L'Operazione Domino, a mio avviso, aveva un non so che di paradossale. Trovavo strano che noi soldati facessimo la guardia armata ad altri soldati in un posto del genere.

In primo luogo i militari statunitensi apparivano efficienti e attrezzatissimi, dall'armamentario ai mezzi. Da segnalare che dalla recinzione del Naval Air Station Sigonella non di rado li vedevamo addestrarsi in maniera professionale, con armi da lancio, arti marziali, capriole etc.

Oltretutto, la base veniva sorvegliata con attenzione anche dalle pattuglie della polizia militare con le loro accattivanti automobili di colore bianco dalle sirene blu e rosse simili a quelle della NYPD. (New York City Police Department).

Gli uomini e le donne dell’MP (Military Police Corps) indossavano la classica mimetica verde, armati di pistola, manganello e manette. Francamente sembrava che se la tirassero.

In seguito scoprimmo che i "poliziotti" tenevano d’occhio persino le nostre stesse mute e gli avieri del 41° Stormo, peraltro con l’incombenza di non far circolare più del dovuto i civili non autorizzati e all'occorrenza fermare possibili sospetti chiedendo l’ausilio dei carabinieri.

In quei tre mesi non successe niente di particolarmente eclatante, i giorni passavano lenti e non c'era un granché da fare. Complice il poco riscaldamento dormivamo al calduccio ore e ore nei letti delle camerate e , grazie a Dio, i cuscini, le coperte e le lenzuola ci venivano spesso sostituite con quelle pulite dopo aver sollecitato il disagio a chi di dovere. I bagni purtroppo rimasero immondi e con i soliti malfunzionamenti.

Ci sembrava inutile girovagare la Naval Air Station Sigonella, visto e considerato che non potevamo acquistare nulla. Scendere a Catania per la libera uscita non conveniva, dato che gli autobus raramente rispettavano gli orari e si finiva consegnati se non tornavamo alla base entro le 23:00.

Essere puniti consisteva in non poter lasciare la caserma. Alla fin fine cosa cambiava? È presto detto: i provvedimenti venivano trascritti nelle documentazioni personali e ciò non avrebbe giovato alle note caratteristiche.

Se non dormivamo ci mettevamo a giocare a carte, a farci degli scherzi, a cazzeggiare con i cellulari, a confrontarci, a confortarci qualora sentissimo malinconia o nostalgia, a leggere romanzi, fumetti e riviste. A tal proposito ho un ammiccante aneddoto che vorrei raccontare.

In un noioso pomeriggio di pioggia, mentre mi stavo cimentando a leggere Nato per uccidere, un libro di guerra ambientato in Vietnam, all'improvviso un certo Costa mi lanciò addosso un fotoromanzo pornografico colpendomi il viso.

«Fatti gli occhi compare! Te lo presto ma non me lo sgualcire. Sto andando in bagno. Eh, la voglia chiama ancora!», mi disse ridendo.

Tornò dopo un quarto d’ora visibilmente esausto e si lasciò cadere a peso morto sul letto in posizione fetale. Chiaramente si era sfogato alla grande. Accantonai il romanzo poiché avevo trovato qualcosa di più interessante e soprattutto più eccitante.

I tre mesi in qualche modo passarono, finché una mattina gli ufficiali ci annunciarono finalmente il ritorno a Messina, con l’aggiunta di una bella notizia, cioè il beneficio di una graditissima licenza della durata di 14 giorni. Inutile dire la felicità che albergava dentro di noi, quelle dodici settimane di Operazione Domino ci vennero letteralmente ripagate.

Tornammo alla Crisafulli-Zuccarello in tarda serata, dapprima ci fu la consegna dell’equipaggiamento in armeria, per poi avviarci alle nostre camerate e, una volta sistemati gli effetti personali nei rispettivi armadietti o nei relativi borsoni, andammo nelle brande pieni di allegria.

Il giorno seguente nel piazzale durante l’alzabandiera cantammo a squarciagola l’Inno d'Italia, successivamente ci furono i complimenti da parte del Comandante di Reggimento, che ritenne globalmente soddisfacente il supporto prestato alle Autorità di Pubblica Sicurezza e, al contempo, rimproverò aspramente senza fare nomi coloro che si erano macchiati di imperdonabili scorrettezze.

Gli elementi in questione non appartenevano alla nostre mute ma bensì alla Compagnia Mortai in servizio alla Raffineria di Milazzo. Quali furono le conseguenze per quelle teste di cavolo non lo venni mai a sapere.

Appena giunti in Compagnia Fucilieri ci adunammo nel cortile, il nostro capitano rinnovò i convenevoli e incaricò un giovane tenente di origine napoletana di assegnarci le licenze, chiudendo un occhio con quelli che avevano ricevuto alcune punizioni non gravi, chiamate per l'esattezza "consegne semplici", nel corso dell’Operazione Domino.

Per il ritiro della licenza dovevamo eseguire la solita modalità standard, ovverosia, una volta che veniva chiamato il nome e il cognome dell’interessato, dalla posizione di riposo ci si metteva sugli attenti sbattendo il tallone destro, dicendo ‘comandi’, alzando e abbassando velocemente il braccio destro, si effettuava un dietro-front, e ci si staccava dalla riga/fila per andare a passo veloce dinnanzi l'ufficiale o sottufficiale, sbattendo nuovamente il medesimo calcagno accompagnato dal saluto militare. Ricevuto il foglio si ritornava al proprio posto in attesa del ‘rompete le righe’.

Passò una buona mezz'ora e le licenze furono consegnate a tutti, tranne al sottoscritto.

L’inquietudine si impadronì di me ed essendo tra le prime file guardai il tenente Palma con aria perplessa chiedendogli con umiltà delle spiegazioni.

«Soldato!», mi disse, «Sei a rapporto dal capitano Mottola, entra nel suo ufficio che ti deve parlare.»

Confesso che l'ansia crebbe a dismisura, bruciandomi lo stomaco.

«Perché non mi hanno consegnato la licenza? Vuoi vedere che dovrò svolgere un servizio alla porta carraia!», ipotizzai decisamente scazzato, ma se così fosse stato l’avrei saputo dai furieri e non dal comandante.

Tutti i racconti

2
4
29

📝 A Giada

26 June 2025

La luce del sole pomeridiano filtrava attraverso le foglie degli alberi, creando arabeschi dorati sul pavimento del piccolo caffè dove ci trovavamo. Di fronte a me, Giada sorrideva, i suoi capelli biondissimi incorniciavano un viso delicato e puro. Gli occhi chiari brillavano di una luce vivace, [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Lawrence Dryvalley: Letto, piaciuto. È proprio vero, amore e ragione sono come lo Yin e [...]

  • Rubrus: Be', sì. è un sentimento che non si può forzare, per [...]

0
0
12

Destabilizzazione (1/3)

26 June 2025

Mattia si stira. Pensa alla giornata che inizia. A volte l'ultimo sonno è angosciante. Giulia si è già alzata e sta trafficando in cucina. Non si preoccupa di far rumore. È l'ora di alzarsi. Mattia avrebbe voglia di un viaggio oltreoceano ma tra un'ora deve essere sul tram per il lavoro. Il lavoro [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

7
16
37

Tempi moderni

25 June 2025

C.K. svoltò frettolosamente l’angolo e si bloccò osservando contrariato i due marciapiedi del vicolo. «Ci risiamo di nuovo» mormorò rivolto a sé stesso. «Comincia a diventare un problema!» Girò sui tacchi e proseguì a passo veloce sulla strada principale in mezzo alla folla dell’orario di punta. [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

4
9
30

Le Sorelle: l’ira di Caterina 4/4

25 June 2025

L’indomani mattina Giulio si svegliò di soprassalto. Aprì gli occhi e le trovò tutte lì, in piedi intorno al suo letto. Nessuna parlava, ma lo osservavano con attenzione, come se lo stessero pesando con lo sguardo. La prima a rompere il silenzio fu Caterina. «Come ti chiami?» «Giulio». «Da dove [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

2
1
23

Laguna rossa

-sentivo il sangue

24 June 2025

Sentivo il sangue tra le branchie perforanti d’inchiostro rosso cadaverico SentIvo il sangue immerso in quella doccia rinchiusa accasciata a terra immobile I miei occhi risvegliandosi sfocati di una luca fioca non credevano a quello che stava accadendo. violenza chiama violenza violenza [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

5
5
16

Le Sorelle: l’ira di Caterina 3/4

24 June 2025

Capitolo 3: L'uomo dagli occhi gentili Il villaggio sembrava respirare con un ritmo più lento. L’aria era tersa, il cielo chiazzato di nuvole bianche, leggere come farina setacciata. Il suono regolare della sega nella bottega del falegname, il tintinnare dei secchi alla fontana e lo scricchiolio [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

4
5
33

Evoluzione della scrittura: dalla scrittura arcaica alla scrittura moderna

Racconto un pò di storia della scrittura per coloro che scrivono.

23 June 2025

La scrittura, intesa come sistema di segni utilizzato per rappresentare la lingua parlata, ha avuto un'evoluzione significativa nel corso dei millenni, partendo dalle forme più primitive fino ad arrivare ai sistemi alfabetici moderni. Questo processo è stato influenzato da vari fattori, tra cui [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Ondine: Grazie

  • Dax: Bello...ora sarebbe bello un'analisi della scrittura orientale(cinese, [...]

5
5
26

Le Sorelle: l’ira di Caterina 2/4

23 June 2025

Capitolo 1: Il villaggio Il mattino saliva piano dal fondo della valle, portando con sé l’odore di legna bruciata e di pane in cottura. Le case del villaggio erano basse, annerite dal fumo, con i tetti rabberciati e le imposte ancora chiuse. Ma non c’era silenzio. Non era un villaggio morto. [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

4
5
46

Le Sorelle: l’ira di Caterina 1/4

22 June 2025

Prologo Campo militare austro-ungarico – Tenda dello Stato Maggiore Il telo della tenda si gonfiava appena, sfiorato da un vento freddo. All'interno, tre ufficiali sedevano attorno a un tavolo ingombro di mappe. Il giovane soldato davanti a loro tremava. L'uniforme era lacera, la fasciatura all'avambraccio [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

3
4
29

Il Natale è una cosa per grandi

22 June 2025

Nel buio della sua stanza, il bambino, o meglio, quello che fino a poco tempo prima era un bambino, fissava il soffitto. Dal soggiorno arrivavano voci smorzate, risate adulte che sembravano voler convincere loro stesse della propria allegria. Aveva chiuso gli occhi da tempo, ma non dormiva. Sapeva [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Ondine: Dolce. L'ho fatto anch'io! Ma scherziamo? Troppo bello credere a Babbo [...]

  • zeroassoluto: Ovunque, in tutte le civiltà, c'è sempre uno o più [...]

5
6
32

Oltre la nebbia(2/2)

In un paese in cui non si vede oltre un palmo dal naso

21 June 2025

Sophia non si piegava. Aveva capito che l’ignoranza non era solo mancanza di conoscenza: era una difesa, una paura profonda del cambiamento. La nebbia proteggeva Villacava. Difendeva dal rischio di scoprire che esisteva qualcosa di più grande e più complesso oltre i suoi vicoli ciechi e i confini [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Lawrence Dryvalley: Esordio di tutto rispetto. mi è piaciuto. Condivido complimenti e appunti [...]

  • Dax: la metafora è bella, anche se non nuova. In effetti, l'ignoranza [...]

3
13
37

Girabuio 4/4

21 June 2025

Irving Crane non vide la fine del processo. Lo trovarono stecchito nel giardino, una mattina. Dopo lo scavo, alcuni girasoli erano ricresciuti e, a sentire qualcuno, Irving ne aveva strappato uno e aveva usato il gambo per impiccarsi… la maggior parte però diceva che non era possibile. Il gambo [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

Torna su