C’era una volta un vecchio contadino, arso dal sole come un tizzone, che aveva un campicello tutto sassi. Il vecchio era orgoglioso di quel fazzoletto di terra perché era suo, anche se non ci poteva fare granché: era buono tuttavia per il foraggio. Solo le bestie si potevano portare al pascolo in quella pietraia, nient’altro.

  Il vecchio aveva un’anima priva di ambizioni e conduceva una vita semplice. I suoi pensieri erano puri e piacevoli ed era invaso dalle illusioni che solo la giovinezza può dare. Quelle illusioni, ingenue e istintive, non erano state mai sostituite dall’età.

   Si alzava col sole e apriva il cancello della stalla e, con animo gioioso, conduceva le cinque vacche verso i campi. Non poteva permettersene di più, solo cinque. Che bestie che erano quelle, però! Grasse e proficue, davano tutti i giorni una generosa quantità di latte.

   Nelle ore in cui badava alle bestie, adagiato all’ombra di un albero o seduto su una roccia, cavava di tasca uno zufolo e tì, tìriti, tì, suonava una musica così soave, sempre la stessa, che perfino le vacche sembravano felici.

   Il vecchio si era accorto che quella melodia estasiava molto quei docili animali, per cui non smetteva quasi mai di zufolare e quelle brucavano con maggiore lena e ruminavano placidamente sotto il sole. E pure il sole, a quell’armonia, sembrava farsi più luminoso.

   Insomma, quel piffero era la sua vera fortuna: quanto più sibilava il dolce motivo, più quelle pascolavano allegre e gli regalavano tanto latte che, mentre lui si fregava le mani, gli altri contadini si rodevano.

   Ma la sua disgrazia volle che un giorno di primavera, alla fiera del paese, il contadino vedesse una giovenca bianca come la luna, giovane e asciutta, e se ne incantò. Non resistette al desiderio di comprarla e poi, che meraviglia! La vendevano a un buon prezzo. Chissà quanto latte gli avrebbe regalato… e, detto fatto, la comprò.

   La graziosa e vispa “vaccarella” bianca, entrò nella stalla camminando con grazia affettata e con gli occhi ridenti, come se stesse succhiando una zolletta di zucchero. Si guardò attorno in cerca del posto migliore e prese posto alla mangiatoia, solo dopo che ebbe attirato l’attenzione delle altre vacche.

   Il contadino, che da anni viveva con quelle bestie, si accorse subito che quella era una smorfiosa, ma scosse la testa, convinto che la “chiarina” – questo è il nome che gli aveva affibbiato – avrebbe fatto il suo dovere come le altre. Accarezzò il suo zufolo e si sdraiò sul suo misero paglione.

   Il giorno dopo tì, tìriti, tì riattaccò la sua dolce melodia mentre le vacche brucavano allegre, tutte tranne la “chiarina”, che si limitò a brucare poche manciate di erba più tenera e poi si appartò beatamente all’ombra di un ulivo a ruminare senza fretta il suo frugale pasto.

   Il latte che diede quel giorno la “chiarina” manco lontanamente era da paragonare a quello che gli diedero le altre. E la storia si ripeté per tanti giorni. Tì, tìriti, tì, si sfiatava il contadino, macché, a nulla valse quella dolce melodia, anzi notò che, pian piano, anche le altre vacche limitarono il loro pasto consueto.

   Misericordia divina! Si disperava il contadino, e continuava a zufolare invano, ma la produzione del latte diminuiva di giorno in giorno, le vacche continuavano a dimagrire tanto che il macellaio, quando le vide, disse a denti stretti che quelle bestie “non valevano la candela”.

   In una delle sue tante notti agitate il contadino sognò la “chiarina” che, sempre con il suo atteggiamento aggraziato e con un tono di voce suadente, gli diceva: - Non vi è animale che conosca la felicità e il riposo. Col tuo stupido zufolo persuadi le “tue” vacche a rimpinzarsi di continuo solo perché possano donare a te tutto il latte che vuoi, le ingrassi al punto che non riescono a muoversi più, a danno della loro stessa salute. E poi, dimmi, che fine facciamo, noi? Ci tagliate la gola e fate bollire le nostre carni. Ecco quello che ci capita. La nostra natura è, proprio come la tua, simile a un filo d’erba e a un fiorellino di campo. Perché la nostra deve essere così faticosa e breve? No, no. Sappilo, le “tue” vacche ora sono a dieta, avranno una vita più equilibrata e, così, si terranno lontane più a lungo dal coltellaccio del tuo beccaio. -

   Si svegliò sudato e febbricitante e passò i giorni successivi a rimuginare sulla faccenda. Era la rovina, sì, la rovina. Come chiamarla altrimenti? Seduto a guardare il suo campicello sassoso non suonava più lo zufolo, ora. Tanto non serviva a nulla! Eh già, mi toccherà spietrare questo palmo di terra e poi… ma sì, zappando, seminando, sarchiando e sudando forse, chissà, lo farò rendere, lo farò sembrare un giardino, ecco, con i seminati verdi e rigogliosi. Sì, sì, colpirà di meraviglia tutti, e tutti faranno a gara per strapparmelo di mano.

   Mentre un’infinità di pensieri gli bucava la mente, la “chiarina” e le altre sostavano all’ombra, ruminando lentamente l’erba tenera che si erano limitate a strappare. Solo quella però.

Tutti i racconti

3
4
30

📝 A Giada

26 June 2025

La luce del sole pomeridiano filtrava attraverso le foglie degli alberi, creando arabeschi dorati sul pavimento del piccolo caffè dove ci trovavamo. Di fronte a me, Giada sorrideva, i suoi capelli biondissimi incorniciavano un viso delicato e puro. Gli occhi chiari brillavano di una luce vivace, [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Lawrence Dryvalley: Letto, piaciuto. È proprio vero, amore e ragione sono come lo Yin e [...]

  • Rubrus: Be', sì. è un sentimento che non si può forzare, per [...]

0
1
12

Destabilizzazione (1/3)

26 June 2025

Mattia si stira. Pensa alla giornata che inizia. A volte l'ultimo sonno è angosciante. Giulia si è già alzata e sta trafficando in cucina. Non si preoccupa di far rumore. È l'ora di alzarsi. Mattia avrebbe voglia di un viaggio oltreoceano ma tra un'ora deve essere sul tram per il lavoro. Il lavoro [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

7
16
39

Tempi moderni

25 June 2025

C.K. svoltò frettolosamente l’angolo e si bloccò osservando contrariato i due marciapiedi del vicolo. «Ci risiamo di nuovo» mormorò rivolto a sé stesso. «Comincia a diventare un problema!» Girò sui tacchi e proseguì a passo veloce sulla strada principale in mezzo alla folla dell’orario di punta. [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

4
10
31

Le Sorelle: l’ira di Caterina 4/4

25 June 2025

L’indomani mattina Giulio si svegliò di soprassalto. Aprì gli occhi e le trovò tutte lì, in piedi intorno al suo letto. Nessuna parlava, ma lo osservavano con attenzione, come se lo stessero pesando con lo sguardo. La prima a rompere il silenzio fu Caterina. «Come ti chiami?» «Giulio». «Da dove [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

2
1
23

Laguna rossa

-sentivo il sangue

24 June 2025

Sentivo il sangue tra le branchie perforanti d’inchiostro rosso cadaverico SentIvo il sangue immerso in quella doccia rinchiusa accasciata a terra immobile I miei occhi risvegliandosi sfocati di una luca fioca non credevano a quello che stava accadendo. violenza chiama violenza violenza [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

5
5
16

Le Sorelle: l’ira di Caterina 3/4

24 June 2025

Capitolo 3: L'uomo dagli occhi gentili Il villaggio sembrava respirare con un ritmo più lento. L’aria era tersa, il cielo chiazzato di nuvole bianche, leggere come farina setacciata. Il suono regolare della sega nella bottega del falegname, il tintinnare dei secchi alla fontana e lo scricchiolio [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

4
5
33

Evoluzione della scrittura: dalla scrittura arcaica alla scrittura moderna

Racconto un pò di storia della scrittura per coloro che scrivono.

23 June 2025

La scrittura, intesa come sistema di segni utilizzato per rappresentare la lingua parlata, ha avuto un'evoluzione significativa nel corso dei millenni, partendo dalle forme più primitive fino ad arrivare ai sistemi alfabetici moderni. Questo processo è stato influenzato da vari fattori, tra cui [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Ondine: Grazie

  • Dax: Bello...ora sarebbe bello un'analisi della scrittura orientale(cinese, [...]

5
5
26

Le Sorelle: l’ira di Caterina 2/4

23 June 2025

Capitolo 1: Il villaggio Il mattino saliva piano dal fondo della valle, portando con sé l’odore di legna bruciata e di pane in cottura. Le case del villaggio erano basse, annerite dal fumo, con i tetti rabberciati e le imposte ancora chiuse. Ma non c’era silenzio. Non era un villaggio morto. [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

4
5
46

Le Sorelle: l’ira di Caterina 1/4

22 June 2025

Prologo Campo militare austro-ungarico – Tenda dello Stato Maggiore Il telo della tenda si gonfiava appena, sfiorato da un vento freddo. All'interno, tre ufficiali sedevano attorno a un tavolo ingombro di mappe. Il giovane soldato davanti a loro tremava. L'uniforme era lacera, la fasciatura all'avambraccio [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

3
4
29

Il Natale è una cosa per grandi

22 June 2025

Nel buio della sua stanza, il bambino, o meglio, quello che fino a poco tempo prima era un bambino, fissava il soffitto. Dal soggiorno arrivavano voci smorzate, risate adulte che sembravano voler convincere loro stesse della propria allegria. Aveva chiuso gli occhi da tempo, ma non dormiva. Sapeva [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Ondine: Dolce. L'ho fatto anch'io! Ma scherziamo? Troppo bello credere a Babbo [...]

  • zeroassoluto: Ovunque, in tutte le civiltà, c'è sempre uno o più [...]

5
6
32

Oltre la nebbia(2/2)

In un paese in cui non si vede oltre un palmo dal naso

21 June 2025

Sophia non si piegava. Aveva capito che l’ignoranza non era solo mancanza di conoscenza: era una difesa, una paura profonda del cambiamento. La nebbia proteggeva Villacava. Difendeva dal rischio di scoprire che esisteva qualcosa di più grande e più complesso oltre i suoi vicoli ciechi e i confini [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Lawrence Dryvalley: Esordio di tutto rispetto. mi è piaciuto. Condivido complimenti e appunti [...]

  • Dax: la metafora è bella, anche se non nuova. In effetti, l'ignoranza [...]

3
13
37

Girabuio 4/4

21 June 2025

Irving Crane non vide la fine del processo. Lo trovarono stecchito nel giardino, una mattina. Dopo lo scavo, alcuni girasoli erano ricresciuti e, a sentire qualcuno, Irving ne aveva strappato uno e aveva usato il gambo per impiccarsi… la maggior parte però diceva che non era possibile. Il gambo [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

Torna su