Si era chiuso dentro a un bozzolo come un baco da seta. Rimaneva lì, intere giornate, in quel suo mondo, fatto di sogni e di speranze e fantasticava scene d'amore dove lui, principe azzurro, riusciva a baciare una principessa vittima di un incantesimo malefico fatto da una strega invidiosa della sua bellezza, o si perdeva nel bosco, dentro al quale riusciva però a trovare un castello nel quale stava rinchiusa la solita principessa custodita da un drago sputafuoco e lui riusciva a conquistarla,  diventando il re della regione del Bosco Fatato.

Viveva dentro ad una favola, come del resto era stata la sua vita e tutti i giorni andava a trovare sua moglie in ospedale. Tutti i giorni le portava una rosa e lei, schizzinosa, chiedeva chi fosse e perché fosse lì. Quell'uomo era davvero troppo invadente. Non lo riconosceva più da tempo e si struggeva per il fatto che questo sconosciuto la insidiasse ogni giorno. O erano più pretendenti, che bramavano il suo amore? Ella aveva l'Alzheimer e suo marito, quasi novantenne, era ogni giorno lì, tutto profumato e accuratamente vestito, a farle compagnia, anche se lei non sempre gradiva perché Ella non ricordava più niente.

Lui sfogliava assieme alla sua donna, a sua moglie ormai estranea, gli album dei ricordi di una vita ed Ella,  rinvenuta alla realtà per un attimo, piangeva in silenzio, piangeva a grosse lacrime. L'uomo aveva una stretta al cuore così dolorosa che, a volte, erano necessarie le cure dei medici del reparto. Ma si ristabiliva in giornata perché l'indomani aveva l'appuntamento con sua moglie mentre sognava e viveva in un mondo parallelo, dove tutto è felicità, dove tutto è serenità.

Un giorno, però, l'emozione fu troppo forte e l'uomo fu colto da un malore, un infarto e morì. Ella non seppe niente. Notò solo che dentro di lei mancava qualcosa e chiese perché quell'uomo non venisse più a farle compagnia. Nessuno le rispose.

Riferì al medico, allora, che si era innamorata, che bello! Si era innamorata di un uomo che prima veniva a trovarla e che ora era sparito. Forse lei era stata troppo brusca con questo sconosciuto e non era riuscita a ricambiare la tanta cavalleria. Quando Ella seppe da una infermiera di turno che quell'uomo era morto diventò triste e guardando nel vuoto con occhi allucinati, gridò il nome di suo marito, un grido nel silenzio perché lui non poteva più risponderle, poteva solo sorriderle dal cielo in una luce che continuava a risplendere dall'alto e che era stato il segreto della loro vita: l'amore, tutto l'amore che in quelle esistenze insieme erano riusciti a disseminare in tutti i posti che avevano visitato.

In particolare, il tesoro segreto per l'uomo era stato questo nobile sentimento mai affievolito verso quella donna che ormai aveva perso quella memoria. Ormai solo nei suoi momenti di lucidità Ella capiva che nessuno le avrebbe fatto ricordare attraverso le foto, attraverso quei frammenti di una vita, che da settantacinque anni era trascorsa velocemente, troppo velocemente, tutta la dolcezza di quell'uomo, l'amore di un  uomo speciale, suo marito. Di giorno in giorno lei non lo  ricordava più neanche nel viso e rimase a piangere con il suo dolore, sola nel suo letto d'ospedale, per pochi mesi ancora.

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