Il monolocale mi garba. Così pulito e ordinato, sembra la casa delle bambole. Beh, per quel che ne so io, perché lo giuro, non ne ho mai vista una.

Che posso dire, ragazzi? Per ora me ne sto qui, sotto un buffo piumino rosa e un lenzuolo pieno di orsetti stampati. Insomma, mi sembra di vivere dentro un’enorme caramella.

Sulla mensola ci sono tovaglioli di carta, un bicchiere d’acqua e lo smartphone. È nuovo e di ottima marca. Peccato che, al giorno d’oggi, rubarlo potrebbe trasformarsi in una grossa iattura. Ci penserò in seguito, per ora mi accontento della sua graziosa padrona.

A una spanna dal letto c’è una finestra all’inglese coperta da tende trasparenti, decorate con stupide farfalle rosa e verdi. Gli scuri sono chiusi e la stanza è illuminata dalla luce giallastra di una plafoniera.

Il mini frigo, pieno di adesivi, e la cucina a gas mi serviranno presto perché ho una fame da leone. È stata una vera porcata, ragazzi, ma esaltante al punto giusto.

Lei è ancora barricata in bagno e ogni tanto arriva lo scroscio dell’acqua. Per fortuna io l’ho usato per primo, sennò mi sarebbe toccato rompere il vetro con un calcio, tanto per farle capire chi comanda. 

Stanotte non ci ho fatto caso, ma la bimba è piuttosto istruita. Accanto al tavolo, coperto da una tovaglia blu, c’è la scrivania con un laptop, occhiali, penne, block-notes e due grossi quaderni ad anelli. Dovevo essere proprio sbronzo e stracotto perché non ho visto nemmeno la credenza finto rustico e lo scaffale carico di libri.

Ma guarda che titoli! I processi evolutivi, Analisi matematica uno, Metodi statistici, Esercitazioni pratiche di fisica. Peccato che non possa liberarsi di me, almeno fino a quando mi andrà di fare i miei sporchi comodi.

Io non ho suonato il campanello e non ho chiesto permesso, è stata lei ad accompagnarmi lungo le scale, con una lama di dieci centimetri contro il fegato.

Gli scatti della serratura segnalano che la bimba è stufa di marcire in bagno. La porta, con il vetro stampato a minuscoli rombi, si apre senza fretta e un pigiama grigio scivola attraverso lo spiraglio. Sopra il colletto spiegazzato c’è il suo broncio cauto.

Lo strofinio delle pantofole mi raschia i timpani e sveglia la vecchia bestia.

«E allora?» attacco con una voce quasi estranea. «Non prepari da mangiare?»

Lei si siede sul letto e fissa il tappeto di peluche, abbracciandosi le spalle.

Io apro il frigo e tiro fuori una busta di prosciutto, un astuccio di formaggini, un sacchetto di pan carré e una bottiglia d’aranciata. Per il momento non chiedo altro. Mi sistemo a capotavola, spalmo il formaggio sul pane e aggiungo prosciutto a volontà, poi svito il tappo della bibita e lo sbuffo profumato mi accarezza le narici.

Bevo a canna, respirando a tratti, e addento il panino.

«Non puoi scappare,» farfuglio a bocca piena, «le chiavi di casa sono nella tasca posteriore dei miei jeans.»

Lei fa una smorfia nervosa e tormenta il tappeto coi piedi. Il livido sullo zigomo destro sembra ancora più gonfio e scuro. Sono stato io a servirle un manrovescio per convincerla a non strillare.

«Pigliala con filosofia, tesoro, del resto mica faccio schifo.» Mando giù l’ultimo boccone e un sorso di bibita, poi asciugo mani e labbra con la tovaglia. «E oggi possiamo divertirci finché ci pare.»

Mi guardo intorno con la grinta da padrone. «A quanto pare, non hai la macchina per l’espresso.» Scarto l’ultimo formaggino e lo mangio senza pane. «Non mi va il caffè della moka, preferisco un liquore.»

Dietro la vetrina della credenza ci sono tre bottiglie e un vassoio con cinque bicchieri capovolti. Io sposto la sedia con un colpo di reni e mi alzo di scatto. Voglio vedere cosa può offrire la mia bambola.

«Che c’è qui dentro?» rumino tra i denti. «Maraschino per dolci e vermut da quattro soldi.»

Spalanco la vetrina e studio l’etichetta della terza bottiglia. È fatta a goccia, elegante, con scritte piene di svolazzi. «Questa è roba fine.» Afferro la bottiglia e un bicchiere, poi torno al tavolo. «L’ho vista al supermercato e costava una fucilata.»

Verso il liquore e lo assaporo con calma. Non è male, anche se mi aspettavo di più. Ho bisogno di un’altra sorsata abbondante, quel maledetto panino e l’aranciata fredda sono rimasti sullo stomaco.

La ragazza appoggia le mani sul letto, stringe i pugni e deglutisce a vuoto. Il silenzio è una coperta pesante e la luce giallastra diventa quasi ambrata, come il liquore amarognolo, limpido e un po’ vinoso. 

Io mi lascio ipnotizzare dal bicchiere sagomato. I quadratini in rilievo sembrano diamanti dalla geometria perfetta e l’odore di vino e terra umida invade i pensieri come un sogno sfocato.

Un’improvvisa vertigine e un crampo violento mi troncano il respiro. Vorrei alzarmi, ma una strana debolezza trasforma i gesti in una tortura. Ogni sforzo per vomitare aumenta il senso di oppressione e il cerchio alla testa. Riesco a sputare un getto di schiuma e tento di respirare, ma una morsa soffocante mi stringe la gola e la bocca dello stomaco. Poi il cuore sembra stancarsi di pulsare. Le dita torpide cercano il polso e la mente si incaglia tra quaranta e cinquanta battiti.

Mi giro verso la ragazza e una domanda si fa strada lungo la gola serrata. «Cosa succede adesso?»

Lei si alza, nella nebbia del mio tormento, e si siede di fronte a me.

«Tra poco sentirai la pelle prudere e formicolare, i battiti del cuore rallenteranno ancor di più e la gola si chiuderà quasi del tutto.»

«Perché?» La domanda mi esplode dentro e scivola tra un gemito e un respiro pesante.

Gli occhi della ragazza fluttuano e la voce suona fioca e stonata. «La bottiglia è davvero uscita da un negozio e dentro c’era un innocuo vino alla genziana, ma ora contiene vino al veratro e credimi, non è un digestivo.» La voce sembra morire in un borbottio, poi riprende di colpo. «È un veleno mortale o quasi, roba da maneggiare con i guanti.»

Io mi aggrappo al quasi. «Allora potrei cavarmela.» Non aggiungo altro perché mi manca l’aria e la lucidità.

“Dannata vigliacca, non sei migliore di me” penso nel lampo di rabbia. “Tutti siamo prede e predatori in questo inferno selvaggio.”

Il suo sguardo ha un fondo aspro, dolente. Io aspetto con ansia l’ultima mossa e il verdetto finale.

Lei si alza e scuote la testa. «Sarebbe meglio chiamare l’ambulanza o il centro antiveleni.»

Il suo sorriso è reale o è uno scherzo della mente?

«Ti prego, chiamali. Dirò che è stato un errore, che hai raccolto le radici sbagliate.»

Sto parlando davvero o è solo un pensiero confuso? E lei ha davvero preso il telefono o è l’ultimo sogno prima del nulla?

Tutti i racconti

3
5
17

Debunker (1/4)

07 December 2025

Babbo Natale era intirizzito e di malumore. O meglio, lo era il Cogliati, in piedi, vestito da Babbo Natale, all’angolo tra Piazza Grande e Via Vittorio Emanuele II. Per fortuna, però, non si vedeva. La barba finta nascondeva tutto. Peccato prudesse come se dentro ci fosse una nidiata di pulci. [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Rubrus: MM: sotto le feste le storie si allargano come le pance. Queste sono 4 parti. [...]

  • BrunoTraven: Bello e divertentissimo Rubrus aspettiamo il seguito:))) notevole, like p.s. [...]

2
3
22

Il condominio 1/3

07 December 2025

Il rito dell’inquilino del piano di sopra era sempre lo stesso: lo sciacquone del bagno a scandire il tempo, le pantofole trascinate sul pavimento. Ogni sera, alle ventitré precise, quel suono monotono rassicurava Vittorio: il mondo là fuori era caotico, ma sopra di lui qualcuno seguiva ancora [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

2
4
36

C'era una volta Jorn, la sua casa, i suoi amici, la favola continua...

E adesso una casa museo per continuare a sognare

06 December 2025

Amici lettori, oggi vi porterò in un luogo speciale, un luogo posto in alto su una collina dalla quale si vede il mare, un luogo affascinante con una storia, anzi con più storie, un luogo da favola e come una vera favola questo racconto breve lo inizierò così. C'era una volta un artista nordico, [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • GiuliaCango: Bellissima ricostruzione della vita di questo artista danese che non conoscevo [...]

  • Rubrus: Oooh... e finalmente non si deve impazzire per cercare il link. Non conoscevo [...]

6
10
45

La vera ricchezza

Il ricordo e la saggezza di mia madre.

06 December 2025

Mia madre si chiamava Anna. Era una donna di grande saggezza e ha sempre avuto un approccio specifico nei confronti del denaro. Per lei non era altro che uno strumento, un mezzo per raggiungere il benessere e mai un traguardo. Da lei sempre presente ho appreso tante cose, anche il significato [...]

Tempo di lettura: 8 minuti

4
7
36

Il gilet giallo

05 December 2025

È passato tanto tempo e adesso ho la tua età di quando ci siamo visti l’ultima volta. Di quando ci siamo salutati in cima alla salita, quella che odiavi ma che affrontavi ogni volta come una sfida personale alla gravità — e forse anche alla vecchiaia. Me lo ricordo ancora: portavi un gilet giallo [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Dax: bello ma....si parla del padre ondel nonno del protagonista?Like

  • An Old Luca: Come scrive giustamente Paolo: impeccabile.
    Coinvolgente, scorrevole e [...]

5
9
62

Piccoli miracoli di Natale

05 December 2025

È la sera dell’antivigilia. Fuori fa un freddo assurdo, mentre nel terminal sembra di stare in una sauna. La ressa di chi parte per le vacanze o torna a casa dalla famiglia rende l’ambiente non solo estremamente rumoroso, ma anche soffocante. C’è tutto ciò che non desidero dopo una giornata di [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Walter Fest: Smoki, per "Lampo" intendesi, "guizzo, fulmine, saetta....insomma [...]

  • La Gigia: Ciao Smoki, complimenti per il racconto. Mi sono piaciuti i personaggi con [...]

3
10
38

Nulla Dies Sine Linea

04 December 2025

L’appuntamento era stato fissato per le due di quel pomeriggio. Naturalmente la mia ansia era cresciuta di ora in ora, proporzionalmente al bisogno di confrontarmi con lui. Arrivai al Café de Flore in larghissimo anticipo e, per provare ad ingannare l'attesa, mi accomodai ad uno dei tavolini [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

4
10
29

Volevo essere William Shatner 2/2

04 December 2025

A poco a poco, la leggerezza si spense. Gli amici cominciarono a evitarmi, stanchi di quel modo di fare che ormai appariva rigido e innaturale. Io non me ne accorgevo, o forse sì, ma non sapevo più come tornare indietro. Era come se quel ruolo mi fosse rimasto addosso, un’abitudine del corpo e [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • thecarnival: Grazie comunque mi fa piacere e moltissimo vi ispiri delle idee vuol dire che [...]

  • Lawrence Dryvalley: Lette le due parti e apprezzate. Anch'io ricordo le notti su Italia1 a [...]

4
6
39

In una parola, rassegnati.

03 December 2025

In una parola, rassegnati. Da quando sei cresciuta, il tuo carattere non cambierà, nessuno può realmente cambiare e se non ci credi, non prendertela con me ma con i numeri. La statistica ci insegna che nessuno cambia, sai? E gli strizzacervelli sono i primi a saperlo: lo sai che per ottenere una [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Maria Merlo: Stile deciso e buona gestione del tema scelto. Bravo.

  • ducapaso: Elena, Paolo, Spettatrice, Dax, Maria, grazie a tutti voi, ho apprezzato ognuno [...]

4
6
24

Volevo essere William Shatner 1/2

03 December 2025

Ricordo ancora quando accadde la prima volta, e come quel personaggio, o meglio, tutta quella mentalità, entrò nella mia vita. Era un pomeriggio come tanti altri e non avevo voglia di fare i compiti. Fuori il cielo era grigio; non avevo voglia di uscire e accesi la TV. Erano le 18, evidentemente, [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Rubrus: Qualche annetto fa anche io scrissi un racconto simile, ma più cupo. [...]

  • thecarnival: grazie del commento Rubrus;))) se trovi quel racconto sarei molto curioso;) [...]

7
10
43

Di stagista in stagista

Giu
02 December 2025

Giorno uno della mia presenza in azienda. Mi sistemarono in un angolo molto luminoso, proprio vicinissimo alla finestra per permettermi di avere la giusta luce quotidiana di cui avevo bisogno. Devo ammettere che mi piaceva molto la postazione che avevano scelto per me, avevo sentito dire che decisero [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

4
14
32

La Clorofilladinia

02 December 2025

“Vedrai” mi hanno detto gli amici, “prima o poi incontrerai una Clorofilladinia. A chi va ad abitare vicino al Secchia può capitare.” Ed eccola qui. Sale da me, entra in questa stanza passando dalla finestra. Non l’ho sentita sulle scale, e così oggi la conosco per la prima volta. L’ho vista attraversare [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

Torna su