Quella mattina Paola uscì di casa per recarsi in ufficio. Nonostante fosse Sabato, si era lasciata da controllare le scadenze e concludere qualche pratica. Non aveva l’auto e nemmeno una bicicletta, un classico per chi abitava in centro. Quindi si recò a piedi, l’unica palestra che si concedeva tutti i giorni. Una come lei non poteva permettersi di «perdere tempo inutilmente» con i corsi di gag, step e diavolerie varie. Quella mattina era di fretta e senza pensarci troppo tagliò per qualche viuzza, fin quando si ritrovò nel bel mezzo di un mercatino. «Maledizione. Arriverò tardi!» pensò sbuffando.

Era infastidita dalla presenza di quelle bancarelle di «cianfrusaglie», pensò, «oggetti inutili» disposti in modo ordinato per attirare l’attenzione di un cliente. Passò tra un banco e l’altro, senza urtare niente di fragile e raggiunse indenne la fine di quel labirinto. Strinse la mano a pugno e abbassò il braccio in segno di vittoria. Aveva recuperato il suo tempo perso. Ma la soddisfazione personale non fece conto di un particolare non visto prima. Un dettaglio che la bloccò e quei benedetti minuti si persero per sempre in un ritardo irreversibile. Una folta nebbia si era alzata senza preavviso e aveva ricoperto i tavoli. Intravide a malapena le persone presenti che continuavano a muoversi come se niente fosse. Sospesa in un limbo surreale, ripercorse a passi lenti quei sentieri che aveva appena superato. Un raggio di sole s’insinuò nella nebbia, facendosi strada in quella cecità temporanea e raggiunse uno specchio. La luce rimbalzò sul riflesso e colpì gli occhi di Paola, che fu costretta a chiuderli. Quando li riaprì fu sommersa da impetuosi brividi che le percossero la schiena. Le tempie cominciarono a pulsare, mentre le gambe cedettero per il dolore. Si rialzò quasi subito trovandosi faccia a faccia con la propria immagine riflessa. Fissò a lungo quello specchio.

«È francese, sa?» le disse l’anziano venditore.

Non gli rispose, e non gli chiese il prezzo, ma se lo fece incartare e ritornò a casa. Sapeva già dove posizionarlo. Tolse quello nel bagno. Non lo aveva mai potuto soffrire, ma l’arredatore aveva insistito perché avrebbe dato un tocco di classe in più. «Incompetente» pensò a voce alta. E ora eccolo lì nella sua nuova posizione. Un calore sconosciuto raggiunse il suo cuore. Uno strano sorriso le apparve sul volto. Si spogliò e si buttò sotto la doccia. Si sentiva rilassata. I pensieri sparirono nello scroscio dell’acqua calda. Aveva dimenticato le pratiche da svolgere e si era immersa nella gioia del nuovo giocattolo. Si affacciò fuori dal box doccia e cercò a tentoni l’accappatoio. Il vapore nel bagno le impediva di vedere dov’era riposto. D’istinto alzò lo guardo e intravide lo specchio appannato. Non aveva avuto dubbi, pensò soddisfatta, ci stava proprio d’incanto. Ma un dettaglio inaspettato le raggelò il sangue e un tremore improvviso la rese debole. Le gambe non ressero il suo peso e scivolò sul piatto doccia. Nel riflesso di quell’oggetto così antiquato, qualcuno le aveva lasciato un messaggio. No. Non era possibile. Riuscì ad alzarsi con fatica e si avvicinò per controllare meglio. «Godras». Chi lo aveva scritto? Cosa voleva dire? E ora lentamente stava scomparendo dalla sua vista, l’aria si asciugò e lo specchio ritornò più lindo di prima. Forse un abbaglio. O forse no. Senza pensarci troppo, andò nel suo studio e accese il pc. Sul motore di ricerca digitò quella parola senza alcun senso apparente, senza sperare in una risposta. Invece rimase sorpresa dai risultati che apparirono sullo schermo. Godras era un paesino provenzale, contava poche anime ed era famoso ai tempi della caccia alle streghe. «Streghe?» Scosse la testa e si diresse in camera trascorrendo la notte in bianco. Il mattino seguente ritornò al mercatino, cercando invano quel venditore. Di quell’uomo, nemmeno l’ombra. Chiese informazioni a chi aveva le bancarelle vicine al suo. Nessuno parve ricordare di chi stesse parlando. Nessuno aveva visto quel vecchio come lei lo aveva descritto. Per loro quel posto era vuoto da una vita. Paola sospirò e non insistette oltre. Aveva capito fin troppo. Ritornò a casa. Entrò in bagno e chiuse la porta.

«Specchio delle mie brame, vuoi giocare a chi è più bella del reame?!» chiese senza dimostrare debolezza alcuna.

Aprì l’acqua bollente della doccia e attese che il vapore facesse un nuovo miracolo e così fu... Apparve una scritta, ma non la solita e con fatica riuscì a decifrarla: «cherche- moi». Cercami.

Chiuse gli occhi e sospirò d’impazienza.

«Ma chi?» chiese a voce alta, come se qualcuno potesse risponderle.

Silenzio. Ricontrollò lo specchio e si bloccò. Qualcosa la turbò. Fu in quel momento che si rese conto che un dito invisibile stava scrivendo sull’immagine sfocata dall’aria calda. Di nuovo quel «Godras». «Devo andare laggiù?» «Oui». Sì. Fu la risposta. Se avesse ricevuto una scossa di corrente, sarebbe rimasta meno tramortita. Non si era resa conto di avere a che fare con un qualcosa di ignoto, magico e forse pericoloso. I fantasmi o cose del genere li aveva visti solo nei film, quando aveva tempo di vederli. Andare in Francia? Quando? Era piena di impegni, appuntamenti con clienti facoltosi che pagavano profumatamente solo per una sua consulenza legale. Sarebbe partita nel mese di Agosto, quando avrebbe chiuso lo studio per ferie. Chiuse la porta del bagno e se ne andò a letto. Ma non aveva fatto i conti con chi della tua vita decide di cambiare le carte in tavola, sconvolgendo il tuo destino affinché tutto ricominci da capo. Non si poteva attendere così a lungo. Le scritte apparvero ossessivamente tutte le sere, senza più bisogno di vapore. E più puliva lo specchio e più apparivano nitide e grandi. Dopo una settimana di calvario, si decise.

«Ho capito! Ho capito!» Si arrese consapevole della perdita di denaro che avrebbe comportato andarsene e disdisse gli appuntamenti presi da lì a una decina di giorni. Prenotò on line un biglietto d’aereo, una stanza nell’unico albergo presente in paese e partì destinazione Francia, sosta obbligata la cittadina francese Godras. Aveva imballato e impacchettato lo specchio, nella speranza che qualche anziano del posto o perché no, un antiquario potesse dirle qualcosa a riguardo.

«Chiederò informazioni appena sistemata la valigia in camera».

Una volta giunta nel paese, una sensazione di tristezza la pervase. Le sembrò che il tempo si fosse fermato tra quelle case in rovina e quell’edificio che qualcuno una volta aveva avuto il coraggio di chiamare «albergo».

Entrò e suonò il campanello della reception. Un uomo con un boccale di birra in mano le si avvicinò e con modo brusco le chiese «Cosa ci fa una bella forestiera da queste parti?»

Tutti i racconti

3
2
11

Debunker (2/4)

08 December 2025

Il bar era caldo, anche se gestito da cinesi – e quelli, si sa, risparmiano su tutto, a cominciare dal riscaldamento. C’era persino l’alberello di plastica accanto all’immancabile gatto dorato che faceva “ciao, ciao” con la zampa. Cogliati pensò ai Natali della sua infanzia. Per trovare qualcuno [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

2
3
11

Il condominio 2/3

08 December 2025

Poi tornò al lavoro, ossessivo, lo straccio che scivolava sul pavimento con lena rinnovata. Quando Vittorio era già sulle scale diretto al suo appartamento, sentì ancora le parole del portinaio, come un’eco lontana: «Le norme… ma quelle non scritte, mi raccomando, solo quelle… sono tutto, qui dentro.» [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

4
6
20

Debunker (1/4)

07 December 2025

Babbo Natale era intirizzito e di malumore. O meglio, lo era il Cogliati, in piedi, vestito da Babbo Natale, all’angolo tra Piazza Grande e Via Vittorio Emanuele II. Per fortuna, però, non si vedeva. La barba finta nascondeva tutto. Peccato prudesse come se dentro ci fosse una nidiata di pulci. [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

2
3
25

Il condominio 1/3

07 December 2025

Il rito dell’inquilino del piano di sopra era sempre lo stesso: lo sciacquone del bagno a scandire il tempo, le pantofole trascinate sul pavimento. Ogni sera, alle ventitré precise, quel suono monotono rassicurava Vittorio: il mondo là fuori era caotico, ma sopra di lui qualcuno seguiva ancora [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

3
5
40

C'era una volta Jorn, la sua casa, i suoi amici, la favola continua...

E adesso una casa museo per continuare a sognare

06 December 2025

Amici lettori, oggi vi porterò in un luogo speciale, un luogo posto in alto su una collina dalla quale si vede il mare, un luogo affascinante con una storia, anzi con più storie, un luogo da favola e come una vera favola questo racconto breve lo inizierò così. C'era una volta un artista nordico, [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Rubrus: Oooh... e finalmente non si deve impazzire per cercare il link. Non conoscevo [...]

  • Lawrence Dryvalley: Walter, neanch'io conoscevo questo artista e la sua storia e sono andato [...]

8
11
47

La vera ricchezza

Il ricordo e la saggezza di mia madre.

06 December 2025

Mia madre si chiamava Anna. Era una donna di grande saggezza e ha sempre avuto un approccio specifico nei confronti del denaro. Per lei non era altro che uno strumento, un mezzo per raggiungere il benessere e mai un traguardo. Da lei sempre presente ho appreso tante cose, anche il significato [...]

Tempo di lettura: 8 minuti

5
7
37

Il gilet giallo

05 December 2025

È passato tanto tempo e adesso ho la tua età di quando ci siamo visti l’ultima volta. Di quando ci siamo salutati in cima alla salita, quella che odiavi ma che affrontavi ogni volta come una sfida personale alla gravità — e forse anche alla vecchiaia. Me lo ricordo ancora: portavi un gilet giallo [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Dax: bello ma....si parla del padre ondel nonno del protagonista?Like

  • An Old Luca: Come scrive giustamente Paolo: impeccabile.
    Coinvolgente, scorrevole e [...]

6
10
62

Piccoli miracoli di Natale

05 December 2025

È la sera dell’antivigilia. Fuori fa un freddo assurdo, mentre nel terminal sembra di stare in una sauna. La ressa di chi parte per le vacanze o torna a casa dalla famiglia rende l’ambiente non solo estremamente rumoroso, ma anche soffocante. C’è tutto ciò che non desidero dopo una giornata di [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

3
10
39

Nulla Dies Sine Linea

04 December 2025

L’appuntamento era stato fissato per le due di quel pomeriggio. Naturalmente la mia ansia era cresciuta di ora in ora, proporzionalmente al bisogno di confrontarmi con lui. Arrivai al Café de Flore in larghissimo anticipo e, per provare ad ingannare l'attesa, mi accomodai ad uno dei tavolini [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

4
10
30

Volevo essere William Shatner 2/2

04 December 2025

A poco a poco, la leggerezza si spense. Gli amici cominciarono a evitarmi, stanchi di quel modo di fare che ormai appariva rigido e innaturale. Io non me ne accorgevo, o forse sì, ma non sapevo più come tornare indietro. Era come se quel ruolo mi fosse rimasto addosso, un’abitudine del corpo e [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • thecarnival: Grazie comunque mi fa piacere e moltissimo vi ispiri delle idee vuol dire che [...]

  • Lawrence Dryvalley: Lette le due parti e apprezzate. Anch'io ricordo le notti su Italia1 a [...]

4
6
39

In una parola, rassegnati.

03 December 2025

In una parola, rassegnati. Da quando sei cresciuta, il tuo carattere non cambierà, nessuno può realmente cambiare e se non ci credi, non prendertela con me ma con i numeri. La statistica ci insegna che nessuno cambia, sai? E gli strizzacervelli sono i primi a saperlo: lo sai che per ottenere una [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Maria Merlo: Stile deciso e buona gestione del tema scelto. Bravo.

  • ducapaso: Elena, Paolo, Spettatrice, Dax, Maria, grazie a tutti voi, ho apprezzato ognuno [...]

4
6
25

Volevo essere William Shatner 1/2

03 December 2025

Ricordo ancora quando accadde la prima volta, e come quel personaggio, o meglio, tutta quella mentalità, entrò nella mia vita. Era un pomeriggio come tanti altri e non avevo voglia di fare i compiti. Fuori il cielo era grigio; non avevo voglia di uscire e accesi la TV. Erano le 18, evidentemente, [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Rubrus: Qualche annetto fa anche io scrissi un racconto simile, ma più cupo. [...]

  • thecarnival: grazie del commento Rubrus;))) se trovi quel racconto sarei molto curioso;) [...]

Torna su