanciava a fare goal.

Fu così che un giocatore fece volare via il pallone verso un anfratto cespuglioso. Andai io a recuperare la palla, che sembrava sparita fra le fronde dell'erbaccia. Arrivato ivi, vidi un pezzo di ferraglia, gettato lì. Sembrava che fosse stato vomitato dalla terra. Qualche giorno prima del bel tempo, v'era stato un periodo di piogge continue ed abbondanti, che aveva favorito la crescita precoce di sterpaglie e aveva rivoltato la terra, creando acquitrini e pozzanghere, a poco a poco asciugatesi con l'arrivo del sole. Erano rimaste in superficie frammenti di plastiche, immondizie varie e oggetti strani, come quello in cui mi ero imbattuto. Ma cos'era? Non lo avevo mai visto. Sembrava una grossa pentola dalla strana forma. Allora, dopo aver recuperato il pallone, lo lanciai agli altri che lo richiedevano con insistenza perché volevano continuare a giocare al calcio. Indi  cercai di capire ancor di più cosa fosse quella pentolaccia arrugginita.

Mi avvicinai e presi un pezzo di legno secco fra gli arbusti e colpii l'oggetto per sondare come reagisse. Emise un suono cupo di ferraglia arrugginita come se fosse vuoto all'interno, una carcassa abbandonata di oggetto non identificato. Vidi che c'era scritte delle sigle o lettere varie ma non si capiva cosa volessero significare. Sembrava una marca  accompagnata anche da numeri identificativi. Raspai con il legno ma sembravano cancellarsi solamente tanto era la ruggine che copriva la superficie dell'oggetto. Allora cercai di spostarlo con il piede quando fui colpito da un'esplosione.

Boooom frammenti di ferro volarono via. Sembrava fosse stato compiuto un attentato. L'oggetto si era disintegrato, era esploso. Io fui scaraventato in aria e caddi violentemente a terra, all'inizio percepii un immenso calore pervadermi tutto il corpo e cominciai a perdere sangue. Poi un bruciore continuo ed un flusso continuo di sangue scorrere lungo la mia gamba. Il piede, il mio piede non c'era più. Rimaneva la gamba sanguinolenta.

Allo scoppio tutti accorsero. Chi, dopo aver cercato di capire cosa fosse successo, strappatasi la camicia cominciò a tamponare l'emorragia del piede maciullato; chi mi prese in braccio e mi scaraventò in macchina, partendo per il pronto soccorso; chi piangeva, chi era rimasto shoccato e non faceva niente... piangeva solamente.

Era esploso. Allora era un ordigno, una bomba, una mina... Arrivarono sul luogo le forze dell'ordine, che cominciarono ad indagare. Raccolsero i frammenti dell'ordigno e interrogarono tutti. Era caduta la palla lì in fondo e Michele era accorso a recuperarla. Stavano giocando al calcio quando la palla si era diretta verso quel punto per perdersi fra le serpaglie. E Michele era andata a recuperarla.

Intanto in ospedale mi diedero subito soccorso e immediatamente mi portarono in sala operatoria. Arrivato lì sulla lettiga svenni. Non capii più niente. Dopo un po', con gli occhi chiusi,  sentii voci, una confusione inenarrabile; ma non riuscii ad aprire gli occhi.

Li riaprii dopo un giorno e mi ritrovai in una sala con tanti macchinari che emettevano ognuno un suono diverso. Ero impalato nel letto e mi sentivo stanco, sempre più stanco, tanto che mi riaddormentai di nuovo. Mi risvegliai stavolta un po' più in forze. Passarono i medici, che mi sorrisero e mi dissero che sarei rimasto ancora un po' in quel luogo e che presto sarei stato trasferito al reparto di ortopedia. Bisognava solo rimanere in quella camera per altre ore in osservazione. Ma cosa era successo? Avrei voluto chiedere cosa era successo, ma non riuscii ad emettere neanche un filo di voce.

Con il passare delle ore, interminabili, infinite ore, il mio corpo sembrava risvegliarsi sempre più. E cominciai a sentire bruciori e un dolore al piede. Chiamai l'infermiera, che chiamò il dottore. Mi sorrise e mi rassicurò che avrebbe fatto di tutto per lenire il dolore. "È normale comunque, è normale nel postoperatorio in fase di risveglio" fece, ordinando all'infermiera una dose di morfina che mi fu inoculata con un'iniezione. Mi rasserenai un poco e mi riaddormentai. Sveglio, lamentai ancora un bruciore alla gamba, al piede. Mi mossi e vidi che la mia gamba era tutta fasciata, il mio piede non c'era più.

"Abbiamo dovuto amputare il piede e parte della gamba perché era già in fase di evoluzione in cancrena. È stato fortunato a rimanere vivo!" mi sentii dire. Tutto perché stavo giocando a calcio? pensai.

Il giorno dopo fui trasferito in reparto e ricevetti la visita di due poliziotti, che mi interrogarono su come si erano svolti i fatti. Mi confermarono che mi ero imbattuto in un ordigno inesploso, forse nascosto dalla criminalità o addirittura risalente alla seconda guerra mondiale, che era stato interrato e che le acque della pioggia dei giorni precedenti avevano fatto risalire in superficie.

Fu così che perdetti un piede e metà gamba. Avevo partecipato anch'io alla seconda guerra mondiale anche se in quel periodo non ero ancora nato. E ne ero rimasto invalido. Una mina anticarro aveva tranciato il mio arto e mi aveva reso invalido per tutta la vita.

Avevo rischiato la vita per una guerra che neanche avevo conosciuto se non nei libri di storia.

Tutti i racconti

2
4
29

📝 A Giada

26 June 2025

La luce del sole pomeridiano filtrava attraverso le foglie degli alberi, creando arabeschi dorati sul pavimento del piccolo caffè dove ci trovavamo. Di fronte a me, Giada sorrideva, i suoi capelli biondissimi incorniciavano un viso delicato e puro. Gli occhi chiari brillavano di una luce vivace, [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Lawrence Dryvalley: Letto, piaciuto. È proprio vero, amore e ragione sono come lo Yin e [...]

  • Rubrus: Be', sì. è un sentimento che non si può forzare, per [...]

0
1
12

Destabilizzazione (1/3)

26 June 2025

Mattia si stira. Pensa alla giornata che inizia. A volte l'ultimo sonno è angosciante. Giulia si è già alzata e sta trafficando in cucina. Non si preoccupa di far rumore. È l'ora di alzarsi. Mattia avrebbe voglia di un viaggio oltreoceano ma tra un'ora deve essere sul tram per il lavoro. Il lavoro [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

7
16
37

Tempi moderni

25 June 2025

C.K. svoltò frettolosamente l’angolo e si bloccò osservando contrariato i due marciapiedi del vicolo. «Ci risiamo di nuovo» mormorò rivolto a sé stesso. «Comincia a diventare un problema!» Girò sui tacchi e proseguì a passo veloce sulla strada principale in mezzo alla folla dell’orario di punta. [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

4
9
30

Le Sorelle: l’ira di Caterina 4/4

25 June 2025

L’indomani mattina Giulio si svegliò di soprassalto. Aprì gli occhi e le trovò tutte lì, in piedi intorno al suo letto. Nessuna parlava, ma lo osservavano con attenzione, come se lo stessero pesando con lo sguardo. La prima a rompere il silenzio fu Caterina. «Come ti chiami?» «Giulio». «Da dove [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

2
1
23

Laguna rossa

-sentivo il sangue

24 June 2025

Sentivo il sangue tra le branchie perforanti d’inchiostro rosso cadaverico SentIvo il sangue immerso in quella doccia rinchiusa accasciata a terra immobile I miei occhi risvegliandosi sfocati di una luca fioca non credevano a quello che stava accadendo. violenza chiama violenza violenza [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

5
5
16

Le Sorelle: l’ira di Caterina 3/4

24 June 2025

Capitolo 3: L'uomo dagli occhi gentili Il villaggio sembrava respirare con un ritmo più lento. L’aria era tersa, il cielo chiazzato di nuvole bianche, leggere come farina setacciata. Il suono regolare della sega nella bottega del falegname, il tintinnare dei secchi alla fontana e lo scricchiolio [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

4
5
33

Evoluzione della scrittura: dalla scrittura arcaica alla scrittura moderna

Racconto un pò di storia della scrittura per coloro che scrivono.

23 June 2025

La scrittura, intesa come sistema di segni utilizzato per rappresentare la lingua parlata, ha avuto un'evoluzione significativa nel corso dei millenni, partendo dalle forme più primitive fino ad arrivare ai sistemi alfabetici moderni. Questo processo è stato influenzato da vari fattori, tra cui [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Ondine: Grazie

  • Dax: Bello...ora sarebbe bello un'analisi della scrittura orientale(cinese, [...]

5
5
26

Le Sorelle: l’ira di Caterina 2/4

23 June 2025

Capitolo 1: Il villaggio Il mattino saliva piano dal fondo della valle, portando con sé l’odore di legna bruciata e di pane in cottura. Le case del villaggio erano basse, annerite dal fumo, con i tetti rabberciati e le imposte ancora chiuse. Ma non c’era silenzio. Non era un villaggio morto. [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

4
5
46

Le Sorelle: l’ira di Caterina 1/4

22 June 2025

Prologo Campo militare austro-ungarico – Tenda dello Stato Maggiore Il telo della tenda si gonfiava appena, sfiorato da un vento freddo. All'interno, tre ufficiali sedevano attorno a un tavolo ingombro di mappe. Il giovane soldato davanti a loro tremava. L'uniforme era lacera, la fasciatura all'avambraccio [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

3
4
29

Il Natale è una cosa per grandi

22 June 2025

Nel buio della sua stanza, il bambino, o meglio, quello che fino a poco tempo prima era un bambino, fissava il soffitto. Dal soggiorno arrivavano voci smorzate, risate adulte che sembravano voler convincere loro stesse della propria allegria. Aveva chiuso gli occhi da tempo, ma non dormiva. Sapeva [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Ondine: Dolce. L'ho fatto anch'io! Ma scherziamo? Troppo bello credere a Babbo [...]

  • zeroassoluto: Ovunque, in tutte le civiltà, c'è sempre uno o più [...]

5
6
32

Oltre la nebbia(2/2)

In un paese in cui non si vede oltre un palmo dal naso

21 June 2025

Sophia non si piegava. Aveva capito che l’ignoranza non era solo mancanza di conoscenza: era una difesa, una paura profonda del cambiamento. La nebbia proteggeva Villacava. Difendeva dal rischio di scoprire che esisteva qualcosa di più grande e più complesso oltre i suoi vicoli ciechi e i confini [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Lawrence Dryvalley: Esordio di tutto rispetto. mi è piaciuto. Condivido complimenti e appunti [...]

  • Dax: la metafora è bella, anche se non nuova. In effetti, l'ignoranza [...]

3
13
37

Girabuio 4/4

21 June 2025

Irving Crane non vide la fine del processo. Lo trovarono stecchito nel giardino, una mattina. Dopo lo scavo, alcuni girasoli erano ricresciuti e, a sentire qualcuno, Irving ne aveva strappato uno e aveva usato il gambo per impiccarsi… la maggior parte però diceva che non era possibile. Il gambo [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

Torna su