«Avevo 11 anni e "Munsu Cesco", titolare di un laboratorio di falegnameria nella strada dove abitavo, mi chiese di portare un cassettone da un verniciatore di via Lagrange. Mi avrebbe dato la mancia. Dissi a mia madre che sarei andato all'oratorio "Michele Rua" - molto lontano da casa - per giustificare il mio probabile ritardo e partii per il centro, tirando un carrettino che aveva le ruote di una bicicletta. Nessuno era più felice di me, perché mi sentivo addosso una responsabilità da adulto. Feci la strada il più velocemente possibile e il tratto più faticoso fu la breve salita dei Giardini Reali. Il traffico era scarso e lungo il tragitto incrociai una pattuglia delle Brigate Nere che perquisiva un passante, schiena al muro e braccia alzate.

Anche a Torino si stava vivendo il finale di brutti momenti: c'erano attentati, sabotaggi e le milizie avevano paura. I "gappisti" sbucavano dal nulla, colpivano e si dileguavano. Per me l'unico pericolo poteva arrivare da cielo, con un bombardamento, ma in quel periodo la vita era decisa dal fato, perché nessun posto poteva essere sicuro.

Il laboratorio di verniciatura si affacciava su un cortile di ciottoli: un'unica stanza con un armadio, uno scaffale e le bombole di aria compressa per la pittura a spruzzo. Aiutai il titolare a tirare giù il mobile dal carretto. Ricordo che era molto pesante e che l'uomo mi raccomandò di posarlo a terra adagio, perché il legno avrebbe potuto scheggiarsi.

Tornai dal verniciatore altre tre o quattro volte con lo stesso cassettone. Lo riconoscevo da una piccola venatura a ipsilon sul coperchio. Un particolare che mi incuriosiva molto, tanto che un giorno dissi a Monsu Cesco: «Mi sembra il mobile dell'altra volta!». «Sono tutti uguali», tagliò corto.

I viaggi andarono quasi sempre di liscio. Una volta, però, in corso Emilia la ruota sinistra del carretto si incastrò in una rotaia del tram. Nel tentativo di liberarla, si piegò così tanto che non girava più nella forcella. Ero disperato. Mi stavo guardando intorno, quando arrivò un tipo in bicicletta, che mi aiutò a spingere il trabiccolo contro il marciapiede e che mi disse: «Adesso l'aggiustiamo, aspettami qui». Poco dopo tornò con una ruota nuova, che sostituì con quella danneggiata. «Va pure - mi rassicurò - so chi sei e mi faccio dare i soldi dal tuo padrone».

Nell'ultimo trasporto rischiai molto. Era primo pomeriggio. Sbucato dai Giardini Reali in piazza Castello, finii in un rastrellamento. Feci alcuni passi e un militare, forse della divisione "Monterosa", mi puntò contro il mitra e mi spinse verso il marciapiede. «Dai, dai, sali su», mi disse senza alzare la voce. Visto che faticavo a superare il gradino, mi aiutò a sistemarmi tra una colonna e l'altra dei portici, poi mi rimase accanto voltandomi le spalle, anche se ogni tanto mi sfiorava con lo sguardo. Da metà piazza, fino all'imbocco di via Po, i militari rincorrevano i passanti spingendoli verso i camion; altri uscivano dai portoni strattonando i malcapitati che avevano cercato di nascondersi. Sentivo urlare ordini, richiami e io lì, seduto sul timone del carretto, osservavo tranquillo, sicuro che nessuno mi avrebbe toccato. La retata si concluse in meno di un quarto d'ora e chi mi aveva fermato mi aiutò a scendere con il mio traino dal marciapiede e mi diede una spintarella per superare lo spunto iniziale.

Qualche settimana dopo la Liberazione, il falegname venne a casa mia e disse ai miei che voleva segnalarmi per un riconoscimento. Mio padre - lo ricordo come fosse ieri - corrugò la fronte e gli chiese il motivo. In quel momento seppi che nel mobile avevo trasportato esplosivo, qualche fiasco di benzina, armi, munizioni e tutto quello che poteva servire alla lotta clandestina. Il laboratorio di verniciatura era anche una delle tante basi logistiche dei partigiani che operavano nel territorio metropolitano. Insomma, ero stato un ignaro corriere della Resistenza. La mia giovane età allontanava i sospetti. Se mi avessero scoperto, però, la paura mi avrebbe impedito di mentire, non avevo il volto pallido dell'eroe. Avrei detto da dove arrivavo e dove stavo andando. La mia e altre famiglie avrebbero avuto il peggiore destino. Non ricordo di aver mai visto mio padre tanto furente come con il falegname che, oltre ad avermi pericolosamente usato, aveva anche messo in serio rischio un canale della Resistenza.

Scoprii anche che nei miei viaggi ero sempre seguito a distanza da un adulto in bicicletta, pronto a intervenire in caso di necessità: quando ruppi la ruota in corso Emilia e durante il rastrellamento, confuso tra gli alberi dei Giardini Reali.

Non seppi però mai chi riportasse indietro il cassettone, ma pensandoci su, capii che il carretto era stato costruito apposta per trasportare quel mobile che si infilava giusto tra le quattro sponde del pianale, in modo da impedire agli sportelli di aprirsi. Un semplice espediente che avrebbe scoraggiato chi avesse voluto guardarci dentro».

Tutti i racconti

3
5
17

Debunker (1/4)

07 December 2025

Babbo Natale era intirizzito e di malumore. O meglio, lo era il Cogliati, in piedi, vestito da Babbo Natale, all’angolo tra Piazza Grande e Via Vittorio Emanuele II. Per fortuna, però, non si vedeva. La barba finta nascondeva tutto. Peccato prudesse come se dentro ci fosse una nidiata di pulci. [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Rubrus: MM: sotto le feste le storie si allargano come le pance. Queste sono 4 parti. [...]

  • BrunoTraven: Bello e divertentissimo Rubrus aspettiamo il seguito:))) notevole, like p.s. [...]

2
3
22

Il condominio 1/3

07 December 2025

Il rito dell’inquilino del piano di sopra era sempre lo stesso: lo sciacquone del bagno a scandire il tempo, le pantofole trascinate sul pavimento. Ogni sera, alle ventitré precise, quel suono monotono rassicurava Vittorio: il mondo là fuori era caotico, ma sopra di lui qualcuno seguiva ancora [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

2
4
36

C'era una volta Jorn, la sua casa, i suoi amici, la favola continua...

E adesso una casa museo per continuare a sognare

06 December 2025

Amici lettori, oggi vi porterò in un luogo speciale, un luogo posto in alto su una collina dalla quale si vede il mare, un luogo affascinante con una storia, anzi con più storie, un luogo da favola e come una vera favola questo racconto breve lo inizierò così. C'era una volta un artista nordico, [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • GiuliaCango: Bellissima ricostruzione della vita di questo artista danese che non conoscevo [...]

  • Rubrus: Oooh... e finalmente non si deve impazzire per cercare il link. Non conoscevo [...]

6
10
45

La vera ricchezza

Il ricordo e la saggezza di mia madre.

06 December 2025

Mia madre si chiamava Anna. Era una donna di grande saggezza e ha sempre avuto un approccio specifico nei confronti del denaro. Per lei non era altro che uno strumento, un mezzo per raggiungere il benessere e mai un traguardo. Da lei sempre presente ho appreso tante cose, anche il significato [...]

Tempo di lettura: 8 minuti

4
7
36

Il gilet giallo

05 December 2025

È passato tanto tempo e adesso ho la tua età di quando ci siamo visti l’ultima volta. Di quando ci siamo salutati in cima alla salita, quella che odiavi ma che affrontavi ogni volta come una sfida personale alla gravità — e forse anche alla vecchiaia. Me lo ricordo ancora: portavi un gilet giallo [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Dax: bello ma....si parla del padre ondel nonno del protagonista?Like

  • An Old Luca: Come scrive giustamente Paolo: impeccabile.
    Coinvolgente, scorrevole e [...]

5
9
62

Piccoli miracoli di Natale

05 December 2025

È la sera dell’antivigilia. Fuori fa un freddo assurdo, mentre nel terminal sembra di stare in una sauna. La ressa di chi parte per le vacanze o torna a casa dalla famiglia rende l’ambiente non solo estremamente rumoroso, ma anche soffocante. C’è tutto ciò che non desidero dopo una giornata di [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Walter Fest: Smoki, per "Lampo" intendesi, "guizzo, fulmine, saetta....insomma [...]

  • La Gigia: Ciao Smoki, complimenti per il racconto. Mi sono piaciuti i personaggi con [...]

3
10
38

Nulla Dies Sine Linea

04 December 2025

L’appuntamento era stato fissato per le due di quel pomeriggio. Naturalmente la mia ansia era cresciuta di ora in ora, proporzionalmente al bisogno di confrontarmi con lui. Arrivai al Café de Flore in larghissimo anticipo e, per provare ad ingannare l'attesa, mi accomodai ad uno dei tavolini [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

4
10
29

Volevo essere William Shatner 2/2

04 December 2025

A poco a poco, la leggerezza si spense. Gli amici cominciarono a evitarmi, stanchi di quel modo di fare che ormai appariva rigido e innaturale. Io non me ne accorgevo, o forse sì, ma non sapevo più come tornare indietro. Era come se quel ruolo mi fosse rimasto addosso, un’abitudine del corpo e [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • thecarnival: Grazie comunque mi fa piacere e moltissimo vi ispiri delle idee vuol dire che [...]

  • Lawrence Dryvalley: Lette le due parti e apprezzate. Anch'io ricordo le notti su Italia1 a [...]

4
6
39

In una parola, rassegnati.

03 December 2025

In una parola, rassegnati. Da quando sei cresciuta, il tuo carattere non cambierà, nessuno può realmente cambiare e se non ci credi, non prendertela con me ma con i numeri. La statistica ci insegna che nessuno cambia, sai? E gli strizzacervelli sono i primi a saperlo: lo sai che per ottenere una [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Maria Merlo: Stile deciso e buona gestione del tema scelto. Bravo.

  • ducapaso: Elena, Paolo, Spettatrice, Dax, Maria, grazie a tutti voi, ho apprezzato ognuno [...]

4
6
24

Volevo essere William Shatner 1/2

03 December 2025

Ricordo ancora quando accadde la prima volta, e come quel personaggio, o meglio, tutta quella mentalità, entrò nella mia vita. Era un pomeriggio come tanti altri e non avevo voglia di fare i compiti. Fuori il cielo era grigio; non avevo voglia di uscire e accesi la TV. Erano le 18, evidentemente, [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Rubrus: Qualche annetto fa anche io scrissi un racconto simile, ma più cupo. [...]

  • thecarnival: grazie del commento Rubrus;))) se trovi quel racconto sarei molto curioso;) [...]

7
10
43

Di stagista in stagista

Giu
02 December 2025

Giorno uno della mia presenza in azienda. Mi sistemarono in un angolo molto luminoso, proprio vicinissimo alla finestra per permettermi di avere la giusta luce quotidiana di cui avevo bisogno. Devo ammettere che mi piaceva molto la postazione che avevano scelto per me, avevo sentito dire che decisero [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

4
14
32

La Clorofilladinia

02 December 2025

“Vedrai” mi hanno detto gli amici, “prima o poi incontrerai una Clorofilladinia. A chi va ad abitare vicino al Secchia può capitare.” Ed eccola qui. Sale da me, entra in questa stanza passando dalla finestra. Non l’ho sentita sulle scale, e così oggi la conosco per la prima volta. L’ho vista attraversare [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

Torna su