Solo un movimento d’aria, appena un soffio faceva muovere le frange degli ombrelloni, la spiaggia era deserta, nessuno seguiva le orme dei gabbiani indolenti. Tutto era silenzio e sole, il mare sussurrava dolci parole nel suo infrangersi docile sulla sabbia nelle prime ore di un giorno che stava per nascere. L’attesa di rivederti diventava sempre più ansiosa. Ero già al mio posto solo per vedere ancora una volta la levigatezza delle tue gambe, la piccola misteriosa e dolce curva di quel tuo seno da adolescente. Ricordo il giorno in cui ti ho visto per la prima volta, eri sola, arrivasti silenziosa, nascosta da un paio d'occhiali scuri che coprivano il tuo viso e il grande cappello di paglia proiettava ombre sui capelli sciolti. Il mio sguardo si soffermò a lungo su di te, c’era qualcosa d'indecifrabile nel tuo comportamento, non era certo il tuo costume o il tuo corpo seminudo, era piuttosto, l’incedere da regina, né troppo altezzoso, né tanto meno provocatorio, non ti curavi degli sguardi dei maschi che ti circondavano. Eri una ragazza come tante, ma dovevi avere qualcosa che ti tormentava. Ti vidi per tutto il giorno sdraiata sul lettino senza mai toglierti gli occhiali, nemmeno ad ora di pranzo ti muovesti dal tuo posto, anche io rimasi lì, senza mangiare, affascinato dalla tua presenza. Da quel giorno sono trascorse due settimane, e non ti ho visto mai parlare, non hai rivolto la parola a nessuno, sei sempre rimasta lì come se stessi aspettando qualcuno che deve arrivare. Chi sei! Cosa nascondi dietro quegli enormi occhiali, di che colore sono i tuoi occhi, sei giovane e attraente come altre ragazze che sono qui sulla spiaggia, allora perché non ho occhi che per te, quale incantesimo hai ordito nei miei confronti, che non riesco a toglierti gli occhi di dosso.

Le vacanze stanno per finire e la tua presenza sta condizionando la mia vita, ho perso gli amici che, dopo inutili tentativi di farmi rinsavire, mi hanno lasciato da solo, con le mie fantasie, i miei sogni, con questo desiderio di scoprire il mistero del tuo fascino. Oggi è sabato, l’ultimo prima della partenza per ritornare alla monotonia di tutti i giorni, domani devo partire e ancora non so nulla di te, non ho visto i tuoi occhi e il viso, non so come ti chiami, il destino si è divertito a scompaginare la mia vita facendomi incontrare te, misteriosa fanciulla, dovrò portare con me solo il ricordo di un corpo abbronzato e null’altro, cosa nascondi dietro il tuo silenzio. La fantasia e il desiderio ormai mi spingono ad inventarmi dei nomi, come ti chiami?

Quale musa ispiratrice, mi hai spinto a scrivere per te una poesia che avrei voluto leggerti e vedere la reazione dei tuoi occhi, invece devo ricorrere ad un trucco meschino. Ora mi alzerò e passerò davanti al tuo ombrellone. Approfitto dell’ora

mattutina che ancora non ha riempito la spiaggia di bambini urlanti e giovani smaniosi, farò cadere il biglietto con la speranza che tu possa raccoglierlo. Passo lentamente e, dalla mia mano tesa verso il basso, il biglietto cade a pochi centimetri da te, non puoi non vederlo, io mi allontano per discrezione e per non creare imbarazzo. Sono tornato al mio posto dopo due ore, la spiaggia è affollata e nessuno fa caso a me, mi sistemo al mio posto guardando il mare, ma ogni tanto butto uno sguardo verso di te, il biglietto non c’è più, lo hai preso o l’ha portato via il vento. Resto seduto, nel dubbio aspetto, non so cosa, ma sono in ansia. D’improvviso dalla passerella che dal lido porta alla spiaggia si affaccia un giovane, bruno, muscoloso, capelli ricci e sguardo strafottente, al collo porta una pesante catena d’oro. Conosco il tipo, un buzzurro ignorante che crede che il mondo sia a sua disposizione, si avvicina con aria da bullo di periferia e con mia violenta contrarietà si avvicina al mio sogno, la sua voce sguaiata urla “ amore, sono arrivato”. Non posso credere ai miei occhi, immaginavo di tutto, meno che un tipo del genere potesse essere associato alla ragazza misteriosa. Un violento senso di delusione, dentro di me un rumore di vetri infranti, le mie illusioni che crollano rovinosamente, volgo lo sguardo altrove, per poco non mi metto a piangere. Lei si toglie gli occhiali e, approfittando del momento in cui lui si guarda intorno, come per affermare il suo possesso su quella creatura, mi lancia uno sguardo. Finalmente riesco a vedere i suoi occhi, chiari, azzurri più del cielo che è sopra di noi, ma palesemente tristi, un'ombra di malinconia ne vela la luce come un gabbiano al tramonto che disegna ombre nella luce del sole. I due si allontanano e rimango da solo a rimuginare su quanto accaduto. Poco dopo mi alzo anche io, non c’è ragione per rimanere ancora lì, domani parto e devo preparare le valigie, passo davanti al lettino di lei, volgo un ultimo sguardo dove per tanti giorni le mie fantasie avevano galoppato e, in un angolo, seminascosto dalla sabbia vedo un foglio di carta appallottolato, sembra essere il mio, ancora una delusione, non ha letto la mia poesia, questo è proprio il colpo finale, tutto crolla. Per evitare altri problemi mi chino per raccoglierlo, non voglio che le mie parole cadano in mani sbagliate. Così quasi con un gesto meccanico, apro il foglietto ed è proprio la mia poesia, solo che in un angolo in basso a destra alla fine, scritto a penna c’è scritto:

 

Potessi io venire

Impetuoso nei tuoi capelli

Come un vento di marzo

Docile alle tue labbra

Per parlarti d’amore.

Togliere dai tuoi occhi

Umide alcove di silenzio

Ed ali riflesse di gabbiani

Bianchi come il tuo seno

Che s’intravede appena.

Strappare dalle tue oscure viscere

Segrete sillabe di luce

Nascosti desideri

Con canti profumati di fiori

Luminosi fra le tue dita.

 

Grazie e addio Irene

 

Tutti i racconti

2
4
29

📝 A Giada

26 June 2025

La luce del sole pomeridiano filtrava attraverso le foglie degli alberi, creando arabeschi dorati sul pavimento del piccolo caffè dove ci trovavamo. Di fronte a me, Giada sorrideva, i suoi capelli biondissimi incorniciavano un viso delicato e puro. Gli occhi chiari brillavano di una luce vivace, [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Lawrence Dryvalley: Letto, piaciuto. È proprio vero, amore e ragione sono come lo Yin e [...]

  • Rubrus: Be', sì. è un sentimento che non si può forzare, per [...]

0
1
12

Destabilizzazione (1/3)

26 June 2025

Mattia si stira. Pensa alla giornata che inizia. A volte l'ultimo sonno è angosciante. Giulia si è già alzata e sta trafficando in cucina. Non si preoccupa di far rumore. È l'ora di alzarsi. Mattia avrebbe voglia di un viaggio oltreoceano ma tra un'ora deve essere sul tram per il lavoro. Il lavoro [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

7
16
37

Tempi moderni

25 June 2025

C.K. svoltò frettolosamente l’angolo e si bloccò osservando contrariato i due marciapiedi del vicolo. «Ci risiamo di nuovo» mormorò rivolto a sé stesso. «Comincia a diventare un problema!» Girò sui tacchi e proseguì a passo veloce sulla strada principale in mezzo alla folla dell’orario di punta. [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

4
9
30

Le Sorelle: l’ira di Caterina 4/4

25 June 2025

L’indomani mattina Giulio si svegliò di soprassalto. Aprì gli occhi e le trovò tutte lì, in piedi intorno al suo letto. Nessuna parlava, ma lo osservavano con attenzione, come se lo stessero pesando con lo sguardo. La prima a rompere il silenzio fu Caterina. «Come ti chiami?» «Giulio». «Da dove [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

2
1
23

Laguna rossa

-sentivo il sangue

24 June 2025

Sentivo il sangue tra le branchie perforanti d’inchiostro rosso cadaverico SentIvo il sangue immerso in quella doccia rinchiusa accasciata a terra immobile I miei occhi risvegliandosi sfocati di una luca fioca non credevano a quello che stava accadendo. violenza chiama violenza violenza [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

5
5
16

Le Sorelle: l’ira di Caterina 3/4

24 June 2025

Capitolo 3: L'uomo dagli occhi gentili Il villaggio sembrava respirare con un ritmo più lento. L’aria era tersa, il cielo chiazzato di nuvole bianche, leggere come farina setacciata. Il suono regolare della sega nella bottega del falegname, il tintinnare dei secchi alla fontana e lo scricchiolio [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

4
5
33

Evoluzione della scrittura: dalla scrittura arcaica alla scrittura moderna

Racconto un pò di storia della scrittura per coloro che scrivono.

23 June 2025

La scrittura, intesa come sistema di segni utilizzato per rappresentare la lingua parlata, ha avuto un'evoluzione significativa nel corso dei millenni, partendo dalle forme più primitive fino ad arrivare ai sistemi alfabetici moderni. Questo processo è stato influenzato da vari fattori, tra cui [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Ondine: Grazie

  • Dax: Bello...ora sarebbe bello un'analisi della scrittura orientale(cinese, [...]

5
5
26

Le Sorelle: l’ira di Caterina 2/4

23 June 2025

Capitolo 1: Il villaggio Il mattino saliva piano dal fondo della valle, portando con sé l’odore di legna bruciata e di pane in cottura. Le case del villaggio erano basse, annerite dal fumo, con i tetti rabberciati e le imposte ancora chiuse. Ma non c’era silenzio. Non era un villaggio morto. [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

4
5
46

Le Sorelle: l’ira di Caterina 1/4

22 June 2025

Prologo Campo militare austro-ungarico – Tenda dello Stato Maggiore Il telo della tenda si gonfiava appena, sfiorato da un vento freddo. All'interno, tre ufficiali sedevano attorno a un tavolo ingombro di mappe. Il giovane soldato davanti a loro tremava. L'uniforme era lacera, la fasciatura all'avambraccio [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

3
4
29

Il Natale è una cosa per grandi

22 June 2025

Nel buio della sua stanza, il bambino, o meglio, quello che fino a poco tempo prima era un bambino, fissava il soffitto. Dal soggiorno arrivavano voci smorzate, risate adulte che sembravano voler convincere loro stesse della propria allegria. Aveva chiuso gli occhi da tempo, ma non dormiva. Sapeva [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Ondine: Dolce. L'ho fatto anch'io! Ma scherziamo? Troppo bello credere a Babbo [...]

  • zeroassoluto: Ovunque, in tutte le civiltà, c'è sempre uno o più [...]

5
6
32

Oltre la nebbia(2/2)

In un paese in cui non si vede oltre un palmo dal naso

21 June 2025

Sophia non si piegava. Aveva capito che l’ignoranza non era solo mancanza di conoscenza: era una difesa, una paura profonda del cambiamento. La nebbia proteggeva Villacava. Difendeva dal rischio di scoprire che esisteva qualcosa di più grande e più complesso oltre i suoi vicoli ciechi e i confini [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Lawrence Dryvalley: Esordio di tutto rispetto. mi è piaciuto. Condivido complimenti e appunti [...]

  • Dax: la metafora è bella, anche se non nuova. In effetti, l'ignoranza [...]

3
13
37

Girabuio 4/4

21 June 2025

Irving Crane non vide la fine del processo. Lo trovarono stecchito nel giardino, una mattina. Dopo lo scavo, alcuni girasoli erano ricresciuti e, a sentire qualcuno, Irving ne aveva strappato uno e aveva usato il gambo per impiccarsi… la maggior parte però diceva che non era possibile. Il gambo [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

Torna su