Si disse che il vecchio direttore per motivi familiari aveva chiesto di essere trasferito presso un’altra banca. La vita di Thomas era cambiata, ora aveva più tempo per stare con sua figlia e non aveva più bisogno della baby-sitter.

Provò a chiamare Anne più volte ma, a quanto pare non voleva più parlare con lui.

Una sera, mentre era a lavoro nel suo ufficio, ricevette una telefonata dallo Zio che gli chiese di passare da lui quella sera per farsi quattro chiacchiere, così all’orario di chiusura e come da accordo andò da Don Calogero. Una volta giunto da Salieri salutò Antonio, che gli aprì la porta della cantina con molta riverenza, Thomas gli disse che conosceva la strada e che non era il caso che l’accompagnasse fino in fondo. Entrò nel sala dei tavoli da biliardo sempre annebbiata dal fumo dei sigari; il pianista suonava un vecchio motivo italiano e alcune ragazze col seno al vento ballavano e piroettavano davanti ai clienti.

«Signor Morris, Signor Morris...», qualcuno lo chiamava, si rigirò più volte su me stesso senza capire chi lo stesse cercando, non vide nessuno a parte una giovane ragazza, anche lei con seno di fuori che gli andava incontro.

«Ci conosciamo?», chiese Thomas perplesso alla ragazza.

«Signor Morris, non mi riconosce?», fece la ragazza sorridendo.

«Beh! Veramente no. Chi sei?»

«Come chi sono!? Suvvia! Sono Anne la sua ex baby-sitter», per Thomas fu come ricevere una frustata alle orecchie.

«Cosa? Che cosa? Tu! Anne! O cazzo! Ma che ci fai qui dentro?», le chiese togliendosi il soprabito e mettendoglielo addosso. «Ma sei pazza!?»

«Signor Morris che fa! Mi lasci!», si divincolò la giovane restituendogli il cappotto.

«No, non sono pazza, ho semplicemente seguito il suo consiglio, sono uscita, ho trovato un giovane e ho fatto i miei esercizi di chimica applicata con lui, poi ho trovato questo lavoro e ora faccio quello che più mi piace, sì insomma mi diverto e sto bene», disse tutta contenta saltellando di gioia con i seni che le rimbalzavano sul petto. Thomas si ritrovò a fissarle il seno e con vistoso imbarazzo poi guardò da un’altra parte, lei sorrise compiaciuta di quell’effetto.

«Che dirti... contenta tu contenti tutti. Ti faccio i miei auguri e Buona Fortuna...», le disse baciandola sulla fronte.

«Grazie Signor Morris, davvero!».

«Di cosa?», chiese.

«Per avermi aperto gli occhi... A proposito, come sta la piccola Jenny?», si informò Anne.

«Mi chiede spesso di te, le manchi molto. Comunque, se ti fa piacere, puoi venire a casa quando vuoi, Jenny ne sarà felice. Per te la porta è sempre aperta», disse Thomas sorridendo.

«Grazie Signor Morris, verrò senz’altro. A presto allora».

Gli diede un bacio sulla guancia e tornò al suo spettacolo.

“Tutto sommato, è bene quel che finisce bene. No!?” Pensò, poi si volse un ultima volta verso la ragazza: “Cazzo, ho creato un mostro!”, si disse e andò verso l’ufficio del Boss.

 

Santiago Montrés

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