Globulo numero 2019

portatore di ossigeno

e di anidride carbonica,

rosso come il rubino

(carina la similitudine).

Vita faticosa, stressante

mai un attimo di pausa,

sforzo già nel pensar

a questo soliloquio.

Per di più durata di luce

e di luccichii breve è.

 

Viaggio nel corpo

di un bipede

fatto di carne e ossa,

respira grazie all'

impegno di

pastiglie ricoperte

di emoglobina e

sudiamo come

quadrupedi

pronti al macello.

 

Solo un secondo,

fermo e immobile,

e questo ammasso

di muscoli

rischierà.

Camminar sempre,

vita lunga per lui.

 

L’anidride carbonica

è leggera?

Per niente.

L’ossigeno è leggero?

Meno dell’altra ma

niente di che.

Minuti incalcolabili,

giorni difficili,

settimane estese,

fermare è futile,

parlare

con qualcuno;

i simili schiacciati

sembrare senza

vita e creati per

solo scopo.

 

Dilemma monumentale

essere colui a cui

aiutar bisogna.

Con le riserve

rilasciate dal bolo

costruisce barriere

di grassi e affatica

il pellegrinaggio.

 

Non riesco a ponderar.

 

Una volta, pietrificato,

ferito dai globuli

bianchi.

Invidioso del lor

mestiere,

difendono il corpo

da minacce tossiche.

Muoiono valorosi

come eroi.

Più presenza loro,

violenza e

morte precoce

del fato già

prematuro predestinato

di poveri, piccoli

operai rossi.

 

A metà

……

di già?

 

Cuore,

visto ieri,

altro ieri

e passato

lontano corto.

Lampo distraente

giro lentamente

come una danza

su un superficie

liquida e blu.

Con i grassi,

camminar è

oro.

 

Polmoni, visti

ieri, altro ieri

e anche ora.

Bolle di carbonio

pesanti come

scogli,

visti in centro

di riciclaggio

e dentro

l’area di lavaggio.

Appiccicosa,

odore assurdo,

non immaginar

i sensi nell’uretra.

 

Vene,

errar qui dentro,

peccato neanche

leggero affetto

sulle pareti,

viste sempre,

questo lato ieri,

e anche domani

scorgerà.

 

In fon….do…

è bello….

da...re… una

mano….fa..ti..

cando….la…

vita…..è

lucente come

il sol….e.

 

(Il rubino

è caduto).

 

È il centoventesimo

giorno; è finita.

Questa vita corta

ricca di dolori e

priva di fruizioni.

Acceder in

organo sepolcrale.

Prima

di sussurrar

ultimi fiati,

consapevole

essere di rinascere

e vivere questa

esistenza con i

ferri, e insito già tanto

è presente.

Il corpo, mal ridotto, non

c’è nulla da aggiustar,

questo corpo perirà

prima di assaporare

forse l’unico momento

di libero buio… un corpo

sferico.

Centesima resurrezione

annullata.

 

Camminar

in luogo maledetto

e intendere

che questo, forse,

essere speranza.

 

Ne dubito.

 

Dannato bi….

………………

………………

 

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