Va per il mediterraneo solcando le onde che un tempo videro i popoli spostarsi, mossi dalla necessità di sfuggire ad una guerra o a malattie endemiche o cercando di seguire le mandrie o in cerca di popoli con cui intrattenere rapporti commerciali.

Va, trasportata dai venti che erano dentro l'otre che Eolo aveva donato a Ulisse, dai soffi  d'oriente e d'occidente,  da est e da ovest, da sud e da nord. Porta con sé i naufraghi, che erano stati pescati da un barcone in avaria, mille anime che erano partite dalla loro terra sperando di trovare una vita migliore in Europa, di sfuggire a violenze e condizionamenti, agli stupri e alle dittature militari. Va, fra mille preghiere, fra mille sospiri, fra milioni di lacrime. Nessun porto li vuole far attraccare. Nessuna nazione vuole aprirsi per accogliere i cuori dei fratelli.

Alcuni stupidi dicono che le razze non possono mescolarsi e che ogni razza deve vivere nel suo ambiente. Non comprendono che le razze degli uomini non esistono e che ne esiste solo una: quella umana. Tutto è solo frutto delle elucubrazioni di chi ha paura del fratello che arriva da altre storie, da altre condizioni e che ha un'altra cultura e un'altra lingua, ma che ha lo stesso cuore che batte dentro il nostro petto, gli stessi nostri  sogni di pace e gli stessi nostri "diritti di esistere nella libertà.

La nave non sa dove dirigersi perché i politici chiudono le porte, hanno idee strane e si accusano vicendevolmente credendo di risolvere la questione umana con un diniego, con una proibizione.

La nave trasporta le nostre coscienze, di chi non riesce a guardare negli occhi il proprio fratello d'umanità. È come quando si è in guerra e si spara contro un nemico indefinito,  senza ricordare che chi sta nell'altra frontiera ha lo stesso nostro identico viso.

La nave va e non sa dove andare. Ha i sogni di chi spera di poter cambiare vita in un'altra terra, perché tutta la terra è una strada per iniziare un cambiamento e cercare amore là dove non sembra essercene.

La nave si ferma. La burrasca è imminente.

Chissà se le ancore riusciranno a trattenere la furia del mare e a custodire gli aquiloni di quelle persone che dentro alla stiva immaginano campi sterminati dove poter correre spensieratamente, senza differenze e con la certezza che tutto il mondo è nostro paese.

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