Proseguiamo, domani c'è Yosemite.
Ho paura che mi innamorerò.
Non nascondiamocelo, c'è sempre un po' di timore quando succede.
È successo. 
Ma non è un problema. Perché negli ultimi 10 giorni mi è già capitato per almeno altri 6 o 7 posti.
Sono amori platonici in fin dei conti.
El Capitan, Half Dome, monoliti granitici contorniati da foreste incontaminate.
Profumi di conifere, profumi di casa.
Scoiattolino cicciottello, da me non becchi niente, ma fatti fotografare un momento.
Occhi pieni.
Occhi stracolmi di cose belle.
È tempo di andare, di oltrepassare la vallata e di dirigersi verso il Golden Gate Bridge.
Il ponte rosso.
E la città dove stava l'uomo seduto sul molo della baia col suo zufolìo melodico.
"I'm sitting on the dock of the bay wasting time".
Non c'è tempo da perdere invece!
A piedi per tutta la city, e poi su fino alle twin peaks, con la nebbia che ci ammanta.
E poi la sveglia del giorno dopo con una scossa di terremoto.
Ma chi se ne frega, la casa che ci ospita è di legno, non crolla. 
E anche se crollasse, siamo in ferie!
E giù a noleggiare la bicicletta!
30, 40 km in bici.
Non bastavano i 4000 in macchina dei 10 giorni precedenti?
No! 
Le strade sono fatte per essere percorse.
E allora andiamo alla spiaggia a mangiarci l'ultimo panino di questo viaggio e poi torniamo su per Presidio, e poi giù ai Pier per capire dove consumare l'ultimo pasto del giorno dopo.
E così arriva il tempo di ripartire.
Tutte le cose belle devono prima o poi finire.
L'ultimo saluto è a Frisco, all'imbrunire, dall'aereo.
Si vedono le luci, il ponte che si allontana, si allontana sempre di più... fino a diventare una briciola, e poi un granello di sabbia... e poi... e poi... ciao...

Tutti i racconti

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